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Autore: Lady Aquaria    12/04/2011    5 recensioni
Estratto dal capitolo 1:
Certo che voleva Camus, dentro di sé non aveva mai smesso di provare per lui qualcosa di più del semplice affetto; anche se a sé stessa lo negava, per Camus provava ancora amore.
"Io e papà ci siamo amati, un tempo."iniziò, cercando le parole più adatte."Amare, Lixue, capisci? È qualcosa di molto più forte del volersi bene."
"Quanto forte?"
Forte abbastanza da indurre una ragazza nemmeno ventenne a rivolgere fredde parole cariche d'odio all'altro. Un sentimento così intenso da indurla a restare a letto per giorni dopo il suo abbandono, tanto potente da spingerla a prendere a pugni il fratello che le aveva proposto di abortire.
EDIT: Storia completamente revisionata! Vale
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Dragon Shiryu, Nuovo Personaggio, Shunrei / Fiore di Luna
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le vie del Destino'
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capitolo 9 rivisto
9.
Could i have this kiss forever?
 
Could I hold you for a lifetime?
Could I look into your eyes?
Could I have this night to share this night together?
Could I hold you close beside me?
Could I hold you for all time?
Could I, could I have this kiss forever?
(Could I have this kiss forever,
Enrique Iglesias & Whitney Houston)
 
"Buonanotte?" la fermò, voltandola verso di sé. "Eh no. Nessuna buonanotte adesso, dove pensi di andare?"
"A dormire. Quando poi inizierai a lanciarmi dei segnali che mi faranno capire che cosa vuoi esattamente da me, allora potremo parlarne. Ma fino ad allora…"
"Te lo dico un'ultima volta, per farti capire che cosa intendo dirti visto che la cosa non ti è chiara." la interruppe Camus, il cuscino che si frapponeva come un muro tra loro. "Con te vicina, a pochi centimetri da me, io non riuscirei a dormire, non riuscirei a dominarmi. Quando succederà qualcosa tra noi stanotte, o domani, o dopodomani, o quando sarai in condizioni di farlo, Mei, perché so che succederà, io non mi fermerò per nessuna ragione al mondo. Potrebbe accadere qualunque cosa, non ci sarà niente che potrà fermarmi. Ti è chiaro questo?"
Le diede le spalle e ritornò in salotto.
"Nessuno ti ha chiesto di farlo." asserì Mei. "E' assurdo come tu mi faccia sentire una ragazzina in piena tempesta ormonale quando questa è una cosa che vogliamo fare entrambi! Ecco perché ti ho definito codardo."
Lui gettò il cuscino sul divano, emettendo un sospiro. Le si avvicinò fino a intrappolarla fra sé e il muro togliendole ogni possibile via di fuga.
"…perché lo vogliamo entrambi, vero?" mormorò Mei.
"Regarde moi." le impose, sollevandole gentilmente il volto.
Le prese una mano e se la posò sul petto; Mei lo sentì tremare a quel contatto: sotto la sua mano il cuore di Camus batteva furiosamente e per qualche istante furono i loro sguardi a parlare.
"Selon toi?"
Il respiro affrettato, l'adrenalina che scorreva nelle vene…
Nessun'altra parola, non ce n'era bisogno.
"Secondo me sì." sorrise, tirandolo verso di sé e affondando le mani nei suoi capelli, prima di baciarlo.
Dal canto suo Camus strinse la presa sui suoi fianchi, rispondendo al bacio.
Quei gesti le erano così mancati... le erano mancate le mani di Camus addosso, l'odore della sua pelle, il suo respiro... come aveva fatto a rimanergli lontana per così tanto tempo?
Percorse la sua schiena con due lunghe carezze che terminarono sui suoi glutei.
Camus si bloccò, riaprendo gli occhi e guardandola.
"Forse sono troppo audace?" sussurrò Mei, sulle sue labbra, stringendo le mani e facendolo gemere appena. "Preferisci altro? Non hai che da dirlo..."
"..."
Incoraggiata dal suo silenzio, spostò le mani davanti, slacciandogli i pantaloni e iniziando lentamente a calarli giù per i fianchi.
"La mia disposizione d'animo è abbastanza adatta per te?"
Piacevolmente colpito da quel gesto, Camus si era abbandonato alle sensazioni che stava provando, lasciando da parte la lucidità; le mani di Mei vagavano possessive sul suo corpo, e ad ogni carezza, un pezzettino di ragione andava a farsi benedire.
Prima di lasciarsi andare del tutto a quel momento, usò un poco di ragione rimasta per afferrare Mei e spingerla in camera.
Qui è molto meglio pensò, togliendole il kimono e facendoglielo scivolare giù dalle spalle. Appena iniziò ad armeggiare con la giacca del pigiama, la sentì tremare e si fermò.
"Se devi, fermami adesso." sussurrò.
"Niente da fare. Perché dovrei fermarti?"
Perchè l'intimità che avevano condiviso tempo prima non c'era più, ad esempio. Perchè i loro corpi, nel frattempo, erano cambiati e perchè la spensieratezza dei vent'anni era svanita col tempo.
"Perché stai tremando."
Lo guardò, confusa. Certo che tremava, ma per il nervosismo, non per altro, perché le sembrava di essere tornata ai suoi diciassette anni e alla sua prima volta.
"Non pensarci, va tutto bene." sorrise, incoraggiante. Si levò i pantaloni e li scalciò via, quindi restò in attesa della mossa successiva. "Devo ammettere che siamo stati più audaci e pieni d'iniziativa quella famosa volta dietro la cascata…" aggiunse, liberandosi del restante pigiama e abbracciandolo. "Wǒ yào ràng ài nǐ."
Rispose all'abbraccio, stringendole i fianchi e godendosi la sensazione del suo corpo nudo contro il proprio: da quanto tempo non si sentiva in pace con sé stesso come in quel momento?
Lei iniziò a indietreggiare e lo tirò con sé fino al letto, sedendosi poi sul bordo, le mani ancora strette nelle sue.
"Wǒ yěshì."
Mei ridacchiò sommessamente.
"...anche questa l'hai letta sul frasario?"
Non ottenne altre risposte.
 
*
 
La guardò dormire, del sonno rilassato che segue l'amore: il lenzuolo appena sopra il fondoschiena, il volto sereno, sulle labbra un sorriso.
Camus passò le dita sulla guancia e fra i suoi capelli, scendendo pian piano lungo la spina dorsale e soffermandosi sui tatuaggi che durante le ultime ore aveva solo intravisto.
E Mei commise l'errore di rabbrividire.
"Ma allora sei sveglia."
Ridacchiò.
"…accidenti, mi hai scoperta." mormorò.
Di nuovo una risata bassa che Mei trovò incredibilmente sexy.
"…le tue labbra possono concludere quanto le dita hanno iniziato." disse Mei, aprendo gli occhi.
"…questa l'ho già sentita, da qualche parte." le fece notare Camus, facendola sorridere.
"La regina Gorgo la sapeva lunga."
"Noto che ci stai prendendo gusto, ma belle."
"Perché devo aver letto da qualche parte che il sesso apporta benefici all'organismo."
"Sì, eh?" ribatté Camus, divertito. "Non sarà invece il mio corpo perfetto e libidinoso la causa di tanto interesse?"
"Anche."
"Lusingato." sussurrò, allungandosi verso di lei e baciandola, a lungo.
"È stato bello, stanotte." sussurrò Mei, dopo qualche istante di silenzio.
"Così mi stai davvero lusingando."
Mei rise.
"Sciocco. Se mi ricordavo che era così, t'avrei chiamato io al posto di Lixue. E molto prima, anche."
"Se continui facciamo il secondo round."
Lei si alzò sui gomiti.
"Ah sì? Perché, ci riusciresti di nuovo?"
"Tu mettiti comoda."
"Ma smettila." ridacchiò, colpendolo con un cuscino.
 
*
 
Hyoga si svegliò per primo, anche se non si trattava proprio di svegliarsi, essendo rimasto sveglio gran parte della notte appena trascorsa.
Un caffè, decise. Per non soccombere al sonno e dedicarsi ai libri, gli ci voleva una tazza di caffè forte e almeno due ciambelle.
"Accidenti a voi, la prossima volta fate insonorizzare la stanza prima di ripassare il kamasutra." sbottò, a bassa voce, passando davanti alla camera di Camus.
I due erano andati avanti per un bel po' prima di cedere alla stanchezza.
Per un po' aveva fatto finta di non ascoltare, gli auricolari nelle orecchie con gli Abba a tutto volume mentre invidiava Freya e il suo sonno pesante, poi aveva seriamente iniziato a innervosirsi, pensando con sgomento all'esame imminente.
Poi erano lui e Freya quelli che avrebbero dovuto far piano per non svegliare tutti, giusto?
Sentì Mei ridere, avvertì un tonfo sordo e infine la risata di Camus attutita da qualcosa e levò gli occhi al cielo.
"Vai col terzo round. Evviva. Ma beati voi, vorrei averla io tutta questa resistenza." commentò, funereo, prima di finire a terra lungo e disteso, in corridoio: nella penombra che aleggiava in casa intravide che era inciampato in un paio di pantaloni, che sul pavimento facevano compagnia a un paio di boxer.
Almeno hanno avuto la decenza di chiudersi in camera.
"'fanculo." aggiunse, tastandosi il naso dolorante.
"Hai detto una parolaccia."
Levò gli occhi su Lixue, accovacciata accanto a lui, e fece una smorfia.
"Lo so." ammise, rialzandosi. "Non le dirò più. Tu però fai finta di non aver sentito."
"Però l'ho sentita. E per ogni parolaccia devi mettere una moneta nel tuo barattolo in cucina." asserì.
Hyoga corrugò la fronte.
"Come, scusa?"
Lixue lo precedette in cucina e gl'indicò una grossa scatola di latta dietro l'anta intagliata di un pensile, dentro la quale erano sistemate diverse scatoline, ognuna recante un'etichetta scritta in cinese.
"Hai davvero un barattolo per le parolacce? Pensavo scherzassi."
"Ti faccio vedere."
Hyoga la sollevò e la sedette sul tavolo, accanto alla latta che le aveva tirato giù; guardando meglio vide un foglietto plastificato e iniziò a leggerlo incuriosito.
"Quello l'ha scritto papà."
Una specie di tariffario: cinquanta centesimi per parole di "poco" conto come cretino, imbecille e idiota, uno, due e cinque euro per le altre, a seconda della gravità della parolaccia, fino ad arrivare a ben dieci euro per le cose irripetibili.
"Posso guardare?" domandò, prima di curiosare nelle varie scatoline. Ne prese una praticamente vuota, con una sola monetina da cinquanta centesimi. "Di chi è questa?"
"Papà."
Hyoga ridacchiò.
"E che ha detto di così grave per meritarsi ben cinquanta centesimi di punizione?"
"La parola che inizia per emme."
"Ah. Toglimi una curiosità, cosa fai con questi soldi, poi?"
"Alla fine dell'anno chi ha più soldi nella sua scatolina e ha detto più parolacce è costretto a darmi il doppio così che nel nuovo anno non ne dice più."
"Ingegnoso. E come li usi?"
"Mamma li raccoglie e li mette via per quando sarò grande." spiegò Lixue.
"Sai che se conti di arricchirti con le parolacce che dice tuo padre sei destinata a diventare povera, sì?" Hyoga posò la scatolina di Camus e ne prese una che conteneva anche delle banconote. "Quattrocento yuan? Sono tanti!"
Lixue fece spallucce.
"Non lo so."
Chissà che improperi aveva udito per guadagnarsi quasi cinquanta euro.
"Chi te li ha dati?"
"Zio Shiryu."
"Davvero? E cos'ha detto?"
"Non posso dirlo!" esclamò la bambina. "Però mi aveva detto che era molto arrabbiato perchè a scuola il suo maestro non l'aveva interrogato e lui era uscito di casa per niente."
"E questo quand'è successo?"
"Al mio compleanno."
Se si riferiva all'esame che Shiryu non aveva dato perchè il professore non si era presentato in facoltà, allora poteva capirlo.
"Vedi, sei ancora piccola per capirlo, ma a volte si dicono le parolacce perchè si è così arrabbiati che non puoi fare altro e il solo modo che hai per sfogarti è dire una cosa che non dovresti dire."
"Mamma e papà dicono che le parolacce non si devono mai dire."
"Lo so. Ma se l'alternativa a una brutta parola è un pugno in faccia?"
Lixue ci pensò su.
"Allora è meglio la parolaccia."
Mei entrò in cucina poco dopo.
"Rispetto a cosa è meglio la parolaccia?"
"Lixue dice che è meglio una brutta parola rispetto a un pugno in faccia."
"Mah, non ne sono così sicura, spesso è più esplicativo un bel pugno rispetto a un insulto." disse Mei. "Ma comunque è una mia opinione. Ciao tesoro." aggiunse, sbadigliando.
"Sonno?"
"Sì, un po'."
"Immaginavo." rispose Hyoga, acido. "Fare le ore piccole stancherebbe chiunque."
"Noto una puntina di acidità nella tua soave e gentilissima voce." Mei inarcò un sopracciglio. "C'è qualche problema relativo alle mie attività notturne col mio compagno?"
"Da vero signore non volevo affrontare direttamente l'argomento ma sì, qualche problema ci sarebbe. E' da un po' che la notte non chiudo occhio, e a breve avrei un esame."
Mei si schiarì la voce.
"Peccato che sono qui solo da una notte, non potevo disturbarti prima. Potevi infilarti due tappi d'ovatta nelle orecchie e studiare, anziché origliare quello che abbiam fatto io e Camus in camera nostra." disse. "Lixue, va' a infilarti la vestaglia, andiamo dall'inquilino del piano superiore a chiedere un po' di latte."
"Sì." disse subito Lixue.
"Guarda, sarà mia premura esternare di meno i miei sentimenti d'ora in poi, ma… ti sfido a trascorrere una notte intera alla pagoda con mio fratello e mia cognata nella stanza accanto. Allora che avresti di che lamentarti."
Hyoga spillò una tazza d'acqua dal samovar e v'immerse l'infusore con le foglie di assam.
"Ho già trascorso varie notti alla pagoda, se ricordi."
"Ma all'epoca Shunrei aveva tredici anni e Shiryu appena un anno in più. Se solo avesse provato a pensare a Shunrei in quel modo Dohko non gli avrebbe permesso di arrivare alla maggiore età. E credimi, tu non hai mai visto Dohko arrabbiato, minimo gli avrebbe spezzato le ossa una per una."
"Dev'essere una prerogativa dei maestri. Camus mi disse la stessa cosa."
"Sì eh?"
"Anche se sono sicuro che non mi avrebbe mai intenzionalmente colpito… ma la sola minaccia verbale è bastata a tenermi buono finché non ho compiuto diciotto anni."
Mei sorrise, stavolta di un sorriso triste.
"Sì, Camus non è capace di far male fisicamente alle persone. Ma a parole… con quelle ha un talento naturale. Riesce a uccidere l'animo di una persona con poche semplici frasi se vuole." scosse la testa, come per scacciare quelle ultime parole. "Bene, vediamo di preparare la colazione."
"Mi sa che non prepari proprio nulla, la dispensa è vuota." disse Hyoga. "Colpa mia, devo ammetterlo. Avrei dovuto fare la spesa e invece ho trascorso il pomeriggio con Freya."
Mei guardò sconsolata il solitario pacchetto di gallette di riso che aveva portato con sé la sera prima, mentre il suo stomaco reagiva con forza.
"Non c'è niente?"
"No."
"Oh, bene. Vorrà dire che andrò a tediare l'inquilino della dodicesima per vedere se ha da prestarmi del latte e qualche fetta biscottata."
Hyoga aprì il frigorifero e le porse un involto.
"C'è ancora la tua porzione del dolce di ieri sera." le disse.
Mei serrò il kimono prima di uscire.
"C'è una ragione se ieri non l'ho nemmeno guardato."
"Fammi indovinare… sei a dieta?" la prese in giro.
"No, testa vuota… se non contenesse i pinoli avrei mangiato anche la tua parte."
Hyoga fece un mezzo ghigno.
"E così… sei allergica ai pinoli." disse, strofinandosi le mani. "Beeeene, ora so come farti fuori e farlo passare come un incidente domestico."
Stavolta fu Mei a ghignare.
"Bravo. Sei divertente e simpatico. Per questo ti ammazzerò per ultimo."
"Schwarzenegger." riconobbe Hyoga. "Complimenti per la battuta. Non è tra le più carine dei suoi film ma… caruccia."
Mei gli scoccò un occhiolino.
"Ne ho un paio di MrFreeze che potrebbero raggelarti."
"Oh, avanti, puoi fare di meglio."
"Lo so. Prepara le tue battute migliori mentre vado a procacciarmi la colazione, che dopo ti stendo come un cencio."
Hyoga si accomodò, allungando i piedi sulla sedia accanto.
"Ne rimarrà solo uno."
 
***
Lady Aquaria's corner.
-Capitolo modificato in data 15 marzo 2014-
Quando tre anni fa ho iniziato a scrivere la mia fic, avevo difficoltà nel descrivere scene come quelle del capitolo, cioè avevo idea di come si svolgeva la scena nella mia mente ma al momento di trascriverlo, puff! spariva. Nel corso del tempo, ho provato a sviluppare le scene d'amore in modo da farle sembrare romantiche e veritiere e comunque il meno descrittive e  volgari possibili. Rimane comunque il rating arancione. :)
Spero di esserci riuscita XD
By the way, parto con le note.
-Regarde moi / Selon toi = secondo il francese che ricordo: guardami e secondo te?
-"Wǒ yào ràng ài nǐ" e "Wǒ yěshì" secondo il traduttore Babylon del mio pc (e il mio frasario), si traducono con: "Voglio amarti" (anche se la mia idea era quella di far dire a Mei una cosa esplicita tipo: "Voglio fare l'amore con te" ma va beh, prendo per buona questa) e "anche io".
-Le tue labbra possono concludere quanto le dita hanno iniziato: come non capire la bella Gorgo di fronte a uno come Gerard Butler Leonida?
-Bravo, sei divertente e simpatico. Per questo ti ammazzerò per ultimo. (Schwarzenegger, Commando)
-Ne rimarrà solo uno. (Lambert, Highlander)
Alla prossima!!!! ^^
Lady Aquaria
   
 
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