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Autore: Femke    13/04/2011    7 recensioni
Secondo capitolo della Serie.
Penelope aveva una famiglia disastrata: suo fratello gemello Marcus era morto e dopo un anno sua madre lo aveva raggiunto. Gli rimaneva solo suo padre ed è proprio per seguirlo che aveva lasciato Severus, ma sono trascorsi vent'anni e tutto è cambiato... in peggio.
[[Seguito di YOUR LOVE SI MY POTION]]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Sirius Black, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Your Love is...'
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2 penelope 14

Ok, ho ufficialmente le lacrime agli occhi ç_ç In questi giorni sono particolarmente lunatica (Moony *ç*) e il pensiero che questo sia il penultimo capitolo di questa storia... ç_______ç Ok, adesso vado a consolarmi e a scrivere l'ottavo capitolo del seguito XD Ad ogni modo ci tengo tanto a ringraziare tutte quelle persone che mi hanno sostenuto fin dall'inizio come ad esempio Phoebhe76 che mi ha tirato su il morale più di una volta, ma anche chi mi ha raggiunto dopo o addirittura adesso! XD Grazie a tutti e BUONA LETTURA!!!!

14




Penelope si osservò allo specchio per la centesima volta in quegli ultimi dieci minuti.


Che cosa c’era in lei che era piaciuto tanto a Black?


Proprio non capiva che cosa ci trovasse in lei. Adesso che ci rifletteva meglio non riusciva a comprendere neanche Severus.

Ma in fondo, oggettivamente Severus non era bello quanto Sirius. Secondo lei però Black non era affascinante neanche la metà di quanto non lo fosse Snape.

Scrollò il capo rinunciando a capire la logica degli uomini in fatto di bellezza, perché lei non era affatto bella, e cominciò a tamponarsi i capelli bagnati.


Era la mattina di Natale ed era scandalosamente presto, ma lei aveva deciso di svegliarsi a quell'ora per potersi fare una doccia in santa pace, anche prima che Sirius minasse la sua sanità emotiva baciandola a tradimento.


Adesso che ci pensava però anche il primo bacio tra lei e Severus era stato dato a tradimento.


No, le due cose non erano assolutamente equiparabili.


Appena Sirius l’aveva lasciata andare, lei era rimasta imbambolata a fissarlo, shockata per quello che era appena successo e non era riuscita neanche a schiaffeggiarlo, così lui intuendo che forse baciarla non era stata la mossa più intelligente che potesse fare, se n’era andato...


Senza neanche chiederle scusa!


Le erano serviti una decina di minuti buoni per assimilare l’accaduto, poi ne aveva trascorsi altrettanti a gongolare sul fatto che Sirius Black, lo strafigo della scuola l’aveva baciata e poi era tornata coi piedi per terra.


Perché Sirius non aveva alcuna speranza con lei.


Pensando questo aveva liquidato la questione, senza soffermarcisi ancora, ma poi le era sorto un dubbio.


Avrebbe dovuto dire a Severus quello che era successo?


Se glielo avesse detto avrebbe adempiuto al suo dovere di brava fidanzata che non nasconde niente al suo uomo, ma probabilmente avrebbe causato la morte di Sirius. Un qualcosa che non era poi così grave se si considerava che lo stesso Sirius avrebbe potuto dirlo a Severus.


Cosa che non solo avrebbe indicato l’istinto suicida del malandrino e la sua stupidità, ma le avrebbe causato non pochi problemi in quanto Severus poi si sarebbe potuto sentire, giustamente, tradito.


Quindi era giunta alla conclusione che l’odio tra Severus e Sirius avrebbe potuto reggere anche un bacio.


Lo avrebbe detto a Severus.


Finì di vestirsi, si pettinò i capelli e se li asciugò con un colpo di bacchetta. Fatto questo scese al piano di sotto e facendo il più piano possibile raggiunse la cucina, sorridendo serena nel constatare che era la prima ad essersi svegliata.

Si preparò il caffè e ne bevve una bella tazza.


Erano appena le otto di mattina del venticinque di dicembre era normale che tutti dormissero, ma lei era troppo eccitata per l’imminente arrivo di Severus per riuscire a dormire.


_ _ _



Per Severus quella fu la notte più serena dei suoi ultimi quindici anni di vita e la mattina di Natale si svegliò con la consapevolezza che qualcuno lo stava aspettando e il fatto che quel qualcuno fosse proprio Penelope lo rendeva... felice.


Così si fece una doccia, si vestì, prese quello che gli serviva e poi uscì dal castello.


Arrivò a Londra smaterializzandosi e quando gli incantesimi di protezione lo riconobbero, la porta si aprì e lui entrò a Grimmuald Place.


Erano appena le nove e lui sperava di non dover incontrare nessuno.


Solo che non appena la porta si richiuse dietro di sé, Penelope sopraggiunse e col sorriso sulle labbra gli gettò le braccia al collo abbracciandolo stretto.


-Non posso credere che tu sia davvero qui.- mormorò contro il suo orecchio e lui sbuffò.


-Ti avevo detto che sarei venuto.- le fece notare ovvio, ma lei si limitò a sorridere ancora di più e a trascinarlo di sopra.


_ _ _



Penelope mugolò contro le sue labbra cercando la forza d’animo di separarsi dalla bocca dell’altro per riuscire a parlargli, ma le sue mani erano così calde e grandi contro la sua schiena e la stava baciando così dolcemente, da farle scordare persino il suo nome.


Tuttavia la mancanza di ossigeno le venne in aiuto, dato che dopo qualche altro secondo erano entrambi a corto di fiato.


Erano appena entrati in camera e Severus l’aveva stretta contro di sé spingendola contro la porta chiusa e lei non era proprio riuscita a resistergli.


-Ciao anche te...- soffiò contro le sue labbra e Severus sollevò un angolo della bocca in una parvenza di sorriso.


-Se fossi il tipo d’uomo che dice romanticherie di direi che mi sei mancata nonostante siano trascorse a mala pena ventiquattrore, ma non lo sono, quindi non lo dirò.-


Penelope rise e poi sempre sorridente posò il capo contro il suo petto.


-D’accordo, allora apprezzo il pensiero.-


Passarono un paio di minuti abbracciati godendosi la reciproca vicinanza, poi Penelope riuscì a trovare il coraggio di parlare.


-Devo dirti una cosa.- sussurrò e dopo qualche attimo Severus la prese per le spalle, la scostò da sé e guardandola negli occhi inarcò il sopracciglio destro in un modo che Penelope stentò a credere essere umano.


-Non mi piacerà.- dichiarò dopo averla scrutata attentamente e lei arrossì.


-Beh, si... ma ritengo che tu debba saperlo...-


-D’accordo, d’accordo, dillo e basta.- sbuffò il professore andandosi a sedere sul letto, continuando a guardarla.


Con quegli occhi.


Penelope si sentì tremare le ginocchia, ma si impose la calma.

-Ieri... quando sei andato via... ho litigato con Sirius...-


Severus si accigliò e lei si affrettò a continuare. –Poi me ne sono tornata in camera mia offesa e la sera, dopo cena lui mi ha raggiunto e mi ha chiesto scusa...-


Penelope lo vide appena più calmo, forse perché credeva che avesse finito di parlare, così chiese mentalmente scusa a Sirius e decise di sganciare la bomba.


-...poi non so come o perché...- in realtà sapeva il perché e anche il come, ma decise di soprassedere

-...Sirius mi ha baciata.-


_ _ _



Sirius aveva trascorso una nottata che per essere davvero chiari era stata di merda.


La sera prima aveva baciato Penelope anche se era stato chiaro fin dal principio che non avrebbe dovuto farlo, ma quando lei lo aveva guardato in quel modo, non aveva saputo resistere.


Solo che dopo gli era sembrato di stare peggio di prima.


Quella mattina si era svegliato prima del solito e verso le nove e mezzo decise di scendere di sotto. Con sua sorpresa vi trovò Remus intento a leggere il giornale.

-Sei già sveglio.- dichiarò Lupin osservandolo sorpreso e lui scrollò le spalle con indifferenza andandosi a versare un’abbondante tazza di caffè.


-Anche tu.-


-Si, ma per me è normale, tu di norma ti alzi dal letto solo verso le undici se sei particolarmente mattiniero... è successo qualcosa?- chiese infine decidendo di mettere da parte il quotidiano nel vedere le occhiaie sotto gli occhi dell’altro.


Sirius lo osservò per qualche istante ponderando se rispondere o meno alla sua domanda con un bugia quando una porta al piano di sopra venne sbattuta con violenza e la voce di Snape tuonò minacciosa il suo cognome.


-Cazzo...- sussurrò Sirius e Remus lo guardò confuso, ma prima che potesse chiedergli chiarimenti, Severus entrò nella cucina con un’espressione a dir poco infuriata.


Localizzò immediatamente la sua vittima e con due ampie falcate la raggiunse. Lo prese per il bavero della maglietta e lo sbattè contro il muro, riuscendosi soprattutto grazie al fatto che Sirius era troppo shockato dalla forza dell’altro per pensare a reagire.


Remus invece rimase pietrificato a fissare i due non sapendo bene cosa fare.


Penelope raggiunse Severus pochi secondi dopo e quando lo vide trattenere di peso Sirius contro il muro non potè non provare una certa dose di orgoglio.

Dopotutto lo stava facendo perché era geloso di lei.


-Severus!- lo chiamò andandogli velocemente vicino, aggrappandosi al suo braccio nel tentativo, vano, di staccarlo da Black.


-Lascialo, non è successo niente di grave- aggiunse cercando calmarlo, ma forse scelse le parole sbagliate, perché il professore la raggelò con un’occhiataccia prima di tornare a guardare Sirius.


-Se la tocchi un’altra volta, giuro che ti ammazzo.- dichiarò con voce gelida e assolutamente controllata, fu questo a spaventare Sirius più delle parole, perché in qualche modo sapeva che l’altro non stava affatto scherzando.


Allora Severus lo lasciò andare, poi prese Penelope per un braccio ed insieme tornarono al piano di sopra notando a mala pena lo sguardo allucinato di Remus e dei tre ragazzi che erano sopraggiunti poco prima attirati dalle urla del loro professore.


Solo quando furono nuovamente in camera di Penelope, Severus si rese conto di quello che aveva appena fatto.

Impulsivo e idiota, ecco cos’era stato. Ma i suoi pensieri furono interrotti dal sorriso soddisfatto e malizioso dell’altra.


-Non guardarmi in quel modo.- le intimò passandosi una mano tra i capelli e il sorriso di Penelope se possibile si allargò ancora di più.


-Sbaglio o hai appena aggredito Sirius?- gli chiese divertita e lui la guardò male.


-No, perché mi stavo giusto domandando quale motivo avevi per farlo ed in effetti potrebbe essere perché sei geloso di me?-


Severus la guardò ancora peggio.


-Hai intenzione di evitare di rispondere? Beh, è un vero peccato perché se sei geloso allora sarebbe mio dovere rassicurarti, ma se non lo sei...-


Severus la interruppe stringendola con forza a sé per baciarla.

Quando si separarono Penelope sorrise. –Lo prenderò come un si.-


-Oh, sta zitta.-


_ _ _



-Non potrò tornare per un po’.-


Penelope era sdraiata supina col volto rivolto verso Severus che seduto sul letto si stava riabbottonando la camicia.


-Come mai?-


-Il signore Oscuro vorrà sapere il motivo di queste mie visite e non posso inventarmi tutto di sana pianta ogni volta.-


Penelope sospirò appena e quando Severus si girò a guardarla lei gli sorrise.

-Non preoccuparti, io starò bene.-


Lo vide accigliarsi e quasi riuscì a sentire i suoi pensieri da quanto erano chiari. –Non permetterò a Sirius di avvicinarsi, non temere.- aggiunse alzando gli occhi al cielo e lui le lanciò un’occhiataccia.


Allora lei si mise in ginocchio sul materasso e coprendosi con il lenzuolo si sporse verso di lui posando lievemente le labbra sulle sue, in un bacio lieve.

-Non ti libererai da me tanto facilmente.-


Severus sorrise appena e poi si alzò in piedi.


-Quando potrai tornare?- gli chiese allora osservandolo rimettersi la casacca nera.


-Credo che prima che inizi nuovamente la scuola riuscirò a venire un’altra volta, ma non posso prometterti niente.-


-Ok... allora ciao.- mormorò e lui posò una mano sulla maniglia della porta quando Penelope scese velocemente dal letto e lo raggiunse abbracciandolo con forza da dietro.


-Sta attento.-


-Lo sono sempre.- e dopo averle accarezzato il dorso della mano si liberò della sua stretta uscendo dalla stanza.


   
 
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