Aster
Capitolo
5.
Nero.
Nero
lucido, nero
liquirizia.
Folte
ciglia che
contornano occhi grandi e luminosi.
Delle
labbra piene, a
cuoricino, color delle ciliegie mature, curvate in un sorriso gentile e
rincuorante.
Lentiggini
e capelli
ricci rossi come foglie d’acero in autunno.
Un
sussurro flebile e
continuo come il vento che passa tra le vele delle barche. La voce di
una
ragazza, poi la voce di una donna.
Due
voci che chiamano il
mio nome. Due voci che non conosco.
<< Aster.
>>
<<
AAAAAH! >> grido.
Tranquilla,
era solo un
sogno penso. O forse un incubo.
Comunque non ne
ricordo granché, si è dissolto insieme alla mia
voglia di rimanere a letto.
Alla
fine sono riuscita a dormire almeno un po’, credo; se non
erro, mi sono stesa
sul mio giaciglio rotondeggiante e fluttuante verso le 2.
Guardo
l’orologio e leggo 4 e mezza di mattina, tutti i lumini
vaganti sono accesi, poiché
fuori è ancora buio pesto; sono scomparse anche le stelle.
[E
qui, cara lettrice, ti do ben 2 opzioni: puoi andare avanti nella
lettura per leggere i fatti concreti, oppure cliccare il capitolo
seguente per leggere una complicata descrizione
*EXTRA* del bagno di Aster. In qualunque caso lascia una recensione!!
:) ciao ]
Mi
faccio un luuungo bagno al piano di sotto, poi torno su,e spalanco le
ante del
mio guardaroba.
Trovo
un bel completino dallo stile orientale già appeso alla
stampella: una
camicetta smanicata dal colletto sottile a fascia è
accostata a degli ampi
pantaloni bianchi candidi, avvolgenti sui fianchi, lenti e gonfi fino
al
polpaccio e stretti alla caviglia con un elastico; sotto stivaletti di
pelle,
rigorosamente neri.
Se
stessi andando nel Villaggio del Deserto sarebbe l’ideale, ma
qui non mi
convince; vorrei qualcosa di simile allo stile locale, più
colorato e vivace,
non abiti monocromatici. Chiudo le ante, penso intensamente a quello
che voglio
e le riapro.
<<
Meglio, molto meglio. Ottimo lavoro. >> dico
complimentandomi con il
mobile. C’è ancora la stampella in legno, ma i
vestiti sono completamente
diversi: un vestito che arriva alle ginocchia, blu fumo, che aderisce
alla vita
e si allarga sui fianchi, per finire in due strisce sovrapposte a
balze; sul
bordo della scollatura e sulla camicetta inamidata un pizzo delicato
rende il
tutto meno austero.
Il
mio portentoso armadio ha anche abbinato degli accessori: un nastrino
più
chiaro da usare sulla camicia, delle calze a righe, le scarpe e un
cappello
voluminoso. Bussano alla porta -quella esterna- e corro ad aprire.
<<
Buongiorno. Dormito bene? >> mi fa Vaniglia.
C’è anche una sua amica
della stessa età (che in fondo è anche la mia)
che mi rivolge un sorriso a 32
denti salutandomi allegramente.
<<
Molto bene, grazie. >>
<<
Ciao io sono Flox. >> fa la sua amica. I capelli sono
castani scuri,
corti fino alle spalle e sparati, gli danno un’aria ancora
più simpatica; non
posso fare a meno di sorridere a mia volta.
<<
Aster >>
<<
Sì, Babù me l’ha detto.
Allora… vieni da molto lontano, vero? >> Ma che avranno di così speciale i maghi
erranti qui??
<<
Eh già. Allora, cosa si fa oggi? >> chiedo.
Loro mi prendono
sottobraccio e -non senza
dare un’occhiatina dentro- mi trascinano fuori dal
carrozzone.
+
+ + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + +
Sono
appena stata in ogni singolo vicolo
di Fairy Oak, incontrato una cinquantina di persone ed esaurito tutti
gli
argomenti di conversazione. Ma quelle due,
esatto, proprio loro, non vogliono lasciarmi andare. Io volevo soltanto
aprire
il negozietto e magari rincontrare Jim!
<<
Vi prego ragazze, è tardi, dove stiamo andando?
>>
<<
Fidati di noi, dobbiamo portarti dalla nostra migliore amica,
sarà davvero
entusiasta di conoscerti! Se solo quella ritardataria di mia sorella si
facesse
viva… >> e neanche a farlo apposta, ecco
Pervinca venirci incontro correndo.
<<
RAGAZZE, ASPETTATEMI! >>
<<
Ce l’hai fatta! >> dice Babù, che
riceve in cambio uno sguardo tagliente.
Ho notato che Vì non abbassa mai lo sguardo, risponde sempre
a tono ed è pronta
ad accettare tutte le sfide che gli si parano davanti; sarà
anche impulsiva e
testarda, ma la ammiro; se fossi cresciuta qui saremmo diventate di
certo
amiche.
Tsk!
Delle “
amiche”?Aster con delle amiche?! Impossibile.
Comunque
decido di assecondare il trio, e camminiamo fino alle mura; usciamo dal
villaggio e passiamo attraverso paesaggi incantevoli, resi ancora
più
spettacolari dalla luce del sole morente e dal cielo rosato; le nuvole
sembrano
quasi disegnate dalla mano inesperta di un bimbo.
Mi
ritrovo ad ascoltare interessata Pervinca su discorsi banalissimi, e a
concordare con Flox che il tramonto è il momento
più bello della giornata,
perché, se la luce cambia, tutti gli oggetti su cui essa
batte ci sembrano
diversi.
Io,
che ne avrò visti sì e
no una decina di tramonti.
Dopo
un po’ scorgo un edificio in lontananza, una fattoria modesta
dipinta con
colori vivaci. Credo sia la nostra destinazione, anche
perché non ci sono altre
case qui intorno.
<<
Ci siamo quasi. >> conferma il mio dubbio Vaniglia.
<<
Ma almeno posso sapere il nome di questa fantomatica ragazza?
>> chiedo
un po’ esasperata. Non hanno fatto altro che parlarmi di
quanto le sarebbe
piaciuto conoscermi, perché aveva sempre voluto viaggiare
come i suoi genitori,
o di come sarebbe stato il nostro incontro, perché sembravo
molto speciale (dicevano
così guardandomi bene negli occhi) e piuttosto giovane per
essere una
vagabonda.
<<
Shirley, si chiama Shirley Poppy. >> mi risponde Pervinca.
Alla
fine raggiungiamo la casetta, e, senza bussare, Flox spalanca la porta
gridando
un << Shiiirleyyyy! Siamo qui e abbiamo una sorpresa per
teeee! >>
Penso
proprio che intendano me. Tuttavia l’entusiasmo tanto atteso
non si manifesta,
come anche un qualche segno di Shirley; silenzio quasi totale,
escludendo un
cagnone un po’ vecchio che gioca e abbaia di fuori.
<<
Forse è in camera… >>
così saliamo a due a due la breve scalinata che
conduce in soffitta, scoprendo che la porta è aperta e
che…
Shirley non è da
sola!
Divento
di colpo rossa fino alle orecchie, e chiudo gli occhi: che vergogna!!!
Rovinare
un momento intimo di una tenera coppietta!
Questa
è solo un intuizione poiché, quello che vediamo
è un ragazzo molto carino, senza
maglia con i capelli scompigliati
e sdraiato su un divano; ma una mano piccola e lattea rivela la
presenza di una
ragazza sotto di lui.
Che
vergogna!!!
<<
O mio dio. Scusate tanto. Noi, ehm… ce ne andiamo
subito… o mio dio
… ciao
Tommy, come… mammamia…
come va? Salutami Shirley, eh? >>
si affretta a dire Vì prima di
trascinarci tutti di fuori.
<<
C-ciao. >> dice solo Tommy, le cui guance sono diventate
bordeaux.
Da
dietro la porta sentiamo lei spostarsi, mormorando qualcosa.
<<
Scusa amore, aspettami solo un instante e torno, ok? >>
Dei
passi e poi… ecco la porta aprirsi facendo comparire
Shirley; si copre il petto
con un lenzuolo, perché, probabilmente, non ha fatto in
tempo a vestirsi. Non
alza gli occhi, e noi guardiamo il pavimento già da un
po’.
<<
Oh dio. Ragazze mi d-dispiace! Allora q-questa sorpresa??
>> chiede
cercando di salvare la situazione.
Mossa
da chissà quale volere divino alzo io lo sguardo, e sbianco.
È
la ragazza del sogno.
Ehi
adorate
lettrici!!!!
Scommetto
che vi
ho sorprese,eh?
Spero
di sì, e
inoltre ho seguito certi consigli *occhiolino a MetalMilita* per rendere la lettura
meno
pesante, così se qualcuno vuole sorbirsi le mie
interminabili descrizioni
capillari può farlo, ma chi non vuole (perché non
ha tempo o semplicemente non
gli interessano) può anche andare al sodo! :D
Sono
molto
orgogliosa di me, perché questo capitolo è molto
più lungo degli altri ,
calcolando l’extra, e l’ho scritto in poco tempo,
perciò non mi rimane che
suggerirvi di lasciare tante belle recensioni!
Un
bacio
PiccolaPerfidaSplendidaMarty