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Autore: piccolalettrice    14/04/2011    7 recensioni
"...Lo fissai sbalordito. Se diceva la verità eravamo in pericolo. Se diceva la verità allora tutti i miei attacchi erano colpa sua. Se diceva la verità Talia aveva fatto bene a fare quello che aveva fatto. Se diceva la verità voleva dire che eravamo stati traditi di nuovo. Se diceva la verità tutte le cose successe negli ultimi tempi avevano trovato un’unica spiegazione: lui."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Solo intuendo'
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SPAZIO AUTRICE:
Buona sra a tutti, eccomi qui con il nuovo cap, tutto dedicato alla nostra figlia di Zeus incazzosa e al suo elfo (ex) bastardo Luke... sinceramente devo dire che è un po’ delirante, e non fa per niente ridere -.-...
mi piaceva l’idea che i semidei fuggiti rimanessero a gruppi per un po’...
non c’è altro da dire se non che questo cap proprio non mi convince...
poi... in molti mi avete chiesto se la figlia di Afrodite dello scorso capitolo fosse Silena, e in effetti lo era, solo che mi ero dimenticata di specificare e ho voluto solo lasciare intendere chi fosse... anche se in questo cap la bella Silena avrà un ruolo mediamente importante.
(non intendo ispirarmi a RR per quanto riguarda la “love story” tra Luke e Silena... Lukie, rimarrà fedele al... suo dolce bocciolo, Talia - capirete la battuta a fine cap)
Buona lettura e vedete di recensire in tanti, per favore
piccolalettrice
 
 
15- Dalle stelle... ai cassonetti
 
Scendemmo davanti all’Empire State Building, sotto quel cielo nuvolosissimo e nero. Non avevamo idea di cosa fare, né di dove andare. Eravamo una ventina di semidei, disorganizzati e inseguiti da una marea di mostri, la cosa più sensata che i miei compagni di viaggio riuscirono a pensare fu di chiedere aiuto ai nostri divini genitori.
Ma la piccola cosa che non avevano calcolato era che i nostri divini genitori, sono un tantino, come dire... menefreghisti.
“ma il campo...!” tentò un’altra volta la ragazza.
“non me ne frega niente del vostro “campo”! non posso fare entrare una ventina di ragazzi sporchi e in pigiama!” sibilò il tipo seduto alla reception, tentando di non farsi sentire dagli uomini in giacca e cravatta che uscivano dalla porta.
“ma i mostri...”
“siete eroi, dovete cavarvela da soli! I mostri fanno parte del mestiere, idioti!”
“la prego... non sappiamo cosa...”
“non. Posso. Farvi. Entrare e basta!”
“ma noi...”
“sicurezza!”
Mi feci avanti, se ci fossero stati Percy e Talia a quest’ora saremmo già saliti... bè, se ci fosse stata Talia io non me ne sarei rimasto con quel gruppo di semidei idioti.
“Lascia perdere, Silena, è inutile” dissi, sospingendo la ragazza indietro e avvicinandomi al tizio.
“magari verranno a portarci i fiori sulla tomba... riferisca pure il messaggio da parte di Luke Castellan, figlio di Hermes... arrivederci!”
E detto questo mi voltai, sospingendo i miei compagni, che, restii, uscirono con me.
Non seppi bene, perché dissi quello che avevo detto, forse perché volevo che quegli idioti là in alto si sentissero in colpa, o cose simili
Quando fummo fuori nella fredda aria di inizio ottobre, tremanti e disorientati capii che se in quel momento fossero arrivati dei mostri non avremmo saputo uscirne vivi, così decisi di prendere in mano la situazione:
“è inutile chiedere aiuto a loro” dissi indicando il grattacielo alle nostre spalle, “dobbiamo cavarcela da soli, siamo addestrati per questo, e non possiamo rifugiarci tra le gonne di mammina, chiaro?”
Mi sorpresi del tono autoritario che avevo conservato da quando organizzavo le squadre per Crono,  mi sembrò di essere vagamene patetico con quel discorsetto “infervoratore”, con i mostri funzionava...
“Perché dovremmo ascoltarti, Castellan?... sei solo una spia, dopotutto”
Eh no, con i semidei non era molto utile... tuttavia la parte della frase, che, come sempre, mi mandò in bestia fu quel “traditore”.
“senti un po’...”
“tu non parla così a Amico-che-era-cattivo di Percy!” urlò Tyson alzando di circa due metri da terra il figlio di Apollo che aveva parlato, il ragazzo urlò spaventato.
Alcuni passanti si fermarono a guardare la scena.
“Tyson! Tyson, lascialo!”
Il ciclope mi fissò, poi mi sorrise con i suoi denti storti.
“ok, Amico-che-era-cattivo di Percy” disse lasciando cadere la sua vittima, che si rialzò allarmato, allontanandosi dal ciclope.
“ecco, adesso ci mette contro anche la sua bestia!” urlò
“Tyson non è bestia! Tu bestia!” disse il ciclope cercando di acciuffare il malcapitato, che però si nascose dietro Backendorf.
“ragazzi, smettiamola di dare spettacolo, ci guardano tutti” sibilò Silena, con lo sguardo allarmato.
“ma quale spettacolo e spettacolo! Io con il traditore non voglio aver niente a che fare!”
Lo guardai con sguardo truce:
“bene!” dissi “chi vuole restare con la mammoletta qui presente, a supplicare gli dei mentre aspetta che un mostro gli stacchi la testa, faccia pure!... mai pensato, però, che io potrei essere più d’aiuto siccome conosco come lavora Crono?!” feci acido
“sei una spia, è ovvio che sai come lavora!”
“cosa non ti è chiaro della frase “non lo sono più, idiota”?!” mi avvicinai al ragazzo, sfoderando la spada.
“Luke, ti prego... lascia perdere...” mi sibilò la figlia di Afrodite frapponendosi tra me e il figlio di Apollo.
Lanciai un’occhiata truce a tutti i presenti e mi allontanai.
“bene, fate come vi pare, addio!” e detto questo feci un cenno a Tyson e voltai i tacchi.
Il ciclope mi seguì, mi avviai per le strade di New York, e dopo un po’ mi accorsi che qualcuno mi aveva seguito, mi voltai, trovandomi davanti a Backendorf e Silena.
“che c’è? Volete vedere come farò a dire a Crono la posizione di quegli esaltati?!”
“Luke, smettila, siamo dalla tua” fece il figlio di Efesto con quel suo fare pacato, che quando eri arrabbiato ti dava sui nervi in un modo...
“come vi pare”, borbottai “sappiate che non ho uno straccio di piano”
“sempre meglio che restare con quei microcefali di figli di Apollo ringalluzziti”
Feci un mezzo sorriso all’insulto.
“Tyson è felice che Backendorf sta con Tyson!” disse, appunto, Tyson sputacchiando mentre diceva “Backendorf”
“Anch’io sono contento, Tyson”
“bene, ma adesso dobbiamo capire cosa fare” fece Silena asciugandosi dalla saliva del ciclope, leggermente infastidita... (almeno non si era messa a urlare per la piega come avrebbero fatto altri suoi fratelli che conoscevo...)
“dovremmo cercare di contattare qualcuno... Chirone, per esempio”
“Chirone è meno organizzato di noi, altrimenti avrebbe già chiamato”
“e poi non abbiamo dracme, come facciamo a chiamare?”
“uh! Monetine luccicose! Tyson ha monetine luccicose!” disse esibendo tre monete tonde e dorate. Spalancai gli occhi; quel ciclope non era poi tanto idiota.
“A Tyson piacciono tanto!” disse facendole tintinnare, nella grossa mano “fanno un bel rumore!”
Ok, era un idiota... questione genetica, forse?
“Sei grande Tyson!” fece Silena prendendo le monete, mentre il ciclope si prendeva i complimenti, tutto gongolante.
“chi chiamiamo, allora?”
“da’ qui” dissi, prendendo le dracme, poi mi avvicinai ad un idrante, anche se forse non sarebbe servito avevo bisogno di chiamare chi volevo chiamare:
“Tyson, puoi tirare un calcio a questo coso rosso?”
“poi non si fa male?” chiese, guardando l’idrante, con aria preoccupata.
“no, non si fa male, tranquillo”
“sicuro?”
“sì, Tyson”
“uh, ok... scusa idrante” disse avvicinandosi, poi sferrò un piccolo calcetto che fece sprizzare acqua dappertutto.
Io mi affrettai a buttar dentro al vapore prodotto una dracma, chiedendo di... Talia Grace.
Trattenni il fiato, sperando di non vedere quello che temevo, incurante delle proteste dei miei compagni e del fatto che Tyson si stesse rotolando nell’acqua... poi il viso che tanto avevo aspettato di rivedere apparve, con le sopracciglia aggrottate e l’aria infastidita, la sentii urlare qualcosa su una ghigliottina, e quando tornò a fissare davanti a sé e mi vide spalancò gli occhi:
“Luke!” urlò, si sentii un fischio acuto, come di una frenata e parecchi rumori di clacson: “per gli dei, sei vivo... dove... come?”
“è tutto a posto, tu dove sei?”
“si guardò intorno, “Lexington Avenue, credo”
“sei con Chirone?”
“no, l’ho mollato, sono con... UN MOMENTO!” urlò a qualcosa alla sua destra, poi il viso di Grover apparve davanti a me
“Luke!”
“Grover, che succede?”
“oh... ehm... Talia non guida molto bene  e... SE LA SMETTESSERO Di URLARE!” disse rivolto a qualcosa fuori dal finestrino più che a me.
“... comunque...” i suoi occhi castani si fissarono su qualcosa, fuori dall’auto, e spalancò la bocca in un’espressione spaventata  “oh, per gli dei... ecco perché urlavano!” emise un belato terrorizzato
“Grover?”
“oh, no, no!”
Si rivolse a me...
“sbrigati a venire!”
E la comunicazione si interruppe.
 
POV
 
“mollami!” urlai tentando di tirare un calcio al mostro che mi aveva preso per una gamba.
Tutt’attorno, la gente gridava, spaventata, scappando a destra e sinistra, il tipo che si era lamentato della macchina ammaccata stava sgommando via a tutta velocità in contromano, scatenando il putiferio generale.
La macchina intanto veniva capovolta da un’idra: ci avevano trovati.
Per fortuna Grover riuscì a uscire un secondo prima che l’auto venisse maciullata, trascinandosi dietro Clarisse.
Vidi la figlia di Ares estrarre la sua spada, mentre il sangue iniziava  a fluirmi alla testa, e quando Grover iniziò a saltellare attorno al mostro, quello tentò di acciuffarlo, dandomi forti scossoni.
“Clarisse, aiuto!”
La ragazza impegnata in un corpo a corpo con l’Idra fece un balzo e mi lanciò la spada che, essendo a testa in giù, mi era caduta.
La afferrai al volo e riuscii appena a dondolarmi abbastanza per infilare la lama nel fianco del mostro, che puntualmente non mancò di diventare polvere, facendomi cadere.
Per fortuna feci un atterraggio morbido.
“AHI!” belò Grover, mentre mi rialzavo.
”non lagnarti, il tuo dovere e proteggermi da cadute come quella!” gli urlai, mentre accorrevo in aiuto di Clarisse, che ghignava come una matta, nel vedere l’Idra in difficoltà.
Peccato che ad un certo punto, il mostro fece un urlo terrorizzante e dalle vie  laterali spuntarono un paio di suoi amichetti.
“Perfetto!” urlai “siamo fregati!”
“andiamo!” fece Grover prendendomi il braccio
“no!”
“come “no”?! qui ci maciullano vivi!” disse, terrorizzato vedendo le arpie che accorrevano.
“dobbiamo... Luke sta arrivando e...”
“Talia, forse non vediamo le stesse cose!”
“ma...”
“sbrigati!”
In quel momento Clarisse venne in soccorso di Grover e mi trascinarono quasi di peso verso una via laterale... se anche Clarisse batteva in ritirata voleva dire che eravamo davvero messi male.
Svoltammo in un vicolo dalle finestre piene di grandi vasi di fiori bianchi, che contrastavano con il grigiore dei muri, inseguiti da quelle simpatiche bestioline.
Ci spingemmo avanti, e quasi ci scontrammo con un muro: era un vicolo cieco.
Guardai i miei due compagni, spaventati e ansanti almeno quanto me... sembravano pensare la stessa cosa: ci avrebbero presi.
 
POV
 
No, non mi ero sognato tutto, quella figura dai capelli scuri e i pantaloni del  pigiama a righe era davvero lei...avevo appena fatto in tempo a vederla scomparire in quel vicolo che tutti quei mostri, incuranti degli umani che travolgevano,  avevano seguito lei e gli altri due.
“Luke, ma sei impazzito?! non puoi andare!” disse Silena trattenendomi per una manica.
Mi divincolai, liberandomi, per poi fissarla.
Lei e Backendorf mi avevano seguito durante la mia folle corsa verso Lexington Avenue senza battere ciglio, e adesso mi impedivano di andare in soccorso di Talia?
“se non vuoi venire resta qui”
“morirai!” mi riafferrò e io la scansai di nuovo.
“io vado!” dissi risoluto, e corsi senza voltarmi indietro.
Appena arrivai nel vicolo mi ritrovai davanti  tutti i mostri, circa una quindicina, che si voltarono  a fissarmi, fu solo per un istante poi mi si avventarono contro.
Menavo ora un fendente a destra, ora un affondo a sinistra, senza poter distrarmi un secondo, perso nei combattimenti... ma sapevo... sentivo, che la presenza che mi dava la forza di combattere non era lì.
Mi chiesi dove fosse... non potevano averla uccisa... vero?
Sentii poco distante il  fragore di armi metalliche, mi voltai, schivando la coda di una chimera, e sperando di trovarmi davanti la figura esile ma forte della ragazza che avrei dovuto proteggere.
Ma mi ritrovai a fissare solo Silena e Backendorf, che combattevano schiena contro schiena e Tyson, impegnato con un’Idra.
Polverizzai un mostro, poi un altro... già con i miei compagni combattere era più facile e in poco tempo rimasero solo un paio di arpie, che ci fissarono ancora un secondo ringhiandoci contro prima di salire in volo e sparire.
Mi guardai intorno, confuso. C’era solo un cassonetto chiuso da una trave caduta da chissà dove durante il duello e un balcone pieno di fiori bianchi... ma nessuna zazzera di capelli neri in vista.
“Dov’è Talia?!”
Gli occhi dei due ragazzi e quello del ciclope mi fissarono.
Sentivo il cuore battere troppo forte, rimbombarmi nelle orecchie, la gola mi divenne secca e sugli occhi cadde un velo che non mi permise di vedere con chiarezza.
“Dov’è Talia?!”
In quel momento, dal cielo, già perennemente scuro si sentì un tuono.
Oh, no.
Guardai nel vicolo e i miei occhi si fermarono su un vaso di fiori bianchi, che contrastavano con lo squallore del vicolo.
No, no e no.
Mi avvicinai ai fiori, lentamente.
Le ginocchia mi caddero e mi ritrovai per terra a fissare quei fiori bianchi e delicati.
Non poteva essere.
Tutto quello che rimaneva della ragazza che avevo amato erano quattro boccioli bianchi.
Quelle quattro piantine erano la mia Talia.
Le sfiorai, con un dito.
Non stava succedendo a me.
Non riuscii più a vederci, la gola mi divenne secca all’improvviso e la testa si fece pesantissima.
Non c’era più.
 
POV
 
Intorno a me era tutto buio, non vedevo nulla.
“Ahi!”
“Tieni le mani a posto, satiro!”
“sssh, sto cercando di sentire!” sibilai, ritornando ad affinare l’udito.
“senti nulla?”
“no”
Tentai di aprire il coperchio di quella scatola puzzolente.
“per gli dei, non si apre”
“come?!”
“non riesco ad aprire”
Sentii un rumore, poi qualcosa mi buttò contro un sacco della spazzatura e sbattè contro il coperchio del cassonetto, sforzando le braccia.
“come può essere bloccato?!”
“Grover, prova con le tue zampe” il satiro fece leva, ma il cassonetto rimase chiuso.
“siamo fregati”
Mi guardai intorno nel buio...
Ed ecco la grande figlia di Zeus, chiusa in un cassonetto pieno di spazzatura rancida, con un satiro in lacrime, una figlia di Ares bellicosa e un sacco di cose viscide e puzzolenti non identificate... meglio di così non poteva andare
“ “nascondiamoci in quel cassonetto!”” lo scimmiottò acida Clarisse.“che idea geniale, Grover!”
“cosa facciamo adesso?”
Ci fissammo, o meglio fissammo le nostre ombre nel buio del cassonetto, poi prendemmo a battere sulle pareti di lamiera:
“Aiuto!”
E andammo avanti così sperando che prima o poi qualcuno dovesse buttare la pattumiera e ci salvasse da morte certa per inalazione di sostanze tossiche. 

   
 
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