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Autore: Allegra Yep    18/04/2011    2 recensioni
Da cinque anni Camilla, Carletto e Cecilia occupano orgogliosamente l'ultima bancata della loro classe. A forza di stare sempre vicini sono diventati migliori amici e hanno dato vita alla "Combriccola delle C".
Li conosceremo tramite i loro occhi: ognuno narrerà 8 ore di una giornata che è uguale a tante altre, ma anche completamente diversa.
Una storia che parla di amore, di amicizia,di squadra, di piani geniali e diabolici e di Principi Azzurri.
CAMILLA: "Stavo sognando di stare ricevendo il Premio Nobel per la Scienza quando sono stata svegliata dal beep-beep di un messaggio sul cellulare. Imprecando, ho cercato a tentoni gli occhiali sul comodino e li ho inforcati per riuscire a vedere che ora fosse: le due e sette minuti. Cazzo, vi pare un'ora per mandare sms?"
CARLO: So che sono un ragazzo e che quindi non dovrei essermela presa così tanto con Cecilia perchè non mi ha raccontato nulla su come sia finita la sua serata, ma capitemi! Sono cinque anni che passo tutte le mie giornate a stretto contatto con due ragazze della peggior specie, tranne le ore di allenamento dove grazie al cielo siamo tutti uomini, perciò è scontato che ormai mi abbiano attaccato il Virus del Pettegolezzo!
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!
Questa storia è divisa in tre parti, ognuna narrata dal punto di vista di uno dei ragazzi della Combriccola delle C: Camilla, Carlo e Cecilia, in quest'ordine. L'avevo iniziata a scrivere per una sfida di Maridichallenge (Cow-t - orgogliosamente TeamMaghi), ma il computer si è rotto prima che potessi finirla nei tempi previsti: è una storia diversa dal solito come stile, ma ci tengo particolarmente proprio per questo, in quanto scriverla è stata una vera e propria sfida!

Ringrazio fin da ora chiunque la leggerà/commenterà/seguirà/preferirà.... GRAZIE DI CUORE! ♥

LA COMBRICCOLA DELLE C

CAMILLA

Stavo sognando di stare ricevendo il Premio Nobel per la Scienza quando sono stata svegliata dal beep-beep di un messaggio sul cellulare. Imprecando, ho cercato a tentoni gli occhiali sul comodino e li ho inforcati per riuscire a vedere che ora fosse: le due e sette minuti. Cazzo, vi pare un'ora per mandare sms?
Il primo istinto è stato di nascondere la testa sotto il piumone, soprattutto considerando che fra poco meno di otto ore ho simulazione di Terza Prova, ma il timore che qualcuno mi avesse scritto a quell'ora perchè aveva davvero bisogno di me mi ha spinta a riemergere sbadigliando e ad afferrare il cellulare per vedere di chi fosse l'sms.


17/4/2010 02.07

CECILIA

Cam? Scusa per l'ora, ma volevo dirti che... questa sera sono stata a letto con uno... te l'ho scritto perchè sono sicura che domani non troverò il coraggio di confessartelo senza morire d'imbarazzo. Ti voglio bene, Cece ♥


Per prima cosa mi sono assicurata di avere gli occhiali sul naso e di aver letto bene, per seconda ho riletto messaggio e mittente un paio di volte, infine ho deciso che doveva trattarsi di uno scherzo, assolutamente. Conosco Cecilia da quando eravamo dei soldi di cacio che passavano i loro pomeriggi a giocare con le Barbie e lei ha sempre sostenuto che avrebbe aspettato il principe azzurro per farlo la prima volta.
Sbadigliando mi decido a chiamarla: non mi può scrivere simili cose e sperare che io riesca a tornare a dormire beata e serena!

"Pronto?"
"Ciao, Cece... Mi spieghi cos'è questa storia?"
"Veramente stavo andando a dormire e..."
"Ah-ah! Domani poi dovrò cavarti fuori le parole di bocca con le pinze! Racconta tutto ora!"
"Dannata, mi conosci troppo bene! Sai, sono andata in disco con Carlo, visto che tu volevi studiare a tutti i costi e non sei voluta venire-"
"Abbiamo terza prova domani, anzi oggi, Cece!"
"Si, si, solita storia... In ogni caso, eravamo in disco e li ho incontrato il ragazzo dei miei sogni! Alto, biondo, occhi azzurri,... una favola, davvero! Ci ho ballato un po e poi mi ha proposto di uscire per fumare una sigaretta e -"
"TU? Tu hai fumato? Guarda che non mi potrai più fare la predica d'ora in poi, sappilo!"
"Ma che centra, Cam? Era così fantastico che non ho potuto dirgli che non fumavo, chissà quale sgualdrinella se lo sarebbe accaparrato! Così abbiamo condiviso una sigaretta e poi... beh, mi ha proposto un giro in macchina ed è accaduto il tutto!"
"CECILIA!"
"Si, tesoro?"
"E ti sembra questo il modo di raccontarmi certe cose? Ti ho sentita parlare per anni del tuo principe azzurro, di come tu lo stia aspettando, di come la prima volta sia una cosa importante... ed ora lo fai con un tipo assolutamente a caso... in macchina?!"
"Ma era il principe azzurro! Quello che aspettavo da anni! Chissene frega se non lo vedrò più! La mia prima volta è stata fantastica, con un tipo fantastico, e... beh, ammetto che sulla location avrei preferito qualcosa di meglio di una vecchia Panda scassata, ma almeno era azzurra anche lei!"
"Rinuncio a capirti, Cece, sul serio... Ora me ne andrò a dormire per riprendermi da questa notizia. E non sperare di farla franca da un doppio interrogatorio Cam-Carletto, eh!"
"Sigh, proprio quello che temevo di più! Notte, tesoro"
"Notte, un bacio"

Inutile dire che mi sono rotolata nel letto per una mezz'ora buona prima di riuscire a prendere sonno, continuando a ripensare alla conversazione con Cece. Era stata talmente surreale che non mi sarei stupita scoprendo, la mattina dopo, che era stata semplicemente un sogno e che la mia migliore amica era ancora innocente come l'avevo lasciata a scuola.
Quando mi sono svegliata alle 5.30 per via della sveglia ho avuto di nuovo la forte tentazione di tornare a dormire: fra una cosa e l'altra avevo dormito nemmeno cinque ore quella notte! Però studiare mi è sempre piaciuto, e se voglio essere ammessa nell'Università dei miei sogni devo riuscire a mantenere la media dell'8 se non più alta anche per quest'anno, quello della quinta; diciamo che si tratta di compiere l'ultimo sforzo e poi potrò studiare Fisica in una delle Università più prestigiose – se passerò l'esame, certo. Così ho trovato la forza per buttarmi giù dal letto, trascinarmi in bagno, indossare jeans e maglietta ed affrontare latino, il mio incubo più grande.


Quando alle sette e mezza sono arrivata al bar dove io e "La Combriccola delle C" ci siamo dati appuntamento, non c'era ancora nessuno. Per farla breve, "La Combriccola" è formata da me, Cecilia e Carlo, che in classe occupiamo la quinta fila fin dal primo anno e a forza di stare vicini era impossibile che non diventassimo amici! Io sono la secchiona, Cece la ragazza d'altri tempi, o almeno era quello che credevo fosse prima della telefonata di questa notte, e Carletto è il nuotatore figo che ama spassarsela in discoteca.
Inizio ordinando un caffè nero doppio e tirando fuori i libri di fisica e astronomia, per dare un'ultima ripassata veloce. Temo davvero che ci possano mettere entrambi, dopo averci illuso che è l'ultima possibilità sulla faccia della Terra! Ma le nostre proff possono essere davvero stronze se vogliono, come hanno già dimostrato ampiamente negli anni.
- Hei, ricciola! -
Mi giro e vedo Carlo che si lascia cadere su una sedia. Ha la faccia stravolta, con delle occhiaie che per una volta fanno seriamente concorrenza alle mie...
- Carlo! - esclamo sorridendo. - Che è quella faccia? Per una volta ti sei degnato di aprire un libro di testo? -
La sua risata è una risposta abbastanza eloquente, penso. - Ma che, stai scherzando? Sono stato in discoteca con la Cece, ma poi a un certo punto lei se l'è svignata con un tipo e così mi son lasciato andare alla pazza gioia anch'io. Cazzo, sapessi quanto ce le aveva grosse quella che ho rimorchiato! -
- Guarda, ti assicuro che al momento è l'ultima cosa che potrebbe interessarmi – dico sfogliando che le pagine del libro alla ricerca di qualche concetto fondamentale che potrebbe essermi sfuggito. So perfettamente che Carlo ha detto quest'ultima frase perchè si trova solo con me e non con Cecilia, che potrebbe imbarazzarsi alquanto ad un'uscita del genere, e perchè ama l'idea di avere un'amica bisessuale a cui piacciono le tette tanto quanto a lui, ma in questo momento trovo difficile interessarmi a qualcosa di rotondo diverso da un pianeta o da una stella.
- Dai, Cam! Tanto saprai sicuramente tutto fino all'ultima virgola, come sempre! - si lamenta lui, chiudendomi il libro. Non è decisamente giornata: prima Cece, adesso Carletto... Devo stare calma e ricordami che l'omicidio è punito in maniera molto severa nel nostro stato.
- Ok, hai vinto... Raccontami tutto! – dico arrendendomi ad aver concluso con questo il mio studio supplementare. Sarò una secchiona di classe A++ come mi definisce qualcuno malignamente, ma questo non vuol dire che non sia in grado di capire quando uno dei miei migliori amici abbia bisogno di sfogarsi.
- Grazie, Cam! Sei la migliore! - dice stritolandomi in un abbraccio e baciandomi su una guancia. Vedo che però invece che iniziare a raccontarmi tutto esaltato della sua conquista tentenna, e non riesco proprio ad interpretare questo suo strano silenzio: di solito sono io quella taciturna, mentre lui parla abbastanza per entrambi.
- Allora, Casanova? - gli chiedo ammiccando, sperando di farglielo sciogliere un po'. - Questa tipa con le tette grossissime? -
- Beh... - inizia guardando insistentemente per terra. Io lancio un'occhiata all'orologio, meditando se fare o meno uno squillino a Cecilia: ormai sono già le sette e tre quarti, è quasi ora di andare.
- Siiii? -
- Non era proprio lei di cui ti volevo parlare. Cioè, era figa e tutto il resto, ma è stata un... ripiego – mi spiega Carlo, pronunciando l'ultima parola quasi con disgusto. - Quando Cece se n'è andata ho visto una che non era nulla di speciale, piuttosto grassa anzi, però... mi ha incantato il modo in cui ballava. Così mi sono avvicinato e ho ballato un po' con lei e... mi ha stregata con i suoi occhi grigi. Era fantastica, Cam! -
Ok. Il mondo ha iniziato a girare alla rovescia. Cece diventa una poco di buono e Carletto si prende una sbandata per una tipa che non sembra una top-model uscita da una rivista patinata. Manca solo che io oggi prenda tre quindicesimi in terza prova ed abbiamo fatto Tombola... Ma questo non accadrà mai ovviamente.
- Non riesco a capire quale sia il problema, Carletto. Ci hai ballato, no? Non dirmi che non ci hai provato con lei? - chiedo perplessa.
- Non... Non ci è stata, cazzo! Appena ho provato anche solo a ballarle un po' più vicino si è dileguata nella folla, neanche fosse una cazzo di Cenerentola a mezza notte in punto! - dice Carletto, strappando il tovagliolino di carta blu in un misto di rabbia e disperazione. Ammetto che non mi è difficile capirlo: è un bel ragazzo – e persino simpatico! - e per lui deve essere stato un bello smacco essere rifiutato da una che da quel che ho capito è pure bruttina.
- Capita a tutti almeno una volta, Casanova! - dico ridendo, dandogli una pacca d'incoraggiamento su una spalla, sperando che va prenda bene, ma purtroppo la cosa non va così.
- Ma lei mi piace davvero! - mi risponde Carlo, lamentoso. Poi si mordicchia un po' il labbro inferiore, incerto su come proseguire. - Però... Oggi potresti accompagnarmi tu in disco, così forse la rincontro, eh? -
Sospiro. Non mi è mai piaciuto particolarmente andare in discoteca: più che altro odio sentire i corpi sudati degli sconosciuti che ti si premono addosso e la musica a palla che ti impedisce di scambiare anche sola mezza parola, però... per gli amici...
- Va bene, Carl... Farò questo enorme sacrificio per te, ma sappi che ti chiederò qualcosa in cambio prima o poi! - risponde ghignando, pregustandomi già il piacere della scelta. Finalmente Cecilia ci degna della sua presenza: la vedo arrivare di corsa dietro le spalle di Carlo, con la gonnellina bianca svolazzante ed i capelli scompigliati dal vento.
- Era ora! Sono già le sette e tre quarti e abbiamo la Finazzi alla prima ora! - le urlo, infilando la giacca e la tracolla blu. La nostra professoressa di lettere è nota per due motivi: perchè le sue lezioni sono estremamente soporifere e perchè si arrabbia da morire con chi arriva in ritardo in classe.
- Cazzo! - urla lei, seriamente sconvolta. Sono davvero poche le volte che l'ho sentita pronunciare le parolacce, perchè una brava bambina come lei non può dire certe parole!
- Ahi, ahi! Ti sembrano parole da dire? Ti dovrò lavare la bocca col sapone! - dico ridendo, baciandola sulle guance per salutarla.
Carletto ci prende entrambe per mano e ci trascina via, sostenendo che non ci possiamo perdere in queste scemate, quando fino a poco fa mi ha assillata con i suoi problemi di cuore e non si è preoccupato minimamente che potessimo essere in ritardo. Mentre ci incamminiamo verso scuola, dopo che Cecilia si è scusata del ritardo dicendo che aveva dimenticato a casa uno dei costumi che ha cucito per la compagnia di teatro, entrambi si fanno però misteriosamente silenziosi rimuginando ognuno sui loro problemi, senza rendersi conto della stranezza dei loro comportamenti: tocca a me invece meditare sulla situazione di entrambi e preoccuparmi per loro. Beh, preoccuparmi sì, ma anche dare un po' una scossa a questa situazione.
- Ragazzi? - domando per attirare la loro attenzione, ripetendolo una seconda volta quando mi accorgo che nessuno dei due si è girato verso di me. - Vi devo fare un annuncio, anzi due! Cecilia questa notte è andata a letto con un tipo a caso e Carlo si è preso una sbandata per una tipa bruttina che, tra parentesi, l'ha rifiutato! - svelo con tono brillante. Capitemi, non sono stronza come potrebbe sembrare, ma conosco questi due come le mie tasche! Siamo migliori amici quindi non è un problema rivelare cose così intime e private, ma so perfettamente che Cece si vergogna da morire ad ammettere cos'ha combinato e che Carletto preferirebbe morire che confessare di essere stato scaricato così.
Immediatamente ottengo la reazione desiderata e godo nel sentire il chiacchericcio che mi allieta quotidianamente mentre andiamo a scuola. Entrambi sono assolutamente sconvolti della rivelazione e per una volta hanno anche deciso di sorvolare sul fatto che entrambi non hanno detto niente in proposito all'altro, e che probabilmente non avrebbero saputo nulla per molto altro tempo se non fosse stato per la mia boccaccia larga.
Quando entriamo in classe stanno ancora discutendo animatamente e non cessano nemmeno quando la Finazzi entra nell'aula. Inutile dire che la nota sul registro parte immediatamente, mentre i miei due amici si prodigano nel migliore dei loro cori di lamento. Saranno due ore molto lunghe, prima della terza prova, credetemi.

  
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