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Autore: Kat Logan    11/04/2011    11 recensioni
Terza parte della mia "saga" sulla coppia Haruka e Michiru.
La morte ritornerà all'attacco, riuscirà a prendersi la piccola Hotaru? Se il dubbio vi attanaglia è qui che troverete le risposte che state cercando!
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Hotaru/Ottavia, Michiru/Milena, Setsuna/Sidia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mio ultimo respiro, per te.'
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Oltretomba.
La morte era tornato ancora una volta da una delle sue gite sulla terra e stava fischiettando allegramente.
"E' di buon umore mio signore?" Domandò la segretaria guardando il volto felice e spensierato del suo padrone.
Non sapeva bene quale risposta le sue orecchie avrebbero voluto udire realmente, ma rimase in attesa.
L'uomo compì un'elgante giravolta su se stesso e scoprì i canini bianchi.
"Ooh Miyuki! Non potrai mai crederci!"
"A cosa?"
"Alla sensazione che sto provando!"
La donna assunse uno sguardo pensieroso, mise in moto il suo cervello cercando di indovinare.
"mmh...sensazioni...mmh.."
"Dai Miyuki! Vediamo se ci arrivi!"
Una sfida. Era ufficiale. 
Miyuki fece un giro su se stessa seduta sulla sua sedia da ufficio. 
Sistemò gli occhialini da vista sottili sul naso e prese a parlare.
"Vediamo...lei sta provando...odio"
"no!"
"Rabbia!"
"no!"
"Voglia di sterminare qualcuno?"
"No, no, no!"
"Mi dia un'indizio!"
"Sembra impossibile!"
"mmh..."
"Dai Miyuki! Il tuo cervello è troppo lento?!"
"Gioia? però...gioia macabra s'intende! Come quella che prova quando firma un contratto con qualcuno che poi fregherà spietatamente..."
"Oh..."
Lo sguardo della morte s'incupì.
"Davvero lo faccio?" domandò in tono serio.
"Di continuo, signore!" La donna lo guardò alzando un sopracciglio.
Era decisamente strano. 
Troppo.
"Stupida donna, te lo dico io cosa sto provando..."
Lo sguardo della morte cambiò, gli occhi color ghiaccio sembrarono essere attraversati da una scintilla.
Qualcosa che assomigliò a un lampo di vita.
Miyuki era incrudela. Guardò le labbra della morte incresparsi mentre stavano facendo uscire quelle poche parole.
"Mi sento come se fossi vivo."
Colui che metteva fine all'esistenza e regnava l'aldilà, provava qualcosa. 
Addirittura provava ciò che manifestava il contrario del suo essere.
Poteva la morte sentirsi viva?
"co...come è possibile?"
"E' quella ragazza...E' la mia futura sposa!" L'uomo applaudì saltellando.
Ecco un'altra scintilla nei suoi occhi.
"Possibile stia diventando...umano?" 
"Devo dirglielo!"
Gli occhi della donna sembrarono schizzare fuori dalle orbite.
"Il mio tempo sta scadendo stupida! Non fare quella faccia! lo sai che non posso sempre girare tra il mondo dei vivi e quello dei morti a che servirebbero gli angeli della morte?!"
"Non si spaventerà? crede che la seguirà qui di sua spontanea volontà, quando saprà realmente chi è?! NON ERA QUESTO IL PIANO!"
"NON ALZARE LA VOCE CON ME!" le tempie dell'uomo pulsarono, la terra di quel mondo tremò.
"Nemmeno il bacio e quelle smancerie erano nei piani!"
"Cos'è questa?" 
"Questa...cosa?! Di cosa sta parlando?"
"Non fare la tonta Miyuki...stai al mio fianco da...non so quanto tempo ormai...non ti sei mai comportata in questo modo prima d'ora, sei sempre stata disciplinata...ma ora..."
Gelosia. Ecco cos'era.
Il mostro dagli occhi verdi. Il sentimento più distruttivo che esiste.
Più pericolosa dell'odio.
L'emozione indomabile.
La gelosia stava divorando quella donna.
Sbatteva dentro di lei, bruciava, mangiava, divorava. 
Sterminava la sua calma, tramutandola in una bestia indomabile.
Stava seminando qualcosa, il cui raccolto non avrebbe certo portato a nulla di buono.
 
***
 
Sulla terra il vento freddo di novembre soffiava violento facendo oscillare i rami degli alberi ormai spogli e secchi.
I colori erano spenti e freddi.
Ma Hotaru stretta nella sua sciarpa camminava spensierata.
Un sorriso sereno le illuminava il volto dando ancora più luce ai suoi occhi violacei.
Aveva passato altri tre giorni in compagnia di Jack.
Tre giorni a visitare posti stupendi e a divertirsi con il ragazzo che le faceva battere il cuore.
Per la prima volta nella sua vita Hotaru stava provando il sentimento più forte del mondo.
L'amore.
Qualcosa che aveva vissuto indirettamente fino a quel momento. L'aveva scorto negli sguardi, nei gesti e nelle parole delle sue affettuose madri.
Ed ora toccava a lei.
"E' così che ci si sente?"
Il suo cuore galoppava come un cavallo selvaggio.
Ogni cosa aveva un colore diverso dal solito.
Il freddo di quei giorni non la toccava, perchè il calore che la pervadeva era più forte.
Si sentiva forte, felice, piena di vita.
L'amore era come una scarica. La benzina, il motore. E lei era una macchina da corsa che sfrecciava a gran velocità.
"Ti stai a perdere in sciocchezze!" La voce nella sua testa apparteneva a Saturn.
"Sei mai stata innamorata?" Domandò innocentemente Hotaru.
"Che vai dicendo?" Una nota di stizza accompagnò la frase della guerriera.
Se l'avesse potuta avere davanti se la sarebbe immaginata accigliata e a braccia conserte con una strana espressione in viso, forse imbarazzata.
"Parliamo di cose serie..."
Hotaru sbuffò rumorosamente, dando un calcio ad un sasso sulla sua strada.
"Concentrati su cose importanti...Sailor Pluto e la morte...Non ti sarai mica scordata che verrà a prenderti prima o poi no?!"
"NON L'HO DIMENTICATO!" la ragazza urlò a voce alta.
Una vecchietta che passava a fianco a lei sobbalzò portandosi una mano al petto e fissandola per un momento stranita.
"Scu..si.." sbiascicò Hotaru, sorpassando la donna e continuando a passo veloce il suo ritorno a casa.
"Ne parlerò alle mamme di Setsuna, ma non rompere ok?!"
"E questo caratterino?"
"Mi stai stufando!"
"Non puoi farci nulla!"
"Si che posso, io decido cosa fare non tu!"
"Fai la ribelle come il tuo ragazzo?!"
Quella era una frecciata bella e buona. 
Jack era il suo ragazzo? come poteva definirlo? 
"Senti, voglio solo una vita normale. Stai zitta e non farti gli affari miei!"
"Non è molto facile restare in disparte, sono io quella che ti salva la pellaccia nei momenti di pericolo!"
"Non te l'ho certo chiesto io!"
"Nemmeno io ho chiesto di essere baciata da un tipo con i capelli rossi!"
"Tu non l'hai BACIATO!" aveva gridato di nuovo anzi che pensare, mentre stava entrando in casa.
 
Michiru la fissò perplessa.
"Ciao tesoro, qualche problema?" domandò premurosa.
"Saturn rompe le palle!" sbottò Hotaru, togliendosi la giacca.
"E questo linguaggio?!"
"Oh, oh..." disse di sottofondo un'altra voce appartenente ad Haruka, che teneva il viso nascosto dietro una rivista automobilistica.
"Scusa mamma..." 
La ragazza abbassò il capo per un momento in segno di scusa, lo rialzò e la guardò negli occhi.
"E' che mi fa venire il mal di testa, mi parla e s'impiccia degli affari miei!"
Haruka abbassò il giornale incuriosita per poi domandarle un timido "lei ti parla?"
"Si da qualche tempo..."
Michiru si sedette, porse una tazza di sakè ad Haruka che la trangugiò scottandosi la lingua e rimanendo in ascolto.
"E' più semplice così..." la voce della ragazza cambiò come il suo aspetto. 
Davanti a loro apparve Sailor Saturn nelle vesti da senshi.
"Vorrei ricordarvi un pò di cose che Hotaru sta trascurando e di conseguenza pure voi..."
Michiru si schiarì la gola.
Lei eccelleva in molte cose e sentirsi dire che trascurava qualcosa o non lo stava facendo abbastanza bene, fu un colpo basso per la sua autostima.
"E' un pò inquietante questa cosa.." commentò Haruka guardando la guerriera per poi continuare "Non fraintendermi...ti voglio bene comunque, per me sei sempre la mia piccola Hotaru, ma l'effetto speciale del cambio di voce e questa sottospecie di possessione è inquietante ok?!"
"Tutto chiaro. Spiacente, ma non posso farci nulla...il destino ci ha unite in un unico corpo. Per ospitarmi Hotaru aveva bisogno di crescere in fretta, per questo da un momento all'altro è diventata un adolescente...non preoccupatevi, per ora rimarrà così a lungo se la cosa vi preoccupa, ma... non è di questo che dovremmo parlare ora..."
"E allora, cos'è la cosa che non stiamo facendo bene?" domandò Michiru rigida.
"Si non l'ha presa bene lei quella frase..." disse sottovoce la bionda portandosi una mano davanti alla bocca come per nascondere quelle parole.
"Ti sento." aggiunge Michiru tirandole uno scapellotto leggero sul coppino.
 
"Non ricordate della morte e di Sailor Pluto, sono qui per farvelo presente io!"

Note dell'autrice:
Finalmente eccomi di nuovo qui! Questo trasloco è stato un disastro, danni su danni...
Comunque sia, mi sono data da fare ed ecco un altro capitolo...con il prossimo concluderò All we are, per passare poi al racconto successivo.
Vi avverto che il finale è cambiato, quello che avevo pensato in precedenza, comunque, "non va buttato", perchè sarà presente nel prossimo racconto come il resto del mucchio delle cose che sono rimaste in sospeso qui. 
"Purtroppo" è andato tutto all'aria perchè la mia testa è partita per un trip infinito che ha avuto bisogno di una modifica XD
Insomma...avrete un finale aperto ma lo avrete. Non rimaneteci male, preparatevi psicologicamente :D
Vediamo intanto che ne pensate di tutto questo!
 
 
   
 
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