Anime & Manga > Suzumiya Haruhi no yūutsu
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Autore: moonyHYSTERIA    13/04/2011    1 recensioni
E così sono diventata una normale studentessa liceale senza troppe preoccupazioni per la testa.
Fino al giorno in cui mi sono scontrata con Haruki Suzumiya.
Genere: Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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In realtà non avevo nessun problema a mangiare da sola, ma non volevo avere una brutta impressione sugli altri che mangiavano tutti insieme con i loro amici, così sembravo un’emarginata! Per questo mangiavo il pranzo con la mia compagna delle medie Kunikada e con una ex studentessa della East Junior High chiamata Taniguchi, che sedeva di posto affianco a me. Cominciammo a parlare di Haruki.

«Hai cercato di parlare con Suzumiya?» chiese Taniguchi innocentemente. Io annuii. «E poi lui ti ha risposto delle cose strane e tu non sapevi come rispondergli?» Annuii nuovamente. Taniguchi mise in bocca il suo uovo sodo e, masticandolo, disse «Se quel ragazzo fosse interessato a te, non direbbe cose strane come quelle. Stammi a sentire, questo è un consiglio da amica: rinuncia. Dovresti già aver capito che non è normale come tipo. Sono stata in classe lui tre anni di fila e so bene com’è fatto.»  Così iniziò la conversazione. «Ha sempre fatto cose incredibili e sconcertanti. Pensavo che quando sarebbe arrivato al liceo si sarebbe contenuto… ma l’hai sentita la sua presentazione?»

Kunikida era intenta nel togliere le lische dal suo pesce fritto, ma poi si infilò nella conversazione. «Intenti quel fatto degli alieni?»

«Esatto. Anche alle medie ha sempre detto e fatto una marea di robe strane. Per esempio quell’episodio di vandalismo!»

«Vandalismo? Che cosa è successo?»

«Hai presente quei cosi che si usano per disegnare le linee nei campi? Quelle cose fatte di gesso… Vabbè, ora non mi viene il nome. Insomma, si era infiltrato a scuola di notte e con quel aggeggio ha disegnato un enorme simbolo al centro del cortile della scuola.» Taniguchi mentre raccontava aveva un sorriso sulle labbra, evidentemente stava ricordando l’episodio. «Fu davvero sconvolgente. Quel mattino andai a scuola presto e tutto quello che vidi furono cerchi e triangoli. Non riuscivo a capire che cosa significassero, allora andai al quarto piano per avere una visione panoramica completa. Sinceramente non sono ancora riuscita a capire che cosa volessero significare.»

«Mi pare di averne già sentito parlare, ne avevano parlato anche sui giornali e avevano fatto anche delle riprese con un elicottero! Quel simbolo ricordava i pittogrammi di Nazca» aggiunse Kunikida.

«Ah sì, l’articolo era chiamato qualcosa tipo “misterioso vandalo notturno colpisce la scuola”!»

«Ti prego,» dissi fissando sconcertata Taniguchi «non dirmi che è stato lui.»

«L’ha ammesso lui stesso. Naturalmente fu chiamato in presidenza e ogni professore era lì, chiedendogli perché avesse fatto una cosa del genere.»

«E perché l’ha fatto, allora?»

«Non ne ho la più pallida idea.» Rispose Taniguchi piattamente.

«Si è rifiutato di dire qualunque cosa.» Aggiunse Kunikada.

«Mi sembra ovvio, quando ti fissa con quel suo sguardo, finisci sempre per arrenderti in qualunque cosa. Alcuni dissero che aveva disegnato quel simbolo per richiamare gli UFO, o per evocare mostri, o che stava cercando di aprire un portale per un mondo parallelo, eccetera. Ma finché il colpevole si rifiuta di parlare non sapremo mai se quelle voci siano vere.»

«Già, fino ad oggi è ancora un mistero.»

Cercai di immaginarmi Haruki col suo sguardo diretto, occupato a tracciare linee nel mezzo del cortile di notte… Probabilmente lo avrebbe realmente fatto per richiamare UFO, evocare mostri, o aprire un portale per un mondo parallelo, magari ci avrebbe lavorato per un’intera notte, ma non si era mostrato nulla, e allora se ne era andato con un sentimento di sconfitta addosso. Brrr.

«E questa non è mica l’unica cosa che ha fatto!» Taniguchi continuò il discorso, piluccando il suo pranzo. «Una volta ero arrivato in classe e ho trovato tutti i banchi spostati nel corridoio, oppure un’altra volta abbiamo trovato una stella dipinta sul tetto della scuola. Un’altra volta attaccava talismani di carta per la classe. Davvero non lo riesco a capire.»

Suzumiya Haruki in quel momento non era in classe, altrimenti non avremmo mai incominciato quella conversazione. Però, anche se ci avesse sentito, non gliene sarebbe fregato niente. Di solito lasciava la classe subito dopo la quarta ora, per tornare poco prima dell’inizio della quinta. Non portava il pranzo da casa, quindi credevo che andasse al bar per mangiare, ma non ci voleva mica un’ora per mangiare, no? E poi alla fine di ogni lezione scompariva. E dove diavolo andava?

«Però è molto popolare tra le ragazze! È affascinante, atletico e intelligente! Anche se è strano e se tiene la bocca chiusa, non è poi così male.»

«Da dove hai avuto tutti questi pettegolezzi, Taniguchi?» chiese Kunikida.

«C’è stato un periodo in cui cambiava fidanzata senza tregua. Da quel che ho sentito la relazione più lunga è durata una settimana, mentre quella più corta è finita dopo cinque minuti. L’unica ragione che Suzumiya dava per mollare le ragazze, era “non ho tempo per socializzare con normali esseri umani”.» Taniguchi sembrava parlare per esperienza e, notando il mio sguardo malizioso, si agitò. «L’ho sentito da altre persone, non mi guardare così! Per qualche motivo, lui non rifiutava mai una confessione, ma al terzo anno oramai avevano capito tutti e nessuno voleva più dichiararsi a lui. Ho il presentimento che la storia si ripeterà anche qui al liceo. Quindi ti avverto subito: arrenditi. Ci sono stato in classe con lui per ben tre anni!»

Dimmi quello che ti pare, ma non sono interessata a lui in quel senso, pensai.

Taniguchi mise il suo cestino del pranzo nello zaino e si lasciò scappare una risata. «Se dovessi scegliere qualcuno, sceglierei lui: Asakura Ryou. Giudicando dalla mia analisi, entra definitivamente nella mia lista “i ragazzi più fighi del primo anno”!»

«Hai “giudicato” ogni singolo ragazzo del primo anno?»

«Ho semplicemente raggruppato i ragazzi nelle categorie dalla A alla D, ma mi ricordo solo i nomi dei ragazzi nel gruppo A.»

«Allora quel Asakura Ryou è un A?» chiese Kunikida.

«Lui è un AA+! Guarda che bel faccino! Il suo carattere deve essere di prima classe!»

Dopotutto Asakura Ryou era un tipo di ragazzo davvero affascinante, del tutto diverso da Suzumiya Haruki. Prima di tutto era molto bello e aveva un sorriso stupendo, che dava l’impressione di altruismo. Il suo carattere poi sembrava rispecchiare la descrizione di Taniguchi: in questi giorni nessuno cercava di parlare con Haruki, eccetto Asakura. Non importava quanto Suzumiya fosse aspro, Asakura cercava ancora di parlargli di tanto in tanto. Era così appassionato che si comportava quasi come se fosse il capoclasse. Poi dal modo in cui rispondeva alle domande in classe si capiva che era intelligente, agli occhi dei professori era probabilmente uno studente modello. La scuola era iniziata da appena una settimana ed era già sulla buona strada per diventare il fulcro degli studenti della nostra classe. Sembrava che fosse nato con la capacità di attrarre le persone. Se il torvo e ossessionato della fantascienza Suzumiya Haruki viene paragonato ad Asakura Ryou, la scelta mi pare più che ovvia.

  
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