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Autore: redcokehobos    14/04/2011    18 recensioni
“Bella, tutto bene?” disse mio padre, prima di aprire la porta della mia camera. Mi voltai di scatto. “Ehi piccola…”
“Papà! Che sorpresa vederti, come mai così presto?” chiesi, cercando di sembrare tranquilla.
“Fai schifo come attrice” mi sussurrò il mio
adorato ragazzo, dall’interno del mobile. Mi appoggiai ancora più agli sportelli, schiacciandolo completamente dentro “Ahi” Strettino, Edward?
Edward e Bella, diciassettenni, entrambi umani, ma sempre con lo stesso vizio.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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Ultimamente mi sono appassionata alle AU.
Attraverso Edward e Bella, si possono raccontare storie nuove.
Ho voluto sperimentare anch’io, senza però discostarmi più di tanto dall’originale.
Quindi Edward e Bella, entrambi umani, ma sempre con lo stesso vizio.
Ps.: Grazie a Marty e Lety per l’entusiasmo (vi adoro <3) e ad Anto per aver fatto da cavia :)

  

 

Corri, amore. Corri.

 


“Mmm…” mormorai, stiracchiandomi tra le lenzuola. Aprii piano gli occhi, dalla persiana socchiusa filtrava un pallidissimo raggio di luce. Doveva essere l’alba. Voltai il capo in direzione del mio comodino: la sveglia segnava la 5:15. Sospirai, rilassata, prima di girarmi completamente dall’altro lato, facendo attenzione a non muovermi troppo goffamente nel mio piccolo spazio di materasso. Accanto a me, Edward dormiva tranquillamente, l’espressione serena, come quella di un bambino. La bocca leggermente socchiusa, i capelli spettinati e la sua naturale bellezza, lo facevano assomigliare ad un tenero angioletto in quel momento. Un sorriso spontaneo comparì sul mio volto, mentre continuavo ad osservarlo. Era rimasto a dormire con me, come ormai faceva da un paio di mesi ogni volta che mio padre aveva il turno di notte. Più volte avevo ripetuto quanto non mi piacesse restare sola in casa, non riuscivo a dormire tranquillamente, così si era offerto di rimanere con me. Ovviamente, tutto all’insaputa di Charlie. Non volevo neanche immaginare cosa avrebbe fatto se fosse venuto a sapere che sua figlia, diciassettenne, dormiva un paio di notti alla settimana con il suo ragazzo. Non che facessimo niente di male, sia chiaro, ma un padre è pur sempre un padre. Allungai una mano per accarezzargli quei capelli ramati, costantemente arruffati, e poi scesi giù, seguendo il profilo dritto e regolare della sua mascella, fino a sfiorare piano la guancia diafana, facendo il possibile per non svegliarlo. Era bellissimo. Ed io ero cotta marcia. Mi accoccolai meglio a lui, poggiando la testa sulla sua spalla ed abbracciandolo, e chiusi gli occhi, sospirando piano. Ero serena e tranquilla con lui accanto, mi dava un senso di sicurezza.
Improvvisamente sentii un tonfo provenire dal piano inferiore, che mi fece aprire subito gli occhi. Passarono pochi istanti prima di sentirne un altro e poi il rumore di pochi passi. Ma che diavolo… Mi alzai dal letto, cercando di muovere il meno possibile il materasso per non svegliare Edward, e mi accostai alla porta. La socchiusi, facendo entrare nella stanza semibuia un po’ della luce che qualcuno aveva acceso in corridoio, cosa che mi accecò. Con un occhio sbirciai fuori e… “Oh cazzo” mormorai, sbiancando.
Charlie. Mio padre. Era già a casa. Non era possibile, il suo turno sarebbe terminato alle 9, non poteva essere già a casa! Corsi alla finestra ma inciampai tra le lenzuola che erano cadute a terra dal letto, mi rialzai e aprii completamente la persiana, permettendo alla luce di entrare. Salii subito sul letto e mi ci inginocchiai sopra. “Edward” lo chiamai a mezza voce, nel panico. Charlie sarebbe venuto sicuramente a controllarmi a minuti, e se lo avesse trovato nel mio letto… addio vita. Edward in tutta risposta si voltò dall’altro lato, ignorandomi. “Edward!”
“Mmm” mugugnò, sistemandosi sul cuscino “ho sonno… voglio dormire…”
“Edward, svegliati” lo pregai, scuotendolo un po’.
“Bella…” sbiascicò “no… la Volvo no, si graffia…”

Se non apri immediatamente gli occhi le do fuoco, alla tua amata auto, altro che graffio… “Uffa” piagnucolai disperata, continuando a scuoterlo “Edward, ti prego, è tornato mio padre” Sbuffò, tornando supino, ed aprendo piano gli occhi: finalmente si stava svegliando. “Amore, che succede?” mi chiese con la voce ancora impastata dal sonno.
“Alzati, è tornato mio padre” esclamai, cercando di non urlare. Spalancò gli occhi all’istante e si mise di scatto seduto.
“Ma che ore sono?”
“Sono le 5:30” dissi, saltando giù dal letto e cominciando a raccogliere le sue cose “non so cosa cavolo ci faccia qui, so solo che se ci becca siamo morti!”
“Calmati, Bella… calmati” disse con un tono che rasentava l’isterico, infilandosi velocemente pantaloni e maglietta, io gli lanciai le scarpe.
“Devi nasconderti da qualche parte” dissi agitata, continuando a fare su e giù per la stanza “Ma dove? Dove, dove, dove…”
“Bella, attenzione!” esclamò a mezza voce.
“Che…?” ma non feci in tempo a chiedere che il mio piede, inciampando in un cavo, portò giù con sé la lampada da studio che cadde sul pavimento, rompendosi in mille pezzi. Gelai sul posto.
“Bella? Sei sveglia?” La voce di mio padre non tardò ad arrivare dal piano inferiore. Io ed Edward ci guardammo negli occhi e scattammo all’istante.
“Nell’armadio, nasconditi nell’armadio” esclamai, spingendolo verso il mobile.
“E’ troppo piccolo, Bella, non ci entro!”
“Ti stringi” gli risposi, spiccia.
“Poi cosa faccio? Non posso mica uscire dalla porta d’ingresso!”
“Mentre io lo distraggo, tu… tu…” mi guardai intorno, in cerca di aiuto, fino ad avere il lampo di genio “tu esci dalla finestra!” Mi guardò come se fossi impazzita.
“Scordatelo, è troppo alto, rischio di spezzarmi l’osso del collo!”
“Preferisci che te lo spezzi mio padre?” Sentimmo dei passi salire le scale e farsi sempre più vicini.
“Se mi uccide, sappi che ti ho amata” mi disse, stampandomi velocemente un bacio per poi infilarsi nell’armadio. Alzai gli occhi al cielo, mentre chiudevo le ante: il solito melodrammatico.
“Bella, tutto bene?” disse mio padre, prima di aprire la porta della mia camera. Mi voltai di scatto. “Ehi piccola…”
“Papà! Che sorpresa vederti, come mai così presto?” chiesi, cercando di sembrare tranquilla.
“Fai schifo come attrice” mi sussurrò il mio adorato ragazzo, dall’interno del mobile. Mi appoggiai ancora più agli sportelli, schiacciandolo completamente dentro “Ahi” Strettino, Edward?
“C’era veramente poco lavoro in centrale, così sono tornato prima” mi spiegò mio padre “Tu? Cos’è successo qui?”
“Ehm… stavo per scendere giù a bere un po’ d’acqua ma, con il buio, sono inciampata e… e… niente, è caduta la lampada” spiegai, inventando al momento una bugia.
“Sempre la solita sbadata” borbottò lui “Torna a dormire, è ancora presto”
“Scendo con te! Sai, ho…” tossii, per sottolineare la gola secca “ho ancora sete”
“D’accordo” disse lasciando la porta aperta e precedendomi per le scale. Lo raggiunsi velocemente e mi voltai per chiudere la porta ma prima dovevo dare il via libera ad Edward.
“Muoviti, esci” dissi a mezza voce. Si affacciò dall’armadio e si guardò intorno prima di uscire in punta di piedi. Feci segno di uscire dalla finestra, ma lui scuoteva il capo, facendo dei gesti con le mani. Gli lancia un’occhiataccia, mimando il suo sgozzamento.
“Bella, ci sei?” Mi girai verso papà, che mi guardava in modo strano dal fondo delle scale, e chiusi subito la porta.
“Sì, eccomi” Scesi velocemente i gradini e mi diressi in cucina dove, dopo aver bevuto un bicchiere d’acqua, mi poggiai al ripiano, in modo che potessi tenere d’occhio la finestra che dava sul retro.
“Non torni a dormire?” mi chiese Charlie, mentre guardavo fuori: di Edward nemmeno l’ombra.
“Dove diamine ti sei cacciato?” dissi, tra me e me.
“Cosa hai detto?”
“Cosa?” chiesi, prestandogli un po’ della mia attenzione.
“Bella, sicura di stare bene?” mi chiese preoccupato. Improvvisamente, vidi qualcosa cadere vicino l’albero che cresceva di fronte la finestra della mia camera. Peccato che l’atterraggio non gli fosse andato benissimo e fosse scivolato di sedere. Ahia… Si alzò, scuotendosi di dosso la terra che si era attaccata ai jeans dopo la caduta, poi mi notò e mi fece il suo sorriso sghembo, quello riservato a me. Trattenni un risolino. “Ho sentito un tonfo fuori…” La voce curiosa di mio padre, che si era pericolosamente avvicinato alla finestra, mi ridestò.
“No, papà! Era solo il gatto dei vicini” lo rassicurai, avvicinandomi e facendolo voltare di spalle alla finestra, mentre vidi Edward correre via “Ehm… perché non vai a riposarti? Hai lavorato tutta la notte…”
“Già, credo proprio che andrò a fare un pisolino” concordò con me.
“Ecco, io torno a letto… buon riposo” gli augurai, dandogli un bacio sulla guancia. Borbottò qualcosa imbarazzato da quella dimostrazione d’affetto ma non capii perché mi ero già precipitata su per le scale. Chiusi la porta della mia camera e mi sedetti sul letto dove, fino a dieci minuti prima, c’era Edward. Mi sdraiai, tirando un sospiro di sollievo ed affondando la testa sul cuscino: potevo sentire ancora il suo odore. Inspirai, beandomi di quel profumo, quando sentii vibrare il mio cellulare.
Un messaggio di Edward. 


Bella, amore, ma ora come ci arrivo fino a casa?
È un po’ fuori mano, sai com’è. Sono giusto un po’ di kilometri di foresta… 


Sorrisi. Non c’era la sua adorata Volvo a soccorrerlo, questa volta. 


Corri, amore. Corri.

 

 

 

 

*Piccole precisazioni e riferimenti*
Edward non ha alle spalle più di cento anni e non è neanche un vampiro, quindi niente velocità, salti atletici, lettura del pensiero, udito acutissimo e… dorme.
La fissa per la Volvo c’è, ovviamente, e nella mia mente è anche un ottimo pianista. Essendo un bravo ragazzo come l’Edward originale – perché, anche se non ha tutta la stessa esperienza, è sempre lui -, non lascerebbe mai la sua Bella dormire sola quando il padre non c’è. Quando c’è, non si azzarda, anche perché senza il suo dono, Charlie li beccherebbe subito. Il suo lato melodrammatico e teatrale rimane (mi è rimasta impressa la frase che dice Alice a Bella durante il viaggio in aereo in New Moon a proposito di ciò) e a noi piace così.
Bella… beh, Bella cambia il suo atteggiamento in base a con chi sta, l’abbiamo vista tutti la divisione nei libri: la Bella di Edward e la Bella di Jacob. Quindi non saprei come si comporterebbe con un Edward non-vampiro che non può risolverle ed evitarle tutti i problemi. Il suo segno di riconoscimento rimane sempre: la goffaggine. E fa schifo come attrice - Edward lo dice anche nei libri.
Edward abita fuori Forks comunque, nella foresta, mega villona, tanti soldi… quindi gli tocca andare a piedi (non poteva lasciare la macchina davanti casa di Bella tutta la notte, qualcuno avrebbe potuto vederla). Bella risponde di correre, piccolo riferimento all’Edward vampiro.
Credo di aver detto tutto, spero vi siate divertiti almeno un po’.
Un bacio!

 

  
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