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Autore: valeria18    02/02/2006    4 recensioni
una fanfiction sulla coppia harry/ginny, ke io xsnalmente amoooo...è una storia particolare...1 inizio di amore tra due ragazzi...sentimenti, incomprensioni e amici sempre pronti ad aiutarti...recensite!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mezzanotte era sicuramente già passata. Harry scrutava ancora il cielo, scuro e nero come quello che aveva lasciato ad Hogwarts l’anno precedente.

Abbandonò nuovamente la testa sul cuscino. La stanza era spoglia, tranne il suo baule che al contrario era strapieno di roba. Frammenti dei suoi anni passati, dei suoi amici, dei suoi professori...

Di solito avrebbe aspettato con ansia settembre, per poter rivedere Ron, Hermione, Silente. Per poter tornare alla sua amata scuola. Ma quest’anno sperava che quel mese non arrivasse mai, e con lui tutte le preoccupazioni che non si sentiva più in dovere di sopportare.

Edvige si puliva accuratamente le piume e osservava la luna. Quanto la invidiava. Lei non doveva far altro che consegnare lettere. Per il resto poteva volare spensierata senza che nessuno intervenisse nella sua vita.

Mentre ormai, nella sua, chi non aveva tranquillamente fatto un bel giro? A partire da quello stupido del signore Oscuro, che se non fosse stato per le sue abnormi manie di protagonismo, non si sarebbe trovato in tutti quei casini. E poi, naturalmente tutti i suoi cari professori che avevano gioiosamente contribuito a rendergli sei anni un vero e proprio inferno. La sua amata compagnia che invece che tirarsi il più possibile fuori dai guai, sembrava divertirsi a cacciarsi nel maggior numero. E poi Cho, Ginny...

Un momento, no Harry... che stai dicendo?Sei impazzito? Come puoi dare la colpa di quello che è successo agli altri?

Nemmeno lui si riconosceva più. Era totalmente combattuto dalla voglia di chiudere definitivamente quella parte della sua vita e quella di continuare a viverla.

Non poteva scordare anche tutto quello che di bello gli era capitato. Tutte le esperienze positive che aveva vissuto.

Si rigirò velocemente nel letto. Quella sera Morfeo non aveva proprio voglia di ospitarlo nel suo mondo ovattato. Forse si era reso conto che i sogni tormentati di Harry, disturbavano la quiete del suo magico ambiente.

Harry mise una mano sotto il cuscino per cercare una posizione più comoda. Le sue dita sfiorarono qualcosa di ruvido. Si mise seduto sul letto e lo tirò fuori: erano delle lettere.

Le riconobbe subito, d’altronde come poteva non farlo? Quell’estate le aveva aspettate con così tanta ansia...

Erano le sue...il suo cuore inizio ad accelerare. Ne aprì una. Già solo leggere il suo nome fra quelle righe lo risollevò. C’era anche una foto allegata alla lettera. C’era lei, abbracciata a Ron. lo salutavano e sorridevano.

Qualcosa in Harry si mosse, e lo costrinse a ristendersi sul letto per continuare a leggere. Era sicuro che in piedi sarebbe stata una prova troppo dolorosa, forse più dura di affrontare voldemort in persona. Perché lì ci voleva coraggio, mentre qui ci voleva cuore.

Riprese la foto tra le sue mani  e non poté fare a meno che riflettere e ricordare lei.

Erano a casa sua la prima volta che si conobbero, ma quel giorno lui non avrebbe mai pensato che lei sarebbe diventata il punto fisso dei suoi pensieri. Difficile da mandare via, ma altrettanto difficile da conservare.

Quella volta lei quasi tremava. Era spaventata da tutto quel movimento nella Tana. Troppe persone. Di solito la sua famiglia era sparpagliata per il mondo. Quel giorno invece no. Erano tutti insieme e in  più c’era anche qualche ospite. E lui era uno di quelli.

Lei era rimasta impaurita sulla scala. Ferma e immobile ad osservare tutto quel caos. Poi i suoi occhi si erano posati su Harry. Ma quando lui se n’accorse e girò la testa, lei divenne un  tutto uno con i suoi capelli e corse via. Erano entrambi ancora molto piccoli, ma lei già provava qualcosa di forte verso il “bambino sopravvissuto”. Mentre lui no. Era stupidamente troppo preso dalle novità che giungevano alle sue orecchie. Ma ora rimpiangeva quel suo comportamento. Avrebbe dovuto interessarsi a lei sin da quel lontano giorno.

No, no...Harry, ma che diamine d’idee ti saltano in mente oggi? Al cuor non si comanda. Se in quel momento hai sentito di fare così, evidentemente è stata le cosa giusta.

-ma che cavolo di cosa giusta?- gridò Harry, ribellandosi a quell’insopportabile coscienza. Era agitato. Si era nuovamente alzato in piedi. Per un momento ringraziò di non essere a Privet Drive. Quel baccano avrebbe scatenato l’ira degli zii.

“Ginny, porcamiseria...ma perché deve essere sempre tutto così maledettamente difficile?”  pensò. Respirò ansimando. Aveva il cuore in tumulto, sentiva risuonare i suoi batti sin in gola.

Ma non era l’unico che in quel momento soffriva...

 

Ore 00.10

 

Ginny sedeva al vecchio tavolino in legno della sua camera. Aveva lo stesso foglio di pergamena davanti a se da ore, eppure era solo riuscita a intingere la sua piuma bianca nel calamaio. Guardò l’orologio. Mezzanotte e dieci minuti. Dieci...

Che numero orribile. Aveva dieci anni quando lo conobbe. Era il dieci settembre quando si incontrarono. Non poteva considerarlo un bel numero. Se solo lei non si fosse lasciata incantare da quegli occhi, dal suo sorriso, dal suo modo di fare. Da tutta quella persona che, sfortuna sua, rispondeva al nome di Harry Potter. Che, sfortuna sua,risultava essere il “prescelto”. Che, non faceva altro che farla sognare ad occhi aperti.

-maledizione- sussurrò -perché non riesco a scrivere nulla? Avrò fatto un miliardo di volte un compito per quel demente di Piton, no? E allora perché proprio oggi non mi esce nemmeno una misera parola?-

-forse perché non ci si riduce all’ultimo momento- una figura rosea era apparsa sulla porta.

-mamma! Che spavento...-disse Ginny cercando di nascondere una foto della scrivania.

-Ginny, va a letto. Ormai è tardi. Domani andiamo a Diagon Alley, ricordi?-disse Molly ormai sul punto di crollare dal sonno. Ginny avrebbe tanto desiderato averne lei...per evitare di pensare...ancora una volta...con la sua mente contorta...a lui.

-si mamma,ricordo. ancora cinque minuti- disse facendo finta di avere sonno. Ma in realtà non era totalmente convinta delle sue parole.

Quando fu nuovamente sola rimise a posto la foto che nascondeva. L’aveva scattata nel suo quarto anno a Hogwarts. Era quasi un primo piano. C’era lei, e tanto per tormentarle ancora un po’ i pensieri, Harry. L’avevano scattata al ballo della coppa tre maghi.

 

 

  
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