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Autore: Black Mariah    17/04/2011    5 recensioni
STORIA IN REVISIONE: AL MOMENTO SONO STATI REVISIONATI I PRIMI 5 CAPITOLI
-Sì?- rispose la ragazza.
-Promettimi una cosa...- disse con lo sguardo rivolto verso il cielo celeste.
-Dimmi...- lo esortò lei.
-Non lasciarmi.- disse con una voce magnetica che fece rabbrividire la ragazza. - Non andare via perchè se resti potrei aspettare qui anche per tutta la notte- fece.
La ragazza non colse il vero significato di quelle parole, ma quest'ultime continuavano a rimbombarle nella testa.
“Perchè se resti potrei aspettare qui anche per tutta la notte”.
Anche quella era una frase perfetta per una canzone.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Ci vediamo più tardi- disse Annie atona a Liz. Mise il cappello nero, gli occhiali da sole e le cuffie, e si lasciò la stanza d'albergo alle spalle .

Attraversò il grande atrio dell'hotel, oltrepassò la reception e si incamminò per raggiungere Starbucks, luogo dell'appuntamento.

Piatta e senza pensieri guardava le persone attorno a lei e ogni tanto menava un'occhiatina alle macchine in strada che non facevano altro che suonare dato il grande traffico.
La musica che aveva nelle orecchie non la sfiorava minimamente, serviva solo a lasciare fuori tutto il rumore che la circondava e a non farle sentire il silenzio che aveva dentro.
Camminò per una decina di minuti e raggiunse la nota catena di bar americani. Spiò dentro le vetrine e non notò nessuno di familiare, evidentemente non era ancora arrivato.

Il suo sguardo si soffermò su una panchina verde proprio di fronte al negozio, una panchina verde senza che nessuno ci fosse seduto sopra. Decise di aspettare lì.

Non era per niente eccitata per quell'incontro, forse perchè avrebbe voluto averlo con un'altra persona. Spense il suo Ipod.

Quella musica in quel momento non serviva...anzi complicava ancora di più le cose...
Mentre stava mettendo l'apparecchio nella borsa, una voce a lei familiare la distrasse. Una voce che la riportò nel mondo normale e che le fece ricordare quanto quella cosa che stesse facendo in quel momento non era quella che avrebbe voluto e che si era immaginata.
-Ehilà, cantante! Sei quasi irriconoscibile con questi occhialoni e con questo cappello.- disse il ragazzo di fronte a lei.

-Beh, anche tu sei quasi irriconoscibile...Ian- rispose Annie che si alzò. Il ragazzo castano e con gli occhi di ghiaccio di fronte a lei, la prese per i fianchi e le diede due baci sulla guancia.
-E già...purtroppo se qui mi riconoscono puoi dire addio al nostro appuntamento!- fece l'attore da dietro i suoi Ray Ban.

-Potremmo andare in un posto meno frequentato...Starbucks non credo sia il caso...- propose Annie venendo incontro alle esigenze del ragazzo. Non era molto simpatico essere sempre circondato da persone che ti fanno foto e ti chiedono autografi.
-No, un mio amico lavora là e ci mettiamo in una saletta privata, tranquilla non ci disturberà nessuno.- fece lui sorridendole.

-Ok- annuì la ragazza.

Ian ed Annie si incamminarono e cercando di non essere investiti dai taxi impazziti arrivarono quasi salvi da Starbucks.

Annie procedeva lenta dietro il ragazzo e lo stava osservando attentamente, era in cerca di particolari da mettere a confronto con quelli di un'altra persona. Di una persona che non si poteva paragonare ad altre perchè le aveva stravolto completamente la vita, sia positivamente che negativamente.

Il suo giubbotto di pelle, sì, gli dava un'aria rock e decisamente sexy, anche i jeans erano sexy, i suoi Ray Ban erano sexy e forse anche la sua voce avrebbe dovuto essere sexy, ma purtroppo non lo erano abbastanza. Niente era abbastanza. Ian in quel momento e anche nell'immediato futuro non sarebbe stato abbastanza, perchè lei avrebbe voluto in quel momento stare a seguire Gerard Way, non Ian Somerhalder che aveva solo intenzione di portarsela a letto.

-Che hai?- chiese lui voltandosi e aspettandola. Le mise un braccio intorno alla vita.
-No, niente- mentì la ragazza.

-Sicura? Sembri...spenta.- disse lui. Ed era vero. Era spenta. Dentro di lei da tre giorni c'era il buio, e il buio è ancora più buio non appena spegni la luce. E la luce si era appena spenta.
-Sì...forse è un po' di stanchezza...Sai sono stati tre giorni abbastanza intensi.-
-Già, posso immaginare.- Ian avvicinò il viso al suo. Le alzò il mento. Cercò di darle un bacio sulle labbra ma Annie si ritrasse.

-Che c'è?- fece lui guardandola. Anche se i suoi occhi non si vedevano perchè gli occhiali a specchio non lo permettevano, sicuramente la stavano guardando incuriositi.
-...E' che qui...per strada...- si inventò Annie -...E se ci vedesse qualcuno?- La verità era che aveva paura di baciarlo. E non aveva voglia di farlo.

-Mmm...hai ragione. Ci conviene entrare...- e Ian sorrise. E il suo sorriso le tolse quasi il respiro, perchè era vero. In quel momento lui non era più abbastanza ma era comunque qualcosa. Lei per lui era comunque qualcosa. Almeno lui l'aveva chiamata, si era ricordata di lei e non l'aveva presa in giro.

Ian si accorse dell'espressione abindolata della ragazza e le tirò un pizzicotto sulla guancia facendole segno di entrare.

Un ragazzo li accolse all'ingresso, probabilmente l'amico di cui parlava Ian, perchè fu lui a mostrare dove fosse la stanza appartata.

Si ritrovarono in una saletta con divanetti in pelle che Annie non si sarebbe mai aspettata di trovare in uno Starbucks...Ma quella era Los Angeles, la città degli angeli, la città di Hollywood e della musica, ci si poteva aspettare di tutto.

Si sedettero e Ian fu molto gentile ed educato, si mise davanti a lei e togliendosi gli occhiali, le mostrò quegli occhi celesti così profondi, così freddi come il ghiaccio che lei si perse dentro di essi.

-Qui ti va bene?- disse lui avvicinando il viso al suo. Il suo dopobarba aveva un buon profumo...
-Mmm sì...- rispose lei a bassa voce sporgendosi un po' da sulla sedia.

Ian le passò una mano sul viso e poi con l'indice seguì il disegno delle sue labbra...Le voleva assaggiare, voleva provare la loro morbidezza. Con un gesto molto veloce prese il viso della ragazza e prepotente iniziò ad aprirle la bocca con la lingua in cerca di quel calore e di quella mordidezza che quelle labbra di fronte a lui emanavano.

All'inizio la ragazza fece un po' di resistenza, poi presa fino all'anima dal solletico che la lingua di Ian le stava procurando nella bocca, si lasciò andare mandando a quel paese tutto quello che aveva vissuto in quegli ultimi giorni.

Furono interrotti dal ragazzo delle ordinazioni.

-Che vi porto?- disse da dietro il suo taccuino. Portava un cappellino firmato Starbucks e non avrebbe avuto più di diciannove anni.

-Io vorrei un caffè...- rispose Ian che non riusciva a staccare gli occhi dalle labbra di Annie. Ne avrebbe voluto ancora. Perchè quelli delle ordinazioni dovevano sempre interrompere tutto?
-Io un caffè latte...Con non molto latte...- disse Annie messa un po' in soggezione dalla sguardo di Ian.

-Ehi ma tu sei la cantante delle Helenas?- chiese il ragazzo guardandola con un grande sorriso.
-Ehm...Sì- fece lei sorridendogli. Il ragazzo la guardò per qualche secondo senza dire niente...poi parlò.

-Sono venuto al Globe l'altra sera! E' stato grandioso!- Era quasi felice.

-Grazie!- disse Annie, contenta di aver regalato una bella serata a qualcuno. -Allora ti è piaciuto?- chiese facendogli il più bello dei sorrisi.

-Ma certo! Era da più di un anno che aspettavo questo concerto! Mio padre non voleva mandarmici prima dell'anno scorso perchè diceva che ero troppo piccolo!- commentò il ragazzo.

-Ahah, beh, queste cose sono tipiche dei genitori! Anche io sono andata al mio primo concerto tre anni fa...- rispose lei. Una malinconia immensa le prese il cuore. Il suo primo concerto...Gerard...
-Posso...posso...chiederti un autografo?- fece lui timidamente.

-Ma certo!- disse lei nascondendo quella tristezza. Era così facile fingere...Prese la stessa penna del ragazzo e fece la sua firma stilizzata su quel taccuino. Lo guardò con un gran sorriso, lo stesso che gli aveva sfoderato prima. Le faceva sempre piacere rendere contento qualcuno.
-I vostri caffè arrivano!- fece il ragazzo, Bill, felice come una pasqua. Annie lo guardò allontanarsi che fischiettava e saltellava. Le sue labbra si incurvarono in un leggero sorriso.

-Sei fantastica- disse Ian appoggiando la testa sulla mano.

-Cosa?- fece Annie un po' stralunata.

-Sei fantastica...- ripetè Ian guardandola. Annie arrossì e guardò in basso.

Lui le prese la mano e un brivido l'attraversò. Era facile stargli vicino...

Il pomeriggio passò così.

Si fecero portare il conto e poi iniziarono ad avviarsi. Il cielo era di quella tonalità di celeste che precede il blu, e quel colore del cielo ad Annie piaceva molto, tanto che la rasserenava ogni volta che lo guardava.

Si chiusero la porta dello Starbucks alle spalle e si intrattennero per salutarsi davanti all'entrata. Era stato un pomeriggio normale...e per lo meno Annie si era distratta un po' da i suoi pensieri.

Iniziarono una conversazione che riguardava le riprese del telefilm in cui Ian era il protagonista e lui stava spiegando quanto fosse antipatico perdere tre ore al giorno per farsi truccare da vampiro.

-Annie!-

Una voce alle spalle della ragazza...Era una voce conosciuta. Era una voce...di quelle che ti rimangono dentro.

La ragazza aveva riconosciuto quel timbro e non avrebbe voluto girarsi, ma la voce non proveniva da dietro. Le era di fronte.

Gerard aveva il fiatone quasi come avesse corso, portava anche lui un cappellino nero che gli faceva uscire dei ciuiffetti di capelli. I suoi occhi verdi...Annie non disse nulla, non riuscì a dire nulla.

In quei due giorni avrebbe voluto ammazzarlo, picchiarlo a sangue...ma quando lui le si trovò di fronte...Perchè la sua personalità si doveva annullare ogni fottutissima volta di fronte a quella di Gerard?

-Annie, Dio scusa, sono un deficiente. Ho perso il tuo numero, mi sarà caduto...- era quasi disperato, ed era vero. In que due giorni Gerard si era comportato come un pazzo, alla ricerca di quel foglietto di carta cadutogli chissà dove dalla tasca.
Annie lo guardava in silenzio. Possibile che lui le doveva sempre rovinare tutto?
Ian fece un colpetto di tosse che fece girare Gerard il quale si accorse di lui. Il cantante d'altra parte lo riconobbe. Era quella testa di cazzo che aveva visto ai Grammy.
-Scusa- fece lui. Un'improvvisa gelosia gli salì...Eh, così erano usciti insieme. Ma d'altronde Annie, faceva bene. Lui era un coglione che aveva perso il suo numero di cellulare e lei aveva fatto bene ad uscire. Lui però non l'aveva fatto a posta, avrebbe voluto con tutto se stesso trascorrere del tempo con lei.

La situazione divenne abbastanza imbarazzante. Il silenzio calò e gli sguardi dei tre ragazzi non facevano altro che incrociarsi.

Gerard stava pregando Annie con lo sguardo di perdonarlo. Quanto meno le stava scongiurando di sentire cosa avesse da dire. Non era stata colpa sua.

-Ho bisogno di parlarti- sbottò alla fine.

Il pensiero che fra quei due ci fosse qualcosa o che ci potesse essere qualcosa in futuro gli fece prendere coraggio.

-Io non avrei niente da dire- disse Annie girando la testa dall'altra parte. Se non l'avesse fatto quelle luci verdi che aveva di fronte l'avrebbero convinta e sedotta.

-Perfavore...- Gerard le prese un braccio. Annie si sentì attraversare da una scossa.

Fu costretta a guardarlo.

Sospirò.
-Ora non posso...- fece lei e guardò Ian che assisteva alla scena confuso riguardo quello che stava succedendo. Non poteva lasciare su due piedi così quel ragazzo che le aveva fatto passare un bel pomeriggio. Nemmeno se quello che aveva di fronte era Gerard Way.
-No, fai pure.- disse Ian a sorpresa. -Stavo giusto andando via. Stasera devo partecipare ad un evento e forse è meglio andare...-

Si girò verso Annie e le mise una mano sul fianco. Gli occhi di Gerard caddero su di essa.
-Sei sicuro? Vedi che...- cercò di dire Annie.

La ragazza non lo guardava, aveva gli occhi bassi e forse era imbarazzata. E Gerard lo percepì.
-Sì. Ci vediamo domani.- fece e le regalò un gran bel sorriso.

Secondo il cantate quello doveva essere soltanto uno stronzo...Un bello stronzo.
-Ok- Le labbra di Annie si ritrovarono inaspettatamente attaccate a quelle di Ian.

L'aveva baciata, davanti a Gerard.

Ian si staccò e salutò il ragazzo.

Gerard rimase pietrificato.

Iniziò a respiare veloce. Annie...l'aveva baciata.

Stavano insieme? Forse erano solo amici...Ma...l'aveva baciata. Quelle labbra...
-...Ciao...eh...- iniziò a dire l'attore.

-Gerard...- fece lui cercando di non risultare scazzato.

-Ciao Gerard...- ripetè Ian e gli porse una mano che Gerard avrebbe tanto voluto stritolare, ma che si limitò semplicemente a stringere.

Avrebbe voluto prenderlo a pugni. Gli sembrava di vedere del lucido sulle sue labbra.

Su quelle labbra aveva Annie...e lui non ce l'aveva...

Il ragazzo si allontanò lasciando quei due cantanti lì, su quel marciapiede di fronte a Starbucks.
Gerard si assicurò che Ian fosse lontano abbastanza prima di parlare con Annie. Quando lo vide svoltare e sparire si fece coraggio.

-Devi scusarmi...No aspetta, ascoltami.- Le prese di nuovo un braccio.

Non poteva comportarsi così ogni volta.

-Ho perso il tuo numero, credimi. Ti giuro. Ero disperato, non sapevo come mettermi in contatto con te e sapevo che se non l'avessi fatto, tu saresti stata male. Ti prego, credimi-
Disse tutto questo d'un fiato con la paura che Annie girasse i tacchi e se ne andasse da un momento all'altro.

La ragazza ascoltò tutto ciò che Gerard ebbe da dirle, poco tra l'altro...ma ascoltò.

Rimase muta e immobile.

Ok, non era stata colpa sua, come non lo era stata quando l'aveva fatta rimanere di merda, ma intanto lei stava male, era stata male e l'aveva maledetto per al meno mille volte al giorno. Cercò di evitare i suoi occhi.

-Ti prego dimmi qualcosa. Farò tutto quello che è in mio possesso per farmi perdonare.- Lui la stava quasi pregando. Ma perchè poi? Non aveva nessun accordo nè nessun dovere con lei. Ma lo stava facendo. Lo stava facendo perchè si era accorto che non avrebbe voluto ferirla ulteriormente e che lui voleva stare con lei. Voleva stare con lei per una serie di cose stupide e non. Adorava il suo profumo, gli piaceva come cantava sul palco, gli piaceva la sua musica e adorava le sue reazioni quando lui era vicino a lei...e lei gli piaceva. Alla fine l'aveva capito e l'aveva ammesso. L'aveva ammesso anche a Frank che l'aveva capito per primo che quella ragazza gli piaceva da morire.

Una rabbia crebbe nella ragazza...

-Cosa dovrei dirti, Gerard? Hai fatto tutto tu. Tu hai voluto il mio numero, tu mi avresti chiamata, tu ti volevi sdebitare. Hai voluto tutto tu. Io nemmeno volevo venirci con te perchè sapevo che se l'avessi fatto, mi sarei fatta prendere ancora di più da te, e che se fosse andato male qualcosa ci sarei stata malissimo. Io non volevo che noi due avessimo un legame perchè sapevo che altrimenti non sarei andata più avanti perchè mi avrebbe inesorabilmente segnato.-

Gerard le si avvicinò.

Non gli interessava se lei non voleva nessun legame con lui.

-Era meglio quando mi guardavi dai poster e non dicevi nulla- disse arrabbiata. Chissene fregava se stata usando quel tono incazzoso proprio con lui. Era stufa, era stufa e stanca delle sue prese in giro e delle sue promesse insensate.

Lui fece un altro passo. Di Ian non gli fregava niente. E la ragazza era così presa dalla foga delle sue parole che nemmeno si era accorta che lui le si era fatto più vicino.

-O quando ascoltavo le tue interviste e dicevi solo cose carine.-

Si avvicinò di più. Era ancora più bella quando si arrabbiava.

-Sai quanto sia deprimente consolarsi ascoltando le tue canzoni quando quello che mi fa stare male sei tu? O quand..-

Annie non fece in tempo a finire la frase. Si sentì delle mani lisce sul viso e delle labbra morbide pressate contro le sue. Erano altre labbra, non come quelle di Ian, erano decisamente altre labbra...

Quando capì che cosa Gerard avesse appena fatto lo allontanò. Lo voleva fulminare con lo sguardo.
Le sue labbra però bruciavano, erano calde ed erano bagnate dalla sua saliva. Le venne il fiatone quando realizzò cosa fosse accaduto.

Gerard la guardò. Non si era pentito minimamente di ciò che aveva appena fatto e non gli interessava che cosa lei avrebbe detto. Perchè ne voleva ancora, e questa volta seriamente. Doveva baciare quelle labbra di nuovo.

Le guance della ragazza erano infuocate, sembrava una bambolina.

Annie lo guardò. Guardò quel viso, quelle labbra...Era bellissimo. Si scordò tutto quello che era successo in due giorni, il dolore, i pianti, la rabbia. Le mancarono quelle labbra. Si avvicinò quel poco che bastava a ritornare vicini. Lo prese per il giubbotto di pelle e lo baciò. Questa volta era Gerard che non se l'aspettava ma non esitò nemmeno per un secondo. La strinse a sè mentre le loro lingue si intrecciavano, mentre lui le accarezzava le labbra con le sue.

Il cuore di Annie voleva esploderle nel petto. Stava battendo fino a farle male. Il profumo di Gerard la confuse.

Abbandonarono qualsiasi pensiero, c'era silenzio attorno a loro con un sottofondo di tamburi...i loro cuori.

Quando entrambi non riuscirono più a respirare, si staccarono.

Gerard la guardava. Aveva davanti a lui la più bella creatura che avesse mai incontrato.

Le sue labbra rosse...erano bellissime e perfino buonissime da assaporare.

Annie non riusciva ad emettere suono e non disse nulla. Gerard forse capì. Fece qualcosa di strano, qualcosa che valse molto di più di quel bellissimo bacio che si erano appena scambiati.
Prese la mano della ragazza e spostando il giubbotto di pelle, posizionò quella mano sul suo petto, sopra il suo cuore.

Annie rabbrividì. Rabbrividì perchè il cuore di Gerard stava letteralmente martellando nel petto, come se stesse per esplodere. Lui guardandola e stringendo quella mano così liscia e calda le sorrise.

Le sorrise e la strinse a sè abbraciandola come non aveva mai fatto con nessuna.
La strinse a sè, illuminato dall'insegna di quello Starbucks di una Los Angeles che da quel momento in poi avrebbe significato qualcos'altro per Annie.


 

   
 
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