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Autore: Queeny    17/04/2011    2 recensioni
"“Anche io…” non aveva senso, dopotutto.
Come non avevano senso un sacco di castelli di stupide certezze che avevo costruito sulla base del nulla, poi.
Continuo a correre: avranno bisogno di Sailor Moon. Ma la verità è un’ altra, la verità è che Sailor Moon è sparita da tempo, sepolta dal dolore. Ormai sono solo Usagi; Usagi che scappa dalla realtà con le lacrime agli occhi." (Usagi)

AVVERTENZA: La storia presenta SPOILER per gli episodi del Live Action ^___^
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Endymion, Mamoru/Marzio, Serenity, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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AS: Mi scuso terribilmente per qualsiasi cosa vi faccia provare disprezzo verso uno o più dei personaggi.


La prima volta che ho detto il tuo nome

 
Usagi~
Le ragazze stanno parlando di sabato sera. Volevano organizzare un pigiama party. In genere mi entusiasmano queste cose, ma ora sono qui a torturarmi le mani. Sto sudando freddo, senza nemmeno sapere il perché. Ho un gran brutto presentimento che stia per succedere qualcosa di terribile.
Improvvisamente, sento una voce chiamarmi. Non è una voce conosciuta, o forse non ricordo dove l’ho sentita, anzi, probabilmente me la sono semplicemente sognata, ma ha detto “vieni, principessa”, rimbombando nella mia mente, come farebbe l’eco di una voce che si disperde nell’oscurità di una grotta.
Mi alzo, ci rifletto un po’, e corro via, vado alla spiaggia.
Perché sono così agitata?
Andiamo, Usagi! Magari era solo qualche parola delle tue amiche che hai afferrato distrattamente, tanto eri intenta a pensare a come calmarti.
“No, no, no!” continuo a correre.
Ma cosa cavolo mi succede?
“Dai, male che va, arriverò lì senza fiato, e scoprirò, trovandomi davanti una spiaggia vuota, di essere una matta che sente stupide voci nella testa…” mi dico.
Stupida Usagi.

***

Non è vero. Che sono una matta che sogna le voci. Quanto vorrei, ora, che fosse così!
Sono arrivata, una strana donna si trova di fronte a me, sul lato opposto della spiaggia.  In mezzo, Mamoru, voltato verso di lei.
Le altre mi hanno seguita, lo so. Infatti dopo pochi secondi sono al mio fianco, già pronte ad attaccare, come me, dopotutto.
La donna muove le labbra e sussurra un “Vieni, Endymion.”
Riconosco subito il suono di quella voce, perché ha lo stesso identico tono di quella che credevo di aver sognato, anche se sentendola pronunciare il nome del principe della terra, suona ancora più tetra. A scuotermi dai miei pensieri e a riportarmi alla realtà è la voce di Minako: «Queen Beryl!» annuncia, avvicinandosi a noi da dietro. Ha corso anche lei, è scesa dal suo letto d’ ospedale e ha indossato i panni della bella guerriera dell’amore.
E così, vedo finalmente Beryl. Mamoru si è voltato verso di me, non appena la regina ha cominciato a osservarci.
Mi sta guardando con occhi imploranti. Sono sicura che vorrebbe dire: “Scappa Usagi!”, ma non ce la fa nemmeno lui. È terrorizzato, lo vedo.
Qualcosa sta per succedere, lo sappiamo tutti. Quello che non sappiamo è cosa e quando accadrà, e l’attesa è snervante. Vedo Mamoru sempre più confuso, che guarda a terra. «Usagi…» comincia.
No, non mi farò dire che devo scappare. Non voglio sentirmelo dire.
«Che significa tutto questo?» chiedo, rivolta a tutti quanti. Quel silenzio andava spezzato, Mamoru andava fermato, e io dovevo assolutamente combattere, perché era la mia battaglia. Lui non avrebbe mai voluto capire che era mio compito sconfiggerla, si sarebbe opposto con tutte le sue forze, e poi sarebbe finita come l’ultima volta. Sarebbe finita che si sarebbe sacrificato.
«Tu…» comincia Beryl, accennando un passo in avanti. Ma non si muove. «Tu, stupida, insignificante Principessa… per anni ho tentato di conquistarmi l’amore del principe Endymion, e tu hai osato portarmelo via! Sono mille anni che pianifico il mio ritorno, mille anni che mi preparo per averlo, e tu sei tornata… questa volta non vincerai tu, mia cara Serenity.» dice con odio, con disprezzo, con vanità, superiorità. Mi sento una bambina al confronto. Ma non posso cedere, non voglio cedere. L’ho promesso a me stessa e a Mamoru. Che cosa dovrei rispondere alla donna dai capelli color rosso fuoco che mi osserva con uno sguardo di ghiaccio?
«Vieni, Endymion.» ripete, sicura di se.
Mamoru, non andare.  Ti prego, non farti persuadere dalla bellezza di quella pelle… Mamoru, rimani con me.
«VIENI!» sbotta quella, quando le sembra (ci sembra) chiaro che Mamoru non si avvicinerà mai a lei.
Mi sento meglio.  Mamoru comincia ad indietreggiare dalla nostra parte ma quella, infuriata, chiama gli Shitennou, che subito appaiono, un po’ sorpresi, dal nulla.
Li chiama uno ad uno, e quelli rispondono al suo richiamo, poi, fa loro sguainare le spade.
Quando capiscono che la loro preda è Mamoru, lo guardano negli occhi, indecisi sul da farsi. Mamoru fa lo stesso, ricordando i suoi vecchi alleati.
Ma Beryl non attacca Mamoru, bensì, con un cenno della mano, fa sì che le armi dei servi del suo amato principe si puntino pericolosamente contro di questi, sempre più sorpresi e impauriti.
«Vieni  Endymion!»
Mamoru vacilla. Lo so, ci andrà. Salverà i suoi amici. Infatti spezza il silenzio con un “aspetta!” indeciso su cosa fare, mentre la rossa sorride soddisfatta della propria malvagità.
«No!» intervengo, senza neanche pensarci. «Questo è inaccettabile! Come si fa a minacciare un persona con tali mezzi? Anche in questo modo, il cuore di chi non ti ama, non sarà mai tuo! Anzi, lui ti odierà ancora di più! Sei… sei spregevole!» le urlo contro, con le lacrime agli occhi.
Perché proprio Mamoru? Lui è Mamoru.  Perché si ostinano tutti a chiamarlo Endymion? Non capisco più niente.
Mamoru però fa un passo verso di lei, e un altro, e un altro ancora. Lo fa perché deve. Quando la vedo posargli le mani sulle spalle, mi sento montare dentro una rabbia atroce.  Non è da me, lo so.
Infatti, dopo aver chiuso gli occhi per un istante, riaprendoli, comincio a camminare verso Beryl, decisa ad annientarla per sempre.
Da ordine a tutti di attaccarmi. 

Serenity~
Endymion. La mia mente riesce a pensare solo questo. Quella sciocchina di Usagi… se non fossi intervenuta io, sarebbe stata a guardare Beryl portarsi via il suo ragazzo. E ancora adesso la sento cercare di riprendere possesso del suo corpo. Che situazione sgradevole. Ho l’anima di una ragazzina piagnucolona che in una parte del cervello cerca di opporsi ai miei movimenti, le guerriere Sailor che, stupite, sembrano non riconoscermi e rimangono come ebeti a terra, dopo che due insulsi colpi le hanno messe K.O. Forse non dovrei parlare così di loro, visto che mi hanno sempre protetta, ma in questo momento tutte le persone che ci sono, mi danno fastidio.
Gli Shitennou sferrano altri colpi, ma non mi fanno niente. È magicamente apparsa un arma nella mia mano che mi rende invincibile, sono più forte di Beryl, anche se lei, lo vedo bene, è impaurita. Non potrà mai competere con me, Serenity.
«Non puoi competere con me.» dice la mia avversaria. «sei solo una piccola insulsa…»
Dopo aver respinto il suo, di colpo, le rispondo:« sei tu, l’insulsa.»
Ma quella ribatte, infuriata, dando ordine ad Endymion di fermarmi, e lo obbliga, uccidendo uno dei suoi Shitennou, Nephrite. Lo osservo mentre invoca Beryl, finchè i suoi occhi azzurri smettono di muoversi e cade a terra, privo di vita.
Endymion mi si avvicina.
«Endymion.» lo chiamo, sussurrando il suo nome.
«Usagi…» dice lui, abbracciandomi. Anzi, no, abbracciando la sua Usagi. Avrei dovuto sospettarlo, che non era Endymion. Era Mamoru. «Usagi, riesci a sentire la mia voce?»
Mi sento, stanca, spossata. Usagi lotta con tutte le sue forze per sopraffarmi, risvegliata dal richiamo del ragazzo.

Usagi~
Torno alla realtà, tra le braccia di Mamoru. Sono calde, ho voglia di piangere. Tanta, davvero.
«Io vado, Usagi.» mi dice, allontanandosi.
Ho paura.
«Mamoru!» grido. È il suo nome. Il nome che ho sempre tenuto nascosto, quello che non ho mai detto a voce alta. Il nome della persona più importante del mondo. Lo ripeto, a voce bassa. « Mamoru…» perché lui è Mamoru. Non deve andarsene. Non è Endymion, no? Allora perché deve rimetterci Mamoru?
Si ferma, si volta.
«Tornerò, Usagi, sicuramente.»
Sfodera uno dei suoi sorrisi migliori. Voglio credergli, voglio credere che tornerà. È una promessa, no? 
Sparisce nel nulla, insieme a Beryl.
«Mamoru, mi fido di te.»
Stringo l’orologio che mi ha regalato tra le mani, mi ripeto che va tutto bene e che troveremo una soluzione, perché ce lo siamo promessi quel giorno in riva al fiume. Ci siamo promessi di combattere insieme, per liberarci una volta per tutte del passato.  Sicuramente tutto si risolverà. Ma adesso va bene se piango: va bene se non riesco a fermare le lacrime, va bene se mi inginocchio a terra e afferro la sabbia gettandola con disprezzo nel mare, va bene se urlo, va bene tutto. Non mi importa degli altri. Solo… voglio fermarmi, un po’, qui, e piangere. Sarò forte, lo giuro, ma adesso voglio essere una ragazza normale e gridare il nome di Mamoru, per tutte le volte che non sono riuscita a far altro che a sostituirlo con un “Hey” freddo e distaccato...
Ma non ho più un briciolo di energia e sento i sensi abbandonarmi.
«Usagi!» mi chiamano le altre. Non ce la faccio più, però. Credo che dovrò rimandare le lacrime, sembra che non mi sia nemmeno concesso di piangere quando voglio…

 
Spazio autrice!
Ok, lo so. Potreste odiare pesantemente Mamoru, ma stavolta lo difendo, perché cerca di trovare una soluzione per salvare tutti, non solo Serenity… non odiatelo troppo, vi supplico!  X3 bene, la nostra storia si avvia verso la fase finale (che è anche quella più densa di accadimenti…)
A prestoo!
Queeny

 

  
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