Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Faddo    17/04/2011    2 recensioni
Ormai il tutto è finito...abbiamo perso, siamo resistiti per ben 150 anni come una grande regione, la più
potente...Rasa la nostra Regione...io ero uno dei più forti guerrieri di tutto il Villaggio Effe, ero riuscito anche a diventare re...ora però mi trovo qui...sto giacendo nella polvere non riesco più a muovermi, ma tanto purtroppo mi spetterà una morte lenta... la passerò per terra pensando fino a quel momento...la fine di un grande guerriero. la guerra è finita, e pur troppo con me trascinerò nel Regno dei morti, le anime di tutti i miei compagni...armi e veicoli potenti non sono bastati per vincere...Ormai che sono qua, vi racconterò tutta la storia, la mia Storia: la storia di Raskad e di Villaggio Effe...dei suoi abitanti.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vill.Effe

PROLOGO

Ormai il tutto è finito...abbiamo perso, siamo resistiti per ben 150 anni come una grande regione, la più

potente...Rasa la nostra Regione...io ero uno dei più forti guerrieri di tutto il Villaggio Effe, ero riuscito anche a diventare re...ora però mi trovo qui...sto giacendo nella polvere non riesco più a muovermi, ma tanto purtroppo mi spetterà una morte lenta... la passerò per terra pensando fino a quel momento...la fine di un grande guerriero. la guerra è finita, e pur troppo con me trascinerò nel Regno dei morti, le anime di tutti i miei compagni...armi e veicoli potenti non sono bastati per vincere...Ormai che sono qua, vi racconterò tutta la storia, la mia Storia: la storia di Raskad e di Villaggio Effe...dei suoi abitanti.


Racconti Di Villaggio Effe


STRUTTURA DEL VILLAGGIO


CAPITOLO 1

OGNI LAVORO VA SVOLTO


In una piccola zona di bosco, si aggirava una strana creatura, una specie di tigre di medie dimensioni che spesso causava problemi a tutti i passanti per quel luogo.

Questo è l'inizio della mia storia, forse non un inizio decente di una storia, ma di certo il miglior modo per ricollegarci a ciò che sconvolse totalmente la mia vita.

La tigre continuava a girare per il bosco in cerca di prede quando notò un grosso pezzo di carne cruda posato per terra. Subito, senza nemmeno pensarci la tigre si lanciò ad azzannare la bistecca

Markont: fregato!”

Ad un certo punto la tigre che si era appena posata sulla bistecca si trovò impigliata in una rete, una delle solite trappole usate per catturare le bestie.

Markont era il più fiero dato che era lui ad aver fatto la trappola e come suo solito mostrava quel tono di calma che gli dava quell'aria da uomo duro.

In realtà Markont è solo un ragazzo come me, ma è l'unico fra i miei amici che sembra un pozzo di astuzia. Anche io me la cavavo, ma lui se si sedeva e rifletteva poteva anche farsi chiamare genio. La cosa che più mi dava fastidio era il fatto che gli piaceva tenere la camicia rossa con i tutti i bottoni chiusi tranne gli ultimi due in fondo, diceva che lo faceva semplicemente perchè aveva caldo alla pancia, la verità è che lo faceva solo perchè i bottoni erano rotti e non aveva voglia di comprarsi una camicia nuova. In effetti lui non è mai stato uno che spendeva troppi soldi, perchè la maggior parte delle volte non li aveva.

Raskad: davvero un bel lavoro Markont”.

Raskad, come vi ho già raccontato nel prologo, sono io. Diciamo che di me non c'è molto da dire, vivo con molti ricordi tutti che risalgono ai miei sette o otto anni, non ho mai capito perchè. Mio padre mi racconta sempre di una botta testa, ma incomincio a credere che non tutta la carne cucinata sia opera sua. Vivo la mia vita come molti cittadini di Effe, combattendo. Vado a caccia delle taglie messe dal governo di Rasa, la regione. Di solito in battaglia sono sempre il primo a lanciarmi, vado sul sicuro per un semplice motivo: posseggo una spada, la spada leggendaria, una spada che solo in pochi riescono a usare, di solito ci vogliono anni di addestramento ma con me ci sono volute solo poche settimane e poi perchè fuori dalla battaglia non si direbbe ma posseggo una astuzia ampia, come Markont, solo che di solito non la tiro fuori, insomma un mio potere celato. Preferisco adattarmi all'istinto della luce che posseggo. Ah sì, ho detto luce perchè se non lo sapete posseggo un elemento, cioè una energia interiore acquisita dalla natura, che si ha di solito fin dalla nascita, di tipo luce. Ovviamente si può avere anche più di un elemento, infatti io fra Terra, Vento, Acqua, Fuoco, Fulmine, Psico, Luce, Oscuro, e Neutro posseggo: Terra Vento Fulmine e Luce, ne ho 4. Beh su di me c'è da aggiungere che sono coperto da una fortuna che mi segue da anni, ma come la mia astuzia mi segue di solito in campo di battaglia e basta.

Mattias: Ok ora che ne facciamo di questa bestiaccia, eh? La riempio di proiettili? Posso?”

Mattias, è un ragazzo spesso sereno, qualunque cosa gli accadda esteriormente fa sempre la stessa faccia, lo stesso tono di voce e anche gli stessi sguardi, tutti i sentimenti risuonano dentro il suo corpo. Gli piace sparare e crede che ormai l'unico modo per far capire ad un uomo come si fanno le cose è minacciarlo con una pistola.

Infatti lui per combattere usa le pistole, sono armi differenti dalle alabarde di Markont o dalla mia spada come si può facilmente intuire, ma sono armi che sprigionano un grande potere se le si usa con i giusti tipi di munizioni. Insomma proiettili carichi di elementi è l'esempio più classico per le pistole comuni, poi esistono le pistole laser che sfruttano i tipi di plasma e le modifiche comprabili in negozi esperti, però Mattias non sopporta le armi al plasma, preferisce lo zolfo elementale. Quando va in giro non si separa mai dal suo cappello, un cappello con tre punte piatto con una piuma attaccata, dice che gli serve per aumentare la sua velocità. Infatti è cosi, quel cappello è uno degli oggetti che può rilasciare un dato potere a chi lo indossa, ma di solito non sono poteri strani, sono solo dei bonus nelle capacità fisiche o elementali. Lui possiede come me un elemento Sacro, quello neutro. Mi sono dimenticato di dirlo prima, Markont ha l'elemento Oscuro, uno dei tre elementi Sacri.

L'unica cosa che abbia mai fatto cambiare faccia a Mattias sono le morti dei compagni e quando i nemici non dimostrano onestà o si danno alla fuga.

Ritornando ai tre elementi Sacri, vorrei aggiungere che ognuno di loro dona qualche bonus nelle capacità fisiche o elementali, come gli oggetti, solo che questi bonus elementali sono sempre fissi, non variano mai, nè col tempo nè di persona in persona che ottiene i poteri.

La Luce dona capacità difensive più ampie, L'Oscuro dona capacità offensive più ampie e Il Neutro dona rapidità maggiore. L'unico modo per potenziarsi e sfruttare al massimo questi elementi è l'utilizzo della trasformazione, cioè la persona diventa un tutt'uno con gli elementi per un certo periodo di tempo in battaglia, trasformandosi in una creatura di forma umana con qualcosa che simboleggia l'elemento, cosa che vedremo più avanti con il mio racconto.

Raskad: no, fermati Mattias, dobbiamo decidere.”

Markont e Mattias mi guardarono dubbiosi e mi chiesero

Markont e Mattias: Decidere cosa?”

Io prontamente risposi

Raskad: lo sapete bene. Dobbiamo decidere chi darà il colpo di grazia al nemico”.

Di solito quando si va a caccia di bestie non le catturiamo mai. Dato che il governo non sa che farsene di solito si uccidono, se sono persone invece si può scegliere cosa fare, se ucciderle o catturarle.

Markont: in questo caso voglio essere io a sferrargli il colpo. Andiamo, non ha importanza potete anche lasciarlo a me, no?”

Mattias: non ci provare, voglio essere io a uccidere il mostro con un bel proiettile veloce mirato alla testa. Voglio vedere le sue cervella schizzare fuori per mano mia”

Markont: tu sei un sadico, Mattias, e hai un problema.”

Ignorando il discorso fra Mattias e Markont, dissi

Raskad: posso finirlo io?”

Markont e Mattias non esitarono a urlarmi, per lo meno Markont, e dirmi

Markont e Mattias: no, dobbiamo ancora decidere, zuccone!”

Raskad: hey, perchè mi avete chiamato zuccone, razza di bambini?”

Siamo tre guerrieri forti ma l'unica debolezza è la nostra deficienza che non si fa vedere spesso.

Intanto senza che noi ce ne potessimo accorgere la tigre stava tagliando la rete con le zanne e a morsi, e noi non ce ne potevamo accorgere per il semplice motivo che stavamo litigando. Così la tigre ebbe tutto il tempo per svignarsela fra le nostre parole. Finché io non mi accorsi che la rete era vuota.

Raskad: hey, fermi...dov'è la tigre?”

Mattias: oh oh...ci è scappata! Fa niente, vuol dire che la mia pistola starà a riposo”

Markont: bel lavoro il nostro, che idioti che siamo stati! Torniamo a casa, ormai sarà già lontana metri e metri, non la raggiungeremo mai.”

Mi dava fastidio questo fatto, ma Markont aveva ragione, così ci incamminammo verso il villaggio.

Appena tornati eravamo assetati e decidemmo di andare al supermercato per prenderci qualcosa da bere.

Cosi decisi di entrare io a prendere per tutti la Splash Soda, la bevanda più famosa ad Effe: era una soda fatta con limone e arancia più qualche spezia probabilmente. Una bevanda dissetante, rinfrescante e buonissima.

Appena lasciati i soldi sul bancone uscii dal negozio, misi una mano dentro il sacchetto per prendere le lattine di Splash Soda e dopo averle ben afferrate le lanciai ai miei compagni che si erano appartati su una panchina appena fuori dal supermercato. Il vantaggio di quella panchina è che era stata da sempre all'ombra, in qualunque ora nemmeno un raggio toccava il legno che la rivestiva.

Subito mi sedetti anche io con loro, e una serie di schizzi piccoli partirono dalle nostre lattine a causa della loro apertura a colpo deciso e sicuro.

Incominciai a bere a canna dalla lattina come se non vedessi l'acqua da tempo e tempo, la stessa cosa valeva per Mattias e Markont.

Villaggio Effe era in leggera pendenza perciò c'erano strati di 10 metri fatto in marmo durissimo lo sorreggeva dal lato con piu precipitazione, la zona di Marmo veniva chiamata fondamenta e se crollavano le fondamenta una gran parte del villaggio si poteva crepare e sgretolarsi.

Raskad: ormai siamo già quasi alla fine dell'estate, manca poco che ritorna ottobre e cosi ricomincerà un altro autunno tiepido pieno di niente da fare, che noia”

Le stagioni per tutta Rasa non condizionavano molto il clima, durante l'inverno il freddo faceva tenere al massimo la felpa o un giubbotto leggero fuori e solo durante gli ultimi di gennaio scendeva un freddo che toccava i -3 gradi, ed era lì che ci si vestiva pesantemente e a volte nevicava per due giorni di fila per poi godersi 4 giorni di neve.

Poi in primavera le temperature sbalzavano fino a 25 gradi di colpo, da Marzo ad Aprile poi durante l'estate il caldo toccava i 38 gradi massimo e il tutto durava fino alla fine di settembre e con l'arrivo di ottobre le temperature scendevano e raggiungevano dai 15 ai 25 gradi per poi concludersi di nuovo con un leggero freddo gennaio. Un clima davvero invidiabile era quello di Rasa. Solo in montagna le temperature non raggiungevano mai i 30 e toccavano in inverno fino ai -9 gradi.

Con l'arrivo dell'autunno si riaprivano le porte al commercio pieno e grande che veniva chiuso durante l'estate per ferie.

Raskad: spero vi piaccia la Splash, ora sono al verde. Cavolo, dovevo risparmiare i miei linguetti con più parsimonia”

I linguetti sono i soldi usati per tutta Rasa.

Markont: allora perchè offri sempre te?”

Raskad: perchè voi avete dei soldi dietro?”

Mattias: io ho solo 2 linguetti e credo che Markont non li spenda per cibo come al suo solito”

Markont: vorresti dire che sono tirchio?! Ti ripeto che non sono tirchio sono solo uno che spende saggiamente i propri risparmi, piuttosto come hai avuto due linguetti se fino a ieri non ne avevi nemmeno uno per pagarti un panino”

Mattias: semplice, ho finto di non averli per farmi offrire qualcosa”

Raskad: e la prendi come una cosa così alla leggera fregare i propri amici?”

Markont: tsk...sentite, ormai ciò che abbiamo fatto non si può rimediare, piuttosto perchè parliamo di soldi e non ne guadagniamo mai nessuno?”

Mattias: facile, non riusciamo ad uccidere nessuna taglia che ci danno o tutte le taglie sono truffe o scherzi”

Raskad: certo che siamo veramente sfortunati”

Markont: no, sei te sfortunato che scegli le taglie da cacciare nella bacheca!”

Raskad: sarà, però non potete dire che il compenso sia buono per quelle che troviamo!”

Mattias: chiudete il becco, mi fate venire il mal di testa”

Raskad e Markont: “chiudete il becco”? Hey, ma chi ti credi di essere?”

Mattias subito tirò fuori due pistole e le puntò una su di me ed una su Markont e disse

Mattias: Per...favore!”

Io e Markont chiudemmo la bocca e finimmo di bere la nostra Splash Soda.

Ad un certo punto Mattias decise di rompere il silenzio che si era formato e ci disse

Mattias: a proposito, perchè Palkiù non voleva venire?”

Raskad: Palkiù diceva che aveva da fare nella stanza”

Mattias: andiamo a trovarlo nella casa comunale?”

Raskad e Markont: ok!”

La Casa Comunale era un enorme edificio dove stavano tutti gli abitanti di Effe. Lì ognuno aveva una propria stanza con il necessario: letto, tv, frigo, vari mobili d'appoggio, bagno e terrazzino che sporgeva da un lato.

Gli unici ad avere una casa ad Effe eravamo Io e Markont, e ovviamente abitavamo con i nostri genitori. Loro erano gli unici ad avere una casa, a parte il re che aveva una casa dentro il suo piccolo palazzo.

Avevano ricevuto la casa come premio per l'eroismo dimostrato nella grande guerra di Effe. Esatto, Effe prima di essere un questo stato ha passato una guerra contro un villaggio invasore, è stata una delle più grandi guerre mai viste, intervennero anche battaglioni da Capital quel giorno.

Arrivati alla Casa Comunale, subito entrammo nella grandissima hall, dove di solito molti passavano le giornate al minibar a bere o nei divani a discutere.

Subito Markont, Mattias ed io prendemmo l'ascensore e ci dirigemmo al 5° piano dove stava la stanza di Palkiù.

Raskad: eccola qui, la numero 503”

Subito decisi di bussare delicatamente, si sentirono dei passi dentro la stanza ed uno spioncino che si apriva per vedere chi fosse. Dopo pochi secondi si sentirono quattro giri di chiave e la porta si aprì per trovarci davanti il nostro amico.

Palkiù è un ragazzo molto aperto con gli amici, molto attivo, allegro e movimentato, talmente tanto che precede le tue intenzioni, ma con la gente nuova che conosce è timido e chiuso, ciò viene dimostrato dalla sua pelle che spesso diventa rossa alla vista di gente estranea che lo saluta. Addirittura quando entra nei negozi e la cassiera gli dice “arrivederci” diventa un po' rosso. Ma dietro questa timidezza nasconde l'animo di un leone pronto a punire i malvagi con il suo Bowlgun, un arma in grado sia di sparare proiettili al plasma che picchiare grazie ad una lama dal lato opposto del bastone. Insomma, un'arma davvero forte. Da aggiungere c'è che spesso quando esce di casa si dimentica di indossare i pantaloni, dice che gli accade per via del caldo, una specie di istinto...la verità è che se li dimentica e basta.

Palkiù: ciao ragazzi, stavo aspettando giusto voi, sapevo sareste arrivati. Andiamo a farci un giro!”

Subito Palkiù uscì fuori dalla stanza, ma senza accorgersene si era dimenticato i pantaloni.

Markont: deficiente, corri a metterti i pantaloni!”

Palkiù: cavolo, che caldo però!”

Subito dopo che Palkiù entrò e si rimise i pantaloni andammo a farci un giro per parlare un po'.

Palkiù: ragazzi, com'è finita con quella tigre?”

Mattias: ci è scappata...”

Palkiù: com'è successo?”

Mattias: oh...niente di che...”

Palkiù con insistenza continuava a chiedere “cosa?”...ma non si accorgeva che stava tirando la coda al cane

Palkiù: dai, avanti non fare quello che tiene sempre fra sé e sé i propri segreti”

Mattias senza nemmeno pensarci estrasse la pistole e disse

Mattias: taci e non rompere se ho detto che non è niente, non è niente!”

Subito io scoppiai in una delle mie risate a denti stretti e dissi

Raskad: la verità è che Mattias si vergogna della sua idiozia”

Mattias: hey di pistole ne ho due!”

Markont: la verità è che la figura degli idioti l'abbiamo fatta tutti. Palkiù, la verità è che ci siamo messi stupidamente a discutere su chi lo avrebbe ucciso e intanto la tigre è scappata. Devo dire che è più intelligente lei di noi”

Mattias e Raskad: taci, di mezzo c'eri anche te!!!”

Palkiù: vi ricordo che non abbiamo nemmeno un soldo per pagare la tassa di convivenza, perciò vediamo di alzare il culo e andare di nuovo a caccia della tigre!”

La tassa di convivenza era un tributo da dare alla banca, di solito si trattava di 40 linguetti che ogni singolo cittadino doveva dare per rimanere in città. Ovviamente ci si può anche far pagare la tassa da altri se hanno voglia, ma non tutti sono così generosi, perciò anche dentro la stessa famiglia ognuno si paga il suo. La tassa vale dai 10 anni in su, come fa un bambino di 8 anni a guadagnare tanti soldi?

Markont: hai ragione Palkiù, mio padre ha detto che questo mese non me la vuole pagare perciò dobbiamo prendere la tigre. Forza, incamminiamoci!”

Raskad: sarà una lunga giornata, ma la vuoi smettere di puntarmi quella pistola sulla testa, Mattias???”

Mattias: scusa.”

Mattias tolse la pistola dalla mia testa e di Palkiù e subito ci reincamminammo dentro la foresta dove Markont piazzò la stessa trappola con la carne.

Eravamo nascosti su di un albero e ovviamente sussurravamo per non farci sentire.

Raskad: e tu saresti un genio, Markont? Fare la stessa trappola due volte non è da stolti?”

Markont: sta proprio qui il bello: non ho piazzato solo la rete, ho piazzato tantissime reti per la zona. Solo se la tigre passa per un angolo viene catturata”

Palkiù: allora perchè la carne?”

Markont: la tigre non è stupida, non la mangerà ma prima la vede e partirà subito in quarta sparata verso la bistecca, ed è quando ragionerà e capirà che è una trappola che sarà già dentro la zona minata di reti”

Mattias: Tu sei pazzo”

Markont: o un genio, lo vedremo ora.”

Dopo circa una quindicina di minuti fra i cespugli partì uno scatto da felino. Era di certo la tigre e come aveva previsto Markont la tigre cadde nella trappola.

Raskad: Evviva, preso!”

Subito sferrando la spada mi lanciai all'attacco tentando di colpire in volo mentre scendevo la tigre intrappolata, ma non tutto andò secondo i miei calcoli. Infatti scendendo scivolai e andai a finire sopra una trappola. Intrappolandomi così dentro una rete come la tigre, la quale approfittando del momento si liberò in pochi secondi.

Markont, Palkiù e Mattias scesero dall'albero e atterrarono sull'erba dove avrebbero combattuto contro la tigre.

La tensione era alta e la tigre fu la prima a saltare all'attacco, ma noncurante del particolare che le trappole erano molte cadde in un'altra rete.

Markont: Mattias, sparale!”

Mattias: con vero piacere! Pistola elementale, proiettile normale. Dì le tue preghiere gatto, Fuoco!”

Dalla pistola subito partì un proiettile che sconfisse la tigre.

Palkiù: bene, lavoro finito”

Palkiù noncurante del pericolo andò a tirar giù la tigre per portarla a casa e pure lui finì dentro una rete.

Dopo aver visto la nostra fine, Mattias si mise in posizione e con uno scatto rapidissimo ci libero dalla rete tirandola, e intanto riuscì a schivare tutte le trappole. In questo modo ci portò sani e salvi in una zona del bosco senza trappole.

Raskad e Palkiù: Bel lavoro, Mattias!”

Markont: torniamo a casa”

Arrivati a villaggio Effe subito andammo nel Bar per riscuotere i soldi della taglia.

Quando la proprietaria ci disse

Proprietaria: questa taglia è un falso, vi hanno fregato, niente soldi.”

Raskad: Cosa, di nuovo???!!!”

Subito arrabbiato me ne andai via camminando a passo lento colmo di rabbia, intanto Markont che mi osservava disse a Mattias e Palkiù.

Markont: io lo dicevo che era sfortunato a cercare le taglie”

|-------|
Personaggi del Capitolo:
Raskad: Markont: Mattias: Palkiù:


  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Faddo