Astral Romance
Lacrime di strazio si sciolsero nel ghiaccio insanguinato della Tribù
dell’Acqua del Sud.
Caddero, e caddero ancora, e dal ghiaccio rinacquero – fiere stalagmiti e catene
d’acqua, che ferivano Kanna e la legavano al suo dolore, mentre, in lontananza,
la nave cremisi scompariva e la cenere nera bruciava ancora sotto i suoi piedi.
Attorno a lei, voci distanti-
grida di paura-
singhiozzi-
Dolce, fragile brina ricoprì impercettibilmente le sue mani, rivestendo poi i
suoi polsi di duro ridondante dolore, e come una gelida veste le avvolse le
braccia, e le spalle, e proseguì ancora fino a sfiorarle le caviglie, e farla
cadere a terra, rannicchiata contro quell’elemento che, pur non essendone
Dominatrice, aveva così tanto amato- fino a quando non le avevano portato via
Hama – fino a quel giorno.
Raggomitolata in quell’aspra coperta ghiacciata, chiuse gli occhi e tutto
divenne buio.
~
Le vie del villaggio sono affollate – ovunque vada, c’è chi la indica col dito,
c’è chi bisbiglia.
Sussurri indistinti serpeggiano tra i viottoli, ma Kanna scrolla le spalle; ha
vissuto sedici anni in una società di bigotti, e da quando ha deciso di fuggire
– portando con sé solo un ciondolo d’un uomo che, pur non amato, l’ha amata -
ha imparato a far finta che né i pettegolezzi né chi li provoca esistano.
Anche se ciò può rivelarsi alquanto difficile, nel caso in cui i pettegolezzi,
in forma umana, ti piombino esuberantemente addosso.
“O-ops! Chiedo scusa, mi spiace- no, aspetta; tu sei quella della Tribù dell’Acqua
del Nord?”.
Un paio di occhi grigi, gentili, la fissano dall’alto, con una curiosità
genuina.
Kanna sospira, rassegnata. “Sono io, sì”.
La ragazza l’aiuta a rialzarsi, tendendole una mano. “Io sono Hama; benvenuta
nel nostro villaggio!”.
~
Schegge di ghiaccio le colpirono le costole.
Colta da un panico improvviso, aprì gli occhi, di scatto-
brevi respiri affannati-
qualcuno accanto a lei chiamò il suo nome-
E tutto si offuscò di nuovo.
~
“Quindi, sei davvero una Waterbender?”
Il tramonto illumina il mare di fronte a loro. Sedute sulla riva gelida,
ascoltano il suono delle onde.
“Sicuro!”
Alle loro spalle, qualche bambino gioca con l’acqua, qualche uomo narra storie
di guerre lontane.
“E che cosa sai fare?”
Hama le sorride, lasciando che un gomitolo di sale marino le attraversi le
dita.
“Be’…”
Chiude gli occhi, e muove le mani.
E poi, davanti a loro, non v’è più il mare – le onde si ergono maestose, e si
tramutano in ghiaccio, e divengono poi spesse muraglie, labirinti di artici specchi;
e, al loro interno, imperversano bufere di neve e soffiano venti da ogni parte.
Poi, all’improvviso, i muri crollano, il mare riflette nuovamente il cielo, e
tutto torna quieto.
“E’… Meraviglioso” sussurra Kanna, estasiata, mentre l’ultima folata di vento
torna a sguazzare tra le onde e l’ultimo raggio di sole dona una corona di luce
all’oceano.
~
Si svegliò un’altra volta – lentamente.
La prima cosa che avvertì fu il calore; poteva muovere le dita, il ghiaccio era
scomparso.
Poi si rese conto di non essere ferma. Qualcuno la stava trascinando via.
La Nazione del Fuoco. Sono prigioniera.
No-
La Nazione del Fuoco se n’era andata.
Aprì gli occhi, sbatté le palpebre più volte. La cenere aleggiava ancora nell’aria,
facendola lacrimare.
Cercò di parlare, ma qualcosa di fronte a lei ricominciò ad ondeggiare-
E cadde nel vuoto.
~
“E quindi, ancor prima che tu nascessi, era deciso che dovessi sposarlo?”
Indignata, Hama manifesta il suo disgusto con una smorfia.
“Sì, proprio così. Sai, era anche un bravo ragazzo, ma amava così tanto quella
società opprimente…”
Kanna stringe le labbra, giocherellando con il ciondolo che porta appeso al collo.
“Non capisco”, ammette l’altra, accavallando le gambe e lasciandosi scivolare
in una conca ghiacciata.
“Come si può sposare, giurare di
proteggere una persona che non si ama? Insomma, lui ti amava, ma non è
detto che sia sempre così, e pensa a quante ragazze…”
Kanna si volta verso di lei, stringendosi a sua volta dentro la conca.
“Quindi, secondo te è questo che significa amare? Voler proteggere qualcuno?”.
Hama stringe i pugni.
“Sì. Lo sai, no? Lotto ogni giorno contro la Nazione del Fuoco per proteggere
casa mia, la mia famiglia. Te”.
Le sorride e, con dolcezza, le sfiora le labbra con le sue.
Sopra di loro, la Luna bisbiglia alle onde di lasciarle sole per un po’.
~
Il calore, ormai, era intenso – quasi soffocante; doveva trovarsi vicino
ad un campo, ad un focolare, rifletté.
Una decina di voci, intorno a lei, discutevano animatamente.
Parlavano di mappe, strategie-
progetti di guerra-
degli ultimi Waterbender ormai catturati-
della rovina imminente-
Si tappò le orecchie, e scivolò nel sonno.
Non voleva sentire; non ancora.
~
“Non andare”, sussurra .
Per la prima volta da quando, da sola, senza esitare, è fuggita dalla sua
Tribù, ha paura.
“Devo andare! Non capisci? Non è
rimasto più nessuno, ci sono solo io!”.
Kanna distoglie lo sguardo.
“Cosa farai se ti cattureranno?”
Hama le prende la mano con forza, costringendola a voltarsi.
“Scapperò! E tornerò a cercarti! E se ti avranno uccisa, o fatta prigioniera,
mi vendicherò di loro, ad uno ad uno! Li trafiggerò con lame di ghiaccio, fino
a quando non- …Lasciami andare, per favore”.
La ragazza l’abbraccia, trattenendo le lacrime.
“Sai bene che sono testarda quanto te. Sai che non ti lascerò andare incontro
alla fine”.
“Non è la fine…”
Hama scioglie l’abbraccio e, chiudendo gli occhi, erige un ultimo muro di
ghiaccio tra di loro.
Lentamente, allunga una mano fino a sfiorare la superficie ghiacciata.
Dall’altra parte del muro, Kanna china la testa ed appoggia a sua volta una
mano contro il ghiaccio, mormorando un addio il cui suono si perde nel vento.
~
Infine, quella sera, Kanna aprì gli occhi – alzò lo sguardo verso il mare,
verso labirinti ghiacciati ch’esistevano solo nei ricordi, ed andò avanti.
Non
seppe mai cosa ne fu della sua amante più cara, né conobbe mai il Dominio del
Sangue che avrebbe portato Hama alla crudele, spietata follia.
Ma quando, tanti anni dopo, la guerra finì e la cenere nera smise di cadere sul
mondo, versò un’ultima lacrima al mare, capendo che, in fondo, era stata
protetta, fino alla fine.
N.d.A.
Io… Devo essere completamente pazza se torno sul fandom di Avatar dopo più di
un anno con una shoujo-ai che non solo è su due personaggi immensamente
secondari, ma inoltre manda un po’ al diavolo il povero padre di Hakoda, e con
lui tutta la dinastia. XD
Ma, oh, chi mi dice che prima di innamorarsi di quest’uomo senza nome, Kanna
non abbia veramente amato Hama?
Dopotutto, una delle poche immagini di lei da giovane è proprio la scena in
cui, in lacrime, osserva l’amica essere catturata dalla Nazione del Fuoco (e
sappiamo bene che il soggiorno in Fire Nation non le farà per niente bene…
mamma mia, è davvero inquietante in “The Puppetmaster”!).
Vabbè, enjoy. XD