AS: Mi scuso terribilmente per qualsiasi cosa vi faccia provare disprezzo verso uno o più dei personaggi.
La prima volta che ho
detto il tuo nome
Usagi~
Le
ragazze stanno parlando di sabato sera. Volevano organizzare un pigiama
party. In
genere mi entusiasmano queste cose, ma ora sono qui a torturarmi le
mani. Sto
sudando freddo, senza nemmeno sapere il perché. Ho un gran
brutto presentimento
che stia per succedere qualcosa di terribile.
Improvvisamente,
sento una voce chiamarmi. Non è una voce conosciuta, o forse
non ricordo dove
l’ho sentita, anzi, probabilmente me la sono semplicemente
sognata, ma ha detto
“vieni, principessa”, rimbombando nella mia mente,
come farebbe l’eco di una
voce che si disperde nell’oscurità di una grotta.
Mi
alzo, ci rifletto un po’, e corro via, vado alla spiaggia.
Perché
sono così agitata?
Andiamo,
Usagi! Magari era solo qualche parola delle tue amiche che hai
afferrato
distrattamente, tanto eri intenta a pensare a come calmarti.
“No,
no, no!” continuo a correre.
Ma
cosa cavolo mi succede?
“Dai,
male che va, arriverò lì senza fiato, e
scoprirò, trovandomi davanti una
spiaggia vuota, di essere una matta che sente stupide voci nella
testa…” mi
dico.
Stupida
Usagi.
***
Non
è vero. Che sono una matta che sogna le voci. Quanto vorrei,
ora, che fosse
così!
Sono
arrivata, una strana donna si trova di fronte a me, sul lato opposto
della
spiaggia. In mezzo,
Mamoru, voltato
verso di lei.
Le
altre mi hanno seguita, lo so. Infatti dopo pochi secondi sono al mio
fianco,
già pronte ad attaccare, come me, dopotutto.
La
donna muove le labbra e sussurra un “Vieni,
Endymion.”
Riconosco
subito il suono di quella voce, perché ha lo stesso identico
tono di quella che
credevo di aver sognato, anche se sentendola pronunciare il nome del
principe
della terra, suona ancora più tetra. A scuotermi dai miei
pensieri e a
riportarmi alla realtà è la voce di Minako:
«Queen Beryl!» annuncia,
avvicinandosi a noi da dietro. Ha corso anche lei, è scesa
dal suo letto d’
ospedale e ha indossato i panni della bella guerriera
dell’amore.
E
così, vedo finalmente Beryl. Mamoru si è voltato
verso di me, non appena la
regina ha cominciato a osservarci.
Mi
sta guardando con occhi imploranti. Sono sicura che vorrebbe dire:
“Scappa
Usagi!”, ma non ce la fa nemmeno lui. È
terrorizzato, lo vedo.
Qualcosa
sta per succedere, lo sappiamo tutti. Quello che non sappiamo
è cosa e quando
accadrà, e l’attesa è snervante. Vedo
Mamoru sempre più confuso, che guarda a
terra. «Usagi…» comincia.
No,
non mi farò dire che devo scappare. Non voglio sentirmelo
dire.
«Che
significa tutto questo?» chiedo, rivolta a tutti quanti. Quel
silenzio andava
spezzato, Mamoru andava fermato, e io dovevo assolutamente combattere,
perché
era la mia battaglia. Lui non avrebbe mai voluto capire che era mio
compito
sconfiggerla, si sarebbe opposto con tutte le sue forze, e poi sarebbe
finita
come l’ultima volta. Sarebbe finita che si sarebbe
sacrificato.
«Tu…»
comincia Beryl, accennando un passo in avanti. Ma non si muove.
«Tu, stupida,
insignificante Principessa… per anni ho tentato di
conquistarmi l’amore del
principe Endymion, e tu hai osato portarmelo via! Sono mille anni che
pianifico
il mio ritorno, mille anni che mi preparo per averlo, e tu sei
tornata… questa
volta non vincerai tu, mia cara Serenity.» dice con odio, con
disprezzo, con
vanità, superiorità. Mi sento una bambina al
confronto. Ma non posso cedere,
non voglio cedere. L’ho promesso a me stessa e a Mamoru. Che
cosa dovrei
rispondere alla donna dai capelli color rosso fuoco che mi osserva con
uno
sguardo di ghiaccio?
«Vieni,
Endymion.» ripete, sicura di se.
Mamoru,
non andare. Ti
prego, non farti
persuadere dalla bellezza di quella pelle… Mamoru, rimani
con me.
«VIENI!»
sbotta quella, quando le sembra (ci sembra) chiaro che Mamoru non si
avvicinerà
mai a lei.
Mi
sento meglio. Mamoru
comincia ad
indietreggiare dalla nostra parte ma quella, infuriata, chiama gli
Shitennou,
che subito appaiono, un po’ sorpresi, dal nulla.
Li
chiama uno ad uno, e quelli rispondono al suo richiamo, poi, fa loro
sguainare
le spade.
Quando
capiscono che la loro preda è Mamoru, lo guardano negli
occhi, indecisi sul da
farsi. Mamoru fa lo stesso, ricordando i suoi vecchi alleati.
Ma
Beryl non attacca Mamoru, bensì, con un cenno della mano, fa
sì che le armi dei
servi del suo amato principe si puntino pericolosamente contro di
questi,
sempre più sorpresi e impauriti.
«Vieni Endymion!»
Mamoru
vacilla. Lo so, ci andrà. Salverà i suoi amici.
Infatti spezza il silenzio con
un “aspetta!” indeciso su cosa fare, mentre la
rossa sorride soddisfatta della
propria malvagità.
«No!»
intervengo, senza neanche pensarci. «Questo è
inaccettabile! Come si fa a
minacciare un persona con tali mezzi? Anche in questo modo, il cuore di
chi non
ti ama, non sarà mai tuo! Anzi, lui ti odierà
ancora di più! Sei… sei
spregevole!» le urlo contro, con le lacrime agli occhi.
Perché
proprio Mamoru? Lui è Mamoru.
Perché si
ostinano tutti a chiamarlo Endymion? Non capisco più niente.
Mamoru
però fa un passo verso di lei, e un altro, e un altro
ancora. Lo fa perché
deve. Quando la vedo posargli le mani sulle spalle, mi sento montare
dentro una
rabbia atroce. Non
è da me, lo so.
Infatti,
dopo aver chiuso gli occhi per un istante, riaprendoli, comincio a
camminare
verso Beryl, decisa ad annientarla per sempre.
Da
ordine a tutti di attaccarmi.
Serenity~
Endymion.
La mia mente riesce a pensare solo questo. Quella sciocchina di
Usagi… se non
fossi intervenuta io, sarebbe stata a guardare Beryl portarsi via il
suo
ragazzo. E ancora adesso la sento cercare di riprendere possesso del
suo corpo.
Che situazione sgradevole. Ho l’anima di una ragazzina
piagnucolona che in una
parte del cervello cerca di opporsi ai miei movimenti, le guerriere
Sailor che,
stupite, sembrano non riconoscermi e rimangono come ebeti a terra, dopo
che due
insulsi colpi le hanno messe K.O. Forse non dovrei parlare
così di loro, visto
che mi hanno sempre protetta, ma in questo momento tutte le persone che
ci
sono, mi danno fastidio.
Gli
Shitennou sferrano altri colpi, ma non mi fanno niente. È
magicamente apparsa
un arma nella mia mano che mi rende invincibile, sono più
forte di Beryl, anche
se lei, lo vedo bene, è impaurita. Non potrà mai
competere con me, Serenity.
«Non
puoi competere con me.» dice la mia avversaria.
«sei solo una piccola insulsa…»
Dopo
aver respinto il suo, di colpo, le rispondo:« sei tu,
l’insulsa.»
Ma
quella ribatte, infuriata, dando ordine ad Endymion di fermarmi, e lo
obbliga,
uccidendo uno dei suoi Shitennou, Nephrite. Lo osservo mentre invoca
Beryl,
finchè i suoi occhi azzurri smettono di muoversi e cade a
terra, privo di vita.
Endymion
mi si avvicina.
«Endymion.»
lo chiamo, sussurrando il suo nome.
«Usagi…»
dice lui, abbracciandomi. Anzi, no, abbracciando la sua Usagi. Avrei
dovuto
sospettarlo, che non era Endymion. Era Mamoru. «Usagi, riesci
a sentire la mia
voce?»
Mi
sento, stanca, spossata. Usagi lotta con tutte le sue forze per
sopraffarmi,
risvegliata dal richiamo del ragazzo.
Usagi~
Torno
alla realtà, tra le braccia di Mamoru. Sono calde, ho voglia
di piangere.
Tanta, davvero.
«Io
vado, Usagi.» mi dice, allontanandosi.
Ho
paura.
«Mamoru!»
grido. È il suo nome. Il nome che ho sempre tenuto nascosto,
quello che non ho
mai detto a voce alta. Il nome della persona più importante
del mondo. Lo
ripeto, a voce bassa. « Mamoru…»
perché lui è Mamoru. Non deve andarsene. Non
è
Endymion, no? Allora perché deve rimetterci Mamoru?
Si
ferma, si volta.
«Tornerò,
Usagi, sicuramente.»
Sfodera
uno dei suoi sorrisi migliori. Voglio credergli, voglio credere che
tornerà. È
una promessa, no?
Sparisce
nel nulla, insieme a Beryl.
«Mamoru,
mi fido di te.»
Stringo
l’orologio che mi ha regalato tra le mani, mi ripeto che va
tutto bene e che
troveremo una soluzione, perché ce lo siamo promessi quel
giorno in riva al
fiume. Ci siamo promessi di combattere insieme, per liberarci una volta
per
tutte del passato. Sicuramente
tutto si
risolverà. Ma adesso va bene se piango: va bene se non
riesco a fermare le
lacrime, va bene se mi inginocchio a terra e afferro la sabbia
gettandola con
disprezzo nel mare, va bene se urlo, va bene tutto. Non mi importa
degli altri.
Solo… voglio fermarmi, un po’, qui, e piangere.
Sarò forte, lo giuro, ma adesso
voglio essere una ragazza normale e gridare il nome di Mamoru, per
tutte le
volte che non sono riuscita a far altro che a sostituirlo con un
“Hey” freddo e
distaccato...
Ma
non ho più un briciolo di energia e sento i sensi
abbandonarmi.
«Usagi!»
mi chiamano le altre. Non ce la faccio più, però.
Credo che dovrò rimandare le
lacrime, sembra che non mi sia nemmeno concesso di piangere quando
voglio…
Spazio
autrice!
Ok,
lo so. Potreste odiare pesantemente Mamoru, ma stavolta lo difendo,
perché
cerca di trovare una soluzione per salvare tutti, non solo
Serenity… non
odiatelo troppo, vi supplico! X3
bene,
la nostra storia si avvia verso la fase finale (che è anche
quella più densa di
accadimenti…)
A
prestoo!
Queeny