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Autore: WhiteRaven_sSR    15/04/2011    2 recensioni
Cosa succederbbe se per una volta anche l'organizzazione XIII decidesse di prendersi un giorno di ferie? E se a disturbarli si mettessero anche pirati, fatine e indiani?
Lo scoprirete solo leggendo...
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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capitolo2 Marluxia e Larxene stavano tranquillamente passeggiando per la piccola giungla circostante finché al Leggiadro Sicario non era venuta la bella idea di andare a cercare qualche fiore.
Larxene in tutta risposta l’aveva minacciato di morte come era solita fare ma alla fine aveva accettato, purché l’altro la smettesse di insistere.
“Sono due ore che camminiamo Marly! Perché ti ostini a voler cercare degli stupidissimi fiori?!” iniziò a lamentarsi la ragazza, che già rimpiangeva la sua comoda sdraio in riva al mare.
“Perché i fiori sono bellissimi e magari se ne porto qualcuno al capo riesco a corromperlo e a soffiargli il posto, che ne dici? E poi dai Larxene, arriviamo ancora fino a questa collina e poi giuro che ti lascio in pace” il ragazzo tentò di fare gli occhi dolci, ma ottenne solo una squadrata da parte dell’altra.
Così continuarono a camminare tra le freddure di Larxene, sovrastando la piccola collinetta. Una volta passata, arrivarono finalmente in un piccolo praticello, dopo il quale iniziava un tipo di foresta di manto conifero, completamente diverso da quello “pluviale” o comunque molto simile ai paesaggi di mare, di poco prima.
“Vediiiii, te l’avevo detto che i fiori c’erano!” esclamò Marluxia tutto contento.
Effettivamente i fiori c’erano, ma in proporzione al bosco li attorno erano piuttosto pochi…
“Maledizione Marly, sono cinque fiori! E tu mi hai portata fin qui per CINQUE fiori?!”
Ma il ragazzo era già partito “Oh, le margherite…”
Così mentre La Ninfa Selvaggia si riposava su una roccia poco distante, Marluxia raccoglieva i fiori felice e contento.
Ad un certo punto sentirono qualcosa muoversi alle loro spalle, tra gli alberi sempreverdi vicino a loro e velocemente estrassero le loro armi: coltelli appuntiti Larxene e una grande falce rosa con il manico verde, Marluxia.
Attesero un’istante, finché dagli alberi non sbucò una ragazzina bionda in camicia da notte. Quando vide i due, inizialmente si sentì spaventata, ma successivamente, il ragazzo esclamò: “Larxene ma è una bambina! Oh, che carina!” e ripose la falce, andandole incontro, chiacchierando allegramente come al suo solito.
“E pensare che dovremmo essere un’organizzazione seria…” pensò ad alta voce la ragazza, riponendo anche lei i coltelli.
Nel frattempo “quell’altro” aveva cominciato a fare amicizia con la nuova arrivata.
“Come ti chiami tesoro?”
“Wendy Moira Angela Darling” rispose la ragazzina tutto d’un fiato “E voi chi siete? Non mi sembrate bambini sperduti…”
Effettivamente l’isola era abitata da soli bambini, indiani e pirati e i due Nessuno non sembravano appartenere a Nessuna delle tre categorie.
Così il ragazzo iniziò a spiegargli la loro situazione, dicendo che al momento si trovavano in vacanza li con tutta la loro organizzazione e che quella giornata di permesso era stata decisa dal capo in persona.
“E tu invece cosa ci fai qui?” domandò Larxene, incrociando le braccia.
“Beh io…io sono venuta qui con un amico, ma ci siamo separati perché ha detto che gli era venuta in mente una cosa importante e doveva assolutamente fare visita a una certa persona…” arrossì leggermente sulle guance.
“E chi è? Il tuo ragazzo?” domandò Il Leggiadro Sicario, curioso.
“No, ecco…veramente…” arrossì sulle guance.
“Però ti piace!”
“Beh..io…io non vado bene per uno come lui…” era arrossita ancora e sembrava anche un po’ rattristata.
Il ragazzo non si perse d’animo: cercò di tirare su il morale alla ragazzina e dopo averle detto ciò che pensava, decise che l’avrebbe aiutata un pochino…
“Larxene: il kit di trucco, prego” disse, rivolto alla compagna.
“Marly, lo sai che io non mi trucco!”
“Nono, intendevo il mio kit di trucco”
La ragazza in tutta risposta gli gridò dietro, dandogli dell’idiota visto che si trovavano su un isola, le uniche cose che avevano dietro erano costume e ciabattine e tutto il resto era rimasto alla spiaggia, se non addirittura al Castello Dell’Oblio.
Così Marluxia dovette arrangiarsi con quello che aveva: dopo aver chiesto il permesso a Wendy, le strappò leggermente la vestaglia, finché non le arrivò fin sotto alle ginocchia, togliendo anche le maniche. Prese poi il nastro che aveva in vita e lo alzò un po’ legandolo nuovamente dietro, sulla schiena, in modo che formasse un grande fiocco. Ed il tutto venne addobbato da piccoli fiori.
“Ecco fatto, tesoro!”
Non sembrava quasi più lei, le aveva fatto un vestito davvero carino.
Il ragazzo aveva fatto delle coroncine di margherite che aveva lanciato al collo delle ragazze oltre che indossarne una lui stesso.
In tutta risposta, Larxene la disintegrò con i suoi coltelli, estratti dal nulla e si mise ad urlargli addosso tutto ciò che le veniva in mente, minacciando di ammazzarlo se solo ci avesse riprovato.
Wendy nel frattempo lo stava ringraziando ancora per il vestito ma i tre non si erano accorti che qualcosa si stava muovendo tutt’attorno…
“Marly, l’hai visto anche tu?” interruppe Larxene.
“Che cosa?”
“Quell’albero si è mosso” Larxene era sospettosa.
Marluxia fece una delle sue risatine e prese in giro un po’ la compagna, ma quando questa insisté, attesero qualche secondo in silenzio.
Nulla.
“Vedi, gli alberi non si muovono! Probabilmente sei tu che sei stanca, povera cara” e l’accarezzò sulla testa come un cagnolino.
L’altra montò su tutte le furie e sbraitando addosso all’amico cominciò: “Ma ti dico che è vero! Non sono io che sono schizzata, quell’albero…”
Ma non fece in tempo a finire la frase perché un gruppo di indiani era uscito dagli alberi e li aveva aggrediti e catturati.
Li avevano legati mani e piedi ad un tronco e li stavano trasportando praticamente a testa in giù.
Wendy si arrese subito al suo destino poiché sperava che Peter la trovasse e la salvasse, Larxene era furibonda, mentre Marluxia non riusciva a stare zitto…
“Scommetto che sei arrabbiato perché volevi una coroncina di fiori anche tu! Facciamo che te ne faccio una, così diventi ancora più carino” stava cercando di corrompere il trasportatore.
Ma questo non si lasciò impressionare dalle sue parole e con l’aiuto dei suoi compagni li trasportò fino al loro villaggio, situato sulla cima di un picco, nella zona est dell’isola.
Era un villaggio semplice e carino, con tutti i tepee sparsi disordinatamente attorno ad un falò situato al centro del tutto.
Una volta arrivati, i tre furono portati al cospetto del Capo villaggio, vennero quindi messi a terra e slegati.
Il capo, Toro in Piedi, iniziò a gesticolare, senza smettere di fissare gli altri tre.
Poi, una volta terminato, disse: “Augh!” alzando una mano.
“Salute” rispose Marluxia.
Fu Wendy a riprenderlo: “Quello è il loro modo di salutare le persone, sii educato e rispondi anche tu”
Così il ragazzo, pensando si aver capito, fece come il capo, alzò una mano e ripeté come poco prima: “Salute!”
“Tu sta prendendo in giro me?” chiese il Capo, piuttosto seccato.
“No, vostro onore è solo che…” non fece in tempo a finire la frase perché Wendy lo interruppe: “Siamo grati per l’ospitalità, ma ora dovremmo andare…”
Tentò di far spostare gli indiani che avevano attorno ma non le riuscì e rimasero bloccati circondati dalle persone.
“Senti, bello! Stiamo sprecando solo tempo qui! Questo è il nostro giorno di FERIE ok? Quindi se non vi dispiace, ma anche se vi dispiacesse perché non me ne importa nulla, noi ce ne andiamo!” esclamò Larxene pendendo i compagni per un braccio e cercando di portarseli via.
Nuovamente furono bloccati dagli indiani.
Larxene estrasse quindi i coltelli dal nulla: “Mi avete proprio stufata…”
 
DIECI MINUTI DOPO…
 
Tutto era tranquillo e silenzioso, non c’era l’ombra di uno schiamazzo nel raggio di metri a parte quello dei bimbi indiani che giocavano tranquilli a rincorrersi.
Ma conoscendo la parlantina del suo compagno, Larxene non poteva non aspettarsi un’interruzione così banale…
“Larxene, posso capire tutto, ma perché tu sei li svaccata e noi siamo qui?” domandò Marluxia, legato ad un palo di legno.
In effetti c’era qualcosa che non quadrava: Larxene era distesa comodamente su un divanetto creato sul momento con delle pelli di animale e stava sorseggiando chissà quale strana bevanda da una noce di cocco.
“Beh ma è facile, perché io ho il potere! Hahahaha” rispose, sadica “E poi quando il capo ha saputo che non sei una donna, è montato su tutte le furie…dovevo pur inventarmi qualcosa no?!”
“Ti ricordo che siamo in costume, è EVIDENTE che non sono una donna!” sbottò l’altro.
“Non è detto, potevi essere un ragazza molto molto molto piatta…”
La conversazione prese tanto i due, che non si accorsero di chi avevano poco distanti.
Infatti, non molto lontano dal palo di legno a cui erano legati Marluxia e Wendy, c’era un grande totem colorato ed agghindato con collane di fiori, perline tra i capelli…c’era qualcosa che non quadrava!
“Lexaeus, cosa ci fai qui?!” gridarono ad un certo punto gli altri due membri, notandolo.
L’altro in tutta risposta alzò un cartello con la scritta “Me fa totem!”
Era un ragazzo estremamente silenzioso…
Così i tre…beh, diciamo i due, iniziarono a chiacchierare, chi a parole, chi a cartelli finché non udirono una voce in lontananza.
   
 
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