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Autore: Lugxi    13/04/2011    3 recensioni
One-shot tratta da un'altra storia che sto scrivendo. Ve l'avevo anticipato ed ecco i nostri Ron ed Hermione in Australia alle prese con nuove esperienze. Come potrà finire in maniera perfetta una giornata già bellissima? Per gli amanti di questa coppia spero sarà una bella lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hermione era stremata, si fermò e poggiò le mani sopra le ginocchia curvandosi in avanti. Aveva il respiro accelerato, come se avesse corso per miglia e miglia. -Ron non ce la faccio più… sono ore che ci smaterializziamo, ho bisogno di riposarmi! – si passò il dorso della mano sulla fronte. La temperatura era scesa parecchio quella sera, eppure aveva la fronte imperlata di sudore.

-Dai Hermione, ancora qualche sforzo, dobbiamo riuscire ad arrivare almeno a quella collina laggiù. Bevi un po’ d’acqua- le passò la sua borraccia e le prese lo zaino.

-Che fai?- chiese la ragazza guardandolo con fare interrogativo.

-Lo porto io, così sarai più leggera. Dai dammi la mano, se ci smaterializziamo insieme sarà meno faticoso- si mise lo zaino sul davanti e le porse la mano.

-Ronald Weasley, se continui così penserò che ti stai trasformando in un gentiluomo!- disse divertita.

-Io sono sempre stato un gentiluomo!- disse Ron offeso.

Erano partiti per l’Australia due settimane prima. Erano pieni di entusiasmo, sapevano che non sarebbe stata un’impresa facile, d'altronde da quando avevano fatto amicizia con il loro migliore amico nulla lo era mai stato. Non gliene facevano certo una colpa, tutt’altro, erano fieri di ciò che avevano fatto e per come avevano combattuto. Non si sarebbero certo lasciati spaventare dall’ennesima avventura, dovevano ammettere però che ormai stavano iniziando ad andare alla cieca. I primi nomi sulla loro lista si erano rivelati dei buchi nell’acqua e insieme agli indizi stavano finendo anche i soldi. Non potevano continuare ad usare mezzi babbani, stava diventando troppo costoso, così quella mattina, trovandosi davanti ad una immensa estensione di deserto avevano preferito smaterializzarsi invece che procedere con un pullman sull’ unica autostrada che collegava le due città. Erano andati avanti così per ore, ma ora Hermione non riusciva più a continuare, era esausta.

-Va bene.- intrecciò la sua mano con quella del ragazzo che sentendo quel contatto sentì le orecchie avvampare. –conduci tu?- chiese Hermione sorridendo dolcemente

-Ti fidi?- domandò Ron quasi perplesso

-Certo, ciecamente! Avanti capitano, sono pronta!- scoppiarono entrambi a ridere e Ron tirò il petto in fuori e strinse gli occhi per concentrarsi meglio. Sentirono il suolo sotto i loro piedi sparire, li raggiunse un forte senso di nausea  e poi infine stremati caddero al suolo vicino ad un albero isolato.

-Ora basta però!- Hermione rimase distesa a terra e si mise a fissare il cielo. Era bellissimo, il sole stava per tramontare e tutto intorno a loro si colorò di toni rosati e violacei.

-Va bene, ma è meglio se piantiamo la tenda ora prima che faccia buio- prese uno dei due zaini e iniziò a frugarci dentro. –Accidenti Hermione, quanta roba hai portato?- estrasse  dallo zaino parecchi libri, alcune bottiglie con del liquido sconosciuto, gli parve di sentire addirittura un calderone. Dopo alcuni minuti di vane ricerche decise che sarebbe stato molto più veloce appellare la tenda piuttosto che continuare a cercare. Ora però iniziava a spiegarsi perché quello zaino pesasse tanto.  

-Lascia perdere per un attimo la tenda e vieni a vedere!-  era uno spettacolo meraviglioso, il tramonto più bello che avessero mai visto.

-Per l’incolta barba di Merlino… guarda Hermione! Sono canguri vero?- in lontananza una famiglia di canguri saltellava sulla linea dell’orizzonte. Ron sembrava un bambino, continuava ad indicarli ed ad imitarli. Hermione era ancora distesa a terra e non riusciva a respirare dalle risate.

-Se ti vedesse Harry!- continuava a rotolarsi per terra con le lacrime agli occhi –avrei dovuto portare la macchina fotografica, oddio Ron sei divertentissimo-  Ron per un momento si fermò. La guardò ridere tanto da non riuscire a respirare. Erano secoli che non la vedeva così felice. Non riusciva a ricordare l’ultima volta che lo erano stati per davvero. Anche con la fine della guerra non erano riusciti ad adesserlo. C’erano state troppe morti e poi per Hermione c’era ancora l’incognita dei suoi genitori. Qualche volta la notte la sentiva piangere di nascosto e sapeva che infondo aveva paura di non trovarli. Ma lui non l’avrebbe permesso, avrebbe fatto qualunque cosa per riuscire a vederla sempre così. In tutti quegli anni si era comportato come uno stupido nei suoi confronti. Avevano litigato così tante volte per la sua superficialità e la sua stupidità… gli venne in mente Natale e subito lo stomaco gli si strinse. Come aveva fatto ad essere così idiota.

-Ron stai bene?-  si era fermato senza neanche rendersene conto ed era rimasto impalato con le braccia per aria mentre imitava i canguri.

-Come? Oh si si certo!- sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori e ricominciò a saltellare qua e là.

Il sole scomparve lasciando in dono i suoi ultimi raggi rosati e Hermione fece apparire delle bellissime fiamme azzurre che oltre tenerli al caldo riuscivano a emanare una luce bellissima.

-Tu monta la tenta mentre io penso a fare gli incantesimi di protezione-

-Perché? Non credo che ne avremmo bisogno, chi mai verrebbe qua?-

-Appunto perché non lo sappiano Ron non voglio correre rischi inutili…- si avvicinò al ragazzo con un ghigno malefico –e poi la notte potrebbero uscire a caccia molti animali, a quanto pare da queste parti si aggirano delle tarantole particolarmente velenose, dicono siano bellissime!-  Ron sbiancò. Era stata davvero malefica. Si sentì un po’ in colpa per essersi presa gioco di lui proprio sul suo punto debole.

-Penso sia un’ottima idea…sai… se servono per sentirti più tranquilla…-   istintivamente guardò per terra sperando che intorno a loro non ci fosse nulla con le zampe. Biascicò un veloce “Erigo” e aiutò con gli incantesimi.

Quando Hermione entrò nella tenda fu accolta da un feroce brontolio di stomaco proveniente dalla zona cucina. Ron teneva mestamente in mano una scatola di tè e alcune gallette ammuffite.

-Ho portato alcune lattine di cibo… niente funghi- aggiunse velocemente vedendo una smorfia comparire sul volto di Ron

-Meno male, anche se mi sono preparato…- iniziò a frugare dentro lo zaino a poi estrasse un libro

-Tutto mi sarei aspettata da te Ron tranne vederti tirare fuori un libro da quella borsa. Di cosa si tratta?- chiese curiosa

-L’ho rubato tra i libri di mia madre: “mille e uno modi per cucinare i funghi e incantare i vostri ospiti”- entrambi scoppiarono in una sonora risata

-Non hai nulla su come cucinare del tonno e dei fagioli?- chiese con due barattoli in mano

-No, ma credo che non abbiamo molte alternative e ho talmente fame che non credo farò molte storie- il suo stomaco si fece sentire un’altra volta. Anche Hermione era piuttosto affamata, così scaldarono sul fornello i fagioli e li mangiarono direttamente dalla confezione. Non parlarono molto, Hermione era seduta a capotavola su una vecchia sedia in legno, con le ginocchia al petto e mischiava la zuppa cercando di non odorarla. Ron dal canto suo non si faceva troppi problemi, era seduto scomposto e la divorava senza troppi complimenti. Quando entrambi ebbero finito si guardarono con un senso di insoddisfazione. Nessuno dei due era sazio e si chiedevano cosa stessero mangiando alla Tana, così passarono la mezz’ora seguente a parlare di arrosto di carne, di purè di patate e di tutte le prelibatezze della signora Weasley e poi passarono a fantasticare sui dolci, Hermione avrebbe tanto voluto della torta di mele e Ron chiudendo gli occhi pensò ai panini dolci della madre.

-Che stupido!- si diede un colpo sulla fronte e iniziò nuovamente a rovistare nel suo zaino. Hermione lo guardava perplessa –Eccolo! L’avevo detto a Harry che sarebbe servito.- stretto tra le mani aveva uno scrigno di legno. Si avvicinò al tavolo e lo poggiò con cautela come se fosse la cosa più preziosa di questo mondo. Quando lo aprì anche Hermione non poté fare a meno di spalancare gli occhi e sorridere. Era pieno zeppo di tutti i dolci più buoni di Mielandia. Traboccava di Cioccorane, Gelatine tutti i gusti+1, Api frizzole, pallini acidi, gomme bolle bollenti e ancora zuccotti di zucca, bacchette di liquirizia e tanti altri. Hermione si lanciò al collo di Ron e gli stampò un bacio sulle labbra. Ora ne era certo, era stata proprio una buona idea.

-Accidenti, sono talmente tanti che non so quale scegliere…-

-Provali tutti, no?-

-Non posso provarli tutti, sono decine… credo che opterò per una piuma di zucchero filato-

-Ottima scelta! Io vediamo…credo che inizierò con una cioccorana e poi…alcune lumache gelatinose e… delle piperille nere!-

-Oh Ron, l’ultima volta hai sputato fuoco per ore-

-Hai ragione, dopo mi bruciava tutta la lingua, allora prenderò dei Topoghiacci e non possono mancare i cioccocalderoni!-

-Sei incorreggibile- entrambi scoppiarono a ridere.

Trascorsero il tempo ridendo e scherzando. Dentro la tenda avevano trovato la radio che gli aveva fatto compagnia durante quei lunghi mesi di solitudine. Il segnale era pessimo però erano riusciti a prendere alcuni stazioni babbane e ora di sottofondo c’era una piacevola musica.  Hermione mangiò alcune Api Frizzole e galleggiò nell’aria mentre Ron dopo aver mangiato i Topoghiacci continuava a squittire come un topo.

-Manca solo una cosa per finire in bellezza la serata- disse Hermione

-Cosa?-  chiese Ron curioso

-Studiare un bel capitolo di Trasfigurazione!- a Ron si gelò il sangue nelle vene. La serata era stata veramente perfetta, si erano divertiti dopo tanto tempo, perché doveva tirare fuori lo studio proprio ora.

-Ma Hermione, ti prego…-

-Ron gli esami sono più vicini di quanto tu possa pensare, non possiamo perdere così del tempo, oggi non abbiamo studiato nulla-

-Ma se per tutto il giorno mi hai fatto ripetere incantesimi!- ribattè Ron esasperato

-Ma erano argomenti che avevamo già studiato, stavamo solo ripassando-

Si era quasi arreso quando gli venne in mente una cosa che quasi sicuramente sarebbe riuscita a distrarla. –Vieni con me, prima ti devo mostrare una cosa e se non ti piacerà dopo studieremo quanto vuoi!- Le afferrò una mano e la trascinò fuori.

-Ma Ron, dove stiamo andando? Fuori si gela!- Hermione cercò di protestare ma Ron sembrava irremovibile. Era certo che sarebbe riuscita a distrarla. Qualche ora prima era uscito fuori per far svanire le fiammelle che avevano lasciato danzanti davanti all’entrata e l’aveva visto. Anche lui ne era rimasto incantato.

-Zitta e seguimi…anzi…- si mise alle spalle della ragazza e le tappò gli occhi con le mani

-Ma così non vedo nulla!- Ron sollevò gli occhi al cielo

-Era proprio questo il mio intento. Cammina, ti guido io- la accompagnò nei pochi passi che ormai li separavo dall’uscita. Quando furono all’esterno Hermione rabbrividì. Da quelle parti stava arrivando l’inverno e rispetto a quando si erano fermati la temperatura era calata moltissimo.

-Pronta?- Ron abbassò lentamente le mani ed Hermione strinse per qualche secondo gli occhi e poi rimase senza fiato.

-Oddio Ron… è bellissimo! Come ho fatto a non accorgermene?-

-Dopo aver fatto gli incantesimi sei entrata subito nella tenda e non sei più uscita- sorrise felice. Intorno a loro c’era il buio più completo e sopra le loro teste si poteva ammirare lo spettacolo più bello che entrambi avessero mai visto. Milioni e milioni di stelle  rilucevano splendenti nel cielo nero. Quella notte non c’era luna, ma la sua assenza rendeva tutto ancora più magico. Ron osservò Hermione guardare quello spettacolo e sentì le farfalle nello stomaco. Era ancora più bella del cielo stellato. Si tolse la felpa e la poggiò sulle spalle della ragazza. Sembrava così piccola e fragile con quella felpa di tre taglie più grande. Lei infilò le braccia nelle maniche e si trovò ad odorarne il suo profumo. Si sentì così sciocca per quel gesto che quasi si vergognò sperando che lui non  l’avesse vista. Ron l’abbracciò da dietro e le diede un bacio sulla testa. Era cresciuto ancora, pensò Hermione sorridendo e poggiando la nuca sulla spalla di Ron.

-Uff, siamo nell’emisfero Australe, non riconosco neanche una costellazione- Hermione non riusciva a darsi pace. Era veramente buffa mentre si mordeva il labbro cercando qualche punto di riferimento. –Dunque quella dovrebbe essere la croce del sud- Indicò col dito quattro stelle. A Ron sembrava più un rombo ma non commentò. –E quindi quell’ammasso di stelle dovrebbe essere Centaurus… credo-

-Che ne dici se le inventiamo noi?-

-Ma Ron ci ha già pensato qualcuno, devo solo ricordarmi meglio dove siano le altre costellazioni-

-Hermione, lasciati andare per una volta! Giuro che non lo dirò a nessuno se ti inventi una o due costellazioni!- disse tra l’esasperato e il divertito. Hermione ci pensò un po’ su e poi accettò mostrando una faccia scettica.

-Vediamo, inizio io…- Ron col naso per aria iniziò a scrutare il cielo, dopo alcuni minuti si illuminò –Ecco! Guarda…- prese la mano di Hermione e con il dito puntò sette stelle – le vedi?- lei annuì –quella è la costellazione della Nimbus 2000, la coda è uguale-

-Hai ragione!- gli occhi di Hermione brillavano. Ron non capiva cosa gli stesse succedendo. Sentiva lo stomaco ballare e le gambe molli. Strinse di più a se la ragazza e si sentì avvampare ma nonostante tutto un brivido gli percorse lungo la schiena. A Hermione non sfuggì quel tremolio e si girò apprensiva.

-Forse è meglio se rientriamo, c’è freddo e tu hai solo una magliettina-

-No, non ti preoccupare, sto bene- La fissò rassicurante –voglio stare ancora un altro po’ qua con te- Entrambi arrossirono. Hermione girò la testa e lo fissò negli occhi per qualche istante. Ron inclinò il capo e con le labbra le sfiorò il naso. –Ti amo- le parole gli uscirono così naturali. Hermione si girò, ora erano l’uno di fronte all’altra.

-Restiamo qua, per sempre…- disse lei stringendolo a se

-Per sempre!- rispose lui e poggiò le sue labbra su quelle di Hermione. Il bacio fu dapprima dolce e tenero e poi si fece sempre più appassionato. Rimasero così per qualche minuto, anche se sembrarono ore o forse solo attimi. Non riuscirono a dare un senso al tempo e allo spazio. Ron poggiò una mano sulla schiena di Hermione e una dietro le ginocchia e la prese in braccio portandola dentro. Non smisero per un secondo di guardarsi negli occhi o di baciarsi. Quegli occhi nocciola erano come una droga, dentro poteva perdercisi.

Avevano lasciato la radio accesa e sullo sfondo aleggiavano nell’aria le note di una canzone babbana . Nessuno dei due la conosceva ma era piacevole, quel ritmo sembrava guidare i loro movimenti.

Ron arrivò davanti al letto di Hermione e le fece poggiare nuovamente i piedi per terra. L e scostò una ciocca di capelli dal viso e gliela sistemò dietro l’orecchio con estrema dolcezza, lei inclinò la testa e gli bloccò la mano tra la sua guancia e la spalla e gli sorrise. Allungò la mano e gli accarezzò quel velo di barba incolta. Nessuno dei due parlava, non ne avevano bisogno. Avevano parlato e parlato e parlato per anni. Ora erano i loro occhi a parlare per loro, e i loro corpi che non potevano stare lontani. Ripresero a baciarsi e tutto all’improvviso sembrò così semplice. Hermione lo attirò a se sul letto e fece scorrere le sue mani sulla schiena di Ron e poi sotto la sua maglietta. Lui smise per un attimo di baciarla. Le intenzioni di Hermione erano piuttosto chiare ma Ron non voleva rovinare tutto. Aveva aspettato così tanto per stare con lei. Per anni l’aveva amata in silenzio, senza ammettere mai ciò che provava, più che agli altri a se stesso. Aveva sempre temuto un rifiuto, aveva temuto di non essere abbastanza…abbastanza bravo, intelligente, bello o coraggioso come Harry. Lui era il suo migliore amico ma molte volte si era trovato a pensare cosa avrebbe potuto fare se Hermione si fosse resa conto che Harry era migliore di lui. Aveva deciso così di sopprimere i suoi sentimenti, di nasconderli in una recondita parte del suo cuore e aspettare un segnale dalla ragazza che negli anni si era insinuata dentro di lui tanto da diventare parte di se stesso. Ma quel segnale non era mai arrivato e Viktor Krum era stata una pugnalata in pieno petto. Così aveva tentato di dimenticarla e aveva iniziato quella patetica storia con Lavanda Brown. Ma come poteva essere lei all’altezza di Hermione. Non avrebbe mai potuto eguagliarla....no la sua Hermione era perfetta, non aveva eguali. Non poteva neanche immaginare quanto lei avesse sofferto per la sua idiozia. E poi l’anno prima quando a Natale l’aveva lasciata come un codardo era certo di averla persa per sempre. Eppure dopo tutto il male che le aveva fatto lo aveva accolto tra le sue braccia. Quel bacio nella stanza delle necessità lo aveva spiazzato e allo stesso tempo era stato il momento più bello della sua vita, nonostante la guerra imperversasse intorno a loro. Finalmente aveva avuto la certezza che i suoi sentimenti fossero ricambiati e gli era nata una nuova sicurezza. Dal quel momento non avrebbe più temuto nulla…neanche Lord Voldemort in persona. E ora l’amore della sua vita era tra le sue braccia, pronta a donarsi a lui. Ma voleva essere certo che lei fosse sicura perché non avrebbe più fatto nulla per ferirla o per perderla, perché senza di lei la sua vita non avrebbe avuto più senso.

Avvicinò la bocca al suo orecchio

-Sei sicura?- la sua voce era un bisbiglio, quasi come se quel momento fosse sacro e qualsiasi rumore oltre la musica fosse sacrilego. Lei lo strinse a se con tenerezza.

-Ti amo, come potrei non esserlo?- disse, come se fosse la cosa più scontata del mondo. Amava tutto di lui, anche quando protestava per non studiare.

Ripresero a baciarsi e Ron lentamente le abbassò la zip della felpa, gliela sfilò e la buttò per terra e poi i suoi baci scesero lungo il collo e sui fianchi. Le sollevò appena la maglietta e poggiò le labbra su quella pancia perfetta e poi la vide, una cicatrice rosata appena sotto l’ombelico.  Provò un moto di rabbia e tristezza, non riusciva a controllarsi e i suoi occhi senza accorgersene si velarono di lacrime. Sapeva come se le era procurate…o meglio chi gliele avesse inferte. Quando erano stati catturati dai ghermidori Bellatrix l’aveva torturata per ore. Ron si era sentito così impotente che credeva di impazzire. Ogni volta che la sentiva urlare un pezzo di lui moriva e ogni suo silenzio era terrore puro perché non sapeva se fosse ancora viva. Come aveva potuto quel mostro mettere le mani su quella creatura perfetta e farla soffrire tanto? Lui non aveva potuto fare nulla per impedirlo. E ora aveva paura di scoprire quanto male Bellatrix le avesse fatto. Quante altre cicatrici fossero impresse per sempre sulla sua Hermione.

-Hei…- Hermione gli passò una mano sulla guancia per tranquillizzarlo –Non fanno più male- sorrise per rincuorarlo –Se non ci fossi stato tu sarebbe stato peggio, ma tu c’eri, ci sei sempre stato per proteggermi- Ricordava il terrore puro che aveva provato, ricordava gli occhi iniettati di sangue di quella pazza assassina, per un momento aveva creduto di morire. Sapeva che Bellatrix avute le informazioni che le servivano non le avrebbe lasciato scampo e mentre la torturava aveva sperato più di una volta che la facesse finita, che le lanciasse una Avada Kedavra per non soffrire più. Si stava arrendendo e poi l’aveva sentito… il suo nome. Ron lo urlava con tutto il fiato che gli restava e aveva realizzato che non avrebbe potuto arrendersi. Se si fosse salvata gli avrebbe detto ciò che provava perché non aveva più senso aspettare. Lo amava e avrebbe lottato… per loro. Desiderava ardentemente poterlo stringere ancora una volta tra le sue braccia, ma soprattutto desiderava avere la possibilità di stare con lui, al suo fianco, di vivere una vita felice, di sposarsi, avere dei figli e di vederli crescere… e allora aveva stretto i denti e aveva richiamato tutte le sue forze e lui l’aveva salvata… non l’avrebbe mai delusa.

Ron gli baciò quella cicatrice e cercò anche le altre. Ogni volta che ne trovava una nuova si perdeva in un sospiro di dolore e la baciava dolcemente, come se quel tocco potesse farla sparire e alleviarne il dolore. Quando non ne trovò più fu Hermione a ricercare le sue labbra, per succhiare via tutta quella sofferenza. Sfilò la maglia di Ron e si aggrappò alla sua schiena e con timidezza finirono di spogliarsi. Erano dolci e goffi allo stesso tempo, come due bambini che imparano a camminare per la prima volta, tutto sembrava così difficile eppure estremamente naturale.

Quello fu il loro momento, l’attimo in cui i due corpi di fusero in uno solo sprigionando tutto l’amore che avevano riserbato dentro in sette lunghi anni… e fu perfetto. Per la prima volta la parola magico aveva preso un significato del tutto nuovo.

 

Quando la mattina seguente Hermione allungò il bracciò alla ricerca di Ron trovò il letto vuoto. Strizzò un paio di volte gli occhi cercando di abituarsi alla luce e si tirò su a sedere. Era spaesata, il cuore le batteva forte e la notte precedente le sembrava lontana anni luce. La tenda era completamente vuota. Afferrò la felpa di Ron e la indossò. Gli occhi iniziavano a bruciarle e sentiva che non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime ancora per molto. Non poteva essersene andato, non poteva averla abbandonata lì, il mezzo al nulla, non dopo quello che si erano detti, non dopo… sentì le guance avvampare e le lacrime scendere. Quella notte era stata perfetta, la più bella della sua vita e Ron era stato dolcissimo, non avrebbe potuto sperare di meglio, e adesso si sentiva tradita, stupida e sola.

-Lo sapevo! - sulla soglia della tenda Ron fissava Hermione. Era bianco come un lenzuolo, sembrava stesse per svenire. A quelle parole lei sollevò la testa, quella voce le fece perdere qualche battito. Cosa intendeva Ron? E perché era così bianco?

-Cosa intendi?- chiese non riuscendo a sostenere il suo sguardo. Aveva paura della risposta, perché Ron aveva quella faccia? Le avrebbe sicuramente dato una brutta notizia, forse aveva deciso di andarsene.

-Ti sei pentita vero? È per quello che piangi! Mi dispiace Hermione, sono una frana, io… non sono stato all’altezza mi dispiace…hai ragione meriti sicuramente di meglio. Meriti qualcuno che ti renda felice…- Hermione lo fissò con aria stralunata. Di cosa stava parlando?  Come al solito aveva tirato le sue conclusioni strampalate.

-Sei il solito idiota!- Hermione rideva –Ma come fai a pensare certe cose?-

-Perché stai piangendo allora?- Ron non capiva

-Perché mi sono svegliata e non ti ho trovato, pensavo te ne fossi andato…-

-E poi sarei l’idiota?- si avvicinò a Hermione tirando un sospiro di sollievo –Come hai potuto pensare che me ne fossi andato? Ti amo, non ti lascerei mai. Ma quindi ieri, insomma…- la sua faccia prese lentamente un colorito scarlatto –non sono stato così male…- Hermione sollevò gli occhi al cielo

-No, non sei stato così male- sorrise e tirò su col naso –Ma allora cosa ci facevi fuori a quest’ora? Perché non eri in tenda?-

-Perché stavo cercando di fare questa- mostrò il suo sorriso migliore e sollevò il braccio. Tra le dita teneva una bellissima rosa rossa a stelo lungo. –Mi sono esercitato per un’ora intera a trasfigurare quei rametti. Le prime erano piuttosto brutte, ma questa mi sembra passabile-

Hermione aprì e chiuse gli occhi un paio di volte. Osservava la rosa senza riuscire a dire nulla, poi toccò uno dei petali e baciò Ron con trasporto. Ora ne era sicura, nella sua semplicità, Ron era l’uomo migliore del mondo. Al suo rientro avrebbe ringraziato la signora Weasley per averglielo regalato…il suo dono più prezioso.

 

Partirono in tarda mattinata, ma ormai Hermione non aveva più paura. Con Ron al suo fianco avrebbe potuto fare qualsiasi cosa  e poi non vedeva l’ora di trovare i suoi genitori per presentargli con orgoglio il ragazzo che aveva rubato il cuore della loro figlia.

 

 

Ecco qua come promesso la one shot sulla prima volta dei miei cari Ron ed Hermione. Spero di non aver deluso tutte quelle persone che speravano in qualcosa di più piccante, ma purtroppo non mi sento per nulla a mio agio nel trattare quel tipo di letteratura ;p

Spero di essere riuscita a rendere bene le loro emozioni e la loro dolcezza perché per me era la cosa più importante.

Per chi non la conoscesse e avesse un po’ di tempo da buttare e la voglia di leggere, questa one shot è tratta da un racconto un po’ più lungo che sto scrivendo su ciò che secondo me è accaduto dopo la guerra ai nostri cari eroi. Se ne avete voglia dategli uno sguardo ;)

Vi ringrazio tanto se siete arrivati fino alla fine e se vi aggrada potete lasciare un commentino.

A presto col nuovo capitolo dell’altro racconto.

Un bacio!!!!!

  
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