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Autore: Treilhan    17/04/2011    0 recensioni
Chiave, frizione, marcia... e se tutte le cose che diamo tanto per scontate non fossero così insignificanti?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiave, frizione, marcia.

Cinquanta all’ora, non c’è fretta, il posto che cerco non lo raggiungerò andando più veloce.

La mia meta si muove assecondando un vento capriccioso, se vorrà mai fermarsi non lo so… per ora mi godo la brezza marina e le metropoli frenetiche tra sole e intemperie.

Non importa il tempo, ciò che conta è continuare a muoversi e un giorno, forse, scoprirò cosa cerco e come trovarlo.

Chiave, frizione, marcia.

Sono una nuvola errante, ammaliata da illusionisti e giocolieri di San Pietroburgo, soffiata via da cantori mendicanti a Parigi, ricordata con nostalgia da ballerini all’angolo della Rambla del Tibidabo a Barcellona.

Respirando l’aria di ogni angolo indicato dalla rosa dei venti, assaporando i frutti di ogni terra conosciuta, baciando il riflesso di ogni cascata, divampando di amore per ogni patria, ho riscoperto il piacere limpido e fresco per un viaggio fine a se stesso.

Ancora chiave, frizione marcia.

Se mi concentro, in ogni mio respiro riesco a sentire il profumo intenso della libertà, in ogni immagine scorgo i colori di una nuova passione.

Continuando a viaggiare, non so bene dove né quando, forse fermandomi per la prima volta ad apprezzare un vasto cielo notturno che, offuscato dalle luci fittizie delle città, avevo ignorato per tutta la vita, o forse per la sensazione del sole bruciante sulla pelle secca, ho notato tante cose date ingenuamente per scontate.

Mi fermo per un po’, giusto il tempo di vedere, un’occasione per capire.

Di nuovo : chiave, frizione, marcia.

La capacità di percepire l’erba fresca sotto le dita e sentirmi completo solo perché posso è la mia libertà.

Il desiderio di voler gridare forte ogni fugace emozione è la mia vita.

E allora schiaccio la frizione, cambio la marcia e giro la chiave. Spengo il motore e mi rilasso, scosso dalle ultime vibrazioni del veicolo. Forse non arriverò dall’altra parte del mondo, ma non ne ho bisogno, sono io a dare significato a quello che vedo. Sono io a decidere perché voglio viaggiare.

E oggi voglio viaggiare solo perché è bello, perché mi piace respirare ciò che questo posto ha da offrire, vedere paesaggi vecchi e nuovi, percepire la vita che ho intorno e farne parte.

Mi basta un po’ di inventiva e non devo fare tanta strada per arrivare dove voglio essere.

E viaggiare ha un senso solo se lo voglio io.

  
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