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Autore: valetrinity89    17/04/2011    3 recensioni
- Jackson, ti prego, dimmi una bugia.
La guardai un attimo stranito. In quel momento vidi come sembrava che stesse piangendo .
- Cosa mi stai chiedendo?- ero un po’ incredulo.
- Dimmi una bugia, l’unica vera bugia della tua vita [...]
Dal Cap. XIV, parte II
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jackson Rathbone, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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chap 13

E' ritornato il brutto tempo :( e io che non vedevo l'ora arrivasse il caldo! Bah...si vede che se a pasqua non fa un tempo orribile, Madre natura non è contenta ( come se quest'anno con tutte queste catastrofi non si fosse capito che era seriamente incavolata -.-")

Vabbè, momento "risposta-alle-recensioni"! Questa volta, anche se non per questo capitolo in particolare, ne ho ricevute taaante ^^ *w* LOVE YOU ALL! sappiatelo ù_ù

@JOE: no ti prego, se lo chiami Jackie mi viene in mente una donna invece di un uomo!!! Ti concedo di chiamarlo Jack, come il Jack Daniels *rock'n'roll babyyyyyyyyyyy*. Cmq secondo me la maglietta "Kiss The Lifeguard" dovresti fartela...vediamo se Gocciolone Pavesi capisce qualcosa ù_ù

@Princes: ahahahaha ...quel grembiule con "Kiss The Croatian" ha fatto storia!!!! E cmq...è solo un appuntamento...non saltare subito al passaggio più sexy ok????? Attila lo affido a Kellan...tra bestie ci si capisce bene xD

@Cimo: giuro, la storia dell'arcosecante (per chi non lo sapesse, è una funzione trigonometrica!!! Matematica del 4 anno di liceo scientifico, anno più, anno meno) mi è venuta proprio facendo le parole crociate la scorsa estate...e per illuminazione- come la mia Cake- divina mi è venuta la risposta! Quindi, fa riferimento a cose realmente accadute xDDDD e sì...gli occhi di Jay sono verdi... e in certe foto mi fanno restare basita per circa mezz'ora con la dichiarazione finale che "SI, DIO ESISTE!!!!!!" (ci sono ovviamente anche altre foto che mi fan pensare a pensieri meno lindi...ma lasciamo stare eh!!! xDDD)

@Annie: ANNIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!! Compagna di foto ai Flashmob!!!! Felice che ti sia piaciuta e ti abbia fatto ridere...fidati, a breve James non farà più certe cose. Non dico di prepararsi al peggio, ma... basta! Stop con gli spoiler :P

@Ino: Sempre in ritardo con i capitoli eh? Je t'aime lo stesso compagna di alto e nobile cazzeggio davanto a un muffin al cioccolato  invece che di studio, nonchè compagna di cantate in playback ...ricorda sempre "Raise Your Glass" e "So What?" mia cara Panties Snatcher. CI devono filamere assolutamente, così Jack capisce con che essere ha a che fare...ma anche Kellan :P

Diro solo due cose prima di farvi leggere il capitolo, anzi tre. 

1- Quella che seguirà nel testo è una delle mie canzoni preferite

2- Probabilmente vi sentirò urlare un bell'"Alleluja"

3- @PrincesMonica: non piangere quando capirai di che canzone si tratta Puffola. Ti mando un grandissimo e abbraccio virtuale! Tu sai il perchè...

CHAPTER XIII – LOVE-STRUCK ROMEO MEETS HIS SINGING JULIET


Niente è troppo bello per essere vero


Micheal Faraday


Ero nervosa.

Ero decisamente troppo nervosa.

Ero decisamente e assolutamente troppo nervosa.

Al momento ero messa con fare pensoso e coperta solo da un asciugamano e dall’intimo, davanti al letto dove stava steso ciò che mi sarei messa quella sera. Anche se li avevo scelti con tutte e tre le Jane A. più Ashley ( chiamata immediatamente da Demone appena aveva potuto ) non so perché ma non mi convincevano.

O più semplicemente ero io che mi stavo facendo delle pippe mentali di proporzioni mastodontiche.

- Tu che ne pensi Attila?- domandai al cane che stava seduto accanto a me.

Per tutta risposta si girò dall’altra parte e si mise a dormire.

- Grazie- feci acida. Se neanche il cane mi prendeva in considerazione..

Decisi di non rimuginarci troppo e di indossare quei maledetti pantaloni beige, quella camicia, quel maglioncino e il paio di ballerine che avevo scelto.

Stavo giusto dando una regolata ai miei capelli (- Stupidi!Supidi!Stupidi!!!- prima o poi li avrei presi a colpi d’accetta!) quando le note di Hysteria dei Muse pervasero l’aria.

Era ovviamente il mio cellulare, a cui avevo di recente cambiato suoneria. Di nuovo.

Lo acchiappai al volo con una mano mentre con l’altra districavo con un colpo di spazzola i miei capelli.

- Pronto?

- Vale?!Sono io Jackson!

- Dimmi!- mentre Jackson parlava io stavo facendo una di quelle litigate mentali madornali con la spazzola, che appena lasciò i miei capelli lanciai dall’altra parte del letto.

- Emh...per stasera avrei un piccolo problema -

O no. Ecco lo sapevo, era troppo bello per essere vero.

- Non ti preoccupare,non ti sto tirando un bidone ma l’appuntamento è rimandato, al momento sono in ospedale...

- In ospedale?!?!?! Oddio Jackson tutto bene? Vuoi aiuto psicologico, morale, alimentare, sociale di qualche genere? Devo chiamare l’Associazione internazionale della Sanità? Ma soprattutto perché diavolo sei in ospedale? Ecco. Lo sapevo che sono portatrice sana di sfiga!-

- Vale CALMATI!!!Cioè non sono agitato io e lo sei tu per me?Inspira ed espira!!- e rise. Cioè, si faceva male e rideva?- E comunque non è niente di che, solo una brutta storta al polso con stiramento muscolare. I controlli qui dureranno un po’ e la cena salterà, mi dispiace- ora lo sentivo che era triste.

- Ma ti pare! La salute prima di tutto! Altrimenti poi mi viene fuori un Jasper monco! Scherzo... Comunque mi raccomando, sta attento la prossima volta! –


Ж


POV JACKSON


Cazzo.

Cazzo

E stracazzo!

Non avevo mai pensato e/o detto cazzo tante volte in così poco tempo.

Ma quando mi giravano, mi giravano, mi fossero andate le mutande a fuoco da quanto giravano!

Se non fosse stata per quella fottutissima caduta sul set a quell’ora avrei avuto piacere di gustare cibo cinese con Cake.

Una volta che c’ero riuscito ad invitarla andava tutto a rotoli.

Ma Dio...potevi dirmi che avevo un segnale luminoso visibile fino nell’alto dei cieli con su scritto ‘sfiga perenne’, potevi avvertirmi, così lo toglievo. Oppure era meglio andare direttamente a Lourdes che avrei fatto prima. Mi chiedevo solo se avrebbe funzionato.

Cioè, io non l’avevo mai testato ma avevo sentito di tanta gente che era stata come miracolata. Era tutto vero?

Aprii la porta della mia roulotte, felice come non mai di essere arrivato dopo tanto tempo ad aspettare in ospedale.

Senza pensarci due volte, dopo aver chiuso la porta ed aver assicurato per l’ennesima volta il mio agente, che per inciso mi chiamava ogni nanosecondo, che stavo bene, mi gettai sul letto con tutti gli stivali.

Avevo bisogno di staccare un attimo il cervello.

Per fortuna il polso non mi faceva male più di tanto, grazie agli anestetici.

Nonostante tutto, la delusione derivante da una giornata di merda persisteva.

Avevo voglia di urlare e non potevo suonare la chitarra per via del polso.

Ero quasi in dormiveglia quando suonarono alla porta.

Chi poteva essere?

Controvoglia andai ad aprire.

Sul ciglio trovai forse l’ultima persona che potevo aspettarmi.

- Ciao. Stavi dormendo?

- Ciao! Emh...mi ero appisolato un attimo- confessai a Cake.

- Come sta la tua mano?- era preoccupata per me.

- Ne ha viste di peggio, fidati!- lanciai uno sguardo verso il basso – Cos’hai in quel sacchetto?

Solo ora notavo che stava dondolando un sacchetto più o meno da quando avevo aperto la porta

-Oh.- mi rispose lei.- Ti faccio vedere cosa c’è qua dentro a patto che tu mi faccia entrare- rise.

- Prego!- le feci cenno verso l’interno della roulotte.

- Grazie!-

Non avevo notato come si era vestita. Molto probabilmente quando l’avevo chiamata era già pronta per uscire con me. Il che mi fece sentire ancora più depresso.

Lei sembrò alla ricerca di qualcosa mentre scandagliava il camper. Quando sembrò aver trovato il tavolo si diresse in quella direzione e vi poggiò sopra il sacchetto, incominciando a uscire piccole scatolette bianche di cartone. Che diavolo aveva in mente?

- Vuoi una mano?

- Sì...apparecchia la tavola. Ce la fai?- mi sorrise

- Cosa?

Lei smise di fare ciò che stava facendo e mi guardò.

– Beh...se noi non andiamo dal ristorante cinese, il ristorante cinese verrà da noi, ovvio! Ho preso un po’ di tutto, non sapendo cosa ti piacesse.... Ti prego dimmi che non ti piacciono i ravioli di carne al vapore, perché in caso contrario ingaggeremmo una lotta all’ultimo pezzo!-

Io ero ancora senza parole

- Preferisci gli spaghetti di soia con i gamberetti o con le verdure?


Ж


- Amo il cibo cinese! L’avevo già detto?

- Sì...se contiamo le volte in cui andavi in estasi per i ravioli e per il maiale in agrodolce -

Era in imbarazzo, le si erano imporporate ancora di più le guance

– Scusa, ho il vizio di ripetermi un po’ troppo spesso! A volte ho paura che la gente non mi ascolti nemmeno- si incupì un attimo.

-Sarà da quello che arriva il mio vizio. Pensa che una volta Monica ha seriamente pensato di uccidermi nel sonno perché le ripetevo sempre che Spaceman dei The Killers è meglio live-

Ridemmo.

- Beh, io sono qui e ti sto ascoltando...cretinate comprese- bevvi un altro sorso di birra

- Oh, adesso sì che mi sento tranquilla!- fece lei con fare ironico. Che faceva, mi prendeva in giro?

Assottigliai lo sguardo.

- A volte sei così misterioso che ho persino quasi paura a parlarti- fece lei ancora di rimando giocherellando con una bacchetta cinese per mangiare.

Rimasi di sasso. Ero veramente così come lei mi vedeva da fuori? La osservai persa quasi nei suoi pensieri.

Dove eri in questo momento Valeria? In quale strano mondo parallelo ti trovavi ora? Ma soprattutto, ero con te?

- Sono strana, ecco tutto.- concluse , guardandomi con occhi che in quel momento mi stavano disarmando da quanto erano sinceri.

-Ti dispiace se metto un po’ di musica?-

Come faceva i voli pindarici lei, nessuno.

Si alzò e si diresse verso il mio piccolo stereo, armeggiando con i vari tasti e cercando una stazione decente sulle frequenze radio.

Io la osservavo seduto davanti al tavolo, cercando solo di immaginare cosa poteva passare per la sua testa.

Una cosa però l’avevo capita.

Nonostante tutto si sentiva sola. Terribilmente sola. Così sola da costruirsi una sorta di corazza per non far vedere come si sentiva dentro.


A love-struck Romeo sings a street-suss serenade
laying everybody low with a love song that he made
finds a convenient streetlight steps out of the shade
says something like you and me babe how about it?


- Mi piace tantissimo questa canzone- a quanto pare aveva trovato una stazione decente e che ora trasmetteva una vecchia canzone dei Dire Straits, ‘Romeo & Juliet’

- I Dire mi ricordano sempre quando partivamo in viaggio con la macchina e mio padre aveva una cassetta con registrati su i loro must, che metteva sempre in quelle occasioni –


Juliet says hey it's Romeo you nearly gimme a heart attack
he's underneath the window she's singing hey la my boyfriend's back
you shouldn’t come around here singing up at people like that
anyway what you gonna do about it?


Mi alzai dalla tavola, cercando di non fare movimenti azzardati con il polso e mi diressi verso l’angolo che la ragazza occupava.

Con la mano non fasciata le presi un polso e l’attirai verso di me. Vidi la sorpresa mista alla confusione sul suo volto, il tutto sottolineato dalla ‘o’ che avevano formato le sue labbra.

- Cosa fai?- chiese confusa e imbarazzata. Le sue guance si imporporarono ancora una volta. Adoravo quando il suo viso si colorava così.

- Mi pare ovvio- le risposi – Ti faccio ballare. Scommetto che non è una cosa che fai molto spesso!- la stuzzicai un attimo.

Lei sorrise – A dir la verità negli ultimi tempi il mio concetto di ‘ballare’ corrisponde a quello di ‘scatenarsi con le amiche’-


Juliet the dice were loaded from the start
and I bet and you exploded in my heart
and I forget I forget the movie song
when you gonna realize it was just that the time was wrong Juliet?


Canticchiava le parole di quella canzone mentre dondolavamo a tempo della canzone.

- Grazie- feci imbarazzato.

- Prego- mi rispose- ma per che cosa?

- Di aver nettamente migliorato la giornata, che domande!- replicai, come se mi avesse chiesto qualcosa di ovvio

- Figurati! Quando vuoi, anzi, la prossima volta potresti cucinarmi qualcosa di tipicamente texano, sempre che tu non faccia esplodere la cucina prima si intende!-


come up on different streets they both were streets of shame
both dirty both mean yes and the dream was just the same
and I dreamed your dream for you and now your dream is real
how can you look at me as I was just another one of your deals?

- How can you look at me as if I was just another one of your deals… o non mi sloghi l’altro polso! Con la fortuna che abbiamo Bella Swan la battiamo di sicuro!-

Ridemmo


when you can fall for chains of silver you can fall for chains of gold
you can fall for pretty strangers and the promises they hold
you promised me everything you promised me thick and thin
now you just say oh Romeo yeah you know I used to have a scene with him

Juliet when we made love you used to cry
you said I love you like the stars above I'll love you till I die
there's a place for us you know the movie song
when you gonna realize it was just that the time was wrong?

Le feci fare una piroetta nella maniera più semplice visto l’alto livello di sfiga che avevamo in due. Rischiavamo come minimo una contusione e come massimo una caduta con conseguente rottura dell’osso del collo. Volevo vedere poi chi prendevano per fare Jasper!

Comunque, ci ritrovammo nella stessa situazione di quando eravamo ubriachi alla festa per l’arrivo delle sue amiche.

E la salivazione si era azzerata a livelli mai visti, che la mia gola sembrava fosse la Valle della Morte tra le due e le quattro del pomeriggio nella giornata di ferragosto. Boccheggiavo quasi.


I can't do the talk like they talking on the TV
and I can't do a love song like the way its meant to be
I can't do everything but I’d do anything for you
I can't do anything except be in love with you

and all I do is miss you and the way we used to be
all I do is keep the beat and bad company
all I do is kiss you through the bars of a rhyme

Juliet I’d do the stars with you any time


Mi stavano sudando le mani. Ci eravamo fermati? No, perché non me ne ero accorto. Ora ci fissavamo l’un l’altro come se non ci fosse nient’altro che noi nell’universo. O almeno, questo era quello che percepivo io. 

E poi.... C’era una certa tensione elettrica che mi stava percorrendo lungo tutto il corpo.

Prima che qualcuno di noi due potesse dire qualcosa di troppo le nostre labbra si toccarono di nuovo, come due amanti che dopo lunghe peripezie si ritrovavano. 

Erano esattamente come me le ricordavo, calde e morbide.

Juliet when we made love you used to cry
you said I love you like the stars above I'll love you till I die
there's a place for us you know the movie song
when you gonna realize it was just that the time was wrong?

Esploravo, gustavo, toccavo, lambivo, percepivo. 

Come se non avessi bisogno di fare altro, quasi neanche respirare.


A love-struck Romeo sings a street-suss serenade
laying everybody low with a love song that he made
finds a convenient streetlight steps out of the shade
says something like you and me babe how about it?


Quanto tempo era passato? Sembrava che tutto scorresse più lentamente e il tempo si fosse pian piano congelato esattamente in quell’attimo. O soltanto ero io che non sapevo come descrivere le mie emozioni. La sentivo aggrapparsi alle mie spalle e tendersi verso di me, perfino in punta di piedi, per raggiungermi mentre dolcemente le cingevo la vita e la tiravo verso il mio lato.

Quando respirare divenne una necessità le nostre labbra posero termine alla loro simbiosi.

Non ero l’unico che aveva il fiato corto.

- Sarai anche strana e pazza...ma mi piace troppo baciarti-

Lei sorrise... e proseguì da dove avevamo appena interrotto.

   
 
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