Il viso di Hermione sbucò da dietro il giornale. Per
l’ennesima settimana, in prima pagina era riportato l’articolo che parlava
della caduta di Voldemort. “ Quest’estate è successo un miracolo, una cosa che
tutta la comunità dei maghi sperava da anni (per voler creare suspence, come se
l’Inghilterra non sapesse di cosa si trattava). Il celebre Harry Potter, con il
prezioso aiuto dei suoi amici Ron Weasley, Hermione Granger e Ginny Weasley,
tutti giovani studenti della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, si è
coraggiosamente battuto contro Lord Voldemort e lo ha portato alla morte con
astute e abili mosse. Nessuno dei 4 eroi ha rilasciato interviste in proposito
ma il ministero ha provato tramite delle testimonianze e tramite degli indizi a
ricostruire i fatti.. continua a pagina5”
E fin qui tutto bene. Ma da molti giorni era riportata su
tutti i giornali la notizia che diceva che i più fedeli mangiamorte di
Voldemort non si erano arresi dopo la sua caduta, che stavano arruolando nella setta
sempre più persone, ragazzi con la passione per le arti oscure, perlopiù. Erano
ancora convinti che Voldemort non era
mai morto, ma era semplicemente successo quello che era successo 16 anni prima.
E anche Harry, Ron ed Hermione per la prima volta nella loro
vita, erano d’accordo con loro. Sapevano che Voldemort era da qualche parte,
ancora vivo.
Ma volevano concentrasi sul presente. Erano nella tana,
tutti insieme, felici, e volevano godersi al meglio la loro felicità. Volevano
guardare il presente. Non preoccuparsi del futuro. Non rimuginare sul passato.
Un giorno Voldemort sarebbe tornato, ne erano consapevoli, e quel giorno
avrebbero vendicato la morte di Sirius, di Cedric, di Silente, di James e di
Lily. Ma fino a quel momento avrebbero vissuto con serenità la quiete dopo la
tempesta che li avvolgeva.
Ron prese un toast e ci mise sopra del bacon. Se lo portò
alla bocca ma non appena lo morse, un urlo lo fece sobbalzare e gli fece andare
un pezzo di bacon di traverso.
-le lettere!- strillò Hermione.
Dopo aver espulso l’ultimo tocco di carne che gli si era
incastrato in gola, Ron si alzò e aprì la sua lettera, che come ogni anno li
invitava a tornare a scuola e a comprare i libri scolastici. Come ogni anno,
ogni volta che arrivavano le lettere, andavano a Diagon Alley, era come una
tradizione.
Così tutti e quattro salirono sopra e si prepararono per
andare a fare compere.
Swoum. si accese
il camino della metropolvere. Harry aveva preso già molto volte la
metropolvere, una volta, addirittura, aveva mandato solo la sua testa, ma aveva
comunque una certa paura. Per Ron era invece una cosa normalissima. Fece un
passo dentro il camino, prese la metropolvere e scandì chiaramente le parole:
-Diagon Alley-
Si sentì scivolare per qualche secondo, poi scese nel giusto
focolare, alla locanda di Tom. Si sgrullò dalla polvere mentre aspettava il
resto della comitiva che li raggiungeva.
Si cominciò a guardare intorno. Arrivò Harry. Poi Ginny. Gli
altri, chissà perché, ritardavano ad arrivare. Si mise le mani in tasca,
palpando il contenuto. Si accorse che mancava un galeone. Cominciò a cercarlo
preoccupato, gli serviva per comprarsi qualcosa da “Tiri vispi Weasley”, il
negozio degli scherzi di Fred e George. Poi lo vide luccicare davanti al
camino. Probabilmente gli era scivolato durante la caduta. Si avvicinò al
camino e si chinò per raccoglierlo. Proprio in quel momento sentì un gridolino
spaventato e subito si ritrovò a terra, con la testa dolorante per la botta e
una caviglia in una stranissima posizione, rigirata sotto l’altra gamba. E
sopra di lui c’era una persona. Una ragazza. Appena i loro occhi si
incrociarono diventarono improvvisamente di un colore che era tra il rosso e il bordeaux . Lui sulle orecchie e
lei sulle guance. Hermione saltò subito in piedi, cosa che anche Ron avrebbe
voluto fare. Ma la caviglia gli faceva molto male. E la testa gli girava. Ma
non capiva più se era per la botta o perché avevano avuto appena un contatto
fisico. Provò a sedersi, riuscì a vedere per un secondo Hermione che si spolverava
i pantaloni, ma poi ricadde all’ indietro e tornò a guardare le gambe del
tavolo.
-oddio, scusami Ron!- si scusò timidamente
Hermione.
-no, niente, dov’è Harry?- chiese Ron ancora
frastornato.
-Ad offrire un gelato a Ginny. Ti ho fatto male?-
chiese Hermione, decisa a tornare sull’ argomento.
-ma no, è stata solo una botta- rispose Ron,
cercando di assumere a tutti i costi una voce autoritaria. La testa aveva
smesso di girargli, ma ora il cuore gli batteva all’ impazzata. E la caviglia
gli doleva in modo atroce. Provò ad alzarsi con la gamba sana, ma fu costretto
a sedersi sulla sedia più vicina poiché non riusciva a reggersi in piedi.
-Ti fa male la gamba, Ron?- chiese Hermione
preoccupata. Ron si accorse che non usava mai dire il suoi nome alla fine di
una frase, anche quando era indirizzata a lui.
- è solo una botta. Mi sta già passando-
rispose Ron, che sperava in tutti i modi che quello che aveva appena detto si sarebbe
realizzato.
Hermione, però, che non gli credette, era già china su di
lui. Guardò un po’ la gamba, poi fece un incantesimo e delle bende cominciarono
a stringere la gamba di Ron. Inizialmente emise un gemito di dolore, poi
cominciò a prenderci l’abitudine e tra
un sussulto e l’altro gli disse.
-però, non male come infermiera-
Lei rispose con un sorriso e tornarono di nuovo tutti e due
rossi.
In quel momento Harry e Ginny entrarono nella locanda,
interrompendo, con un certo sollievo di tutti e due, l’imbarazzante situazione
che si era creata tra Ron e Hermione.
- che cosa hai fatto- chiese Harry a Ron.
Hermione e Ron spiegarono la faccenda, cercando di renderla
il meno ridicolo possibile, ma nonostante tutto, Harry e Ginny scoppiarono in
una fragorosa risata.
-bè, speriamo che guarisci per la prossima settimana,
quando torneremo ad Hogwarts-
Gli disse Ginny, ancora sussultando dalle risate.
Non ci aveva pensato. Stavano per tornare ad Hogwarts, la
loro seconda casa. Gli dispiaceva, certo, che le vacanze erano finite, ma in
compenso era contento di tornare nel suo dormitorio. Pensò se effettivamente la
scuola fosse rimasta chiusa, e pensò che gli sarebbe dispiaciuto più che
terminare le vacanze.
La giornata di acquisti a Diagon Alley passo velocemente.
Prima girarono in cerca dei libri scolastici, poi in cerca di penne, calderoni
e bilance. Pranzarono da Madama Rosmerta, poi andarono a vedere “Tiri vispi
Weasley, il negozio di Fred e George. Passarono il tempo a girare per i negozi
e a vedere tutto ciò che era appena uscito sul mercato, anche se tutti sapevano
che non si sarebbero potuti comprare quasi nulla.
Il signore e la signora Weasley diedero ai ragazzi il
permesso di girare per Diagon Alley da soli, e passarono un fantastico
pomeriggio insieme.
Tanto in fretta trascorse quella giornata, tanto in fretta trascorsero
i giorni che li separavano dalla partenza.
Finché, una mattina, tutta la tana fu svegliata dalla
signora Weasley che li incitava ad alzarsi e a prendere i bauli.
Come ogni anno, la partenza fu molto confusionaria. Si
correva a destra e a sinistra, su e giù per i piani. Fu tutto molto frenetico,
ma non mancarono le risate.
Harry e Ginny stavano correndo in senso opposto per le
scale, distrattamente, cosicché intrupparono e sbatterono le teste.
Involontariamente, Harry gli diede un bacio sulla testa, nel punto in cui si
erano dati la botta. Resosi conto solo dopo di ciò che aveva fatto, era
diventato rosso come un peperone e si
era fiondato fuori dalla portata di tutti, che ridevano come matti.
Quell’ anno sarebbero andati al binario 9 ¾ tramite una
passaporta che il Signor Weasley aveva preso in affitto.
Così quando furono tutti pronti si aggrapparono ad una
maniglia staccata da una porta e si ritrovarono pochi secondi dopo stipati
tutti e sei dentro una cabina telefonica non distante dalla stazione di King’s
Cross.
L’entrata per il binario 9 ¾ non fu particolarmente
complicato. Quel giorno la stazione era poco affollata, e in più c’erano molti
maghi che si aiutavano a vicenda per nascondere il passaggio attraverso la
barriera.
Un secondo solo per attraversare la barriera, e Ron si
ritrovò nella familiare stazione, davanti al treno rosso a vapore su cui erano
stati tante volte volentieri e sul quale tante volte avevano avuto paura di
ritrovarsi in seguito alla trasgressione di qualche importante regola.
Si sentì una strana sensazione in ventre. Era il loro ultimo
viaggio di andata per Hogwarts. Era strano.
Si sistemarono tutti e quattro nello stesso vagone. Ginny
rimase per poco con loro, perché quasi subito arrivarono dei ragazzi del suo
anno che la invitarono nel loro vagone.
Il viaggio si rivelò piuttosto monotono. Fino a che non
arrivò Malfoy a rompere le scatole.
- Commuovente.- disse con voce melliflua.
- Cosa ci trovi di commuovente nel vedere tre ragazzi
che viaggiano su un treno, Malfoy?- chiese Harry con tono di scherno che
sembrava però molto irritato.
- Commuovente come duri ancora saldamente l’amicizia
di un Prescelto, un povero e una mezzosangue anche dopo la morte del loro
amatissimo preside-
Ron capì che non c’era collegamento tra la loro amicizia e la morte di
Silente. Sapeva che era solo un modo per insultarli e per ricordargli la
dolorosa morte.
Infatti, non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò
con le nocche sue e di Harry puntate sotto il mento.
Sul suo volto era dipinto un ghigno, il suo tipico ghigno, e
le mani erano serrate in un pugno e poggiate alla porta dello scompartimento
per evitare di cadere.
Poi Ron si sentì scansare dal dolce tocco della mano di
Hermione che si avvicinò al viso prepotente di Draco. Lui per tutta risposta le
accarezzò il viso, sempre con il suo solito ghigno, e le sussurrò:
-Ricordati che non è prudente mettersi contro i
superiori-
Ron, istintivamente, scansò violento il braccio di Draco dal
viso di Hermione. Lo infastidiva il pensiero che un essere come lui poteva
toccarla.
Improvvisamente si cancellò il ghigno che aveva sempre
tenuto, sostituito da una smorfia di rabbia e disgusto. E se ne andò dal loro
scompartimento,lasciando Hermione ancora disgustata da quello che le aveva appena
fatto. Si guardarono tutti e tre senza però proferir parola.
Il viaggio tornò ad essere molto monotono.
Il cielo cominciò ad incupirsi.
Ron ripensò alle sue avventure con Harry ed Hermione, e
benché fossero state tutte molto terrificanti, le avrebbe rivissute volentieri
tutte pur di scacciare quel lungo momento di noia.
Avrebbe voluto non averlo mai pensato, perché solo pochi
secondi dopo si sentì il corpo stringersi in una morsa e piano piano cominciò a
sollevarsi e dirigersi verso il finestrino. Quello si aprì con un tonfo, e Ron
si ritrovò fuori, appeso solo ad una parete del treno, al di fuori di esso nel
gelido vento. La morsa lo lasciò ma ora si ritrovava aggrappato al di fuori del
treno che correva ad alta velocità. Il vento e la paura non lo facevano
respirare. Sentì la mano di Harry afferrarlo, ma non riusciva a tirarlo su a
causa del vento la cui potenza era triplicata per la velocità.
-Harry..- gemette Ron senza fiato
-a-aiutami ti prego-
Le lacrime che si erano create per lo sforzo e per il dolore
gli appannarono la vista, ma ciò non gli impedì di vedere il volto preoccupato
di Hermione affacciato al finestrino, con i lunghi capelli al vento.
Si sentiva svenire. Dentro la gran confusione nella sua
testa e il rumore del vento nelle orecchie, Ron riusciva a sentire comunque
Harry che lo chiamava disperatamente. Sentì un rovo impigliarsi al pantalone.
Scrollò la gamba con violenza, per non rimanere incastrato. Il ramo si spezzo e
dei ramoscelli restarono impigliati al pantalone. Ron fece forza sulle braccia.
Cercò di avvicinare il suo corpo al finestrino. Le lacrime, dopo quello sforzo,
si versarono dagli occhi. Ora con le braccia era completamente dentro al
vagone. Sentì la mano di Hermione unirsi a quella di Harry e finalmente
riuscirono a trascinarlo dentro al treno. Era sdraiato sulla moquette, facendo
lunghi sospiri per riprendersi. I rovi gli avevano fatto dei taglietti sulla
gamba che nemmeno notò di avere. Hermione lo aiutò a rialzarsi, chiedendo ogni
secondo come stava. Harry intanto gli diede un pezzo di cioccolata per aiutarsi
a riprendersi. Piano piano i battiti cardiaci e i respiri di Ron si fecero
regolari. Aveva i capelli spettinati e la faccia livida dallo sforzo, ma si riprese, in tempo perché si
intravedesse dai finestrini del treno la famigliare figura del castello
maestoso tutto illuminato. Stavano per cominciare il loro ultimo anno ad
Hogwarts.