Film > La Fabbrica di Cioccolato
Segui la storia  |       
Autore: Iurin    15/04/2011    6 recensioni
Questa storia sarà... strana. Non ci sarà né romanticismo né quant'altro, nessuna storia d'amore, nessuna ragazza che cerca l'uomo perfetto.
Ci sarà, semplicemente, Willy Wonka.
E come potete capire dal titolo, è un Willy Wonka piuttosto... particolare.
L'altro giorno, infatti, stavo guardando per la diecimlionesima volta La fabbrica di cioccolato (xD) e sono giunta ad una conclusione: Willy Wonka è CATTIVO.
Certo, entro i limiti del possibile xD
Ma non potevo non rimanere turbata mentre guardavo la sua espressione compiaciuta quando a qualche bambino capitava qualcosa di...sì, diciamo di brutto.
E così nasce questa fanfiction! Farò rivivere le avventure dei 5 bambini all'interno della fabbrica, ma tutto sarà visto dal punto di vista di Willy, con tutti i suoi pensieri su quello che gli sta accadendo intorno. I suoi sadici pensieri xD
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti, Willy Wonka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve ragazze sono tornata! :D :D :D
Vi voglio subito ringraziare come è giusto che sia!!


Mattaxsa90: Grazie! :D Sono contenta che il prologo ti sia piaciuto!!! E beh, spero che la cosa continui ahahahah xD xD A presto, e grazie!!!! :D
Lord Mahorn: Ahahahah xD Oddio, il tuo commento mi è piaciuto tantissimo! Grazie!! :D In effetti hai ragione, questa sezione è un pò in decandenza, considerando che tra quelle tre fanfic, oltre a questa anche un'altra è mia O.o non capisco perchè non ci sia chi scrive su Willy Wonka...è un personaggio così...pazzo! xD xD E poi... grazie mille, sono davvero felice che reputi il "mio" Willy IC! E che ti sia piaciuta tutta la storia del dentista e bla bla bla =) =) Beh, che aggiungere, spero che anche il primo capitolo ti piaccia!! Un bacio!!
Zebraviola: Oh, buongiorno! Ci ritroviamo xD ahahah in effetti da come l'ho descritto Wilbur Wonka fa paura.... ma non mi è mai sembrato che intercorrese un particolare ...affetto tra padre e figlio O.o e mi sono chiesta: perchè? E poi ho anche pensato che, insomma, non credo che un bambino si lasci mettere quella cosa in testa tanto volentieri, no? E così è venuto fuori questo prologo xD Spero che il capitolo ti piaccia, allora! E comunque... non dovrebbe farti strano dirmi che attendi un aggiornamento, perchè se non erro tu già seguivi una mia fanfic (Cirque du Soleil) xD Io mi ricordo di tutti che ti credi? Ahahahah!! Un bacio, bellissima!!!

Vi volevo solo dire che le parti che troverete in corsivo sono direttamente i pensieri di Willy, e che le battute non sarenno proprio uguali al film, altrimenti - ho pensato - la cosa potrebbe risultare un pò...noiosa? Boh, giudicate voi xD
Vado col capitolo allora!! Ciao!!!




Capitolo 1

Il giorno in cui i vincitori del concorso sarebbero venuti alla fabbrica Willy Wonka si sentiva stranamente…euforico. All’inizio in realtà aveva provato parecchio fastidio nel pensare che avrebbe dovuto ‘ospitare’ quelli che lui considerava quasi dei necessari intrusi. Ma poi, invece, aveva cominciato ad interessarsi, e quando scopriva che qualcuno era riuscito a trovare uno dei suoi biglietti d’oro, correva alla televisione per aggiornarsi.
E così li aveva visti, quelli là; ne erano andata quattro su cinque, in televisione. E nessuno di loro gli era sembrato particolarmente…simpatico.
Augustus Gloop gli aveva dato l’impressione di un…maialino. Era lì, sullo schermo, ad ingurgitare grandi quantità di cioccolato. Troppe quantità di cioccolato. E lui non aveva nessun padre dentista che gli intimava di smettere. Quel bambino lo rivoltava. E quando l’aveva visto – non sapeva neanche lui bene il perché – gli era tornata in mente la storia di Hansel e Gretel, più precisamente quando la strega rimpinzava i bambini di cibo col solo scopo di farli ingrassare per mangiarseli. Provò un sadico piacere ad immaginarsi Augustus Gloop in una situazione analoga.
Violetta Beauregarde, sinceramente, gli risultò piuttosto indifferente. Anzi, era una ragazzina determinata e che sapeva quello che voleva. Forse era un po’ troppo presuntuosa…ma chi non lo era, al mondo? Ma…un momento…campionessa di…gomme? Lui odiava le gomme da masticare: si ricordava di come gli rimanessero attaccate al suo apparecchio, e di come suo padre, per questo, si accorgeva subito che suo figlio gli aveva disobbedito. Gomme…puah!
Veruca Salt fu una…rivelazione: una viziatissima ragazzina continuamente sull’orlo di una crisi di nervi. E i suoi genitori…che le accordavano tutto…erano tutti rivoltanti.
Mike Tivù fu la goccia che fece traboccare il vaso: aveva acquistato una sola tavoletta di cioccolato, aveva trovato il biglietto, e poi…non l’aveva neanche mangiata! Che spreco! E faceva pure il saputello della situazione… Che ragazzino inutile.
Il quinto bambino, invece, aveva almeno avuto la decenza di non farsi pubblicità. Un punto a suo favore.
Quando poi era giunto il fatidico giorno, Willy Wonka si era vestito di tutto punto, impeccabile nel suo completo viola, e, sì, un po’ curioso anche lui. D'altronde, senza considerare gli Umpa Lumpa, quei visitatori erano le prime persone con cui veniva in contatto da anni e anni. Anche se un po’ infastidito lo rimaneva comunque.
Insomma, quello che provò quel giorno fu una sorta di scettico entusiasmo.
Aprì i cancelli, allora, e fece entrare, parlando dall’altoparlante, i cinque bambini e gli altrettanti p…parenti, per poi dare il via allo spettacolo delle marionette.
Oh, come gli piacevano quelle marionette! E la canzone, e i fuochi!
Magnifico!
A quel punto era uscito all’aperto tramite una porta laterale, senza che nessuno si fosse accorto del suo arrivo; stavano tutti guardando rapiti il suo spettacolo, e così Willy si affiancò all’ultimo della fila, un signore alto con i capelli grigi. Chi era quello? Ah, sì, il padre della piccola viziatella. Bah, poco importava.
Intanto lo spettacolo delle marionette stava giungendo al termine, e ben presto finì, con un’apoteosi letteralmente…di fuoco. Willy cominciò ad applaudire, e allora tutti, finalmente, si accorsero di lui.
“Sì! Non è stato magnifico?” Esclamò lui, entusiasta “Pensavo che fosse un po’ eccessivo, a dire il vero, ma poi il finale! Wow!”
Era euforico, contentissimo per come era venuto fuori lo spettacolo, e allora, con pochi passi, salì sul palco, tra le marionette, per vedere bene in viso i suoi invasori.
Lo guardavano tutti in modo perplesso, e lui, a dire il vero…non sapeva cosa dire.
“Lei chi è?” Chiese a quel punto una bambina, e Willy Wonka la guardò.

Perché quel tono scocciato?!

“E’ Willy Wonka!” Ebbe la decenza, allora, di dire un vecchietto, una dei membri della famiglia di qualche moccioso.
Ma d’altronde…era sempre meglio cominciare col piede giusto, no?...o per lo meno provarci.
Se poi quella gente gli avesse davvero fatto perdere la pazienza…allora, beh, in quel caso avrebbe adottato le dovute…precauzioni.
“Buongiorno, stelle del cielo!” Disse quindi il cioccolatiere “La terra vi saluta!”
Silenzio.

E ancora quegli sguardi perplessi.

E così, allora, Willy si tolse dall’imbarazzo e infilò una mano dentro la propria giacca viola, e afferrò dei cartoncini che si era preparato in precedenza. Cominciò, dunque, a leggere:
“Salve! Benvenuti alla mia fabbrica! Vi stringo calorosamente la mano!” Willy allungò la mano, proprio come a voler stringere la mano di qualcuno, ma poi, accortosi della gaffe, la ritirò immediatamente, causando oltretutto il rumore dei suoi guanti.

Vabbè…

Continuò ancora a leggere:
“Mi chiamo Willy Wonka! Aha!”
“Perché non è lassù, allora?” Chiese a quel punto un’altra bambina.
“Beh, non potevo certamente godermi lo spettacolo da lassù, no, ragazzina?”

Senza contare poi che sarei potuto finire leggermente ustionato.

La ragazzina non controbatté.

Meglio.

E così, mentre Willy riponeva i suoi cartoncini nella tasca interna della sua giacca, il vecchietto – lo stesso che aveva già parlato in precedenza – parlò di nuovo:
“Signor Wonka, non so se lei si ricorda di me, ma io ho lavorato proprio qui, nella sua fabbrica.”

No, che non mi ricordo di te. Certo, a meno che…

“Era forse una di quelle ignobili spie che ogni giorno tentavano di rovinare il lavoro di una vita appropriandosi dei miei dolci?!” Rispose allora Willy.
“Io…no, certo che no.”
Le labbra di Willy si distesero in uno dei suoi tirati sorrisi. “Oh, è magnifico. Bentornato, allora.” Poi si guardò intorno, e, mentre si voltava, disse: “Venite bambini, avanti.”

Entrate nel mio mondo, forza…

Willy si girò e cominciò a camminare, mentre sentiva che tutti gli altri gli stavano venendo dietro.
“Ma non vuol sapere i nostri nomi?” Gli chiese a quel punto uno dei bambini, senza che Willy si preoccupasse di sapere quale fosse, effettivamente.
“Non vedo come possa interessarmi.” Rispose lui.

Se sono fortunato non dovrò più averti intorno passata la prossima ora, quindi… No, non ci tengo a conoscere un nome che non pronuncerò mai.

Le porte d’ingresso della fabbrica si richiusero, e così, ora, erano ufficialmente dentro. Dentro la sua…tana.
“Lasciate pure i cappotti dove capita.” Disse sempre Willy togliendosi il proprio cappotto e lasciandolo cadere a terra, mentre gli altri…ospiti poggiavano alla bell’e meglio i loro dove sembrava loro più opportuno.
A quel punto Willy si tolse anche gli occhiali da sole, buttandoli sopra il cappotto.
“Certo che fa un gran caldo, qui.” Disse a quel punto uno degli adulti.
“E’ per i miei operai.” Rispose Wonka “Loro sono abituati ad un clima caldo. Prego, seguitemi.”
Willy si girò verso il lungo corridoio ornato da un tappeto rosso, che si stagliava esattamente di fronte a loro, e quindi cominciò a camminare, seguito da quell’altra decina di persone.
Una bambina, dai capelli biondi a caschetto, durante il percorso, gli si affiancò, ma lui non le fece affatto caso. Dovette però per forza accorgersi di lei quando questa lo abbracciò.
Willy trasalì di botto, emettendo uno strano verso.

Oddio, toglietemela di dosso!

Per fortuna lei si staccò autonomamente.
“Io mi chiamo Violetta Beauregarde!” Esclamò lei, masticando con passione la sua gomma.
Willy fece un altro strano verso. “Non mi interessa.” Decretò poi, poco prima di ricominciare a camminare.
“Beh, dovrebbe interessarle, dato che sarà io a vincere il premio speciale.”
“Sembri molto sicura, e la sicurezza è fondamentale.”
La ragazzina sembrò gioire della risposta del cioccolatiere.

Patetica… Come se bastasse solo la sicurezza, comunque… Per esempio non sarebbe male se la smettessi con questo ciancichio…

Willy non riuscì a formulare nessun altro pensiero, perché proprio in quell’istante un’altra ragazzina gli si parò davanti, e lui dovette fermarsi di botto per non finirle addosso.
“Io sono Veruca Salt, molto piacere.” Fece lei, prima di fare un piccolo e lieve inchino.

Il piacere è tutto tuo, cara…Veruca?

“Ho sempre pensato” Disse allora Willy “Che la Veruca fosse un tipo di porro che nasce sotto i piedi. Ahah!”
Willy stava per fare un passo in avanti per ricominciare a camminare, totalmente incurante di cosa quella Porra – ops – avrebbe potuto rispondergli; anche questa volta, però, fu costretto a fermarsi. La causa? Un bambino – e chi, sennò? – gli si mise davanti e cominciò a parlare, non prima prò di aver dato un bel morso alla sua tavoletta di cioccolato.
“Io sono Augustus Gloop, e mi piace il cioccolato!”
Willy inclinò leggermente la testa da un lato.

…Dovrei sorprendermi per questo? E poi, da quanto posso notare, non credo che il cioccolato sia l’unica cosa che ti piaccia.

“Questo lo vedo.” Rispose appunto Willy “Non credevo avessimo così tante cose i comune.”

Sì, come no.

E poi Willy, dopo un momento di incertezza, si voltò di esattamente mezzo giro, in modo da trovarsi davanti gli ultimi due bambini che ancora non l’avevano interrotto.
“Tu…” Mormorò rivolto ad un bambino con i capelli dritti ed una maglietta con sopra un teschio “Tu sei Mike Tivù. Sei il demonietto che ha decifrato il codice.”
Mike non risposi.

Ritieniti fortunato che mi ricordi il tuo nome, guastafeste di guadagni altrui…

“E tu…” Continuò allora il padrone di casa guardando l’ultimo bambino “Tu sei già fortunato ad essere qui, non è vero?”
Neanche quest’ultimo rispose.

Cos’è, vi siete improvvisamente ammutoliti tutti?

Poi Willy si rivolse direttamente agli adulti:
“E voi dovete essere i loro p…p…p…p…” Non riusciva proprio a dirlo “p…p…”
“…parenti?” Gli venne in soccorso qualcuno.
“Sì! Mamme e papà!...Già…papà…”
Lo sguardo di Willy si fece vitreo, perso in pensieri lontani. Chissà se suo padre, quand’era stato piccolo, lo avrebbe mai accompagnato in visito alla fabbrica di cioccolato più famosa del momento. No…sicuramente no.
Willy alzò gli occhi, a quel punto, accorgendosi di come fosse caduto il silenzio.

E se è caduto conviene rialzarlo.
Che figura…bislacca, che ho fatto. Idiota, Willy, non deve ricapitare più, mi raccomando. Non vorrai mica che questa gente ti prenda per pazzo, no?


“Ehm…” Fece allora proprio Willy “Proseguiamo.”
Il cioccolatiere si voltò nuovamente e allora riprese a camminare, senza che qualcuno gli si mettesse tra i piedi; e così, camminando, il gruppetto percorse tutto il corridoio, ritrovandosi davanti ad una porta molto, molto…piccola.
“Ora dovrete fare attenzione, bambini, perché ci troviamo davanti ad una stanza molto importante.”
Parlava loro come se avessero due anni.

E la cosa mi diverte.

“E perché la porta è così piccola?” Chiese allora Tivù.
“Per mantenere tutto il cioccolatoso sapore all’interno…”
Willy prese le chiavi dalla propria tasca, e le inserì nella toppa. Fece un giro e la serratura scattò.

Ora voglio proprio vedere le vostre facce…

E con una lieve pressione della mano, le porte si spalancarono.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > La Fabbrica di Cioccolato / Vai alla pagina dell'autore: Iurin