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Autore: Muse    31/01/2006    4 recensioni
Una piccola ff ai tempi dei malandrini ... Remus vorrebbe partecipare alle selezioni per il portiere di Quidditch dei Grifondoro ... ma non è così semplice!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Bifidi Bolidi Blu (one-shot)

Questa ff è nata quasi per caso, stavo cercando un titolo per un’altra fan fiction e avevo scritto “Bibidi Bobidi bu” quando la correzione automatica di word, nella sua infinita saggezza, ha corretto in “bifidi bolidi bu”, non ho potuto farmi scappare l’occasione, in un baleno è nata questa storia e la leggera correzione al titolo (da bu in blu), certo non rispecchia molto la favola a cui fa riferimento (Cenerentola per chi non lo avesse ancora capito), ma qualcosa rimane, e Remus, , si adattava bene al ruolo.

Un’ultima cosa, non ho preteso di far rispecchiare perfettamente la  alla realtà, prendetela così, anche questa come una favola diciamo, i personaggi non sono esattamente come dovrebbero essere, e ci sono alcune forzature che ho dovuto inserire per far avere un senso alla storia, però mi piaceva e l’ho scritta, spero piaccia anche a voi!

Un'altra cosa, anche se è lunghetta, l’ho tenuta come una one-shot, non mi piaceva l’idea di spezzettarla in due o tre capitoli, non avevano senso di esistere!

Buona lettura!

 

 

 

Bifidi Bolidi Blu

 

Remus J. Lupin, un ragazzino magrolino, coi capelli castano chiaro e due bellissimi occhi color ambra, era in piedi davanti alla bacheca della sala grande.

Diede un’occhiata veloce ai nuovi annunci, poi lo sguardo cadde su di un volantino rosso e dorato che  inneggiava alla prossima audizione per la ricerca del portiere della squadra dei Grifondoro di Quidditch, lo prese in mano e per magia il suo posto fu preso subito da uno nuovo. Quasi senza farci caso i suoi pensieri volarono su di una sua possibile entrata in squadra.

Si ritrovò a pensare che in fondo due dei suoi tre migliori amici facevano già parte della squadra, e magari avrebbe potuto entrarci anche lui, in fondo sulla scopa non era velocissimo, non aveva una gran forza fisica, ma aveva buon equilibrio, buoni riflessi e un ottimo istinto, il ruolo del portiere poteva fare al caso suo ... in fondo ... ma subito rise su quei pensieri piegando il foglietto in quattro e mettendoselo in tasca.

Ma cosa andava a pensare … subito una voce dentro di lui smontò le sue fantasia, lui non avrebbe mai potuto entrare in squadra, primo: era un licantropo ... e se ci fossero state delle partite il giorno dopo la luna piena? Lui come pensava di presentarsi in campo? Ridotto ad uno straccio ... e se peggio ancora ci fosse stata una partita serale proprio la sera di luna piena? Lui non poteva certo giocare! Secondo: servivano un sacco di soldi per giocare a Quidditch ... c'era da comprare la divisa, c'era da comprare la scopa ... e lui quei soldi non li aveva, proveniva da una famiglia povera, già per i suoi era una spesa ingente mantenerlo ad Hogwarts ... figuriamoci comprargli tutte quelle cose, non si sentiva certo in animo di chiederglielo, per lui avevano già fatto così tanto. Terzo: Remus John Lupin che giocava a Quidditch? Tutti sapevano che non era da lui, non era certo quello che si poteva definire un tipo sportivo, si, gli piaceva … ma da piacergli a praticarlo!

Insomma Remus, si disse, hai sognato per cinque minuti, ora torna alla realtà.

Andò in sala comune dove trovò i suoi compagni che parlavano di quel provino, tutti gli studenti dal secondo anno in su aspiravano ad entrare in squadra, per non pensarci si diresse al dormitorio, dove però la situazione non migliorò. Li vi trovò i suoi migliori amici.

"Che ne dite se faccio anche io il provino?" disse un ragazzino biondo e un po' grasottello.

"Andiamo Peter, sappiamo tutti e tre ... anzi tutti e quattro" aggiunse il ragazzo che parlava vedendo entrare in quel momento Remus "che con tutta la tua buona volontà sulla scopa sei proprio negato!" Sirius Black, il capitano della squadra, nonchè Cacciatore e James Potter, il migliore cercatore che i Grifondoro avessero avuto negli ultimi vent'anni, stavano cercando di dissuadere Peter Minus, essendo non troppo dotato fisicamente e, a dirla tutta, anche un po’ impacciato, dal partecipare, non solo perchè ci tenevano ad avere un'ottima squadra, ma anche per salvarlo da una brutta figuraccia, quale erano sicuri fosse andato incontro.

"Andiamo, potreste dargli una possibilità!" disse Remus vedendo il ragazzo abbattuto, se lui non poteva partecipare, almeno a Peter potevano darla quella possibilità. Ma si prese solo un'occhiataccia e una battuta sarcastica da Sirius "Già ... e perchè non partecipi anche tu?!"

Non sapeva se quello voleva essere un invito o una presa in giro, ma qualcosa si smosse dentro lui. Si ritrovò a chiedersi se davvero il suo migliore amico non lo riteneva all'altezza del ruolo ...

Forse ... in fondo in fondo ... avrebbe potuto partecipare almeno al provino, poi, con la remota possibilità che l'avessero scelto, si sarebbe ritirato subito.

Quella notte si ritrovò a pensare spesso ad un piano per agire, però se davvero l'avessero visto in faccia cosa avrebbero pensato i suoi amici? Ma soprattutto cos'avrebbero pensato gli altri ragazzi della scuola? Che col fatto che era il migliore amico del capitano nonchè del cercatore sarebbe stato certamente scelto ... e lui certo non voleva apparire come un raccomandato, ma per una volta essere scelto per la sua bravura, e forse anche i suoi amici l'avrebbero scelto più perchè era Remus che non per le sue capacità ... Oh, ma quanti film per uno che non pensa di partecipare o comunque di non essere scelto, gli disse una vocina dentro di lui.

Ma alla fine tra tanti pensieri, anche su come recuperare una divisa per la prova, si addormentò.

 

 

Come si dice, la notte porta consiglio, e le idee in testa a Remus si fecero più chiare: avrebbe partecipato solo per il gusto di farlo e solo per dimostrare a se stesso che ne era in grado, avrebbe fatto la sua esibizione senza farsi vedere in volto e dopo aver sentito l'esito se ne sarebbe andato senza rivelare a nessuno di avervi partecipato ... e per la divisa, , per la divisa forse conosceva qualcuno che poteva aiutarlo.

Quel giorno stesso, approfittando della visita ad Hogsmead, andò in cerca di chi poteva procurargliela.

Entrò con i tre amici ai Tre Manici di Scopa, un pub gestito da una splendida e gentile signora. Remus, con la scusa di andare a fare le ordinazioni, si avvicinò al bancone per poter parlare in tranquillità con Madama Rosmerta, colei che si occupava del locale, gli doveva un favore, l'anno precedente aveva aiutato il nipote ad Hogwarts con i M.A.G.O., anche se lui aveva due anni in meno era sicuramente più sveglio di quel ragazzo, e d'altronde la donna non sapeva a chi altro rivolgersi e vedendolo li nel locale quasi sempre chino su un libro mentre gli altri amici scherzavano, aveva chiesto a lui di dare ripetizioni a suo nipote, e la cosa calzava a pennello perchè il ragazzo aveva giocato nei Grifondoro per un paio di anni, quindi forse poteva chiederle la divisa in prestito.

"Ma certo, ragazzo, Joc non avrà da obiettare, gli mando subito un gufo!"

Ora che c'era anche la divisa non doveva aspettare altro che il giorno della prova.

Che in men che non si dica arrivò. Aspettò che James, Sirius e Peter uscissero dal dormitorio, poi si vestì di tutto punto con la divisa che gli era stata recapitata e prese in prestito una delle scope in dotazione alla scuola, non erano un granchè in velocità, ma fortunatamente lui non ne aveva bisogno.

Scese al campo di Quiddicth un'oretta prima, giusto per prendere confidenza con la scopa.

Si mise a cavalcioni della sua Meteora sx e con una lieve spinta dei piedi sul terreno cominciò a prendere quota. Fece due brevi giri del campo, poi ridiscese e prese una palla dalla sacca che si era portato dietro. La incantò di modo che non ci fosse bisogno che qualcuno gliela tirasse e provò un po’ di parate. Poteva andare, nonostante tutto la scopa era abbastanza reattiva, si chiese però se poteva competere con gli ultimi modelli che avrebbero avuto gli altri contendenti.

Non si accorse che qualcuno nascosto tra le tribune lo stava osservando con molta attenzione.

Hei, Sev, guarda un po’ quello lì?!Severus Piton, un ragazzo dai capelli neri unticci e naso aquilino rispose con un grugnito.

“Sono sicuro che con una scopa decente può darci dei problemi”. L’altro rispose di nuovo grugnendo.

Da quello si capì che non era un tipo di molte parole, poi ci ripensò “E allora facciamo in modo che non ce ne dia!”

Fortunatamente o sfortunatamente per Remus, da così lontano non potevano riconoscerlo, già perché se Piton l’avesse riconosciuto forse l’avrebbe risparmiato, visto che quando James e Sirius tiravano brutti scherzi al malcapitato di turno, che poi quasi sempre era Severus, lui interveniva per calmarli se lo scherzo si faceva troppo pesante, da bravo prefetto ovviamente. O forse avrebbe infierito ancora di più essendo appunto Remus il migliore amico di chi gli faceva passare dei brutti quarti d’ora.

Comunque fosse, Piton prese due bolidi, colorati di blu per riconoscerli, li incantò e li lanciò verso il campo. Avevano deciso di rovinare il provino, ma far passare la voglia di parteciparvi a quel ragazzo sembrava più interessante, poi potevano ancora tenere d’occhio gli altri e rovinare di nuovo la festa, ma per quello c’era ancora tempo, adesso si concentrarono sullo sfortunato Lupin.

Quando si vide piombare addosso i due bolidi cercò di evitarli, ma la sua scopa non rispondeva così bene e non era adatta certo a sfuggire a dei bolidi infuriati. Ben presto fu raggiunto e si prese diverse botte sulle gambe, spalle e testa, poi dopo averlo colpito sparivano per poi ricomparire subito dopo e continuare a bersagliarlo.

Continuarono finchè non rotolò a terra, poi, com’erano arrivati sparirono nel nulla.

Remus era disteso a terra. Ogni parte del corpo era straziata dal dolore, credeva di non avere più un osso a posto. Ma pian piano riuscì a risollevarsi e a trascinare se stesso e la scopa negli spogliatoi.

Era abbastanza ammaccato, ma il dolore cominciava a scomparire, forse tutta l’adrenalina che aveva in corpo aveva aumentato il potere di guarigione derivato dal suo licantropismo o forse era ridotto talmente male che non sentiva più nemmeno il dolore. Dicono che quando si è realmente ridotti male il corpo attivi una specie di salva-vita che blocca il dolore, comunque fosse Remus riusciva a stare in piedi, e riusciva a muovere tutte e due le braccia. La scopa era messa maluccio, ma almeno non si era spezzata. Si portò davanti ad uno specchio per esaminare meglio le ferite e subito si spaventò. No, non per il suo stato … ma per lo stato della divisa. Era letteralmente a brandelli.

Bene, oltre a dire addio alla tua giornata di gloria, ora dovrai anche ripagare una divisa. Si sentì estremamente in colpa. Non era sua intenzione combinare guai, e adesso ne aveva appena combinato uno. Aveva già recato disturbo a Madama Rosmerta, e adesso avrebbe dovuto consegnarle la divisa in quello stato e doveva chiedere ai suoi i soldi per ripagarla.

Idiota, se non ti fossi fatto prendere la mano … tu non sei James e nemmeno Sirius! Tu non puoi fare certe cose!

Stava uscendo dagli spogliatoi ancora auto punendosi, quando qualcuno lo fermò.

“Buongiorno signor Lupin  una voce lieve e un po’ roca lo fece trasalire “anche tu alle prese coi provini da portiere?!” Il tono era leggermente divertito. Troppo preso dai suoi pensieri non si era accorto che qualcuno era entrato.

“Pro…Professor Silente, buongiorno!” Remus arrossì imbarazzato nel farsi sorprendere dal suo preside in quello stato.

“Allora Remus, non mi hai detto come mai indossi una divisa da QuidditchRemus era grato al professore per aver sorvolato sullo stato della divisa da Quidditch.

“Ecco io …” poi si decise a vuotare il sacco, insomma, Silente era stato sempre così buono con lui, poteva capirlo anche in questa situazione.  “Io volevo solo provare, ma ho avuto … un piccolo incidente, stavo andando a restituire la scopa e la divisa”

, non puoi certo restituirle in quello stato” lo ammonì il preside con un cipiglio severo. Ecco stupido, ci mancava solo che facessi arrabbiare Silente.

Poi quest’ultimo lo stupì con un sorriso. “Corri a farti una doccia, alla scopa e alla divisa ci penso io, qualche piccolo incantesimo di trasfigurazione e torneranno come nuove!” disse facendogli l’occhiolino.

Remus si sentì sollevato, forse non era tutto perso. Gran persona Silente, come diceva sempre Hagrid.

In fondo aveva permesso che un licantropo frequentasse la sua scuola, perché si stupiva che lo aiutasse in un piccolo capriccio.

Ma Silente pensò che fosse molto più che un capriccio. Pensò che quello era un modo per dimostrare a se stesso che poteva farcela a raggiungere qualcosa, anche senza l’aiuto dei suoi amici, e lo stesso poteva dimostrare a loro. Insomma, sarebbe stata una buona iniezione di fiducia per il ragazzo, ecco perché Silente lo aiutò.

 

 

Dieci minuti dopo Remus riapparse dal bagno, non trovò più Silente, ma la sua divisa e la scopa erano appoggiate su una panca insieme ad un biglietto con sole due parole: “Buona fortuna”.

Remus sentì agitazione al di fuori del caseggiato. I provini stavano cominciando. Si infilò un paio di occhialoni, simili a quelli degli aviatori dei primi del novecento, che di solito venivano usati nei momenti di pioggia, ma ora non c’era e tutti lo guardarono come se fosse ammattito, ma non riconoscendolo, Remus fu soddisfatto del suo travestimento. Conciato così si diresse al banco delle iscrizioni. Con sua immensa fortuna scoprì che non c’era bisogno di iscriversi sotto falso nome, visto che per non favorire nessuno consegnavano solo un pettorale con un numero.

 A lui era capitato il 17. Cominciamo bene, pensò. Anche il buona fortuna di Silente se vogliamo poteva essere di malaugurio, di solito non si diceva buona fortuna ma in bocca al lu … poi sorrise pensando che Silente lo aveva evitato apposta per non offenderlo.

Si tenne in disparte senza farsi notare fino al suo turno, e quando chiamarono il suo numero scese in campo. Da una parte, lungo gli spalti, c’era l’intera formazione dei Grifondoro, tranne uno, uno dei cacciatori mancava, probabilmente quello che lo avrebbe sottoposto alla prova, ringraziò che non fosse Sirius, perché probabilmente anche con gli occhialini l’avrebbe riconosciuto da vicino. Gli altri avevano tutti pergamena e piuma in mano, pronti a prendere appunti.

Salì sulla scopa come un’ora prima e subito fu bersagliato dalle pluffe che il cacciatore gli lanciava contro ad un ritmo impressionante. Non riuscì a pararle tutte, ma non fece nemmeno brutta figura, non sapeva come se l’erano cavata gli altri, ma a suo parere lui non se la stava cavando male, ma subito si riscoprì a pensare “ma che cosa sto pensando?”, non era decisamente da lui farsi prendere dall’ego e dalla superbia, come non era da lui stare lì a parare pluffe … non era da lui o non era da lui farlo credere? Si era sempre limitato nel carattere e negli atteggiamenti perché voleva essere accettato, cercava di rimanere sempre nella media, fare il suo dovere, compiacere gli altri, questo era nel suo carattere, ma per una volta librarsi li nell’aria e vedere gli altri dall’alto, solo per una volta, lo stava facendo sentire bene … forse neanche più lui sapeva cos’era da lui.

Si chiese anche se avrebbe rivisto i due bolidi di prima … ma poi notò Silente sulle gradinate, poco sopra alla squadra, per un istante pensò che gli avesse fatto l’occhiolino e capì che non ci sarebbero stati incidenti.

Infatti, sempre nascosti tra le tribune, i due Serpeverde stramaledicevano la presenza del preside, se avessero fatto qualcosa li avrebbe sorpresi subito.

La prova di Lupin fu buona, non si può dire che fosse il più bravo portiere del secolo ma parò quasi tutte le palle, ebbe persino l’impressione che la sua scopa fosse più reattiva e veloce, si chiese se anche lì c’era lo zampino del suo preside.

Finita la prova, sparì subito alla vista di tutti e si rifugiò negli spogliatoi fino all’annuncio del portiere scelto.

Intanto sugli spalti si stava svolgendo un’animata discussione su chi sarebbe entrato in squadra, alla fine rimasero due candidati, il numero 8 e il numero 17. Con solo uno scarto di un voto fu deciso per il 17. L’annuncio fu dato tramite megafono da James Potter.

“Il numero 17 è pregato di venire in tribuna per presentare il suo nome e prendere il suo ruolo nella squadra. Remus sentì l’annuncio dallo spogliatoio.

Non poteva crederci, ma ne era felice, solo che come si era già detto prima di iniziare l’avventura entrare in squadra era impossibile per lui. Il suo ego venne di nuovo messo a tacere. Ce l’aveva fatta, ma non poteva dare di più a se stesso. La soddisfazione doveva bastargli. Se avesse saputo il motivo per cui Silente l’aveva aiutato, avrebbe potuto dirgli che si era sbagliato, non voleva dimostrare qualcosa ai suoi amici, ma solo a se stesso, i suoi amici l’avevano sempre accettato per quello che era, anche dopo aver saputo che era un licantropo, era lui quello che non si era ancora accettato. Fece per cambiarsi e tornare alla sua vita normale quando sentì delle voci all’esterno dell’edificio.

“Ehi, qualcuno ha visto il numero 17?” era Sirius, ne era sicuro.

“No … io no … forse di là, no io l’ho visto andare da quella parte … no, no, è entrato negli spogliatoi, ne sono sicuro!” Non sapeva bene per quale motivo Sirius diede ascolto proprio all’ultima voce ma vide la maniglia dell’entrata abbassarsi.

Raccattò in fretta tutto quello che potè e uscì dalla porta sul retro. Si accorse che gli erano caduti la pettorina col numero e uno dei parastinchi, ma era troppo tardi per tornare indietro, Sirius stava già ispezionando il locale e aveva trovato quello che aveva lasciato indietro. Di corsa raggiunse il dormitorio, nascondendo la divisa in fondo al baule in attesa di recuperare il parastinchi e ridare la divisa e la scopa alle rispettive proprietà.

Quando tornarono i suoi amici, non meno di un’ora dopo, fece finta di niente e con aria innocente chiese se avessero trovato il loro portiere e gli risposero che si, lo avevano trovato, ma era scomparso nel nulla.

Quindi prenderete il numero 8?” chiese ancora.

“Non so, prima vorremmo cercare ancora l’altro … il 17” e tirò fuori la pettorina e il parastinchi.

Sirius vuole fare il giro dei Grifondoro e provare a chi va bene!” disse ilare James indicando il parastinchi.

Sirius lo guardò storto e si giustificò subito “Mi ha colpito, e allora? Era bravo e non dovremmo farci scappare uno così” Sentire le parole di Sirius gli fecero provare molto orgoglio, allora era davvero stato bravo, e poi sentirle proprio da Sirius gli crearono un piacere particolare, che si spiegò col fatto che lui era il capitano della squadra, quindi le sue parole valevano di più.

, buona fortuna allora, io vado in biblioteca” si alzò e si diresse verso la porta, ma Sirius lo bloccò “Ho detto che tutti dovranno provarlo!” Remus comprese che il compagno non scherzava, intendeva veramente che doveva provarlo anche lui.

Si rese conto solo in quel momento che quando aveva indossata la divisa la seconda volta, se l’era sentita cucita addosso, perché Silente oltre a riavergliela messa a posto, doveva averla adattata anche perfettamente a lui. Cercò delle parole per filarsela di nuovo “Andiamo Sirius, mi ci vedete su un manico di scopa?!” e sorrise agli altri che a loro volta si misero a ridere, non gli piaceva mentire ai suoi amici, e in effetti quella non era una vera e propria menzogna, ma non sapeva che altro dire per togliersi dall’impiccio.

“Hai ragione Moony, ma Sirius ogni tanto si lascia prendere la mano, e solo che … sembrava letteralmente stregato da quel tipo!” James venne in soccorso dell’amico e Sirius si ritrasse, lasciandogli via libera, ora più imbarazzato che altro.

“Non ero poi così stregato … ma devi riconoscere anche tu che aveva talento! Si librava nell’aria come una libellula, aveva portamento ed eleganza e …”

James scoppiò a ridere “Che ti dicevo?” disse rivolto a Remus. Sirius arrossì di colpo nell’accorgersi quello che aveva appena detto e non trovò più altre parole per difendersi.

Remus, col viso rosso come un peperone, si chiuse veloce la porta del dormitorio alle spalle e si fermò per riprendere fiato, solo in quel momento si accorse che l’aveva trattenuto e che il cuore gli batteva forte nel petto.

Sentì ancora gli altri due parlottare sul nuovo portiere.

“Allora, da dove cominciamo?” aveva chiesto Sirius.

Cosa? Tu hai davvero perso la ragione!”

“No, io …”

“Ascolta Sirius, quel tipo se ne è andato, peggio per lui … prendiamo il numero 8 e facciamola finita! Ha parato solo due pluffe in meno del 17, non è poi una gran differenza”

Si , ma il 17 cavalcava una scopa uscita di produzione da almeno 5 anni mentre l’altro una Freccia Nera ultimo modello!”

“Basta, ti do un giorno, Sirius, un giorno a partire da adesso, fra due settimane c’è il primo incontro, e il nuovo portiere ha bisogno di ambientarsi nella squadra e di allenarsi seriamente … un conto è parare quattro tiri, un altro è sostenere una partita a Quidditch!” James era stato chiaro, e per quanto odiasse ammetterlo aveva ragione, questi furono i pensieri sia di Sirius che di Remus che ancora li ascoltava fuori dalla stanza. Si affrettò quindi ad andarsene prima che uno dei due uscisse. Non era poi così difficile … doveva rimanere alla larga di Sirius solo un giorno, in caso gli venisse voglia di riprovarci.

Intanto iniziò col chiudersi in biblioteca.

 

 

Sirius nel frattempo andava in giro per la sala comune a far provare il parastinco a tutti, ma con sua immensa sorpresa andava bene a tutti, ai ragazzi mingherlini, a quelli cicciotelli, a quelli bassi e a quelli alti, andava bene persino a lui. Non ci mise molto a comprendere che un qualche incantesimo faceva adattare l’oggetto a chi lo indossava.

“Ora che sappiamo che ha anche barato non ci rimane che chiamare il numero 8” concluse James. Erano rientrati a tarda sera e Remus era già nel letto.

“Oh, non ha barato, avrà solo lanciato un incantesimo alla divisa, probabilmente perché non era sua!”

Remus intanto si sentì veramente in colpa, Sirius aveva preso la cosa sul serio e lui lo stava facendo disperare, probabilmente se glielo avesse rivelato avrebbero compreso, come Silente d’altronde e così sarebbero stati liberi di scegliere l’altro candidato

“Secondo me ha barato!” insistè James.

Remus si tirò su piano e parlò “N … non ho barato” la decisione gli costò non poco imbarazzo.

Gli altri due si girarono verso il suo letto accortisi solo allora della sua presenza.

“Certo che non hai barato! Perché avresti dovuto? Tu non … “ James rimase scioccato da ciò che gli venne in mente “Tu non hai partecipato ai provini …” ma era più una domanda che un’affermazione, Remus chinò la testa mortificato e rispose con un flebile “Si”

“Tu … tu … eri il 17?” chiese ancora James. Remus rispose di nuovo “Si” senza sollevare la testa, ecco l’aveva combinata grossa.

Sirius non aveva ancora aperto bocca, lo guardava ancora con aria enigmatica, poi si fece avanti scuotendo la testa incredulo “Aspettate aspettate … come facciamo a sapere che dice la verità?”

Remus non credeva alle sue orecchie, era già mortificato per il casino che aveva combinato, ma Sirius lo accusava anche di mentire, lui che non avrebbe mai mentito ai suoi amici. Anche James guardava Sirius allibito, era rimasto scioccato dalla rivelazione, ma non aveva mai dubitato della buona fede di Remus, tornò a guardare Remus in attesa di una sua parola.

Ormai era inutile negare, almeno così avrebbe dimostrato a Sirius che non mentiva. Remus si alzò e andò al suo baule, rovistò un po’ e ne tirò fuori un parastinco uguale a quello che Sirius teneva ancora in mano “Ecco la prova” e glielo porse.

“E’ identico” commentò James.

Sirius si illuminò d’improvviso “Vuoi dire che tu … tu … ma è fantastico!” e d’impulso abbracciò l’amico. Ma James aveva notato l’espressione ancora triste dell’amico.

“No, non lo è” confermò Remus.

Perché no? Tutti e tre in squadra … è grandioso!” Sirius sembrava partito per la tangente e non riusciva nemmeno a sentire le parole che stava dicendo Remus. James lo scosse prendendolo per le spalle “Sirius, Sirius! Remus sta cercando di spiegarti!” solo allora Sirius si diede un contegno e stette ad ascoltare Lupin.

“Ragazzi, quello che ho fatto è stato solo per … per gioco. Non credevo che sarei stato scelto e mi dispiace di avervi creato tanti fastidi. Però sapete anche voi che non posso entrare in squadra. Oggi ero in piena forma, mancano ancora dieci giorni alla luna piena, ma sapete come sono ridotto prima e dopo, se ci fosse un’incontro in quel periodo non riuscirei a reggere lo stress di una partita, mi spiace ancora per tutto ciò che ho causato”

Be, potremmo sempre cambiare le date e …” Sirius stava cercando in tutti i modi di convincerlo.

“No, dovete scegliere un portiere adatto alla squadra e io non lo sono, non potrete sempre adeguare le date a me, non è giusto, mi ha fatto piacere che mi abbiate considerato bravo, ma per me è stato solo un bel sogno.

James mise una mano su una spalla di ciascuno “Sirius, Remus ha ragione, Remus, non ti preoccupare, non ci hai dato alcun fastidio, ci ha fatto piacere scoprire questo lato di te.

“Va bene, va bene, prendiamo sto numero 8!” si arrese Sirius “… a proposito … chi era?” aggiunse.

In quel momento qualcuno entrò nel dormitorio e trovando gli altri tre ancora svegli arrossì mentre lo guardavano con occhi spalancati. Un ragazzetto biondo e un po’ grassottello, con un grosso fagotto fra le braccia. Sorrise agli altri in maniera imbarazzata.

E tu, cosa ci fai con una divisa di Quidditch?” chiese Sirius vedendo Peter Minus. L’altro ancora imbarazzato stentava a trovare le parole “Io … io …”

Sirius vedendo il pettorale fare capolino dall’involto lo prese . Li ammiccava un bel numero in nero.

Remus, James e Sirius scoppiarono a ridere all’unisono. L’altro li guardava ancora imbarazzato senza capire.

Peterdisse Remus tra una risata e l’altra “sei tu il numero 8!”

 

FINE

 

  
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