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Autore: GiuliKatje    12/04/2011    2 recensioni
Cosa penseresti se ti rendessi conto che quelli che sai vivendo sono i tuoi ultimi istanti? Come reagiresti? Combatteresti? Forse sapresti sorprenderti.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Life’s Beats.
Infine eccolo. Sdraiato supino con gli occhi chiusi e immobili. Stava morendo. Lo sapeva. Ma allora perché diamine non aveva paura? Sentiva dolore? No. L’aveva sentito, certo. Nel momento dell’incidente. Quando aveva visto la macchina arrivare contro di lui. E aveva sentito il rumore dei vetri che esplodevano. Aveva avuto anche paura, tanta, ma ora no. Ora non sentiva niente. Nonostante il sangue gli inzuppasse la camicia e i pantaloni. Nonostante l’innaturale angolazione del braccio. Nonostante sapesse di non poter muovere nemmeno un muscolo, anche se avesse voluto. E, in effetti, non voleva. Era così bella. La pace. Non sentiva niente. Nessun dolore, nessun rumore.  Gli sembrava di vedere però, e poi pensava. Pensava a Braveheart. Strano no?, che pensasse a questo con tutte le altre cose a cui avrebbe potuto pensare. Ma non riusciva a concentrarsi su nient’altro. Maledizione Mel Gibson moriva prima che la Scozia fosse liberata! Non era giusto. Non era affatto giusto. “Così è la vita”. Vuoto. Cosa accidenti era quella voce? Vuoto. Anne. Diamine Anne! Gliel’aveva detto Anne che così era la vita. Vuoto. Che la storia era andata così. William Wallace era morto davvero prima dell’indipendenza scozzese. Vuoto. Anne. Sua moglie. George, suo figlio. Emma, sua sorella. Alex, il suo migliore amico. Vuoto. Si chiese cosa diamine fosse, quel maledetto buco nel silenzio. Poi capì, capì cos’era quel nulla che sentiva. Il cuore. Il cuore non batteva. E lasciava un vuoto insopportabile. Il petto non andava su e giù assumendo e rilasciando l’aria, accumulando avidamente l’ossigeno indispensabile. No. Non poteva finire così. Lui doveva andare da Anne. E dirle che comunque non era giusto che Wallace morisse. Prese a lottare silenziosamente col suo corpo, che lo teneva prigioniero. Inutile. Tutto inutile. No, no, lui doveva rivederli, anche… solo… un’… ultima…..
 
TUM. un solo unico rombo assordante.
TUM. Anne, George, Emma, Alex.
TUM. Un dolore insopportabile e al contempo così piacevole.
TUM. L’aria che entra dalla gola e inonda i polmoni.
TUM. Grida. La sirena dell’ambulanza.
TUM. Il rumore che fa la vita: il battito del suo cuore.  
  
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