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Autore: Night Julia Holly    17/04/2011    2 recensioni
1891: Patricia Butler Ross è l'amata sorella adottiva di Robert Ross,il noto amante di Oscar Wilde. Attraverso conferenze sull'Estetismo,Patricia conoscerà lo spirito che risiede dentro l'animo del noto scrittore e filosofo irlandese.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La gelosia è una brutta cosa: è sempre stata concepita da una mente malata con dei sani pregiudizi.
Robert non era né malato,né aveva pregiudizi. L’amore non lo aveva mai fatto diventare geloso.
Ma quello sguardo di intesa,lo aveva fatto diventare furibondo. Si era impigliato in un groviglio di rovi che solo attraverso l’amore di Oscar poteva essere sciolto.
Innamorato. Lo era davvero?
Era davvero amore quel sentimento che provava,mentre,scoperto da veli,era abbracciato attorno a lui?
Che cos’era quella sensazione che provava,mentre diventava un tutt’uno con lui? Amore anche quello,o solo piacere?
O sicurezza?
Robert si sentiva sicuro,mentre Oscar lo abbracciava,mentre si sdraiava sulle sue spalle.
-Ti prego,non abbandonarmi- disse Robert ingenuamente,sopraffatto dal piacere.
“In questo momento ho la sensazione
Come di  dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te”.
Pensò Robert,riflettendo sul pensiero del poeta John Keats,il poeta tanto amato dal suo amore.
Oscar si scostò da Robert lentamente,adagiandosi supino in silenzio.
Robert disse,guardando il vuoto,dal lato sinistro del letto: -Oscar…tu e John…-
-…Non c’è nulla che ti possa interessare,Robert- lo interruppe Oscar,amaramente. Poi si volse,guardandolo intensamente negli occhi:  -A volte mi chiedo perché ti poni tanti problemi. Se ora io sto qua a guardarti negli occhi,ci sarà un motivo-
Robert sorrise. In effetti,aveva fatto troppo l’ingenuo. La sua dolce felicità lo spinse a dare un appassionato bacio sulle labbra di Oscar.
Patricia aspettava con ansia il fratello in giardino. Aveva le occhiaie sugli occhi, poiché non aveva dormito bene. Era da giorni che soffriva di insonnia,e poi  era in pensiero per suo fratello. Erano le nove del mattino,e lui non si era ancora fatto vedere. La sera prima era uscito di casa alle nove e mezzo di sera,dicendole solamente che usciva a prendere una boccata d’aria. Cosa alquanto strana,dato che Robert si giustificava sempre,ed ogni volta che tornava a casa a notte inoltrata,era perché si era trattenuto ad una interessantissima conferenza.
Mentre lo aspettava,fumava una sigaretta. Alla donne non era permesso fumare in pubblico,poiché era poco consono. Soltanto in giardino fumava,alla presenza di Robert o di qualche intimo amico.
La Pall Mall le faceva ricordare Robert,quando d’Estate, mentre lei fumava, lui le raccoglieva i capelli e teneramente la baciava sul collo,le metteva tra i capelli le piccole rose rosse del giardino,e sorrideva,ridendo gaiamente.
Le mancava il sorriso di suo fratello. Da tre giorni il suo volto si era sempre più imbronciato,il suo spirito era così malinconico. Inoltre,era da tre giorni che Patricia non vedeva Oscar Wilde,né tantomeno Robert lo aveva citato,come faceva sempre,mentre aveva uno sguardo luminoso. Patricia subitamente pensò che la causa della malinconia del suo fratello probabilmente era proprio quell'affascinante e misterioso professore.
Ma le sue supposizioni vennero subito interrotte dal maggiordomo Fred.
-Signorina,il signor Arthur Morris -
La ragazza ebbe un sussulto,mentre il suo maggiordomo pronunciò quel nome.
Patricia si chiedeva ancora quale era stato il motivo per il quale si era innamorata perdutamente di Arthur.
Arthur era un amico di vecchia data di Robert. Era un piccolo tipetto energico di 21 anni,e come Robert,sognava di diventare prima o poi un giornalista. Amava vestirsi elegante e sempre portava all'occhiello orchidee di sgargianti colori e mocassini neri con la punta lucida. Chiunque a Londra avrebbe riconosciuto Arthur Morris come allievo di Oscar Wilde. Aveva i capelli castani ricci e non troppo lunghi,e aveva degli occhi castani che sorridevano sempre,anche quando la sua bocca si corrucciava lievemente.
Nonostante la sua eleganza, a volte si lasciava crescere una barbetta incolta,tipica da giovane adulto (d'altronde lo era) ,come segno di sbadataggine, poiché l'eleganza di una persona stava anche nel lasciare alla vista altrui qualcosa di imperfetto,e nel capire che l'uomo avrà in tutti i modi un segno incancellabile di imperfezione,nonostante si accinga ad essere perfetto.
Seduta sul divano,Patricia osservava Arthur entrare a casa sua di primo mattino. Fred porse una bianca sedia da esterno al ragazzo.
-Buongiorno,signorina Ross- disse,mentre si sedette.
-Buongiorno Arthur.Gradisci fare la colazione con me?-
-Sarei stato molto lieto a farla con te,se non fosse il fatto che devo andare a farla da Clara. Oh! Ma per Diana!- urlò il giovane,mentre vide la ragazza fumare -Ma cosa vedono i miei occhi?Quante volte ti ho detto che una donna interessante come te non deve fumare? Solo agli uomini e alle donne noiose è permesso!-
-Ero un po' nervosa- disse la ragazza,con la voce bassa,mentre vedeva consumarsi dal venticello fresco di Primavera  quel fine bastoncino di carta farcito di tabacco.
-Beh- disse il giovane a voce alta,mentre alzava le spalle -per cosa gli hanno inventati gli amici,gli amanti,i fratelli?A proposito...dov'è Robert? Ho un'inesauribile bisogno di lui,oltre di Clara,ovviamente!-
Patricia iniziò a tremare lievemente dal nervoso. Avvicinò alle labbra la sigaretta.
-Dai qua!-
Urlò il giovane,strappando dalle mani della ragazza la Pall Mall. Inspirò lievemente la sigaretta,mentre la guardava fissa negli occhi.
La ragazza tremò ancora di più. Non ne poteva più di sentire da Arthur il nome di Clara.
Clara sarebbe stata una ragazza di 21 anni alquanto graziosa,se non fosse il fatto che dopo aver rotto una breve relazione con un giovanotto di un anno in meno di lei,si sia legata sempre più al suo vecchio amico Arthur. Arthur l'aveva sempre adorata,aveva sempre peso dalle sue labbra. Patricia era amica di Clara,e lo era rimasta ancora. Solo che dal fatidico giorno del "fidanzamento",guardava sempre i due ragazzi con occhi diversi:  occhi più malinconici. Clara fu il motivo per il quale Patricia decise di smettere di amare segretamente Arthur.
Mentre il giovane terminò la Pall Mall,arrivò Robert,dopo la dolce notte d'amore trascorsa con Oscar in un bell'albergo del centro. Aveva l'aria un po' stanca,forse per il fatto che ebbe avuto poco tempo per dormire.
-Buongiorno- disse,mentre si avvicinò per dare un bacio sulla guancia a sua sorella.
-Giorno Robbie!Ho quello che mi avevi chiesto!- disse Arthur.
-Ah,gli articoli di cronaca rosa!- disse,sospirando.
-Eggià,un po' di frivolezza serve,in questa società seria!-
Arthur rise di gusto,mentre Robert gli diede una pacca sulle spalle.
-Sai benissimo,mio vecchio amico,che stai dicendo un paradosso!-
-Sapete benissimo che state battibeccando con frasi tipiche del vostro professore- disse a voce bassa la ragazza,a mo' di rimprovero scherzoso verso i due giovani.
-Ma ha ragione il professore. Io sono serio. La società è frivola. Scrivo solo articoli realistici-
-Oramai la cronaca mondana serve come elemento ammortizzatore della cronaca nera e bianca- aggiunse Robert.
-Noi scriviamo anche articoli seri,ma la gente apprezza di più quelli frivoli...e non è questione di saper scrivere o no!-
-Ti capisco Arthur.La nostra società è come un vortice che segue il tempo antiorario-
Gli occhi di Arthur si illuminarono.
-Giusto Pattie! Ora vado,la mia amata Clara mi aspetta ansiosamente. Arrivederci!-
Il giovane dandy venne accompagnato da Fred all'uscio,mentre Robert si diresse verso il suo studio,per raccogliere tutti gli articoli dei suoi colleghi in un fascicolo,da consegnare all’ufficio stampa della rivista. Patricia lo seguì.
-Dunque,tu ed Arthur avete ottenuto il lavoro- disse la ragazza.
Robert  scrisse sulla copertina del fascicolo “CRONACA MONDANA”.
-No,stiamo solo facendo della gavetta. La rivista ha proposto al nostro gruppo di studi di pubblicare alcuni nostri articoli-
Mentre Robert si prestò ad uscire nello studio,Patricia si mise sulla soglia,impedendogli di uscire.
Robert la guardò sorpreso. -Che fai,piccola Pattie?- le chiese dolcemente -Fammi uscire,sono dannatamente  in ritardo!-
-Che importa farti uscire prima,se sei già da un bel po’ in ritardo?Ho bisogno di parlarti-
-Non ora Patricia,sono molto impegnato. Tornerò a casa tra un’ora. Non far preparare a Fred la colazione per me,l’ho fatta stamane ad un Caffè -
-Come mai sei tornato tardi?- chiese insistentemente e tagliando corto,Patricia.
Robert alzò gli occhi al cielo : -Contrattempo,cara-
-Dov’eri?-
-Chiedi troppo-
I due fratelli si guardarono amaramente negli occhi.
-Perdonami se ti chiedo troppo! D’altronde,sono tua sorella-
Robert cercò di scostare Patricia : -Ci sono cose che neanche i fratelli non devono sapere-
-Ti ho forse irritato?-
La ragazza lasciò libero il passaggio al fratello.
-Ma no,mia bella Pattie - rispose, tranquillamente - Io ti adoro. A presto-
In lontananza,si sentì il rumore della chiusura della porta. Patricia chiuse gli occhi,mentre sprofondò sulla poltrona dello studio.
Rifletté sul comportamento di Robert,che stava sempre più peggiorando. Il solo pensiero di come si era comportato poco prima,faceva venire le lacrime agli occhi a Patricia. Non era nella indole di Robert comportarsi male con sua sorella. Lui era sempre stato buono con lei. Diceva che senza di lei,sarebbe morto.
Patricia sperò di potergli parlare meglio quando sarebbe tornato. Voleva davvero sapere quale fosse la causa del malessere di Robert.Voleva sapere se era lei il problema,oppure il bel professore Wilde.
-Thè,signorina?-  urlò Fred,nella stanza accanto.
-Sì Fred…portalo in giardino-
La ragazza si alzò lievemente,diretta verso il giardino,mentre pensava a quello che avrebbe detto a Robert,quando sarebbe tornato.

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Menlove Ave.,ovvero il mio "angolo delle annotazioni".
Eccovi,a inizio capitolo,il mio primo testo slash che ho scritto nella mia vita *ridacchia come una pazza* ! è alquanto corto,lo so,ma ho cercato di fare del mio meglio. In questo capitolo,inoltre,c'è un nuovo personaggio,già citato in precedenza: Arthie,o Arthur. Nome alquanto ispirato ad Arthur Goring,il dandy di "Un marito ideale",ma anche al poeta maledetto Rimbaud. Chissà,magari in seguito scriverò in questa storia anche qualche stralcio di poesie di Rimbaud. Anche questa volta,è toccata a Keats.Non ho mai studiato Keats,è stato un gran peccato per me. Ho iniziato ad adorarlo segretamente da sola,mentre la professoressa spiegava la seconda generazione dei poeti romantici inglesi.Bene,spero di aver scritto un bel capitolo,spero davvero che vi piaccia! Un bacione grande,a presto. Night Julia Holly


 

  
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