The break.
Prologo;
Axel si
svegliò, di soprassalto. Alzò il busto
violentemente, lasciandosi scivolare le
coperte sul petto. Probabilmente era un incubo. Diede una veloce
occhiata a
Gazelle. Era sveglia anche lei, apparentemente da poco, si stropicciava
gli
occhi.
“Ce
n’è
voluto perché tu ti svegliassi. Come stai,
idiota?” Si avvicinò per togliergli
un cerotto che aveva sul naso. Axel storse le sopracciglia.
“Che
c’è di
strano?” il tono di Gazelle, un po’ infastidita, lo
obbligò a sentirsi strano. Ma
quel cerotto non se l’era tolto la sera prima? Si
guardò attorno, attento a non
lasciarsi sfuggire nulla.
Quella
stanza, non era quella di Thor. Ne aveva conosciuta ogni singola
striscia di
legno, non era affatto quella. E quella morsa nel petto, quel rancore.
La pietra… di Alius?! L’ultima scoperta
gli fece dare un ultimo,
attento sguardo alla stanza. Era proprio lì, la sua stanza
della Alius Academy.
Soffocò un
sospiro spaventato.
“Perché
siamo
qui?!” si limitò a cercare lo sguardo di Gazelle,
scuotendo la testa, che trovò
stizzito e preoccupato. La vide inarcare un sopracciglio.
“Certo
che
quella botta deve averti fatto parecchio male.”
Iniziò, sospirando e
togliendosi una coperta che le faceva caldo. Il contrasto col pallone
doveva
avergli fatto perdere la memoria, in modo parziale. “Abbiamo
vinto contro la
Raimon, volevano portarti via. Domani ci prendiamo le punizioni del
signor
Shiller per aver disputato una partita senza permesso.” Concluse storcendo la
bocca alla parola
‘Raimon’.
“Ma
che
stai dicendo?! Noi eravamo da Thor.” Axel ribattè,
con voce roca.
‘Che
accidenti succede…?’
“E
chi
sarebbe… Thor?” domandò Gazelle,
evidentemente infastidita dalla reazione,
pronunciando con incertezza il nome dello Stawberg.
‘Mi
domando quanto sia stata dura la
botta.’
In risposta
ricevette un silenzio sconsolato.
Axel alzò
il viso, chiuse gli occhi. Nascondeva il tremolio delle sue
labbra, anche
a se stesso. ‘Questo significa che
l’esplosione
della Alius … e quella sera …’
“Era
soltanto un sogno.”