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Autore: Danae Black    01/02/2006    1 recensioni
Se la tempesta avesse avuto labbra per baciare l’avrebbe fatto proprio come lui. Ma la cosa non avrebbe dovuto sorprenderla, ogni piccola parte di Flint era oscura, spaventosa ed inebriante esattamente come la tempesta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE: ATTENZIONE questa ffic non appartiene a me, ma è stata scritta da Redclandle17. È una Katie Bell/Marcus Flint ed è ambientata nel terzo libro.
La mia è una traduzione piuttosto libera quindi se vi interessasse l’originale in inglese potete trovarlo qui.
Personaggi, luoghi e nomi sono © di J.K. Rowling, ergo io non ci guadagno nulla.


Thunderstorm


Lampi di luce azzurrina nel cielo notturno. Il suono prolungato e ridondante del tuono, lo stesso che, quando era appena una bambina, la faceva sussultare nel cuore della notte e la portava a nascondersi tremante sotto il letto. Quella sera non c’erano né stelle né luna.
Non era l’ideale per starsene fuori a passeggiare fino a tardi. Fu proprio questo il motivo per cui decise di scendere nel campo di Quidditch, voleva starsene un po’ da sola. Era così difficile stare qualche minuto con se stessi quando si frequentava per ben dieci mesi l’anno un collegio come Hogwarts. Nessun altro, immaginava, sarebbe stato tanto pazzo da passeggiare a mezzanotte durante un temporale. Gazza non aveva neanche ritenuto necessario sorvegliare le uscite del castello.
Aveva quasi completato il suo quarto giro, quando notò una figura all’estremità opposta del campo.
Si soffermò a chiedersi chi potesse essere. Forse uno dei suoi amici l’aveva seguita. Forse era Gazza, o peggio un insegnante. Non avrebbero giustificato una passeggiata di mezzanotte, soprattutto con l’assassino Sirius Black in circolazione. Avrebbe potuto ricevere una settima di punizione per questo, senza parlare di quanti punti avrebbero tolto a Gryffindor. Infondo non le importava, ne valeva la pena per un ora e mezza di agognata solitudine!
Con sollievo si accorse che era un altro studente, ma non un viso amico. Marcus Flint, il capitano della squadra di Quidditch di Slytherin stava con le braccia incrociate al petto, guardandola. “Che ci fai qui fuori, Bell?”
“Considerato che sicuramente non sei qui per perseguitare me, potrei anche chiederti la stessa cosa, Flint.”
Il ragazzo non rispose limitandosi a fissarla.
Katie era profondamente cosciente di come i vestiti completamenti bagnati dalla forte pioggia le aderissero al corpo. Ma questo non doveva preoccuparla, Flint aveva sicuramente visto di più in una donna. “Perfetto, non scomodarti pure a rispondere!” esclamò indispettita dandogli le spalle e iniziando un nuovo giro.
Il ragazzo la seguì “E’ una notte splendida, non trovi?” chiese ironico.
“Pacifica.” Rispose quella.
Proseguirono in silenzio. Quando arrivarono alla fine del campo, Katie si voltò verso Flint. Stava tremando, cosa affatto sorprendente visto che la pioggia era molto fredda. Ti presterei la mia camicia da notte, ma è fradicia e comunque non ti entrerebbe.
“Eh?” esclamò il ragazzo scoppiando a ridere “Vorrei vederti comunque senza la camicia da notte. Sono sicuro che basterebbe la vista a riscaldarmi.” Aggiunse mordace.
Ovviamente aveva detto una cosa del genere perché doveva essere la risposta la più appropriata per una ragazzo del settimo anno. Lui non stava flirtando con lei. Aveva almeno tre anni in più ed era di Slytherin. Improvvisamente pensò ad Oliver. L’avrebbe uccisa se avesse soltanto immaginato che se ne andava tranquillamente in giro a passeggiare in piena notte con il suo rivale più odiato. “Tuttavia, anche se ci fosse una piccola possibilità che ciò avvenga, preferirei che tu tornassi al più presto al castello.” Disse Flint.
“Perché?” chiese Katie “Stai pianificando qualcosa di inopportuno?”
Flint ridacchiò “No.” Rispose “Voglio solo tornarmene al mio dormitorio dove mi aspetta una caldo e scoppiettante fuoco.”
Katie non capì cosa centrava lei.
“Non posso, in buona coscienza, lasciarti qui fuori tutta sola,” disse il ragazzo “Sirius Black potrebbe arrivare da un momento all’altro ed ucciderti così, come Slytherin ed ultima persona che ti ha visto, la colpa cadrebbe su di me. E visto che io non voglio marcire ad Azkaban, desidererei che tu tornassi alla tua torre.”
Katie si fermò improvvisamente, voltandosi verso di lui “Baciami.” Disse senza pensare.
Lui la baciò. Se la tempesta avesse avuto labbra per baciare l’avrebbe fatto proprio come lui. Ma la cosa non avrebbe dovuto sorprenderla, ogni piccola parte di Flint era oscura, spaventosa ed inebriante esattamente come la tempesta.
Appena lei si mosse per cingere le braccia sottili attorno al suo collo, lui smise di baciarla e si allontanò. “Adesso che ti ho corrotto con favori personali, tornerai al dormitorio?”
Lei si limitò ad annuire, non molto convinta di essere ancora in grado di parlare.
Quando rientrarono al castello, e Katie si sentì abbastanza sicura della propria voce, chiese con fare impertinente a Flint “Se avessi deciso di continuare la mia passeggiata nella Foresta Proibita, piuttosto che tornare qui, mi avresti fermata o seguita?”
“Non sarei entrato nella Foresta Proibita per nessuno al mondo.” rispose Marcus con decisione.
Lei sorrise “E come pensi di avermi potuto fermare?”
“Te lo dirò quando sarai più grande.” Mormorò il ragazzo.
Fu così che lo sguardo dei suoi occhi riuscì dove la pioggia gelata aveva fallito. Rabbrividì. “Buona notte, Flint.”
“Buona notte, Bell.”

Fine

  
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