Ff scritta per dire ad una mia carissima amica quello che io, e molti altri, non siamo riusciti a dirti oggi: ti voglio un mondo di bene Scrì (lei lo sa perché la chiamo così), NON MOLLARE MAI!! Nonostante quello che ti è successo, guardati intorno che ci saranno sempre persone che ti vogliono bene!
Un grazie particolare anche a te Ele, sei tu che mi sostieni sempre…
TO
GO ON (ANDARE AVANTI)
Migliaia di margherite si stavano spargendo nei giardini di
Hogwast e il loro profumo invadeva gli ambienti interni.
Era l’inizio della primavera, per gli alunni sempre la
stessa normalità passata tra compiti e divertimento ma c’era qualcosa di strano
nell’aria, lo potevano avvertire tutti. Solo in pochi però sapevano la verità.
A volte è meglio mantenere il silenzio e questa era stata
la scelta dell’unico sedicenne che ne era a conoscenza.
Il momento del compimento della profezia era imminente,
solo questione di giorni o forse di ore. Glielo aveva detto Silente, ma lui non
aveva voluto riferirlo a Ron e Hermione. Aveva paura, un terrore spaventoso di
non farcela, di non riuscire a compiere quello che invece doveva compiere. Una
paura di lasciare tutti, di deluderli…
I giorni passarono veloci aggravando sempre di più il peso
sul suo cuore ma ormai sapeva che doveva dirlo a qualcuno, doveva sfogarsi, se non
voleva morire prima del momento. Da parte dei suoi amici avevano intuito
qualcosa, Hermione non perdeva occasione per dirgli: “Harry ti senti bene?”. Lo
conosceva come le sue tasche e sapeva che prima o poi sarebbe crollato, non
riusciva a tenersi tutto dentro.
E crollò. Forse troppo tardi o forse proprio nel momento
giusto.
“Ho paura Herm”
“Anche io Harry, ma purtroppo non è stata una tua scelta.
Ce la farai perché ce sei in gamba e poi…” deglutì con vigore, a stento
riusciva a trattenere le lacrime.
“Non ti devi mostrare sempre forte con me. Puoi sfogarti se
vuoi, Herm.”
“Anche tu.”
E piansero, l’uno abbracciato all’altra. Calde lacrime
bagnavano le loro spalle, il viso dell’uno sui capelli dell’altre.
Sembrarono ore nelle quali stettero in quella posizione,
anche dopo aver esaurito le lacrime, ascoltando i loro cuori martellare nel
petto.
“Ti voglio bene Harry e non ti abbandonerò mai.”
“Anche io ti voglio bene Herm”
“Io e Ron ci saremo sempre, qualunque cosa accada.”
E purtroppo accadde. Quella sera stessa, probabilmente nel
luogo meno aspettato, ad Hogwast.
Era circa l’una di notte…
Nel dormitorio regnava un silenzio tombale ma questo fu improvvisamente
turbato da un urlo di Harry…no forse era solo un sogno.
Ma improvvisamente eccolo, un dolore lancinante alla
fronte.
Tutti si svegliarono, come i lupi ululano all’ululare di un
altro lupo…le grida si sparsero diventando una sola, questa volta non nei sogni
del bambino sopravvissuto. Venivano da dentro la fortezza e da appena fuori.
Tristemente cosciente della verità Harry si affacciò alla
finestra accanto il suo letto a baldacchino e vide lampi di incantesimi
sfrecciare in tutte le direzioni e qualcuno andare a segno.
Senza esitazione si infilò le scarpe, afferrò la bacchetta
e corse fuori.
“Harry dove vai?” chiese qualcuno.
Correndo arrivò fino alla sala comune dove andò a sbattere
contro qualcuno che correva esattamente nella direzione opposta.
Toccandosi la testa dolorante aprì gli occhi e vide che era
Hermione.
Leggermente arrabbiato: “Dove cazzo stai andando Herm?”
“Non mi parlare con quel tono Harry! Stavo venendo da te.”
concluse con più calma.
“Tu non vai proprio da nessuna parte, resti qui al sicuro.”
“La scuola è stata invasa dai mangiamorte, è inutile
restare qui, ognuno ha in mano la propria vita ormai. E’ dal primo anno che
aspettiamo la resa dei conti, io vengo con te, voglio far pagare loro tutto il
male che hanno fatto”
“Anche io Harry sebbene sia leggermente incazzato per non
avermi detto nulla” disse Ron.
Sbam sbam sbam
“Arrivano. Tra poco entreranno anche qui.”
“Stupeficium” il primo nemico colto di sorpresa cadde a
terra.
La scena che si presentò ai loro occhi fu straziante.
Decine di cadaveri erano già stesi a terra, per lo più
studenti. Fissarono gli occhi nuotanti nella morte di ragazzi come loro, forse
qualche ora prima avrebbero pensato di non farcela ma sapevano di dover
continuare.
Sicuramente il male non si sarebbe fermato e il sacrificio
di tante persone sprecato.
Si guardarono negli occhi e capirono…andare avanti era la
parola chiave.
“Avada Kedavra” un enorme lampo verde schivò per pochi
millimetri Harry che, caduto in quella specie di torpore, non capì subito…fino
a quando…
“Avada Kedavra” gridò qualcuno.
Il mangiamorte cadde a terra, Hermione in testa con la
bacchetta puntata…
Entrambi i ragazzi la fissarono per qualche secondo ma poi
avanzarono ancora. Non c’era bisogno di parole, ancora una volta lei aveva
fatto la cosa giusta, era riuscita ad andare avanti.
Schiantarono e uccisero una decina di nemici quando
svoltato l’angolo si presentò un bivio.
Una delle vie portava chiaramente ad un campo di battaglia,
probabilmente il più importante, quello dove si sarebbero decise le sorti della
guerra.
“Questa è solo la mia battaglia ragazzi.”
“Hai ragione Harry, la nostra termina qua.”
Silenzio
“Ce la farai. Buona fortuna.”
Le gambe gli tremavano, la testa gli scoppiava e una attimo
di esitazione lo colse.
Era arrivato a metà corridoio quando capì e da allora non
ebbe più incertezze. Corse, corse, corse indietro il più veloce possibile e
urlò con quanta aria aveva nei polmoni: “Herm!”
La vide, la prese per un braccio e la portò dietro un
angolo dove ormai non regnava che morte.
La baciò.
Un bacio breve, intenso, passionale, salato…al sapore delle
lacrime.
“Harry…”
“No ascolta…questa potrebbe essere l’ultima volta che ti vedo.
Non posso continuare sapendo di non averti mai detto la verità. Non sarei
riuscito ad andare avanti” disse mentre con il pollice cercava di asciugare le
sue copiose lacrime.
“Herm io ti…”
“Anche io ti amo Harry.”
“Ora va”
Quello fu il primo, il primo indimenticabile dei loro baci.
La guerra terminò e come tutte le guerre non si potè parlare di vincitori e
vinti. Il male era sconfitto ma il prezzo pagato troppo alto, probabilmente
impareggiabile.
Ferite aperte non si sarebbero più rimarginate anzi, a
volte sembrava di voler di nuovo buttare sale sulla piaga…
A questo pensavano Harry&Hermione camminando mano nella
mano sul lungo sentiero che portava alla lapide di Ronald Wesley.
No, lui non era l’unica vittima, ce n’erano state molte ma
loro avevano fatto un patto quel lontano giorno di primavera: non
dimenticare ma andare avanti, fino alla fine.
One-shot corta corta scritta in 30 minuti, dovevo assolutamente pubblicarla oggi (per motivi vedere sopra), anche perché me l’avevano chiesto di scriverla quasi tutti i miei vecchi compagni di classe. Non è un gran che, lo so, ma è importante a livello di significato…comunque se vi va lasciate un commento^_____^