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Autore: AntheaMalec    13/04/2011    3 recensioni
Avevo sempre creduto che nella vita ci fosse sempre una seconda scelta. L'avevo sempre creduto fino a quando quel perverso gioco non aveva avuto inizio.
La storia di una ragazza che è di fronte ad una scelta difficile. Una ragazza che è protagonista di un gioco mortale.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Game over.








Avevo sempre creduto, nella poca esperienza accumulata nella mia ridotta vita da ventiduenne, che esisteva sempre una seconda scelta, un'opportunità o una via di fuga da cui scappare quando la situazione si faceva più complicata del previsto.

Lo credevo davvero, fino a quando tutto quel perverso gioco non aveva avuto inizio, lo credevo fino a quando le mie scelte non avevano influenzato drasticamente le vite delle persone a cui tenevo maggiormente.
Ora il gioco era arrivato al termine.
La conclusione più tremenda che si potesse anche solo immaginare.
Era arrivata la fine e questo comportava la peggiore delle conseguenze.
Ci avevano rinchiusi in quella stanza, ero stata braccata come un'animale e non era servito a nulla nascondersi, non era servito a nulla opporre resistenza. Mi avevano trovato e mi avevano rinchiuso in quella stanza spoglia di ogni cosa, spoglia di ogni via d'uscita possibile.
Ma non ero sola.
Avevano rinchiuso in quella prigione anche Andrea e Marika, entrambi terrorizzati a tal punto da tremare.
Non potevo fare nulla se non tenere quella maledetta pistola nella mano destra, pronta a colpire con una sola pressione del mio dito.
Non c'era bisogno di alcuna istruzione per capire come quella tragedia dovesse finire.
Non osavo neanche sfiorare con il pensiero l'idea di fare del male ad uno di loro.
Andrea era l'amico di cui ero innamorata da più di due anni, tenendolo all'oscuro da questa imbarazzante verità che avrebbe compromesso irreparabilmente il nostro rapporto.
Probabilmente non riusciva nemmeno a capire cosa c'entrasse lui con tutta quella losca faccenda, ma tutti e tre rimanevamo in un silenzio di tomba.
Non avrei potuto uccidere Andrea nonostante mi avesse fatto soffrire molte volte facendomi credere di non poter riuscire ad andare avanti.
Spostai il mio sguardo su Marika che osservava la scena con consapevolezza.
Lei che era sempre stata il mio porto sicuro quando il mare si faceva troppo impetuoso, lei che semplicemente era una una sorella.
- Il gioco si deve concludere. -
Una voce metallica rimbombò nella stanza facendomi aumentare il battito cardiaco,
La scelta più difficile del mondo, la scelta che avrebbe portato sensi di colpa indelebili.
Ora potevo capire come ci si poteva sentire quando non c'era più nessuna via d'uscita.
Qualcuno sarebbe morto, qualcuno avrebbe sofferto ed io non volevo causare ulteriori disastri.
Presi l'unicascelta sensata e forse la più dolorosa.
Fissai la mano destra, cercando in tutti i modi di posticipare quel momento il più possibile.
Alzai il braccio e strinsi in una morsa sudata il metallo della pistola.
Un solo colpo e tutto sarebbe finito.
Guardai ancora una volta gli occhi delle persone a me care e ciò chestavo per fare mi sembrò l'unica soluzione opportuna da prendere.
Sparai.
Una sola lacrima scese dai miei occhi prima che il proiettile mi trapassasse la tempia.
L'unica scelta giusta per porre fine a tutte le sofferenze ed ai problemi che avevo creato.
Speravo solamente che quel gesto sarebbe servito a qualcosa, a salvare Marika ed Andrea da un destino che non era il loro.
Chiusi gli occhi e aspettai la morte, percepondola strisciare ogni secondo di più nelle mie vene.
Sentii anche le urla ovattate dei miei due migliori amici.
Magari in una vita prossima saremmo stati insieme, Andrea ed io, con una famiglia e una villa in campagna.
Poi tutto si fece nero e freddo e morii.
Nessuna morte felice, nessuna morte naturale.
Solo una morte giusta per una persone che aveva commesso tanti errori.
Lasciai tutti i miei sogni e le mie speranze racchiusi in quella stanza dai muri opprimenti.
Solo una voce risuonò nella camera.
- Game over. -
Era finita, ma non c'era stata una seconda scelta, solo l'inevitabile.

   
 
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