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Autore: _Coco    15/04/2011    4 recensioni
La cenere volteggiava in aria formando piccoli ghirigori grigi e il tanfo di terrore era di casa, come una nuvola nera che aleggiava minaccioso vicino ai cadaveri. Perché quegli uomini potevano solo definirsi cadaveri. Per loro tutto era confuso. Frammenti di sogno diventavano ricordi lontani. Ricordi lontani diventavano frammenti di sogno. Gli occhi erano vacui, incapaci di vedere oltre la disperazione che, come la nebbia più fitta, non si scostava neanche di un centimetro. Oltre le sbarre arrugginite, due carcerati, posizionati vicino a una delle finestre, tacevano guardando altrove, come se non si vedessero. Uno di loro si riscosse , si girò e guardò intensamente il suo compagno di cella.
[Storia partecipante al contest "Soul Prisoner - Azkaban contest" di AlexBlack]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bartemius Crouch junior
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Se guardi le stelle, significa che credi ancora in qualcosa
 



La cenere volteggiava in aria formando piccoli ghirigori grigi e il tanfo di terrore era di casa, come una nuvola nera che aleggiava minaccioso vicino ai cadaveri. Perché quegli uomini potevano solo definirsi cadaveri. Per loro tutto era confuso. Frammenti di sogno diventavano ricordi lontani. Ricordi lontani diventavano frammenti di sogno. Gli occhi erano vacui, incapaci di vedere oltre la disperazione che, come la nebbia più fitta, non si scostava neanche di un centimetro. Oltre le sbarre arrugginite, due carcerati, posizionati vicino a una delle finestre, tacevano guardando altrove, come se non si vedessero. Uno di loro si riscosse , si girò e guardò intensamente il suo compagno di cella.

“ Non hai paura? Stai per essere giustiziato …” chiese

“ Un po’.” L’uomo si spostò a disagio

“ Sai cosa diceva un cantante Babbano, Crouch?”

“ I Babbani sono inutili”

“ Guarda il cielo, perché se lo fai guardi le stelle e se guardi le stelle significa che credi ancora in qualcosa.”

“ Smettila, Anderson! Non lo vedi dove siamo?! Come possiamo credere in qualcosa?!” sbottò con tono neutro l’uomo scarno

“Fa come vuoi, Crouch”

“ Io non credo” borbottò mentre, con un gesto lento e esasperato, alzava il capo verso la finestra. La luna era alta, illuminò il suo viso fino a farlo sembrare meno teso di prima, anzi quasi allegro. La volta celeste non era più minacciosa ma rassicurante. Crouch sorrise. Erano belle. Le stelle, apparentemente così vanitose e impertinenti, riuscivano a illuminargli l’anima. L’uomo si perse a contemplare l’immensità dell’universo, immaginando di essere un gabbiano che volava libero insieme agli astri. E, a quel punto, il legame con la realtà cedette. Ora, Crouch, credeva. Credeva che la madre non era morta, credeva al perdono del padre, credeva a un “aldilà”, credeva che le stelle, in quel momento, gli sorridevano orgogliose. Una lacrima gli rigò la guancia, ponendo fine al suo sorriso.


Il sole spuntò da dietro una nuvola biancastra, illuminando il volto sporco di Barty. Era sereno, aspettava la morte con leggerezza e tranquillità, guardando sorridente il cielo spoglio di stelle. Erano solo dietro. Le stelle lo stavano aspettando, dietro l’alba. Dietro il sole. La mano del Dissenatore si avvicinò sempre di più, rubandogli il sorriso dalle labbra. Il corpo di Barty Crouch Jr. cadde a terra.Vuoto .






Nel cielo chiaro del mattino, una piccola stella, dalla luminosità stupefacente, comparve da dietro una nuvola, sorridendo al mondo che ancora non credeva in qualcosa. Che ancora non aveva guardato il cielo.
 

  
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