Ciao a tutti!!
Questa storia è divisa in tre parti, ognuna narrata dal
punto di vista di uno dei ragazzi della Combriccola delle C: Camilla,
Carlo e Cecilia, in quest'ordine. L'avevo iniziata a scrivere per una
sfida di Maridichallenge (Cow-t - orgogliosamente TeamMaghi), ma il
computer si è rotto prima che potessi finirla nei tempi
previsti: è una storia diversa dal solito come stile, ma ci
tengo particolarmente proprio per questo, in quanto scriverla
è stata una vera e propria sfida!
Ringrazio fin da ora chiunque la leggerà/commenterà/seguirà/preferirà.... GRAZIE DI CUORE! ♥
LA COMBRICCOLA DELLE C
CAMILLA
Stavo
sognando di stare
ricevendo il Premio Nobel per la Scienza quando sono stata svegliata
dal beep-beep di un messaggio sul cellulare.
Imprecando, ho
cercato a tentoni gli occhiali sul comodino e li ho inforcati per
riuscire a vedere che ora fosse: le due e sette minuti. Cazzo, vi
pare un'ora per mandare sms?
Il
primo istinto è stato di nascondere la testa sotto il
piumone,
soprattutto considerando che fra poco meno di otto ore ho simulazione
di Terza Prova, ma il timore che qualcuno mi avesse scritto a
quell'ora perchè aveva davvero bisogno di me mi ha spinta a
riemergere sbadigliando e ad afferrare il cellulare per vedere di chi
fosse l'sms.
17/4/2010 02.07
CECILIA
Cam? Scusa per l'ora, ma volevo dirti che... questa sera sono stata a letto con uno... te l'ho scritto perchè sono sicura che domani non troverò il coraggio di confessartelo senza morire d'imbarazzo. Ti voglio bene, Cece ♥
Per
prima cosa mi sono assicurata di avere gli occhiali sul naso e di
aver letto bene, per seconda ho riletto messaggio e mittente un paio
di volte, infine ho deciso che doveva trattarsi di uno scherzo,
assolutamente. Conosco Cecilia da quando eravamo dei soldi di cacio
che passavano i loro pomeriggi a giocare con le Barbie e lei ha
sempre sostenuto che avrebbe aspettato il principe azzurro per farlo
la prima volta.
Sbadigliando
mi decido a chiamarla: non mi può scrivere simili cose e
sperare che
io riesca a tornare a dormire beata e serena!
"Pronto?"
"Ciao,
Cece... Mi spieghi cos'è questa storia?"
"Veramente
stavo andando a dormire e..."
"Ah-ah!
Domani poi dovrò cavarti fuori le parole di bocca con le
pinze!
Racconta tutto ora!"
"Dannata,
mi conosci troppo bene! Sai, sono andata in disco con Carlo, visto
che tu volevi studiare a tutti i costi e non sei voluta venire-"
"Abbiamo
terza prova domani, anzi oggi, Cece!"
"Si,
si, solita storia... In ogni caso, eravamo in disco e li ho
incontrato il ragazzo dei miei sogni! Alto, biondo, occhi azzurri,...
una favola, davvero! Ci ho ballato un po e poi mi ha proposto di
uscire per fumare una sigaretta e -"
"TU?
Tu hai fumato? Guarda che non mi potrai più fare la predica
d'ora in
poi, sappilo!"
"Ma che centra, Cam? Era così fantastico
che non ho potuto dirgli che non fumavo, chissà quale
sgualdrinella
se lo sarebbe accaparrato! Così abbiamo condiviso una
sigaretta e
poi... beh, mi ha proposto un giro in macchina ed è accaduto
il
tutto!"
"CECILIA!"
"Si,
tesoro?"
"E
ti sembra questo il modo di raccontarmi certe cose? Ti ho sentita
parlare per anni del tuo principe azzurro, di come tu lo stia
aspettando, di come la prima volta sia una cosa importante... ed ora
lo fai con un tipo assolutamente a caso... in macchina?!"
"Ma
era il principe azzurro! Quello che aspettavo da anni! Chissene frega
se non lo vedrò più! La mia prima volta
è stata fantastica, con un
tipo fantastico, e... beh, ammetto che sulla location avrei preferito
qualcosa di meglio di una vecchia Panda scassata, ma almeno era
azzurra anche lei!"
"Rinuncio
a capirti, Cece, sul serio... Ora me ne andrò a dormire per
riprendermi da questa notizia. E non sperare di farla franca da un
doppio interrogatorio Cam-Carletto, eh!"
"Sigh,
proprio quello che temevo di più! Notte, tesoro"
"Notte,
un bacio"
Inutile
dire che mi sono rotolata nel letto per una mezz'ora buona prima di
riuscire a prendere sonno, continuando a ripensare alla conversazione
con Cece. Era stata talmente surreale che non mi sarei stupita
scoprendo, la mattina dopo, che era stata semplicemente un sogno e
che la mia migliore amica era ancora innocente come l'avevo lasciata
a scuola.
Quando
mi sono svegliata alle 5.30 per via della sveglia ho avuto di nuovo
la forte tentazione di tornare a dormire: fra una cosa e l'altra
avevo dormito nemmeno cinque ore quella notte! Però studiare
mi è
sempre piaciuto, e se voglio essere ammessa nell'Università
dei miei
sogni devo riuscire a mantenere la media dell'8 se non più
alta
anche per quest'anno, quello della quinta; diciamo che si tratta di
compiere l'ultimo sforzo e poi potrò studiare Fisica in una
delle
Università più prestigiose – se
passerò l'esame, certo. Così ho
trovato la forza per buttarmi giù dal letto, trascinarmi in
bagno,
indossare jeans e maglietta ed affrontare latino, il mio incubo
più
grande.
Quando
alle sette e mezza sono arrivata al bar dove io e "La
Combriccola delle C" ci siamo dati appuntamento, non c'era
ancora nessuno. Per farla breve, "La Combriccola" è
formata da me, Cecilia e Carlo, che in classe occupiamo la quinta
fila fin dal primo anno e a forza di stare vicini era impossibile che
non diventassimo amici! Io sono la secchiona, Cece la ragazza d'altri
tempi, o almeno era quello che credevo fosse prima della telefonata
di questa notte, e Carletto è il nuotatore figo che ama
spassarsela
in discoteca.
Inizio
ordinando un caffè nero doppio e tirando fuori i libri di
fisica e
astronomia, per dare un'ultima ripassata veloce. Temo davvero che ci
possano mettere entrambi, dopo averci illuso che è l'ultima
possibilità sulla faccia della Terra! Ma le nostre proff
possono
essere davvero stronze se vogliono, come hanno già
dimostrato
ampiamente negli anni.
-
Hei, ricciola! -
Mi
giro e vedo Carlo che si lascia cadere su una sedia. Ha la faccia
stravolta, con delle occhiaie che per una volta fanno seriamente
concorrenza alle mie...
-
Carlo! - esclamo sorridendo. - Che è quella faccia? Per una
volta ti
sei degnato di aprire un libro di testo? -
La
sua risata è una risposta abbastanza eloquente, penso. - Ma
che,
stai scherzando? Sono stato in discoteca con la Cece, ma poi a un
certo punto lei se l'è svignata con un tipo e
così mi son lasciato
andare alla pazza gioia anch'io. Cazzo, sapessi quanto ce le aveva
grosse quella che ho rimorchiato! -
-
Guarda, ti assicuro che al momento è l'ultima cosa che
potrebbe
interessarmi – dico sfogliando che le pagine del libro alla
ricerca
di qualche concetto fondamentale che potrebbe essermi sfuggito. So
perfettamente che Carlo ha detto quest'ultima frase perchè
si trova
solo con me e non con Cecilia, che potrebbe imbarazzarsi alquanto ad
un'uscita del genere, e perchè ama l'idea di avere un'amica
bisessuale a cui piacciono le tette tanto quanto a lui, ma in questo
momento trovo difficile interessarmi a qualcosa di rotondo diverso da
un pianeta o da una stella.
-
Dai, Cam! Tanto saprai sicuramente tutto fino all'ultima virgola,
come sempre! - si lamenta lui, chiudendomi il libro. Non è
decisamente giornata: prima Cece, adesso Carletto... Devo stare calma
e ricordami che l'omicidio è punito in maniera molto severa
nel
nostro stato.
-
Ok, hai vinto... Raccontami tutto! – dico arrendendomi ad
aver
concluso con questo il mio studio supplementare. Sarò una
secchiona
di classe A++ come mi definisce qualcuno malignamente, ma questo non
vuol dire che non sia in grado di capire quando uno dei miei migliori
amici abbia bisogno di sfogarsi.
-
Grazie, Cam! Sei la migliore! - dice stritolandomi in un abbraccio e
baciandomi su una guancia. Vedo che però invece che iniziare
a
raccontarmi tutto esaltato della sua conquista tentenna, e non riesco
proprio ad interpretare questo suo strano silenzio: di solito sono io
quella taciturna, mentre lui parla abbastanza per entrambi.
-
Allora, Casanova? - gli chiedo ammiccando, sperando di farglielo
sciogliere un po'. - Questa tipa con le tette grossissime? -
-
Beh... - inizia guardando insistentemente per terra. Io lancio
un'occhiata all'orologio, meditando se fare o meno uno squillino a
Cecilia: ormai sono già le sette e tre quarti, è
quasi ora di
andare.
-
Siiii? -
-
Non era proprio lei di cui ti volevo parlare. Cioè, era figa
e tutto
il resto, ma è stata un... ripiego – mi spiega
Carlo, pronunciando
l'ultima parola quasi con disgusto. - Quando Cece se n'è
andata ho
visto una che non era nulla di speciale, piuttosto grassa anzi,
però... mi ha incantato il modo in cui ballava.
Così mi sono
avvicinato e ho ballato un po' con lei e... mi ha stregata con i suoi
occhi grigi. Era fantastica, Cam! -
Ok.
Il mondo ha iniziato a girare alla rovescia. Cece diventa una poco di
buono e Carletto si prende una sbandata per una tipa che non sembra
una top-model uscita da una rivista patinata. Manca solo che io oggi
prenda tre quindicesimi in terza prova ed abbiamo fatto Tombola... Ma
questo non accadrà mai ovviamente.
-
Non riesco a capire quale sia il problema, Carletto. Ci hai ballato,
no? Non dirmi che non ci hai provato con lei? - chiedo perplessa.
-
Non... Non ci è stata, cazzo! Appena ho provato anche solo a
ballarle un po' più vicino si è dileguata nella
folla, neanche
fosse una cazzo di Cenerentola a mezza notte in punto! - dice
Carletto, strappando il tovagliolino di carta blu in un misto di
rabbia e disperazione. Ammetto che non mi è difficile
capirlo: è un
bel ragazzo – e persino simpatico! - e per lui deve essere
stato un
bello smacco essere rifiutato da una che da quel che ho capito
è
pure bruttina.
-
Capita a tutti almeno una volta, Casanova! - dico ridendo, dandogli
una pacca d'incoraggiamento su una spalla, sperando che va prenda
bene, ma purtroppo la cosa non va così.
-
Ma lei mi piace davvero! - mi risponde Carlo, lamentoso. Poi si
mordicchia un po' il labbro inferiore, incerto su come proseguire. -
Però... Oggi potresti accompagnarmi tu in disco,
così forse la
rincontro, eh? -
Sospiro.
Non mi è mai piaciuto particolarmente andare in discoteca:
più che
altro odio sentire i corpi sudati degli sconosciuti che ti si premono
addosso e la musica a palla che ti impedisce di scambiare anche sola
mezza parola, però... per gli amici...
-
Va bene, Carl... Farò questo enorme sacrificio per te, ma
sappi che
ti chiederò qualcosa in cambio prima o poi! - risponde
ghignando,
pregustandomi già il piacere della scelta. Finalmente
Cecilia ci
degna della sua presenza: la vedo arrivare di corsa dietro le spalle
di Carlo, con la gonnellina bianca svolazzante ed i capelli
scompigliati dal vento.
-
Era ora! Sono già le sette e tre quarti e abbiamo la Finazzi
alla
prima ora! - le urlo, infilando la giacca e la tracolla blu. La
nostra professoressa di lettere è nota per due motivi:
perchè le
sue lezioni sono estremamente soporifere e perchè si
arrabbia da
morire con chi arriva in ritardo in classe.
-
Cazzo! - urla lei, seriamente sconvolta. Sono davvero poche le volte
che l'ho sentita pronunciare le parolacce, perchè una brava
bambina come lei non può dire certe parole!
-
Ahi, ahi! Ti sembrano parole da dire? Ti dovrò lavare la
bocca col
sapone! - dico ridendo, baciandola sulle guance per salutarla.
Carletto
ci prende entrambe per mano e ci trascina via, sostenendo che non ci
possiamo perdere in queste scemate, quando fino a poco fa mi ha
assillata con i suoi problemi di cuore e non si è
preoccupato
minimamente che potessimo essere in ritardo. Mentre ci incamminiamo
verso scuola, dopo che Cecilia si è scusata del ritardo
dicendo che
aveva dimenticato a casa uno dei costumi che ha cucito per la
compagnia di teatro, entrambi si fanno però misteriosamente
silenziosi rimuginando ognuno sui loro problemi, senza rendersi conto
della stranezza dei loro comportamenti: tocca a me invece meditare
sulla situazione di entrambi e preoccuparmi per loro. Beh,
preoccuparmi sì, ma anche dare un po' una scossa a questa
situazione.
-
Ragazzi? - domando per attirare la loro attenzione, ripetendolo una
seconda volta quando mi accorgo che nessuno dei due si è
girato
verso di me. - Vi devo fare un annuncio, anzi due! Cecilia questa
notte è andata a letto con un tipo a caso e Carlo si
è preso una
sbandata per una tipa bruttina che, tra parentesi, l'ha rifiutato! -
svelo con tono brillante. Capitemi, non sono stronza come potrebbe
sembrare, ma conosco questi due come le mie tasche! Siamo migliori
amici quindi non è un problema rivelare cose così
intime e private,
ma so perfettamente che Cece si vergogna da morire ad ammettere
cos'ha combinato e che Carletto preferirebbe morire che confessare di
essere stato scaricato così.
Immediatamente
ottengo la reazione desiderata e godo nel sentire il chiacchericcio
che mi allieta quotidianamente mentre andiamo a scuola. Entrambi sono
assolutamente sconvolti della rivelazione e per una volta hanno anche
deciso di sorvolare sul fatto che entrambi non hanno detto niente in
proposito all'altro, e che probabilmente non avrebbero saputo nulla
per molto altro tempo se non fosse stato per la mia boccaccia larga.
Quando
entriamo in classe stanno ancora discutendo animatamente e non
cessano nemmeno quando la Finazzi entra nell'aula. Inutile dire che
la nota sul registro parte immediatamente, mentre i miei due amici si
prodigano nel migliore dei loro cori di lamento. Saranno due ore
molto lunghe, prima della terza prova, credetemi.