Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
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Autore: RosaBuo    17/04/2011    5 recensioni
...è calato il gelo in aula e Shannon ha detto
-Non ho mai visto una cosa del genere. Non dimenticherò molto facilmente questa ragazza.

E' la storia di una ragazza che non crede tanto in se stessa e nei suoi sogni, ma riesce ad arrivare dall'altra parte del mondo per studiare e trovare lavoro...e troverà anche qualcos'altro!
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi qua. Vi ho fatto aspettare un pò troppo per i miei standard e spero proprio che non vi siate dimenticati della mia FF. Anche per questo capitolo abbiamo un titolo lontano dai testi dei Mars. E' un verso preso da Stop Crying Your Heart Out degli Oasis. Mi sto drogando di Oasis in questi giorni. E' bellissima, se non la conoscete, ascoltatela. Che dire? Ho avuto parecchio da fare in questi giorni per quello non ho aggiornato, fra università e weekend fuori non sapevo come dividermi. Ho prenotato il tatuaggio. Avrò la mia bella Triad anche io e sono mille felice, a voi non ve ne può fregar di meno, ma ve lo dico lo stesso. Tiè! All'università c'è uno che sembra Shannon, ma non mi si fila proprio. Sta al secondo anno di specialistica di ingegneria elettronica. Ha tipo 27 anni comunque...e credo non mi abbia neanche notata. Io l'ho visto al bar giovedì. Dio santo sono rimasta folgorata. Sembra proprio Shannon. Stavo per perdere la vita nel vero senso della parola, ho chiesto in giro di lui e, oltre a scoprire che ha una pseudo ragazza oggetto, ho scoperto che si chiama Yuri e che è uno stronzo assurdo e esce con altre anche se è fidanzato. Dio, ha la faccia infame come quella di Shannon e allo stesso tempo è anche tremendamente dolce. Mamma mia! Vabbè torniamo alla FF che è meglio! Ah volevo ringraziare Annarita che mi fà mille complimenti e aspetta sempre con ansia i miei capitoli. Grazie tesoro. Leggetevi la sua FF http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=679918

14. may your smile shine on.

1 Dicembre

Il 25 Novembre, cinque giorni orsono, ho deciso di reagire; se così possiamo dire. Sono andata a lavoro e dopo essermi presa quello che mi spettava, un sorriso di Tomo e un bacio di Jared, mi sono voltata sicura e ho affrontato il suo sguardo. Non mi andava proprio di guardare il suo fondoschiena e accontentarmi di un Buongiorno freddo e frettoloso.
"Buondì.."
"Hey. Sembriamo felici oggi...", mi guardava titubante e ha continuato sicuro "...ti danno una promozione?", mi ha dato la tazza di caffè che di solito dà a suo fratello, "Scusa bro, le signore prima...allora questa promozione?", era bello. Mi guardava sorridente e con gli quegli occhi.
"Nah. Sono una stagista, non si può!"
"Si, giusto! E allora?"
"Allora niente...tra un mese è Natale e sono felice. Oggi c'è anche il sole, vedi?"
"Si, ce l'hai negli occhi!" ....
"Noi andremo in sala, Shannon fai con calma!", Tomo ha sentenziato.
"Dovrei andare anche io, aspet...", l'ascensore era partita e mentre le porte si chiudevano Jared ha sorriso e ha fatto Ciao! con la manina. Stronzi. Ho preso l'altro ascensore. Mi ci sono ficcata dentro e ho premuto il pulsante, 6.
"Ohw, io vado al settimo", mi sono girata e Shannon era lì a guardarmi mordendosi il labbro inferiore. Non sapevo cosa dire o fare.
"Ehm! Comunque devo fermarmi prima io"
"Si. Comunque non puoi fare così...", si è spostato al mio fianco e si è grattato la nuca, non parlavo "...oggi sei felice e mi parli di nuovo. Non capire male; sono contento, anzi, ho ripreso a respirare, ma fà comunque male, cazzo, Rosa. Non mi parli da quanto? Due settimane? E ora scherziamo. Mi fà male che non sorridi più con me ed è ancora più doloroso il fatto che tu sorrida solo con Tomo e che passi la maggiorparte del tempo con mio fratello o che ne so..."
"No, hai ragione. E' vero, ma tranquillo..."
"Che cosa? Io sono la causa del tuo male, giusto? Mio fratello e Tomo ti fanno stare bene invece..."
"Idiota...anche tu mi fai stare bene, che c'entra? Stavo male per le circostanze, ora è passata. Vedi? Riesco anche a parlarti e a...", mi si è spezzata la voce
"..e a guardarmi senza avere le lacrime agli occhi? No, non ci riesci! Ed è per questo che ti evito, guardarti negli occhi e vedere quello che vedo non è una bella cosa. Vedere che non mi odi non fà altro che distruggermi"
Le porte si sono aperte, sono uscita di corsa
"Non abbiamo finito noi due...", aveva cacciato la testa fuori dall'ascensore per dirmelo. Ho quasi avuto un mancamento e credevo di svenire. Avevo veramente affrontato le mie paure in quel modo? Avevo affrontato il suo profumo, la sua voce e il suo sorriso? Mi sono chiusa in bagno e ho pianto un attimo di nervosismo e mi tremavano le mani. Ho fatto un bel respiro e sono andata a fare il mio dovere. A combattare la mia battaglia contro il redattore rincitrullito e antipatico che ho come tutor. Servirebbe a lui un tutor. Verso mezzogiorno ero al primo piano a recuperare delle scartoffie quando il grande capo dell'edificio mi si avvicina prepotente
"Hey ragazzina"
"Si?"
"Tu che sei sempre intorno a loro, dov'è Shannon Leto?"
"Non saprei...su al settimo piano in sala, credo!"
"Ecco. La vedi quella donna di spalle vestita di nero?"
"Si.."
"Vai a dirle dov'è Shannon. Lo cerca....", mi sono incamminata sapendo chi fosse quella donna. Lo sapevo bene. "...ah, attenta! E' un pò acida e scontrosa", bene!
Un'elegantissima figura vestita di nero, di spalle, diventava sempre più nitida ai miei occhi. Capelli lunghi e perfettamente arricciati. Erano finti?
"Mi scusi?!"
"Si?", si è voltata verso di me sfilandosi i grandi occhiali neri che indossava. Delle lunghissime ciglia truccate alla perfezione incorniciavano i suoi occhi verdi. Due fessure fredde e vuote. Era più alta di me e i suoi dieci centimetri di tacco complicavano ancora di più la situazione. Io ero con i miei bei stivaletti rasoterra e il mio stile gipsy. Eravamo due cose opposte e lei mi guardava con aria di superiorità, una cosa che non ho mai sopportato. Ho messo su la mia faccia da schiaffi, la mia faccia! Quella che ti dice -Prendimi a calci perchè ti sto sfidando-
"Cerca il signor Leto?"
"Non dirmi che tu lavori qui? Non sei troppo piccola? O sei qui per un autografo?", volevo tirarle via tutte le extension e anche le ciglia finte.
"Senta, io sto lavorando quindi, se vuole dirmi cosa le serve posso anche aiutarla, seno ho ben altro da fare che perder tempo qui con lei. Mi hanno detto di aiutarla. Cosa posso fare?"
"Cercami Shannon Leto!"
"Perfavore...oh grazie del tuo aiuto", ho sorriso sfacciata. Si sentiva in difficoltà, ma ha continuato. Si è schiarita la voce e si è guardata intorno dubbiosa. Io la fissavo sfrontata.
"Vai a cercarmelo o no?"
"Se me lo chiede vado...seno può andare a cercarselo da sola. Anzi le dico dove dovrebbe essere. Su al settimo piano in sala..ma sà; forse non la faranno avvicinare alle sale perchè lei non lavora qui"
"Ho fatto un viaggio in macchina dal Canada a qui perchè in questo stato non posso volare...", in questo stato-, si è toccata la pancia e io volevo urlare.
"Vado a chiamarlo..."
"Grazie. E puoi dirgli che Corinne Darlin lo cerca?", ero già di spalle e camminavo verso gli ascensori. Non mi sono voltata, ho solo sorriso per il modo in cui aveva cambiato atteggiamento. Da i suoi vai, devi, fai era passata in meno di trenta secondi al puoi e al grazie. Se ci sono riuscita io mi chiedo Shannon col suo essere arrogante e duro in quanto l'abbia sottomessa, sempre. Sarà anche perfetta fisicamente e potrà dare l'impressione di una con un carattere da iena, ma a me ha dato l'impressione di poco carattere e tutta apparenza. Sono arrivata alla sala dove sapevo che avrei trovato loro. Senza pensarci sono entrata; la scena che si presentava ai miei occhi non era delle migliori. Shannon appoggiato al muro con le bacchette incrociate fra le dita. Tomo con lo sguardo interdetto seduto con la sua chitarra sulle gambe e Jared che urlava come un matto.
"E tu che vuoi?", Jared ha urlato girandosi verso di me, mi ha vista e ha cambiato espressione "...hey!"
"Io niente. Corinne Darling vuole tuo fratello", ho girato i tacchi e me ne sono andata, Shannon mi ha raggiunta correndo e col fiato corto.
"Chi?"
"Lei, vai, è irritata e infastidita. Vai!", mi ha guardata incazzatissimo e se ne è andato lasciandomi le sue bacchette.
"Rò..", _Jared.
"Che vuoi tu?", ha sorriso all'imitazione scarsa di una rock star incazzata che gli punta una bacchetta contro
"Scusa, non sapevo fossi tu ed ero nel pieno di una discussione con mio fratello"
"Tranquillo, non è che non dormo la notte per pensare a quello che mi dici o non mi dici. Già dormo poco per pensare a tuo fratello..."
"Dai, mi ami sempre?"
"Ovvio", l'ho colpito con una bacchetta, ma ha schivato il colpo ridendo.
"Torno dentro, eh", no, no, no. Non poteva lasciarmi da sola, sarei impazzita in quel corridoio. Impazzita d'odio per quella donna.
"J...Ja...Jared"
"Eeeh?"
"Ti prego..."
"Vieni dentro con me...andiamo da Tomo"
"Si", mi ha preso sotto le sue ali e mi ha portato dentro, il mio angelo custode.
"Sei una pulce lo sai?"
"Uhm..e tu un frontman incazzato. Rock star dei miei stivali"
"Si, lo so", sono entrata dentro e ho guardato Tomo
"Tomo dimmi che qui è tutto insonorizzato"
"Certo che lo è..", si sono guardati complici e Jared ha sorriso.
"Dai, urla. Cazzo, sfogati, spaccagli la batteria, eccola lì alle tue spalle, spacca tutto"
"Quanto è odiosa, la odio. LO ODIO. Si, odio entrambi. Finalmente odio anche lui. E' bella, perfetta ed è una iena snob e arrogante. Cosa cavolo ci trova dico?! Aaaaaah. I suoi occhi sono come quelli dei serpenti, due fessure minuscole, fredde e vuote. Senza emozioni. Perchè quegli occhi devono poter guardare in quelli di Shannon? Li odio. Io me ne torno a casa mia, in Italia. Me ne torno ad una vita normale e vi chiudo nel cassetto dei sogni di nuovo. Vi guardo su un poster appeso al muro. Voi mi state distruggendo. Odio questo posto e odio anche quel vecchio rincitrullito del mio tutor.", andavo su e giù in quei cinque metri quadri di saletta e agitavo le mani guardando nel vuoto. Mi sono fermata di fronte a Jared che stava per ridere; "Che cavolo hai da ridere?"
"Che ha fatto il vecchio?"
"Aaaaaaaaaaargh! Il vecchio mi assilla. E' la persona più pesante che abbia mai conosciuto. E' noioso e ciarliero. Credo non sia soddisfatto di se stesso perchè seno non si spiega, Dio. Non scriverò mai niente di suo gradimento. A me piace fare le cose per bene e se parliamo di critica musicale non mi puoi chiedere ancora e ancora di rivedere un pensiero o un intero discorso. Che cavolo, è come dirmi di privare quelle parole dell'emozione primaria. L'emozione che le ha suscitate. Capisci? Se ascolto qualcosa e poi devo scriverne il mio parere poi non posso rivederlo mille volte. Non può chiedermelo. Ma lui no, lui è capace di restituirmi una bozza che credevo perfetta e di dire -E' buono, ma lo riveda, si può sempre trovare una citazione o un termine più appropriati o forme verbali più pure!-, mi svenerei pur di sentire dire dalla sua voce che và bene così com'è. Maledico me stessa ogni volta che mi fermo a pensare di escludere questa o quella congiunzione e in più odia le inversioni verbo soggetto, cosa che io, ovviamente faccio, essendo italiana. Guai a sottintendere qualcosa, meglio trovare un sinonimo o una qualsiasi particella pronominale, -Non cambi mai l'ordine sintattico delle parole, signorina!-, lo odio. Che cosa ci prova a leggere lunghissimi periodi che vengon giù come noiose litanie? Che poi la grammatica inglese non è neanche così ricca di particelle, sinonimi o pronomi. Voi parlate tutto strano, una parola vuol dire settecento cose. Venga in Italia. Cazzo, lì si che puoi farmi problemi su pronomi, sinonimi, particelle, ordine sintattico e quant'altro.", parlavo senza sosta. Tomo era concentratissimo. Si è mosso e mi ha putato un dito contro.
"Tu...Lascialo perdere..."
"Seh"
"Davvero. Qui è come il dilemma della montagna!"
"Il dilemma di che?"
"Della montagna..."
"Illuminaci...", Jared si è seduto accavallando le gambe e incrociando le braccia sul petto con espressione interessata.
"C'è una montagna. E' un ostacolo per un uomo e lui, vigliacco, dice che non si può passare di lì; poi arriva chi, nonostante tutto, ci prova e la supera. Ecco; il vecchio è un vigliacco e tu sei quella che và oltre..."
"Ma questa chi te l'ha detta?"
"Non lo so....però è vera, tu sei più intelligente di lui. Rò ho letto la recensione su This Is War..."
"Si, bionda! Anche io l'ho letta, è bella e parli bene di me", quanto si compiace da solo Jared Leto? Cristo Santo.
"Eh, lui odia quella maggiormente. La odia proprio. Dice che è mediocre, il vecchio sà della mia preferenza e non perde occasione per torturarmi e intanto mette su quella faccia come per dire -Hai accusato il colpo?-, se faccio come mi pare quello mi caccia da qui"
"Stai tranquilla...se lui ti caccia poi lo caccio io a calci in culo", Jared e la sua finezza. Io intanto ero nervosa, mi tremavano le mani. Sembrava stessi per avere un attacco di panico o robe simili. Tenevo la mascella tirata e gli occhi sgranati, se li avessi chiusi solo Dio sà cosa sarebbe successo. Tomo mi ha guardata e ha capito al volo. Ho messo al sicuro la sua chitarra con un viso preoccupato, come se avessi potuto spaccargliela in testa in uno scatto d'ira. Bella mossa. Jared ha messo su un faccino dolce che più dolce non si può e io mi sono sciolta in un sorriso. Tomo continuava a fissarmi preoccupato e poi ha sospirato.
"Uuuh, pensavo volessi spaccarmi la chitarra"
"Noo"
"Spacchiamo la batteria a Shan? Dai, tuffati sul rullante e spacca i piatti, dai"
"Noooo!"
"Non ci facciamo nervose, signorina"
"Tomo...", sconfitta, quella era una supplica. Si è avvicinato e mi ha abbracciata.
"Ok, vieni qui! Stai impazzendo, ci manca poco alle convulsioni. Dobbiamo fare qualcosa. Prima di tutto, devi mangiare stai facendo concorrenza al frontman e non credo ti conviene", ho tirato su col naso e mi sono asciugata il viso con la mano.
"No, figurati"
"Io sono unico!", Jared si era avvicinato e mi accarezzava la schiena facendo il musino per imitarmi.
"Brutta prima donna che non sei altro..."
"Oh si, non puoi competere con me, piccola!", con tono femminile e atteggiandosi a diva. L'ho spinto ridendo.
"Ma stai zitto"
"Però ti faccio ridere...dai dai daiii. Stasera si và fuori?"
"No, lavoro al Dragon, Leto"
"Domani!"
"Domani..."
"Và, facci lavorare e vai a farti valere col vecchio", pacca sul fondoschiena e sorriso, ormai il mio fondoschiena ha la forma delle mani di Jared Leto.
"Si, scusatemi, eh! E fate un bell'album"
"Ovviamente, ma per ora stiamo lavorando a qualche demo. Dobbiamo ancora finire il tour...altre dieci date in territorio Americano e poi in estate saremo in Europa."
"Ah, giusto", ho dato un bacino ad entrambi e stavo per andarmene quando si è spalancata la porta ed è entrato Shannon. Mi ha afferrata per il polso e quasi non si sentiva la sua voce. Si è avvicinato al mio orecchio tanto che ho potuto sentire il suo respiro.
"Aspettami un secondo fuori..."
"Shannon devo lavorare, e devi farlo anche tu. Domani..."
"Dio, aspetta un minuto, uno solo!"
"No, ti sto implorando Shannon, no"
"Io impazzirò...", che occhi aveva A., era scosso e incazzato. Mi stringeva il polso come non ha mai fatto e si mordeva l'interno della bocca.
Fortunatamente il tempo è poi passato velocemente e io sono tornata di corsa a casa senza passare dalla saletta per salutarli. Una volta a casa ho mangiato qualche schifezza al volo e mi sono tuffata sotto la doccia. Ero immobile sotto il getto d'acqua che sembrava poter far scivolare via anche i miei pensieri, non mi andava di piangere, non sono mai stata una piagnona. Volevo divertirmi un pò, mi sono appoggiata al muro e il freddo delle mattonelle mi ha fatto rabbrividire a aprire gli occhi. In quel momento ho ricordato di essere viva, sto distruggendo il mio essere per una stronzata. Sono uscita dalla doccia e sono rimasta a guardarmi allo specchio per un attimo infinito. Tomo ha ragione. Ero già magra, ma davvero sto dimagrendo a vista d'occhio. Si nota sul viso e sul collo tantissimo e sembro ancora più minuta di quanto non lo fossi già. Non mi piace. Mi sono vestita e ho optato per un velo di trucco. Un pò di matita nera e del mascara. Ho preso tutto e mi sono avviata al Dragon, era presto, ma volevo passare da Josh. Lo stesso Josh che mentre ero per strada mi ha mandato un sms

"Dove sei? Stasera lavori? Passo al Dragon."

Almeno è ancora vivo. Eh si, mi serviva una delle nostre serate/nottate in giro a far baldoria.

"Sono in giro. Tra un pò vado al Dragon. Domani non lavoro quindi sono tutta tua stasera"

"Owww, questi messaggi sono cosa buona e giusta. Tutta mia?...bella storia! A dopo.."

Erano le 8.30 e io dovevo avviarmi verso il locale. Me la sono presa con calma e ho anche dato uno sguardo alle vetrine.
A lavoro tutto bene e la serata è passata liscia, tra un drink e una chiacchierata in un attimo si son fatte le 12.15 e ho scrutato Josh. Si è tagliato i capelli, tutti i suoi bei capelli. Non può più fare il ciuffo, nè tantomeno la cresta. Ero triste per questo.
"Dove sono i tuoi capelli?"
"Mmh! Anche tu mi sei mancata, si!", ho cercato di sporgermi sul bancone per dargli un bacio, ma lui mi è venuto incontro. Ci siamo incontrati a metà strada sul bancone ridendo. Era con quattro amici, tutti bellissimi e super profumati.
"Tornano di moda le boyband?"
"Certo, noi siamo i primi in classifica", si è poggiato al bancone e si è aggiustato il colletto della camicia atteggiandosi alla Nick Carter o robe simili.
"Come stai, brutta?"
"Bene e no, non voglio parlare di lui!"
"Ok, ok...", rideva di gusto, "...abbiamo un tavolo, raggiungici quando finisci!"
"Finisco tra due minuti..."
"Va bene", li ho raggiunti dopo poco con due bottiglie di Champagne. Josh mi ha accolta con un sorriso a trentadue denti, era spaparanzato sul divanetto, ma mi ha fatto spazio facendomi segno con la testa di sedermi accanto a lui. Ho aperto le bottiglie e fatto conoscenza con i quattro bellocci. Non mi ricordo i loro nomi. Abbiamo brindato mille e più volte e dopo un pò mi sono seduta accanto a Josh.
"Ah, ti sei ricordata di me? Non mi stai pensando proprio!", faceva il finto offeso. Mi ha stretta a se e, staccandosi dal suo drink, mi ha stampato un bacio sulla guancia.
"Mi fai due coccole?"
"No!"
"Che palle, oh!"
"Tu sei felice e contento, quella che ha bisogno di coccole sono io", ha usato la sua arma letale sorridendomi e mi ha abbracciata.
"A cosa pensi, signorina?"
"A niente, mi mancavi.", l'ho stretto a me come non ho mai fatto e ho sentito la sua risata quasi sussurrata mentre nascondeva il suo viso nell'incavo del mio collo e le sue mani correvano sulla mia schiena tra i capelli.
"A me mancava il tuo profumo!"
Siamo andati in giro per il Sunset Boulevard tutta la notte e verso le 2.00 ha cominciato a squillare il mio telefono. Il display che si illuminava a intermittenza voleva farmi impazzire, forse stava prendendomi per culo, anche lui.
-Shannon Leto Incoming Call-, ho risposto...
"Oi..."
"Dove sei?"
"Ciao eh!"
"Si, dove sei?"
"In giro!"
"Ma sei con mio fratello al Roxy?"
"No no"
"Mh..."
"Che vuoi, Shannon?
"Niente, volevo sentirti..."
"Bene"
"Sei ubriaca?"
"Forse..."
"Io si. Che vuol dire forse? Ma con chi sei?"
"Con degli amici...non li conosci, dai.."
"Josh e i suoi amici ricchi...ok"
"Ma..."
"Ma...?! Magari non dovrei avere voce in capitolo, ma il fatto che tu stia con lui ora mi fà maledettamente girare i coglioni. Poi hai anche bevuto e l'ultima volta sei finita tra le braccia di mio fratello..."
"Non finisco tra le braccia di nessuno e non sono ubriaca, ho bevuto qualcosa, ma sto bene e sono lucida..."
"Non del tutto..."
"Perchè?"
"Preferiresti stare con me ora?"
"Si!", ho risposto di getto, ho pensato di dirgli di no, ma gli ho detto di si, ero anche lucida, ma non del tutto da potergli mentire.
"Ecco, da lucida saresti tanto orgogliosa da non dirmelo...ti vengo a prendere?"
"Non ci provare...non è giusto Shannon. Sono vulnerabile e ci stai provando spudoratamente"
"Non voglio fare nulla solo voglio che tu stia qui..."
"No.."
"Vabbè", lui non si sarebbe arreso in una situazione diversa.
"Shannon..."
"Eh?"
"Ma tu come stai?"
"Io?..non sto in nessun modo Rosa. Sono un vegetale. Non la voglio qui"
"Io...", avevo paura di dirglielo.
"Tu..?"
"Io...cioè, vuoi che io..?"
"Si, vieni qui"
"Ok, massimo un paio d'ore e sono da te"
"Grazie eh", era strano, non stava bene. Josh mi ha guardava.
"Dove vai tra due ore?"
"Da Shannon..."
"Vabbè, non mi interessa...domani mattina devi venire da me. Per ora di pranzo. Devi scattarmi delle foto. Ho bisogno di un book, sto facendo il modello", io stavo ancora pensando alla telefonata, ci ho messo un pò per realizzare le sue parole
"Il modello?"
"Si, tutti qui fanno i modelli!"
"Voi siete tutti modelli?", e loro mi hanno risposto in coro "Si!"
"Siete proprio una boyband", mi hanno mimato una canzone dei Backstreet Boys. Che scena grottesca. Josh mi ha vista un pò preoccupata e si è avvicinato.
"Hey, ma se vuoi andare ora, vai..."
"Non è questo è che era strano, sono quasi sicura che fosse ubriaco o cose del genere. Aveva la voce bassa e vuota. Non c'era nessuna emozione se non frustazione."
"Faresti meglio ad andare da lui..."
"Josh..."
"Vai, lui ha bisogno di te io mi arrangerò. Ci vediamo domani!"
"Ok...", l'ho abbracciato
"Non fare cazzate e non allontanarlo ancora di più", non potevo credere che Josh mi stava dicendo di perdonare Shannon, se e quando ci fosse stato qualcosa da perdonargli. Mi sono avviata verso casa sua. Sia santificata l'America e la metro notturna. In dieci minuti ero arrivata a North Hollywood. Sono uscita dalla metro nel momento stesso in cui si sono aperte le porte e ho corso come non ho mai corso in vita mia. Sono arrivata a casa sua e mi sono fermata davanti alla porta. Quanto mi mancava quel posto, il profumo che si sente in quel luogo per me è profumo di casa. Senza pensarci molto ho preso le chievi che avevo in borsa e, come ho fatto tantissime altre volte, le ho inserite nella serratura e sono entrata.
"Shannon...?", ho urlato. Nessuna risposta. La sua casa è enorme. Sono andata direttamente al piano di sopra in camera sua. Non c'era. Nelle altre stanze; neanche. Sono scesa giù di nuovo e ho visto il suo riflesso nella vetrata della sala da pranzo. Era sul divano nel salotto. La scena non era delle migliori. Aveva gli occhi gonfi e guardava nel vuoto, si era lasciato andare sul divano in una mano aveva un bicchiere e nell'altra una bottiglia di alcool; quasi vuota.
"Shannon", ero inerme di fronte a lui. Ha alzato lo sguardo verso di me e non ha parlato. Mi guardava. Ho lasciato cadere la borsa a terra e mi sono seduta al suo fianco togliendogli la bottiglia e il bicchiere dalle mani per posarli sul tavolino. Si è aggrappato al mio braccio e l'ho stretto a me. Si aggrappava sempre di più, non avrei mai immaginato di poter vedere un uomo in quello stato, figuriamoci Shannon Leto.
"Mi ha incastrato quella puttana!"
"Shh...tranquillo. Ci sono qua io, ok?"
"Si, ma per quanto? Domani sarà la stessa identica merda...e quella lì mi ha minacciato. O sto con lei o non vedrò mai il bambino, ammesso che sia mio"
"Co-cosa?"
"Si, -se vuoi vedere tuo figlio devi stare con me-", cosa potevo dirgli?
"Shannon tu..."
"Io devo stare con te...non con lei. Tu dovresti essere incinta", si era un attimo staccato da me, ma continuava ad aggrapparsi alle mie braccia. Era scosso e ubriaco. Mi guardava negli occhi e indicava la mia pancia.
"Shannon stai delirando..."
"No, no. Sei tu, sei tu...io ti amo lo vuoi capire si o no?", mi ha detto quelle parole, le ha dette con forza, le ha dette quasi urlando, le ha dette stringendo le mie braccia e aggrappandosi alla convinzione che se io ero lì non potevo non amarlo, le ha dette. Io lo amo.
"Shannon sei ubriaco"
"Lo so che sono ubriaco, ma questo non cambia il fatto che io ti ami"
"Ok, vieni qui", l'ho stretto a me e si è lasciato andare, ha pianto un pò e io non riuscivo a contenere tutto. Credevo di impazzire o di crollare; ma non potevo permettermelo, ora era lui quello che aveva bisogno di un abbraccio per stare meglio. Ha poggiato il suo volto al mio petto e si aggrappava alla mia maglietta così forte da far sembrare che stesse cercando di aggrapparsi al mio cuore. Dopo un pò si è addormentato e siamo rimasti così, sul suo divano. Non ha lasciato la presa per neanche un secondo. Io non ho chiuso occhio. Gli accarezzavo la testa e le guance e speravo che stesse dormendo tranquillo. Alle 10.00 si è svegliato e aveva i postumi di una sbronza, in questo caso erano anche peggiori, la sua era una sbronza devastante e non aveva di certo fatto baldoria per locali. Era devastato. Ha aperto gli occhi e mi è sembrato di rivivere l'ultima mattina della nostra vacanza. Io sveglia ad aspettare il suo sguardo assonnato e la sua risata. Risata che non sarebbe tornata, almeno per ora, in quel modo. Mi ha guardata.
"Sei qui..."
"Si..."
"Hai dormito?"
"Tranquillo, sto bene!"
"Ma..."
"Tu come ti senti?"
"Ho mal di testa, che ore sono?"
"Le 10.00 circa"
"Devo andare in sala...", ha fatto per alzarsi, ma è ricaduto, sconfitto dalle fitte alle testa, sul divano.
"Shh...ho chiamato Jared. Tranquillo. Gli ho detto che arriverai più tardi"
"Cosa gli hai detto?"
"...che ieri sera hai fatto baldoria e che avevi i postumi di una sbronza. Non ho raccontato nulla", si è girato verso di me
"Grazie"
"Per aver detto a Jared che sei ubriaco?"
"No, per essere venuta subito. Per essere rimasta e per amare uno del genere, guardami...dovrebbero vedermi ora in tutto il mondo. Un quarantunenne ubriaco e devastato. Non penserebbero di certo cose buone di me, e in più sono qui con te che hai almeno la metà dei miei anni. Non sarei un buon esempio"
"Ma che stai dicendo?", ho riso alle sue parole e lui si è girato e sul suo volto è nato un sorriso. Ho visto quella luce che mi mancava. Mi sono tuffata nelle sue braccia.
"Promettimi che non ti dimenticherai di me quando nascerà il bambino e starai con lei. Promettimi che avrò sempre un posto nei tuoi ricordi"
"Come puoi pensare una cosa del genere?"
"Quando andrò via...perchè andrò via. Promettimi che mi penserai e che quando lo farai guarderai le stelle. Io le guarderò nello stesso istante. Così sarà come stare insieme"
"Io ti prometto che risolverò questa situazione e che tu farai parte della mia vita", ha fatto una doccia e io, dopo essermi assicurata che stesse bene, sono andata via. Mi sono recata da Josh con un vuoto nel cuore. Ho chiamato Tomo.
"Tomo, sei con Jared?"
"No è in sala, vuoi che te lo chiami?"
"No, no, no...voglio te. Ascolta. Ho appena lasciato Shannon, sta venendo da voi. E' scosso, sta male e credo non sia stabile. In più ha i postumi di una sbronza devastante. Ho passato la notte da lui, ha dormito aggrappato alle mie braccia e...", la voce mi tremeva.
"Ok, hey, è Shannon. E' forte, si riprenderà e aggiusterà tutto. Tu come stai?"
"Credo bene. Non ho ancora metabolizzato. Non credo lo dirà a Jared, non ora, ma penso e spero ne parli con te. Per quello ti ho avvisato...Tomo, ti prego."
"Tranquilla...tranquilla"
Josh mi aspettava sveglio e pronto. Gli ho fatto le foto senza proferire parola su cosa fosse successo quella notte, lui non ha chiesto. Scherzava e cercava di farmi ridere. Mi ha anche buttata sul letto mettendosi sopra di me e facendo il minaccioso.
"Josh non ce l'hai la faccia da stupratore seriale"
"Lo so!", si è sposato al mio fianco, guardava il soffitto.
"Che?"
"Niente. Io lo so che lo ami, però non puoi continuare a farti del male. So che lo ami e cerco di starti lontano sapendo che non ti concederai mai a me. Ed è giusto. Ami lui, non puoi prendermi in giro per farmi contento, ma quello che ti sto chidendo è proprio di farmi contento. Meglio l'illusione di sentirti mia per un giorno, uno solo, che il pensiero di non poterti avere mai. E' contorto lo so..."
"E' ridicolo, Josh...", mi sono alzata dal letto, si è tirato su, mi ha guardata, "...è un periodo allucinante, non è proprio nè il momento, nè il caso. E sai che sono vulnerabile!", alzatosi ha cominciato ad avvicinarsi pericolosamente. Per quanto voglia fare il duro non gli riusciva. L'ho abbracciato e in un primo momento era teso come una corda di violino, ma poi si è sciolto e mi ha stretta. Josh non è il ragazzo da un giorno; Josh è quello con cui fare progetti e stare tranquilli. Josh è quello a lungo termine. Shannon dovrebbe essere quello a breve termine, dovrebbe essere quello da una notte e via, almeno si avrebbe un ricordo piacevole, andare avanti con lui e cercare di avere una cosa stabile e seria porta solo alla distruzione.

Alle 20.00 in punto il capo Leto è arrivato a casa mia. Puntuale come un orologio svizzero. Non ero pronta. Cena fuori.
Io, Jared, Tomo e Vicky. Jared è entrato e non mi ha degnata di uno sguardo, si è buttato sul letto.
"Pfff, quanto sono stanco", ero in piedi allo specchio . Mi miravo e rimiravo. Non potevo essermi piegata al volere di Jared ed essermi vestita in quel modo. Ero troppo elegante e troppo donna. Però stavo bene. Ero solo indecisa sulle scarpe e sugli orecchini. Infatti ne indossavo due paia diversi e mi guardavo per scegliere. Jared era steso sul letto.
"Scarpe rosse, orecchini di perle. Metti il rossetto rosso e anche la collanina di perle. Quella che ti ha regalato mio fratello...", mi sono girata verso di lui all'istante.
"Ah ci sei allora?"
"Si, e ci sono anche le tue gambe. Da dove sono uscite? Non me le ricordavo così, le ho toccate quelle gambe? Solo per chiedere"
"JARED!"
"Dai, dai...ridi un pò. Ti sto dicendo che sei bellissima"
"Grazie..", mi sono imbarazzata alle sue parole e mi sono rimirata nello specchio. Effettivamente non mi ero mai vista così bella. E' comparsa la sua figura nello specchio. Mi ha cinto i fianchi.
"Staresti meglio con me...lo ha detto anche Shannon sin dal primo momento, ma sei sua, andiamo?"
"Jared io ti odio"
"Dai che sto scherzando...", si è fatto una grossa risata e mi ha presa sotto braccio.
"Che c'è?", aveva uno sguardo strano. Il suo sguardo. Stava escogitando qualcosa in quel cervello assurdo che si ritrova. Si è staccato da me e mi ha tagliato la strada mettendosi di fronte a me. Camminava all'indietro. Eravamo per strada ormai.
"Te lo immagini?"
"Cosa?"
"Domani su tutti i blog -Jared Leto si scopa la ragazza che è comparsa già in foto con suo fratello- oppure -Jared Leto e ragazza misteriosa. Eleganti e a cena. Un nuovo amore?- o ancora -Due piccioni con una fava. La ragazza dei fratelli Leto-", creava tabelloni illuminati nell'aria con le mani e guardava nel vuoto. Si è fermato e ha ammiccato come solo lui sà fare.
"Devi smettere..."
"Cosa?"
"La droga, Jared, è una brutta abitudine...ormai stai invecchiando"
"Forse hai ragione", mi ha ripreso sotto braccio e siamo entrati in macchina.
"Andiamo a prendere Tomo?"
"Si", siamo arrivati da Tomo e ci siamo avviati verso un locale elegantissimo e sofisticato. Ho mangiato da vegana, come Jared.
"Per quale motivo?"
"Così non ti senti solo, vecchio mio!"
"A parte che già mi hai chiamato due volte vecchio stasera e me la pagherai, grazie, è una cosa davvero carina!", e ha avvinghiato dell'insalata.
"Dov'è Shannon?"
"Vickyyy", che bello Tomo. Jared si stava strozzando al suono Shannon.
"Ha portato quella dal medico. Vuole far partire un'invenzione. Credo...troviamo il DNA prima della nascita. La caccerebbe a calci", la naturalezza e la calma con cui Jared ha pronunciato queste parole mi hanno fatto capire che lui non sapeva niente. Lo sguardo crucciato di Tomo mi ha detto che, invece, lui sapeva tutto e forse anche di più.
"Che stronza!", ha finito la sua frase finemente il frontman.
"Due volte stronza", ho aggiunto io
"Mille volte stronza", Tomo
"Millemila volte stronza", Vicky
Abbiamo riso tutti insieme e Jared mi ha massaggiato una spalla.

Ho rivisto Josh nei giorni seguenti, ma è tutto calmo, almeno credo. Parlo regolarmente con Shannon, ma non ci diciamo niente di serio. Ho visto lei un paio di volte e Shannon continua ad essere nervoso. E poi ho perso il mio diario...si, A. ho perso il mio diario. Non so dove e non so come. Che tragedia.

Comunque ti presento Josh. Me lo hai chiesto tante volte...eccolo. E' una delle foto che gli ho scattato io...

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Allora, LUI è l'uomo su cui ho costruito il personaggio di Josh. Si chiama Hugh Dancy ed è un attore americano. Non aggiungo altro...a voi i commenti su Josh e sul capitolo!
Rosa.

  
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