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Autore: angelikakiki    11/04/2011    1 recensioni
Finalmente è arrivata la Primavera: uccellini che cantano, sole e polline nell’aria. James ha tutte le carte in regola per conquistare la Evans… solo che gli manca un piccolo aiuto.
Storia classificatasi terza al contest "Un giorno di Primavera" indetto da HermioneCH sul forum di EFP
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nick autore: angelikakiki

Titolo: Il Pesco

Personaggi: James Potter, Lily Evans, Malandrini

Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale

Rating: Verde

Avvertimenti: One-shot,

Introduzione: Finalmente è arrivata la Primavera: uccellini che cantano, sole e polline nell’aria. James ha tutte le carte in regola per conquistare la Evans… solo che gli manca un piccolo aiuto.

 

 

Il Pesco

 

 

 “ Sir… ammettilo, non è il massimo?” domandai. Stavamo lì, sotto il nostro solito albero, in riva al Lago Nero, sdraiati al sole a goderci quell’aria primaverile che avvolgeva tutto il Castello.

“ Già… peccato solo che Luna e Coda non siano qui…

“ Per forza, se Coda è negato a Pozioni!

“ Povero Luna, costretto a ripetere a Peter cento volte gli usi del Distillato della Morte Vivente! Che brutto destino…” disse Sirius. Poi, guardando la mia faccia, aggiunse: “ Anche tu Ramoso non è che sei messo benissimo a Pozioni!

“ Ma chi la vuole imparare quella materia! Tanto mi suggerisci tu, vero?

“ Ovvio fratello! Ma mi spieghi perché odio Pozioni? Certo, non è il massimo, ma è facile…” domandò Sirius.

“ Mi sentirei tipo Mocciosus… costretto a pulire le mie provette ogni volta che l’olio dei miei capelli ci cade sopra… no, grazie!

“ Ricordati che è la materia in cui la Evans va meglio!” mi ricordò Sirius mettendosi a sedere.

“ Giusto! Potrebbe darmi ripetizioni! Questa sì che è un’ottima idea!” esclamai felice. Sirius si voltò.

“ Parli del diavolo… Ramoso, Evans in arrivo!” disse Sirius. Bene, pronto per fare la figura dell’idiota per la centesima volta nella mia vita. Sirius si alzò.

“ Dove vai?” chiesi impaurito.

“ Vado a fare un salto da Coda e Luna… chissà se posso approfittarne anche io per ripassare il Distillato della Morte Vivente…

“ Sirius non mi mentire!

“ Ok, visto che sei così convinto a farti dare ripetizioni dalla Evans, forse riuscirai a chiederglielo meglio senza me nei paraggi!” mi spiegò. E questa affermazione che cosa voleva dire?

“ Ma cosa dici! Ho sempre parlato alla Evans in tua presenza…

“ Appunto, mi sembri un cretino quando parli con lei e ci sono io vicino a te. Vediamo se così riesci a dire due parole messe in croce! A dopo!” disse andandosene. Traditore. Adoravo mio fratello. Mi girai anche io. Eccola, la testa bassa, china sui suoi libri. Mi alzai.

“ Evans!” esclamai. Lei mi guardò. Sbiancò. Si voltò e cominciò ad andarsene.

“ No, dai, Lily, ti devo dire una cosa!” urlai io. Si girò  verso di me con un’espressione furiosa negli occhi.

“ Se è ancora la solita storia del presunto amore che provi verso di me, sappi Potter che io non ti sopporto e che riesco a malapena a vederti! Quindi cerca di non scocciarmi più per il resto dell’anno perché sono particolarmente isterica oggi!” gridò. La guardai esitante. Perché doveva essere tutto così maledettamente complicato?

“ Ma no, stavolta non centra niente con l’amore che provo per te! Volevo solo chiederti un favore!” ecco, avevo detto la parola magica. Lily Evans era troppo buona per negare a qualcuno un aiuto. Anche se il qualcuno in questione ero io. Parve rilassare i muscoli. Sospirò. Mi si avvicinò.

“ Se ti aiuterò mi lascerai in pace?” domandò. Io annuii. Certo, come no. Lei mi guardò pensierosa.

“ Voglio far finta di crederci. Allora, cosa vuoi?

“ Che tu mi dia una mano con Pozioni” dissi dritto e conciso. Forse un po’ troppo diretto. Lei infatti sembrò metà offesa e metà sospettosa.

“ Remus è benissimo in grado di spiegarti tutto ciò che non hai capito, Potter.

“ Sì, ma Luna non è il più bravo della classe. Tu sei la più brava. Mi servi tu.

“ Ma si dà il caso che io non abbia né voglia né tempo di aiutarti!” esclamò voltandosi e camminando. La rincorsi.

“ E perché no? Dai, Evans, ti sto chiedendo un solo, solissimo favore…

“ E io ti sto dicendo che davvero, Potter, non ho il tempo materiale per aiutarti!

“ Evans, dai, lo so che sono tutte scuse per non restare sola con me! ” dissi. Complimenti, James. Se volevi fare la figura dello scemo, ci sei riuscito. Lei si fermò, con la rabbia negli occhi.

“ Potter, ho ben undici esami! Pozioni, Incantesimi, Trasfigurazione, Difesa Contro le Arti Oscure, Erbologia, Storia della Magia, Astronomia, Aritmanzia, Antiche Rune, Astrologia e Cura delle Creature Magiche!” esclamò quasi sull’orlo delle lacrime.

“ Quindi è per questo che oggi sei isterica?” domandai.

“ Sì! In parte è per questo! Poi arrivi tu, e dici di darti una mano con Pozioni, il che vorrebbe dire sprecare altre ore per stare dietro a te che non capisci niente! Poi mettici anche questa maledetta aria primaverile che mi fa sempre addormentare sul libro di Storia della Magia e…

“ Ok. Afferrato. Ti serve una pausa. Se sei arrivata anche a disprezzare questa bellissima giornata primaverile allora stai messa proprio male! Dai, vieni! Ti voglio far vedere una cosa! ” dissi convinto. Lei scosse la testa.

“ No, io devo studiare, Potter!

“ E a me non importa! Andiamo, Evans, lo so che per te è difficile lasciarti andare, ma…

“ IO? Io che ho difficoltà a lasciarmi andare? Ma che dici… io mi so lasciare andare… mi lascio sempre andare…lo sanno tutti! Solo tu sei così cretino da non saperlo!” dichiarò.

“ Sì, io e il resto del mondo! Come no! Allora, ti va di provare questa nuova esperienza?” chiesi tendendole la mano. Lei la guardò. Guardò la mia mano con la stessa espressione con cui avrebbe potuto guardare un Tentacolo Velenoso.

“ Non aver paura, non sono un maniaco o altro” dissi cercando di sdrammatizzare.

“Paura, Potter? Io? Hai proprio sbagliato persona… allora, che mi devi far vedere?” domandò avvicinandosi a me senza prendermi la mano. Riadagiai il braccio sul mio fianco.

“ Dai, andiamo” dissi dirigendomi verso la Foresta Proibita. Erano le cinque del pomeriggio. Nessuno passava mai davanti alla Foresta alle cinque del pomeriggio. Erano tutti in riva al lago Nero. Arrivammo all’inizio della Foresta. Lei aveva un’espressione seria sul volto.

“ Allora, mi segui o no?” domandai. Lily annuì.

“ Stiamo infrangendo le regole, lo sai?” mi chiese. Ma no, davvero?

“ Ma certo.

“ E non sei nervoso?

“ Nervoso? No, di solito non mi succede.

“ Neanche ora che stiamo violando una regola importantissima in pieno giorno?” chiese avvicinandosi troppo. Potevo vedere i suoi occhi verdi e intensi come due smeraldi brillanti, le sue lentiggini sparse sugli zigomi…

“ Ora sì… ma non ha niente a che vedere con le regole, Evans!” sussurrai. Lei indietreggiò. Avanzammo dentro la Foresta. Si sentivano gli uccelli che cantavano e molti alberi avevano già le foglie verdi. C’era un silenzio quasi surreale. La luce fioca passava attraverso i rami della Foresta. Di tanto in tanto, qualche animale passava accanto a noi. Ma non ci badavo. Ero impegnato a godermi il momento con la Evans. Sembrava impaurita. Non riuscii a capire se ciò che la spaventasse era il fatto che era entrata lì dentro, oppure che era così vicina a me. Improvvisamente passò accanto a noi una rondine. In uno scatto involontario, mi afferrò il braccio destro impaurita. Mi guardò. La guardai. Pensavo che non sarebbe mai potuta succedere una cosa del genere. Lei mi aveva preso un braccio. Era qualcosa di surreale. Si staccò subito, imbarazzata. Diventò rossa.

“ Scusami…

“ No, em… ti pare…

Silenzio imbarazzante. Non che prima ci fosse un festino, ma almeno era un silenzio piacevole. In quel momento invece era carico di tensione.

“ Siamo arrivati?” domandò.

“ Quasi…” riuscii a sussurrare. Chissà perché ma quel gesto inaspettato aveva scatenato in me una sorta di imbarazzo ingiustificato. Insomma, quante ragazze mi avevano toccato il braccio? Un miliardo. Ma solo con lei mi mancava il fiato. Arrivammo davanti a tantissimi cespugli alti e fitti.

“ Ok, Evans, adesso dobbiamo attraversare questi cespugli. Se non ti vuoi perdere devi darmi la mano, ti avverto. Insomma, puoi anche tentare di trovare la strada da sola, ma…

“ Vengo con te. Dai, ormai ci siamo, no?” disse prendendomi la mano. Anche lì, restai di sasso. Ma cosa diamine mi stava succedendo? Perché reagivo in quel modo. A passi incerti attraversai quel labirinto di cespugli. E arrivammo. Un’ampia radura verde, con in mezzo un pesco. Completamente fiorito. I fiori rosa lo ricoprivano totalmente, dandogli un’aria fiabesca, quasi irreale. Il sole lo illuminava completamente. Era l’unico albero in mezzo a quella radura. Lily lo guardò colpita.

“ Come…

“ Ah, non ne ho idea. Questo penso sia l’unico albero che riesce a fiorire alla fine di febbraio. Non si sa come fa!” ammisi. Nonostante gli altri alberi fossero ancora sommersi da foglie arancioni e secche, quel pesco era già fiorito completamente.  Lei si avvicinò esitante. Nell’aria c’era un profumo delizioso, indescrivibile. Era arrivata ai piedi dell’albero.

“ Ma è… bellissimo” disse. Mi avvicinai anche io.

“ Già… è strano pensare che quest’albero stupendo si trovi nella Foresta Proibita” sussurrai. Lei si voltò.

“ Beh, in realtà non è tanto strano sai, anche se apparentemente un luogo non è bellissimo, dentro si può nascondere qualcosa di straordinario!” esclamò lei. Mi ricordava Remus con quelle affermazioni filosofiche.

“ Un po’ come nelle persone…” dissi. Lei annuì pensierosa.

“ Già… un po’ come nelle persone…” ripeté. Guardò l’albero di nuovo.

“ Beh, James Potter, è stato bello finché è durato, ma ora devo andare a studiare” affermò. Oh, già! Alla fine i momenti belli sono anche quelli più brevi. Ritornammo tra i cespugli. Stavolta fu più facile ritrovare la strada. Silenziosamente ritornammo nel Parco. L’aria era ancora calda, il cielo azzurrissimo, un clima ideale per stare all’aperto.

“ Davvero vuoi ritornare a studiare tra quelle quattro mura? Dai, Lily, è il primo giorno di Primavera! Rilassati!” esclamai. Sembrava tentata. E cedette.

“ Va bene, studierò qui allora!” disse sedendosi sotto un albero. Io la seguii.

“ E tu dove hai intenzione di andare?” domandò. Ma non era ovvio?

“ Con te, sto vicino a te.

“ E pensi che te lo lascerò fare?

“ Almeno avrai compagnia. E poi non saprei dove altro andare. Dai, giuro che non ti disturberò” promisi. Stavolta era una vera promessa. Mi guardò sospettosa.

“ Va bene, giusto perché mi hai fatto vedere quell’albero lì. Dai, siediti” disse. Ok, Lily Evans mi stava invitando a sedermi accanto a lei. Qualcosa non andava. Forse era proprio il fatto che era primavera che la metteva di buon umore. Decisi di giocarmi bene questa carta. Lei aprì il libro di Aritmanzia, mentre io mi stesi accanto a lei. Per qualche momento regnò il silenzio. Poi ovviamente lo interruppi.

“ Oggi sei di buon umore. Nervosa, isterica, però sei più accomodante del solito. Cosa è successo?” chiesi. Lei arrossì distogliendo lo sguardo dal suo pesante tomo. Mi guardò sorridendo.

“ Ti ho detto una bugia prima. Ho detto “ maledetta primavera”. Invece io amo la primavera. Sai, mi piacciono i fiori. E anche se a lungo andare il loro profumo mi fa addormentare…  sono sempre belli, no?” concluse. Lily Evans era una contraddizione vivente. Ecco perché mi piaceva tanto.

“ Bene, ti piacciono i fiori. Che tipo di fiori?

“ I gigli. E i girasoli… le violette… sai, a casa ho un piccolo giardino e quando ero piccola mi divertivo ad annaffiare le piante con mia madre. Lo trovavo divertente. E lo trovo ancora divertente. Peccato che non possa farlo qui ad Hogwarts…” sussurrò.

“ Sì invece che puoi! Puoi sempre andare nelle Serre della Professoressa Sprite ed annaffiare un innocuo e carino Geranio Zannuto!” esclamai. Lei rise. Ok, Lily Evans stava ridendo a una mia battuta.

“ Certo, come no… con il rischio di farmi strappare una mano ogni volta che lo innaffio! I Gerani Zannuti, come no!

“ Ma no, dai… sono così socievoli… carini… delicati… un po’ come la McGranitt quando interroga!” dichiarai. Lei rise ancora. Forse non avevo mai visto la Evans ridere. Aveva una risata argentina, controllata. Niente di troppo eccessivo come Sirius, o di troppo contenuto come Peter. Qualcosa di spontaneo, reale. Sorrisi anche io. Lei si fermò.

“ Perché sorridi, Potter?

“ Niente… la tua risata…

“ Che cos’ha che non va?” chiese. Ma perché doveva avere qualcosa di sbagliato? Era bellissima. Ma preferii non dirglielo.

“ Niente… dai, studia” dissi cercando di evitare altre domande imbarazzanti. Sirius aveva ragione: quando non c’era lui riuscivo a fare la persona un po’ più seria. E questo non sembrava infastidire la Evans, anzi, mi guardava di nascosto quando pensava che non la vedessi, per poi chinarsi immediatamente sui suoi libri. Passarono forse ore, forse giorni, forse anni. E la fissavo, mentre studiava. Di tanto in tanto con la mano si sistemava i capelli mossi da un inaspettato venticello primaverile, per poi rimettere la mano sul libro. Era uno spettacolo straordinario vederla così. D’un tratto parlò.

“ Tu non hai sonno?” mi chiese con una voce quasi impalpabile.

“ Un po’… e tu?” chiesi. Lei annuì sdraiandosi accanto a me.

“ Sì… ma non mi va di salire nel Dormitorio… mi metto a dormire qui… Non ce la faccio a fare le scale” e si sdraiò accanto a me. IO AMAVO LA PRIMAVERA E LA SUA ARIA SOPORIFERA. Chiuse gli occhi. I nostri volti erano troppo vicini. Ma a lei non importava. Per la prima volta lei non parve farci caso. Anche perché aveva gli occhi chiusi. Vedevo le sue ciglia folte e nere. La sua pelle candida… ed ebbi l’infrenabile desiderio di toccarla. Di toccare il suo volto. Allungai la mano esitante e deciso allo stesso tempo, proprio come se avessi dovuto afferrare un Boccino. Per una frazione di secondo, con uno scatto impercettibile della mia mano, la toccai. Lei aprì gli occhi.

“ Cosa stai facendo?” domandò. OK, momento imbarazzante. Mi allontanai subito.

“ NIENTE!” dissi con decisione. Alzò il busto.

“ Forse dovrei ricominciare a studiare...

“ Per un giorno puoi non pensare ai libri? Pensi sempre ai libri! Stai sempre a studiare!

“ Io non sto sempre a studiare!” esclamò offesa.

“ Io ti vedo sempre con un libro in mano, dimmi se sbaglio” dichiarai. Girava per i corridoi sempre con quei libri… un po’ come Mocciosus, ma non glielo dissi questo. Lei sorrise.

“ Odio farmi trovare impreparata. Infatti non mi è mai successo!

“ Dovresti provare, Evans! Perché non cimentarsi in nuove esperienze? Poi dici che sei una che si lascia andare!” la schernii.

“ Io… non è tanto il problema del lasciarmi andare… è solo che ho un po’ paura dei cambiamenti. Se non studio più tutti i professori potrebbero cambiare giudizio su di me…

“ Ma a volte i cambiamenti sono positivi! Dovresti guardare il tutto come un nuovo inizio! O sbaglio?” domandai. Mi fissò. Riuscivo a specchiarmi nei suoi occhi.

“ No… non sbagli. Dai, ora dobbiamo andare” si alzò e io la imitai. Inaspettatamente, alzandomi, notai una pratolina per terra. La raccolsi.

“ Ecco… non è né un giglio, né un girasole, né tantomeno un Geranio Zannuto… ma spero che ti piacerà lo stesso” dissi porgendogliela. Lei la accettò. Era la prima volta che Lily Evans accettava un mio dono. La cosa sorprese anche lei. Decisi che per quella giornata avevo avuto abbastanza miracoli grazie alla primavera. Mi voltai andandomene.

“ Potter!” esclamò lei chiamandomi. Mi voltai.

“ Senti… per Pozioni… se vuoi un po’ di tempo lo trovo…” disse. Cioè, Lily Evans stava… mi stava offrendo il suo aiuto? Possibile che i miracoli non fossero ancora finiti? Decisi di non abusare dell’opportunità che il fato mi aveva concesso.

“ Grazie, davvero, ma hai ragione, sei troppo occupata per seguire un idiota come me… davvero, grazie!” risposi. Lei abbassò gli occhi.

“ Ok… allora… Allora ci vediamo!” disse. Sorrisi.

“ Ma certo! Tranquilla non scappo!” dichiarai. Solita battuta da deficiente. Sorrise nervosa alzando stavolta gli occhi su di me.

“ Sì… ci possiamo anche vedere domani a Hogsmeade… che ne dici davanti ai Tre Manici di Scopa alle undici?” domandò. Ok, qui stiamo esagerando. Ma che cosa stava girando nell’aria insieme al polline? Polvere di fata? Mi stava forse…

“ Evans, tu mi stai dicendo di…

“ Non ti montare la testa, Potter. Anzi, porta gli appunti di Pozioni. Studieremo lì” disse arrossendo. Stava mentendo!!! Voleva vedere me!!! Salii nella Torre di Grifondoro con l’aria di chi ha vinto la Coppa del Mondo di Quiddich. Trovai Luna, Coda e Felpato in Sala Comune, sulle poltrone.

“ Ti avevamo dato per disperso, amico!” gridò Sirius. Io non risposi. La mia mente stava viaggiando a velocità supersonica. Già progettavo il matrimonio.

“ Em… James… ci sei?” domandò Remus preoccupato.

“ Secondo me qualcuno l’ha colpito in testa… se è stato Mocciosus…” mormorò Sirius.

“ Tutto bene?” chiese Peter alzandosi. Lo abbracciai. Lui sobbalzò vedendomi così euforico.

“ Domani mi vedo con Lily Evans, domani mi vedo con Lily Evans!!!!!!!” gridai cantando. Sirius si alzò. Mi mise una mano sulla fronte.

“ Hai la febbre?

“ MAI SENTITO MEGLIO! CI VEDIAMO DOMANI ALLE UNDICI!!!! SIIII!!!” esclamai. Remus anche si alzò dandomi una pacca sulla schiena.

“ E bravo James! Vedi che alla fine…

“ No, adesso mi spieghi chi ti ha aiutato! Non ci credo che hai fatto tutto da solo! Non riesci a cucirti un bottone da solo, figuriamoci se sei riuscito a procurarti un appuntamento con la Evans senza aiuti!” disse Sirius. Lo abbracciai.

“ Infatti qualcuno mi ha aiutato: IO AMO LA PRIMAVERA!

 

 

3° posto - Angelikakiki
Il Pesco
Grammatica: 7
Lessico: 9.5
Originalità: 10
Gradimento Personale: 18.5
TOT: 45
La tua storia mi è piaciuto davvero tantissimo. È divertente e spumeggiante. Ho riso davvero tanto.
Descrivi molto bene quello che prova James e hai caratterizzato davvero bene il personaggio. Il tema della primavera riecheggia in ogni frase e associato all'amore e alla dolcezza di James, è davvero eccezionale. L'unica cosa che non mi è piaciuta molto sono i tre puntini, utilizzati a mio modo di vedere davvero troppo. Ho tolto meno di quello che avrei voluto, perché ognuno ha il proprio modo di scrivere, ma se accetti un consiglio, in futuro li eviterei.


  
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