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Autore: Nuanda_12    12/04/2011    1 recensioni
Una storia scritta di getto, una riflessione di un ragazzo in una situazione molto delicata e che trova nella scrittura di una lettera l'unico modo per confidarsi, dire quello che prova. Premettendo che io sono una ragazza e che i fatti raccontati non abbiano nulla a che fare con la raltà, spero che la storia vi piaccia (è la prima che pubblico, siate clementi (: )
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro Tom,

non amo scrivere, per di più delle lettere, ma oggi avevo esaurito ogni altra attività possibile e inoltre avevo bisogno di parlarti.E' passato quasi un mese dal funerale e mamma continua ad apparecchiare per quattro. Quando ci mettiamo a tavola e un posto rimane vuoto, lei lo continua a fissare e poi scappa via in lacrime. Papà non dice niente, ma, di notte, quando mi capita di andare in bagno, lo sento piangere insieme a mamma. Non è facile qui a casa, soprattutto da quando tu te ne sei andato. Jared continua a dire che sei stato tu, ma io non gli credo. Kevin era da tempo che soffriva di depressione e tu eri l'unico che lo capiva. Quando sei partito per la Francia è stato un duro colpo per lui, ma poi sembrava averlo superato. Sembrava. L'ho trovato io, il corpo. Penzolava attaccato ad una trave del terrazzo. Non ho urlato. La voce non voleva uscire. I miei genitori non sarebbero arrivati prima delle cinque, ed erano solo le due e mezza. Mi sono seduto sulla panchina accanto a lui e ho iniziato a piangere. Le lacrime scendevano a fiotti e non riuscivo a fermarle. Per terra c'erano tre scatole di medicinali vuoti. Il bastardo si era drogato prima di impiccarsi! Non aveva nemmeno avuto il coraggio di morire coscientemente! Non aveva pensato in che situazione avrebbe lasciato la sua famiglia! Mi pentii subito di questi pensieri e iniziai a piangere più forte. Per la prima volta dopo tanti anni, volevo confessarmi. Ma la chiesa era troppo lontana; e se qualcuno avesse visto il corpo? Non potevo rischiare. Pensai alla mamma; Kevin era il suo preferito, io ero solo la brutta copia. Penso che avrebbe preferito che fossi morto io piuttosto che il suo amato primogenito. Ti sembrerà una cosa assurda, ma mi guarda sempre con uno sguardo pieno d'odio...o forse è solo una mia impressione. Vivo come in una vita parallela e non capisco più quale sia la realtà. In paese non si parla d'altro. Ho sentito tante di quelle balle, anche sul tuo conto, ma non te le voglio raccontare, perché ti farei solo del male inutilmente, visto che sono bugie. Ti ho scritto anche per un alto motivo: mentre ripulivamo la stanza di Kevin ho trovato un quadernetto di memorie. C'erano un sacco di poesie ed erano tutte dedicate ad un ragazzo che ti assomigliava. Incuriosito, sono andato avanti a leggere. Dopo le poesie, venivano delle pagine scritte fitto fitto, come una specie di diario. L'ultima data era quella del giorno prima della tua partenza. Ti ricopio cosa c'era scritto. "...balle, balle, nient'altro che balle! Tutte le sue belle parole non erano altro che bugie!I suoi discorsi per farmi coraggio, per far vedere a tutti quello che sono veramente, non erano altro che ipocrisie! I suoi baci, peggio di quelli del più infimo traditore!..." Continuava poi con un'altra serie di insulti finché diceva che papà vi aveva scoperti e che tu non avevi avuto le palle per dirgli la verità ed eri scappato. La pagina finiva dicendo:"... La mia anima è già morta. Non ha senso che il mio corpo sopravviva ancora solo per provare dolore." A piè di pagina era riportata la data del 23 Marzo, il giorno del tuo compleanno; il giorno del suicidio di mio fratello. Tom, dimmi che tutto questo non è vero! Dimmi che Kevin si è inventato tutto sotto l'effetto di quegli psicofarmaci che prendeva sempre! In paese si dice che vi ha visto baciarvi sulle labbra, come due amanti. La mamma quando lo ha scoperto è quasi svenuta. Lei è troppo chiusa per capire queste cose e gli altri troppo stupidi. Non voglio sapere da te i particolari della vostra storia d'amore, anche perché sospettavo già qualcosa, ma dimmi che non è vero che non hai avuto il coraggio di parlarne a mio padre, che hai preferito fuggire. Tu sei la persona più degna di stima che io conosca, l'unico che sia riuscito ad aiutare mio fratello. Non puoi essere anche la causa della sua morte. Nel caso tu lo sia, non sprecarti a rispondere.
Io spero di ricevere una tua lettera al più presto. Tanti saluti e un abbraccio da tutta la famiglia Johnson e in particolare da me.
                                                             
Patrick
  
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