Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: VaniaMajor    13/04/2011    3 recensioni
Dopo la morte di Soichiro, sembra che Sesshomaru non debba far altro che prendere possesso del Regno dell'Est. Al suo interno, però, si nasconde una trappola micidiale, in cui il Signore dell'Ovest cade insieme al fratello Inuyasha. Stavolta toccherà a Kagome e Anna trovare un modo per salvarli...da loro stessi! Terzo capitolo della saga di Cuore di Demone!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Saga di 'Cuore di Demone''
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Author's note: Ci siamo! E' il momento del confronto finale! In un modo o nell'altro questa storia doveva finire...preparatevi, ci siamo quasi! Il gioco di Anna forse sta smuovendo qualcosa nel cuore del nostro demone!

La sfida nacque senza premeditazione.
Una semplice, piccola vendetta dispettosa. Un pensiero birichino che le aveva attraversato la mente quasi per caso, mentre cercava di non perdersi in quegli occhi d’ambra, mentre tentava di non mettersi a strisciare, cadendo in ginocchio aggrappata al suo vestito e implorandolo di ricondurla a casa. L’aveva sfidato, invece, e si era sottratta a quel bacio che aveva iniziato ma non finito, a quella seduzione che lei stessa aveva messo in atto. E Sesshomaru, com’era ovvio, aveva accettato la sfida. Il Signore dell’Ovest non poteva certo lasciare impunita una simile impudenza! E ora le stava facendo vedere i sorci verdi.
Erano passati quasi sette giorni da quella notte di luna piena in cui aveva deciso di farsi inseguire da lui, di auto eleggersi preda del Signore dell’Ovest. Da allora, Anna aveva dovuto dare fondo a tutte le sue risorse fisiche per non soccombere all’attacco di Sesshomaru. Oh, c’era ben poco amore in quell’inseguimento spossante e violento, quasi furioso! C’era ira, c’era passione. Di passione ce n’era tanta, riempiva l’aria tra loro come una marea incendiaria e pari ad essa c’era solo il dispetto, la furia di Sesshomaru che si vedeva sfuggito ancora e ancora, sempre per un soffio, perché Sesshomaru non conosceva bene il modo di muoversi della inu-yokai. Purtroppo stava imparando in fretta.
Anna non aveva intenzione di cedere, meno che mai vedendo che razza di risultato stava avendo quella sfida incauta. Aveva la seria paura che se si fosse fermata e si fosse fatta prendere, Sesshomaru non le avrebbe dato nemmeno il tempo di aprire bocca. Avrebbe soddisfatto la sua passione sul posto e Anna non voleva essere degradata fino a quel punto, dopodiché l’avrebbe probabilmente caricata in spalla e portata di forza al Palazzo, dove le avrebbe fatto pagare l’affronto. Per quanto Anna volesse tornare a Palazzo, quello non era il modo giusto. Sesshomaru non si sarebbe mai innamorato di qualcuno più debole di lui. Doveva resistere e non lasciare che il demone avesse la meglio.
Era necessario trovare un sistema per calmare le acque a mano a mano, sempre che Sesshomaru gliene avesse dato il tempo. Anche mentre pensava questo stava correndo, attraversando una fittissima foresta, con lui che le veniva dietro, a pochi respiri di distanza. Non aveva mai avuto sentore di quanto fosse profonda la passione di Sesshomaru nei suoi confronti. All’epoca della loro relazione, eccezion fatta per la prima notte, di norma era sempre stata lei ad andare a stuzzicarlo, a ricercare la sua compagnia. Ora che non era mitigata dall’amore, l’attrazione di Sesshomaru per lei le arrivava con tutta la sua potenza e la spaventava almeno quanto la galvanizzava. Stava rischiando grosso, ma si sentiva anche esaltata. Sesshomaru provava ancora qualcosa per lei. Questo, per il momento, era più che sufficiente.
“Già, ma come lo semino, adesso?” si chiese, con un gemito. Era stanca al di là di ogni immaginazione. Nemmeno durante le battaglie contro Soichiro si era sentita così spossata. Non dormiva né si nutriva da sette giorni. Presto avrebbe perso colpi, perché lui era sempre il più forte tra loro.
Sentì improvvisamente svanire la sensazione di essere tallonata. L’odore di Sesshomaru sembrò allontanarsi, l’elettricità tra loro si dissipò. Chiedendosi cosa stesse succedendo, Anna arrischiò un’occhiata dietro di sé. Non vide nessuno tra gli alberi, né sentì altri rumori che quello del proprio respiro affannoso. Corrugò la fronte. Che Sesshomaru si fosse fermato? Che avesse avuto un incontro spiacevole? Anna si voltò di nuovo, incerta sul da farsi. Forse avrebbe dovuto fermarsi e tornare indietro a vedere cosa stava succedendo. Sesshomaru non correva alcun pericolo, potente com’era, ma…
La corsa di Anna rallentò, finché la inu-yokai non si fermò, circondata dagli alberi spogli. Guardò ancora dietro di sé, mordicchiandosi il labbro inferiore con un’espressione indecisa sul volto.
«Cosa faccio, adesso?» borbottò.
«Sei mia.» disse una voce, dall’alto, facendola sobbalzare per lo spavento. Anna alzò la testa di scatto, individuando Sesshomaru in piedi sopra uno dei rami più alti. Imprecò mentre cercava di riprendere la corsa, rendendosi conto che Sesshomaru l’aveva ingannata schermando la propria youki. Che stupida era stata! Sapeva che era un maestro nel nascondere perfino l’odore dei propri sentimenti! E sì che certi trucchetti li aveva imparati proprio da lui!
La spada Tokijin le passò ad un palmo dal naso, conficcandosi in un tronco e tagliandole la strada. Anna balzò all’indietro, col batticuore, poi le sfuggì un grido nel trovarsi Sesshomaru alle spalle. Evitò le sue mani per un soffio e tentò di nuovo di mettersi a correre.
“Maledizione, che stupida sono!” si disse, in preda al panico.
«Dove credi di andare?» la apostrofò Sesshomaru, sarcastico, afferrandola per una spalla. La fece voltare, mandandola a sbattere con la schiena contro un albero. Anna perse il fiato e un istante dopo si trovò premuta contro il petto di Sesshomaru. Non fu una sensazione spiacevole, ma le parole successive le misero i brividi addosso. «E così, ti ho presa.- disse Sesshomaru, con voce gelida e bassa- Ora, come tu stessa hai affermato, posso fare di te quello che voglio.» La strinse a sé con possesso. Gli occhi gli si infiammarono di rosso, spedendole un brivido lungo la schiena.
«No!» gridò Anna, cercando di liberarsi, scattando lateralmente.
Sesshomaru non gliene diede il tempo. La sua presa non mollò e Anna inciampò nella propria veste, cadendo in ginocchio. Sesshomaru incombeva su di lei, una promessa minacciosa sul viso.
«Devi imparare a non contrariare il tuo Signore, donna.» disse, una sorta di basso ringhio minaccioso. Sesshomaru era davvero fuori di sé!
«Non cantare vittoria troppo presto!- esclamò Anna, alzando il mento in segno di sfida- Tu…»
Non finì la frase. La mano di Sesshomaru si alzò per colpirla e Anna chiuse gli occhi. Invece, dopo un istante, la bocca di Sesshomaru chiuse la sua con un bacio violento che la spedì lunga distesa per terra. Anna fu presa dal panico, mentre le intenzioni del demone si facevano quantomai chiare. Maledizione, aveva proprio intenzione di fargliela pagare in quel modo?! La sua bocca…le sue mani…La tentazione di cedere divenne talmente forte che per un istante Anna lo lasciò fare senza opporre alcuna resistenza. Poi, si riscosse. Voleva davvero dargli l’opportunità di averla in quel modo irrispettoso? Voleva forse che lui si facesse l’opinione di poterle fare quello che voleva quando voleva?
No, doveva fermarlo. La mente di Anna rifletté freneticamente, arrivando alla conclusione che esisteva un solo modo per fargli abbassare la guardia e sfuggirgli di nuovo. Alzò le braccia e gli cinse la schiena, ricambiando il bacio con tutta la dolcezza di cui era capace. Come prevedeva, Sesshomaru ristette e quindi si staccò da lei quel tanto che bastava da poterlo guardare negli occhi. Sesshomaru poteva anche comprendere la passione carnale, ma rimaneva basito e perplesso di fronte alla dolcezza dell’amore. Un punto per lei. Anna sorrise.
«Hai ragione a dire che sono tua, perché io ti amo.» mormorò e lo sentì tendersi. Non gli permise di staccarsi da lei, anzi lo abbracciò più stretto, appoggiando la fronte sulla sua spalla. «Solo, sii gentile con me.» mormorò ancora. Sesshomaru restò in silenzio, immobile. Anna sentì il suo corpo teso, segno di un forte dilemma interiore. Poi, di colpo, l’inu-yokai si sciolse dall’abbraccio e fece qualche passo, allontanandosi da lei.
«Tu…» disse Sesshomaru, senza guardarla in faccia. Anna si alzò a sedere, sentendo vibrare nella sua voce qualcosa di insolito. «Tu sei assurda.- sentenziò Sesshomaru- Come puoi correre come se ne andasse della tua vita, sfuggendomi per giorni, e poi dichiarare di amarmi…» Strinse le labbra, poco abituato a quel genere di parole. «Affermare di amarmi con quella stupida espressione sulla faccia?!»
«Stupida espressione?» chiese Anna, perplessa, riuscendo solo a capire che aveva in qualche modo sopito la rabbia del demone, ma fomentato i suoi dubbi.
«Come può un demone abbassarsi a pronunciare certe frasi?!- scattò Sesshomaru, spazientito- Non hai orgoglio, donna?!»
Anna ristette, poi scoppiò a ridere.
«Cosa m’importa dell’orgoglio? Posso farne a meno, se nel cambio guadagno te.» disse, poi sogghignò nel vedere la sua espressione tornare irata. «Sto scherzando, Sesshomaru.» aggiunse. Sospirò, facendosi più cupa. «Ebbene, mi hai preso. Starò ai patti e ti seguirò. Ora cosa hai intenzione di fare con me?» chiese, con voce pacata. Sesshomaru la guardò. Non proferì parola per diversi minuti, lasciando che il silenzio li avvolgesse, poi scosse il capo.
«Verrai a Palazzo con me, poi si vedrà.- disse, poi corrugò la fronte- Ci devo pensare. Ma questi non sono affari che ti riguardano.»
«Mi permetto di dissentire.- replicò Anna- Pochi minuti fa, la cosa mi riguardava da molto vicino.»
Sesshomaru le scoccò un’occhiata seccata, ma lei sbadigliò, stanca, dissipando la sua irritazione. Una volta ferma, le era piombata addosso tutta la fatica di quella fuga inutile e stupida. In quel momento, Anna non era molto dissimile dalla piccola Rin quando veniva l’ora di mettersi a nanna.
«Ti dispiace se riposo un po’, prima di tornare a casa?- borbottò, sfregandosi gli occhi- Ho un sonno tremendo.»
Sesshomaru fece una leggera smorfia di fastidio, ma annuì.
«Ti concedo quattro ore.» disse, gelido. Si avvicinò a Tokijin e la recuperò, infilandola nel fodero mentre Anna si stendeva vicino al tronco di un albero, chiudendo gli occhi e posando il capo sulle mani.
«Sai cosa mi piacerebbe?» domandò la donna, con voce flebile, quando già Sesshomaru pensava si fosse addormentata.
«Cosa?» fu costretto a rispondere, visto che lei non sembrava intenzionata ad andare avanti. Il volto le si schiuse in un sorriso e anche se i suoi occhi non si aprirono parve come soffusa di luce.
«Vorrei che tu mi chiamassi ancora per nome.» sussurrò, già per metà nel mondo dei sogni. Si addormentò con quella richiesta sulle labbra, cadendo nel sonno innocente dei puri di cuore. Sesshomaru si sedette di fronte a lei, a una certa distanza, e rimase a guardarla.
Nel petto gli si agitavano sentimenti contrastanti e forti che non avevano nome, ma facevano sentire a gran voce la loro presenza. Non aveva mai desiderato nessuna donna come ora desiderava la inu-yokai. Con lei, la rabbia si trasformava in passione irrefrenabile. La passione riusciva poi a trasformarsi in qualcosa di gentile e caldo che Sesshomaru non capiva. Era stato intenzionato a farla sua non appena l’avesse presa, sia per umiliarla, sia per sopire quello strano pungolo che sentiva all’altezza del petto.
Eppure, quando lei l’aveva abbracciato…il modo in cui lei l’aveva baciato…Non era riuscito a portare a termine ciò che aveva iniziato. Guardandola in quegli occhi azzurri, non aveva saputo far altro che scostarsi. Aveva dovuto farlo, perché un forte istinto, dentro di lui, gli aveva ordinato di stringerla tra le braccia con tenerezza e sussurrarle parole rassicuranti.
Sesshomaru era quasi certo di stare impazzendo, ormai. Nessuna donna gli aveva mai fatto un tale effetto. Scrutò il suo viso immobile, il suo corpo rannicchiato sull’erba, dormiente. Si alzò in piedi e si avvicinò, abbassandosi su un ginocchio accanto a lei. Di nuovo, la tentazione di accarezzarla, di riposarle accanto lo colse, tanto forte da fargli tremare le mani. Sesshomaru strinse le labbra. Quando aveva cominciato a provare quel genere di cose? Forse quando lei gli aveva gridato d’amarlo? Era stato così colpito da quelle parole, da quel veemente sentimento? O forse era cominciato tutto alla valle, quando l’aveva vista di fronte a sé, inzuppata di pioggia eppure bellissima? O forse ancora, era stata la scoperta della sua relazione con lei a mutare il suo modo di pensare?
Una mano di Sesshomaru sfuggì al suo controllo e accarezzò la guancia bianca di Anna, che sorrise nel sonno. No…con tutta probabilità, lei era stata speciale per lui fin dall’inizio. La considerazione lo colpì con la forza di un maglio. Eppure, era la verità. Perché altrimenti non l’aveva uccisa insieme alla piccola Rin, quando quel giorno l’aveva affrontato? Perché aveva sempre cercato di evitare o posticipare il momento in cui si sarebbe liberato di lei? Non era da lui. Questo non era il modo d’agire del Signore dell’Ovest!
«Che mi sta succedendo?» mormorò, basito.
Possibile che il passato che li legava fosse stato talmente intenso da guidare le sue azioni anche ora che non lo ricordava? Cosa avevano vissuto insieme? Cosa li aveva legati? Perché era nato quel sentimento? Inaspettatamente, in Sesshomaru crebbe un intenso desiderio di conoscenza. Voleva sapere! Voleva capire come era arrivato ad amare quella donna e perché ora si stava innamorando di nuovo di lei!
Sesshomaru strinse i pugni. Sì, forse era davvero amore quello che gli stava nascendo nel cuore. Perché altrimenti l’avrebbe inseguita così a lungo? Perché altrimenti non era riuscito a togliersela dalla testa? Amore per una sua sottoposta, per una donna di razza inferiore che aveva cercato di uccidere. Amore…per Anna.
«Anna.» Mormorò il nome di lei con voce impercettibile. Lei sussurrò qualcosa tra le labbra, senza svegliarsi, come se avesse percepito che il suo desiderio di poco prima era stato esaudito.
Sesshomaru si alzò in piedi, d’improvviso teso e agitato. Desiderava riavere i suoi ricordi, ora e subito! Sapeva che questi avrebbero calmato la profonda agitazione e i dubbi che gli torcevano lo stomaco. Ma come fare? La Grotta degli Echi non poteva accontentarlo. Il vaso con le memorie sottrattegli era andato distrutto. Non c’era modo di riavere ciò che aveva perduto e anche se Anna gli avesse raccontato il loro passato, esso sarebbe stato alle sue orecchie soltanto una storia. Lui, invece, voleva dare un senso a ciò che provava! Aveva bisogno di dare un senso a quei sentimenti! In quel momento, desiderava riavere i suoi ricordi più di qualsiasi altra cosa.
Sesshomaru si bloccò quando un’idea gli folgorò la mente. C’era un modo per riavere i propri ricordi. Era un sistema facile e veloce, che solo lui poteva usare. Un sistema tanto ovvio che si stupiva di non averci pensato prima. Si voltò di nuovo verso Anna. Non l’avrebbe portata con sé, non ancora. Sapeva che sarebbe stato difficile conciliare i vecchi ricordi con i nuovi e desiderava mettere pace nel suo spirito in solitudine. Inoltre, egoisticamente, non voleva che lei lo vedesse compiere quell’atto di debolezza. Poi, sarebbe tornato a prenderla. Allora, forse, la maggior parte dei problemi tra loro sarebbero svaniti. Si abbassò per un attimo su di lei, poi si voltò e corse via, dirigendosi verso est.
Quando Anna si svegliò, qualche ora dopo, scoprì di essere sola. Sulle sue labbra, aleggiava ancora il ricordo di un bacio, forse sognato…o forse no.

***

Sesshomaru sostò a un passo dalle acque calde della fonte. Si era purificato sotto la cascata d’acqua gelida poco distante  e ora era pronto a compiere il gesto che si era prefissato. Il vapore che si innalzava dalla Fonte rendeva quella zona della foresta un piccolo mondo sognante e strano, denso di nebbia bianca, dove nulla era ciò che sembrava. Sesshomaru fece un passo avanti, entrando in acqua.
La Fonte dei Desideri era la sua ultima possibilità di riavere ciò che aveva perduto. Non aveva mai utilizzato quel luogo di magia, ereditato da suo padre, poiché aveva sempre creduto fermamente nella propria capacità di ottenere con la sola forza e l’ingegno tutto ciò che desiderava. Non aveva usato la Fonte per avere Tessaiga. Non l’aveva usata per sconfiggere Soichiro.
No, ciò sarebbe stato un comportamento privo d’onore e Sesshomaru non si sarebbe mai macchiato di tali debolezze. Ora, però, inaspettatamente la Fonte assumeva un ruolo di vitale importanza. Sesshomaru aveva un desiderio che non era possibile realizzare né con la forza, né con l’ingegno. Occorreva una potente magia e la Fonte poteva offrirgliela.
Ciò che chiedeva era impegnativo. Probabilmente, il suo desiderio avrebbe reso inutilizzabile la Fonte vita natural durante, ma a Sesshomaru non importava. Riusciva solo a pensare al sorriso di Anna, alla sua rabbia, al suo dolore e al suo amore, e sentiva che se non avesse compreso al più presto cos’erano quelle sensazioni che lo dilaniavano, sarebbe impazzito. Si immerse fino a metà petto, chiedendosi di nuovo cosa lo spingesse a fare tutto questo. Nulla…tranne due occhi che riuscivano a strappargli ogni pensiero coerente, la sensazione di calma e completezza che sentiva quando lei sorrideva. Nulla, tranne la certezza di stare agendo per la prima volta nel modo giusto da quando era uscito da quella maledetta grotta.
Nulla…tranne il fatto che, in un modo a lui sconosciuto, si era innamorato senza speranza di recupero della donna che un giorno d’inverno gli si era presentata di fronte col suo passato in mano. Così, alla fine aveva fatto lo stesso errore di suo padre. Si era fatto irretire da una femmina.
Sesshomaru storse la bocca in un sorrisetto ironico. Eppure, nonostante ne fosse conscio, non aveva intenzione di ripensarci. Al punto in cui si trovava, era comunque impossibile. Per farlo, avrebbe dovuto strapparsi il cuore dal petto, quel cuore che non aveva mai creduto di possedere. Inalò profondamente i vapori della Fonte, concentrando la propria volontà, quindi scandì con voce chiara: «Io, Sesshomaru, Signore dei demoni dell’Ovest, desidero ricordare nella sua interezza il passato che mi è stato sottratto.»
Si sentì libero da un peso dopo aver pronunciato queste parole. L’acqua placida della Fonte si illuminò di una luce soffusa, che si fece via via più intensa, tanto che Sesshomaru dovette chiudere gli occhi. Quando li riaprì, si trovava in piedi al centro di una conca arida. Tanto era stato il potere utilizzato, che la Fonte si era prosciugata. Sesshomaru, però, non si sentiva per nulla differente. Attese qualche istante, quindi imprecò tra i denti, uscendo dalla conca e afferrando le proprie vesti, infilandole con velocità.
Nemmeno la Fonte era riuscita nell’intento. Evidentemente il potere che conteneva non era sufficiente per esaudire il suo desiderio. Sesshomaru strinse i denti, indossando l’armatura. Beh, tanto peggio. Sapeva ciò che provava, almeno a grandi linee. La vicinanza di Anna lo avrebbe aiutato ad averne la certezza e poi avrebbe deciso che condotta tenere. Una buona notte di riposo a Palazzo gli avrebbe giovato.
«Il passato non conta.» disse fra sé, mentre tornava alla sua dimora con passo teso. Eppure, si sentiva deluso e frustrato. Ormai quel passato era diventato attraente. Era l’unica cosa che avesse in comune con Anna. Celava il segreto del suo affetto per Rin. Perché nemmeno la Fonte era stata in grado di restituirglielo? Sesshomaru sentì un improvviso odio per il demone forbice che aveva osato tanto e si rammaricò di non poterlo uccidere con le proprie mani.
Fu una volta sulla soglia del Palazzo che la prima immagine gli attraversò la mente come un fulmine, fermando i suoi passi di colpo. Anna sulla sponda del lago…ma non la stessa Anna che aveva visto qualche notte prima! No, questa Anna aveva capelli e occhi più scuri, forme più deboli, meno affilate. Questa Anna era umana.
Sesshomaru si portò una mano alla fronte, rendendosi conto di aver appena avuto uno scorcio del momento del loro incontro, che Anna gli aveva raccontato alla luce della luna. E poi, come se quella singola immagine avesse aperto la diga, un fiume di ricordi irruppe nella sua mente, lasciandolo così scosso nel corpo e nello spirito da farlo cadere in ginocchio ed estrargli un rantolo inarticolato dalla gola.
Vide anni di inseguimenti. Inuyasha morto, o forse addormentato, sigillato a un grande albero sacro. Vide la tomba di suo padre e sentì il dolore di un braccio amputato. Vide combattimenti, sfide con il redivivo fratellastro, vide Rin e la morte della bambina, e rivisse il momento in cui la resuscitò. Rivide Naraku e sentì per lui lo stesso odio. Sentì il suo cuore farsi più aperto grazie ai sorrisi di Rin. E poi incontrò lei…lei!
Sesshomaru si strinse la testa tra le mani, sopraffatto dall’intensità dei suoi ricordi, dei sentimenti ad essi correlati, mentre riviveva passo passo ogni momento con lei. La rabbia, il tradimento, l’amore, la passione, la gelosia…La rivide morire. Vide il suo viso cinereo, mentre il Sigillo della Vita la strappava al mondo. Si vide esangue, in punto di morte, sacrificio attuato per la salvezza della donna che amava. Lei aveva preso dimora nel suo cuore, aveva sciolto il gelo di cui era ricoperto. Aveva fatto sì che riuscisse perfino ad accettare di avere un fratello.
E lui…cosa le aveva fatto lui, da quando era uscito dalla Grotta degli Echi? Cosa le aveva fatto?! Aveva cercato di ucciderla! Più e più volte, era stato crudele con lei! L’aveva allontanata. L’aveva quasi perduta per sempre. Le sue mani si erano sporcate del suo sangue! Come poteva ora chiederle di restare al suo fianco? Come poteva lei amarlo ancora? Eppure, non poteva fare a meno di lei. Non poteva, né voleva!
Sesshomaru si alzò in piedi a fatica e si voltò, contemplando i giardini, che ora, senza la presenza di lei, apparivano vuoti e sterili. Sentì un tremendo dolore, disgusto verso se stesso e un amore indicibile traboccare dal suo cuore. Alzò il viso alla notte e gridò il nome di Anna con tutto il fiato che aveva. Il suo richiamo echeggiò a lungo e arrivò lontano.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: VaniaMajor