Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: emychan    18/04/2011    4 recensioni
Classificata terza al contest Tropes & Clichés indetto da Sisya-chan!
Sequel di Regrets e prequel a Ripetizioni d'amore!
Dov'è finito Merlin dopo essere stato bandito da Arthur?
Quali sono i suoi pensieri, perchè non è tornato?
E se il mago scoprisse che il destino che riteneva distrutto non è neppure iniziato? Merthur!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Nel futuro
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Emrys'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prima di iniziare due precisazioni, non so che religione seguano in Merlin, ma visto tutte le licenze poetiche che usano non stupitevi se il mio Arthur non si fa problemi all'idea della reincarnazione...xD

In secondo luogo,la battaglia di Camlann è giusto accennata, ma anche così è una lunga licenza poetica... mi dispiace,ma la scena non se ne andava dalla mia mente, l'ho dovuta dipingere così com'era...:P

Infine, poichè la serie è finita anche in Italia, la storia non è più segnata da spoilers di alcun tipo!xDD


4:Camlann.



Ancora una volta, Merlin si ritrovò in piedi nelle stanze reali.
Solo che stavolta, era abbastanza sicuro del tipo di accoglienza che avrebbe ricevuto.
Anche se conoscendo Arthur poteva finire alla gogna prima di quanto si aspettasse... o desiderasse.
«Arthur?» chiamò guardandosi attorno. Stranamente le stanze sembravano completamente vuote.
Sul tavolo addossato alla parete c’erano ancora gli avanzi di una cena quasi intoccata e un calice di vino ancora pieno.
Merlin lo fissò confuso, possibile che il re non fosse ancora rientrato per cenare?
Il camino, però, era già acceso e c'era un mantello gettato sulla sedia.
L'intera camera in realtà era tutt'altro che ordinata, c'erano vestiti sparsi a terra e armi in ogni angolo.
Aveva sempre immaginato che le stanze di un sovrano fossero quasi immacolate.
Forse c’era carenza di servi a Camelot. O forse Arthur era tanto asino da averli fatti scappare tutti.
Il pensiero lo fece sorridere divertito.
«Dovresti smetterla di entrare nelle mie stanze con la magia, Merlin. Sono il re dopotutto.»
Il mago si voltò, lo stomaco un'improvviso groviglio d'ansia e nervi.
Arthur si era già ritirato per la notte a giudicare dai capelli piacevolmente arruffati e la semplice tunica bianca che indossava.
Nel vederselo finalmente davanti, sentì un’ondata di desiderio quasi imbarazzante.
Non era il solo, a giudicare dallo sguardo del re.
«Sono tornato» se ne uscì, incapace di smettere di sorridere come un'idiota.
Il re arricciò le labbra studiandolo da capo a piedi con aria seccata «Merlin» pronunciò infine in tono piuttosto irritato, incrociando le braccia sul petto.
Per un attimo il mago si chiese se non si fosse sognato il loro precedente incontro.
«Sei un idiota» se ne uscì Arthur in un sibilo.
Sentendosi irritato per la fredda accoglienza, Merlin fece per rispondere a tono, ma un attimo dopo il re aveva attraversato la stanza sospingendolo contro il tavolo e togliendogli ogni facoltà di parola.
«Sei lo stregone più insopportabile, stupido ed inutile di tutta Albion» lo rimproverò tra un bacio e l’altro « E se osi andartene di nuovo, giuro che ti uccido.»
Merlin sorrise «Allora cercherò di non farlo» sussurrò ricambiando la stretta dell’altro, ricambiandone i baci e, finalmente, sentendosi al posto giusto. A casa.

Le settimane successive furono come un lungo sogno.
Arthur lo nominò mago di corte e gli raccontò tutto ciò che era accaduto in sua assenza.
Merlin lo ascoltava con attenzione, ridendo delle avventure di Gwaine e delle sue continue risse nelle taverne.
Di come Leon fosse costretto a girare per la città per riportarlo al castello ubriaco fradicio.
Pianse, quando scoprì della morte di Gaius e di come l’anziano avesse sempre creduto che Merlin fosse vivo da qualche parte e che, un giorno, sarebbe tornato.
Confortò il re, quando gli raccontò di Ginevra, di come aveva creduto di poterlo sostituire.
Di come l’aveva ferito sapere che Lancelot aveva preferito fuggire di notte invece di affrontarlo faccia a faccia.
In cambio, gli raccontò del suo vagabondare nella foresta.
Della speranza, sempre delusa, che Arthur lo andasse a riprendere.
Di come Taliesin lo aveva preso con sé per insegnarli ad usare i suoi poteri.
Gli parlò di Emrys e dei druidi, gli mostrò magie e trucchi in grado di fargli spalancare gli occhi con ammirazione. Spesso con desiderio.
Non gli disse mai dell’orribile condanna che lo attendeva.
Né dell’incantesimo che avrebbe potuto tenerli legati anche dopo la morte.
Per la maggior parte del tempo, fingeva che non esistessero, fingeva che tutto sarebbe rimasto perfetto per sempre.
Finché un giorno, infine, la notizia dell’esercito guidato da Mordred giunse a Camelot gettando tutti nel panico.
Tutti tranne il re e il suo mago che già sapevano e attendevano preparando le loro mosse.
La loro strategia.
Finchè un giorno, infine, giunse l'ultima notte.
La realtà di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco gli ricadde addosso come la peggiore delle maledizioni e Merlin non fu più in grado di mentire. Né a se stesso, né ad Arthur.
«C’è qualcosa che mi stai nascondendo.»
Erano nelle loro stanze.
Erano trascorsi solo quattro mesi dal ritorno di Merlin e Arthur si era rifiutato di dargli delle stanze solo sue.
Diceva che gli sarebbero state del tutto inutili viste le loro attività notturne e che comunque, non poteva lasciarlo solo con i suoi esperimenti magici da idioti. Avrebbe finito col farsi esplodere con tutto il castello, senza un supervisore col cervello.
Dal canto suo, il mago non si era opposto più di tanto, non gli dispiaceva affatto dividere il suo spazio con Arthur. Anzi.
«Perché lo pensi?» mormorò fissando il piatto ormai vuoto.
Il re, al contrario, non aveva toccato cibo, troppo impegnato a fissare il mago con aria di rimprovero «Ti conosco. E sei un pessimo bugiardo.»
Merlin deglutì a vuoto, voltandosi verso il camino.
C’era qualcosa di confortante nel fissare le fiamme divorare il legno «Non è niente» sussurrò, sperando in cuor suo che l’altro non indagasse oltre. Che lo lasciasse stare.
Non era che volesse mentirgli. Se c'era una cosa che aveva imparato era proprio non nascondergli la verità, ma quel peso era troppo grande. Non poteva condividerlo.
Non voleva che scendesse in battaglia sapendo di dover morire.
Era troppo difficile, troppo doloroso. Non voleva nemmeno pensarci.
«Riguarda la battaglia di domani, vero? Quando ne parli sei sempre strano.»
«Sono preoccupato» si limitò a dire, continuando ad evitare il suo sguardo.
Lascia stare Arthur. Te ne prego.
«No, non lo sei. Sei rassegnato. Perché? Cos'hai visto?» la voce si fece più dura, più severa, ma non spaventata.
Quando parlava di guerra, Arthur era più pronto alla morte di quanto facesse piacere a Merlin.
Di quanto Merlin potesse mai sperare di essere.
«Perderemo?»
La domanda lo colse del tutto impreparato.
Fu un attimo, un lieve tremore, nulla di più, ma sapeva di essersi scoperto. Di aver rivelato la verità.
«Smettila adesso» provò a fermarlo, ma la voce gli uscì tremante, incrinata, troppo perchè Arthur lasciasse perdere.
«Morirò?» continuò con lo stesso tono indifferente di poco prima, come se gli stesse chiedendo di predire il tempo.
Incapace di sopportarlo oltre, Merlin si alzò e andò a rifugiarsi nell’altra stanza.
Si gettò sul letto, col volto seppellito sotto ai cuscini e le mani tremanti strette intorno alle coperte.
Sapeva che non era un vero nascondiglio, ma non sopportava l’idea di uscire da lì.
Di allontanarsi da Arthur.
Nell’anticamera, la sedia grattò contro il pavimento.
Poco dopo, i lenti passi di Arthur attraversarono la stanza.
Merlin strinse gli occhi quando sentì l'altro sedersi al suo fianco «Merlin.»
«Non chiedermelo Arthur» lo interruppe in fretta «Ti prego» bisbigliò implorante.
«Mi dispiace» le dita di Arthur si posarono sulla sua nuca, tra i suoi capelli.
Rassicuranti, confortanti e Merlin, incapace di trattenersi oltre, cominciò a piangere.
Gli dispiaceva? Gli dispiaceva di morire?
«Se potessi fare qualcosa, Merlin, qualsiasi cosa, ti giuro che la farei. Per te.»
Scapperesti con me? Lontano da Camelot, lontano da Mordred. Lo faresti per me?
Per poco non lo disse davvero, ma sapeva di non poterlo fare.
Non poteva chiedergli una cosa del genere. Sapeva che lo avrebbe solo ferito.
Arthur non avrebbe mai abbandonato il suo popolo e non era giusto che Merlin gli chiedesse di scegliere.
Ma non era giusto neppure ciò che stava per accadere.
Non era giusto perderlo così presto, in modo tanto crudele.
«Perciò… morirò» mormorò il re e il mago tremò sotto al suo tocco.
Solo sentirglielo dire era orribile. Insopportabile.
No, avrebbe voluto gridare. Non lo permetterò, ma cosa poteva fare per evitarlo?
«E’questo ciò che hai visto. Per questo sei tornato. Avresti dovuto dirmelo subito Merlin.»
Il mago scosse la testa, non sopportava di parlarne.
Non sopportava il tono quasi meravigliato della sua voce.
Non sopportava il sapere di avere ancora così poco tempo con lui.
Con un singhiozzo si voltò, passandogli le braccia intorno al collo e stringendolo a sé, seppellendo il volto sul suo petto, stringendo le mani attorno alla sua tunica, aggrappandosi a lui con tutte le sue forze.
Arthur ricambiò la stretta in silenzio.
«Promettimi di non fare l’idiota domani, né dopo… quando io…» mormorò tra i suoi capelli e il mago scosse di nuovo la testa, incapace di pensare, di parlare, di ascoltare «Arthur…»
«Chissà, forse ci ritroveremo nell’aldilà. O magari in un’altra vita» il suo tono scherzoso si perse completamente davanti al volto pallido del mago.
Di fronte all'improvviso tremore che lo scosse fin nel profondo dell'anima. Perchè non ci sarebbe stato alcun aldilà per lui, alcuna fine... mai.
«C’è dell’altro vero?» gli chiese stringendolo più forte.
«No» mormorò baciandolo, cercando di distrarlo, ma il re gli afferrò le spalle, obbligandolo a fissarlo dritto negli occhi «Cos'altro?» ripeté agitato, preoccupato.
E il mago si rese conto che Arthur temeva per lui.
Temeva che avesse predetto anche la propria morte e il pensiero di farlo scendere in battaglia anche con quel peso sulle spalle lo fece capitolare.
«Se ci fosse…» gracchiò con voce tremolante, impastata dalle lacrime «Se conoscessi un modo per poterti ritrovare in futuro, per poterti far ricordare… questo» indicò ciò che li circondava, incapace di formulare parole più adatte a spiegare i suoi pensieri «Cosa diresti?»
Arthur rimase in silenzio.
Un lungo silenzio durante il quale Merlin si pentì di aver parlato.
Cosa si aspettava?  Che Arthur volesse passare l’eternità con lui?
Erano cose che si leggevano nelle favole, che si dicevano tra le lenzuola, non che Arthur le avesse mai davvero dette, non erano cose che accadevano nella realtà.
Era stupido pensarlo. Era stupido chiederlo. Era stupido sperarlo.
«Non sono certo di aver capito» rispose infine il re guardandolo confuso.
«Lascia perdere, era un’idea stupida» mormorò in fretta arrossendo, ma Arthur non gli permise di allontanarsi, trattenendolo tra le sue braccia.
«No, sono serio. Spiegati meglio.»
Il mago sospirò. Arthur non avrebbe lasciato perdere finché non avesse saputo tutta la verità.
«C’è un incantesimo. Quando ti reincarnerai, non so quando, manterrai i tuoi ricordi. Non a livello conscio certo, ma saranno e ci sarò anche io. O meglio, ti troverò e… potrò… farti ricordare.»
Il re rimase di nuovo in silenzio, pensieroso.
Probabilmente in cerca del modo migliore per dirgli di non essere tanto idiota.
Di rifiutarlo senza ferirlo. Non che fosse possibile.
Per somma sorpresa del mago, però non erano affatto quelli i pensieri del sovrano.
«Cosa mi dici di te?» fu l'inaspettata domanda.
E stavolta toccò a Merlin fissarlo confuso «Me?»
«Si Merlin, tu. Cosa succederà ai tuoi ricordi quando ti reincarnerai? Li avrai sempre? Oppure sei anche immortale adesso? Ti aggirerai come un fantasma per la terra, aspettando il mio ritorno tutto solo e triste?» il tono quasi divertito di Arthur non fece nulla per mitigare il suo improvviso terrore.
Perchè era esattamente quello il destino che lo attendeva. Descritto così, era davvero orribile.
Merlin si sentì impazzire al solo pensiero. Come poteva sopravvivere ad una cosa simile?
Quanto ci sarebbe voluto per ogni reincarnazione? Non poteva resistere. Nessuno avrebbe potuto. Sarebbe impazzito.
Nel panico ricordò i suoi mesi di solitudine.
Gli interminabili giorni spesi nella foresta e quasi gridò.
«Merlin?»
Il mago distolse gli occhi e forse fu la sua espressione distrutta, o il suo improvviso contorcersi le mani nel panico, ma Arthur sembrò capire.
Con un’imprecazione, si allontanò da lui come scottato e saltò giù dal letto.
Merlin non se la sentiva di biasimarlo per la reazione. Non tutti avevano per amante una specie di mostro immortale.
«Non ci posso credere! Quando pensavi di dirmelo?» gli chiese furioso «Aspetta, pensavi almeno di dirmelo o avresti tenuto il segreto, come per la magia
«Non lo so» mormorò il mago sentendosi improvvisamente colpevole e spaventato, semplicemente nauseato da tutto ciò che gli accadeva.
Il re si sedette sul bordo del letto, per poi mormorare qualcosa e ricominciare a marciare furiosamente per la stanza.
Merlin lo osservò per quasi una candela prima di parlargli.
«Senti Arthur, era un’idea stupida, va bene? Fingi che non ti abbia detto nulla» cercò di placarlo.
Non voleva sconvolgerlo. Non voleva che pensasse a lui come qualcosa di anormale.
Non voleva dirgli addio in quel modo.
Voleva solo che tornasse al suo fianco e lo amasse fino all'alba.
L'ultima alba che avrebbero trascorso assieme.

Era stato egoista da parte sua proporgli una cosa simile.
Pretendere di legare a sé qualcuno come Arthur, qualcuno che poteva avere chiunque e qualunque cosa in ogni sua vita.
Volerlo legare e imprigionare solo per lenire la sua paura. Il terrore della solitudine che lo attendeva.
Da quando era diventato così egoista?
Il re si fermò in mezzo alla stanza fissandolo come se fosse la creatura più bizzarra che avesse mai visto «Tu sei…» cominciò in tono esasperato per poi allargare le braccia in silenzio, come se non riuscisse a trovare le parole adatte per descrivere la sua stupidità.
Scosse la testa irritato e Merlin trattenne il fiato, sentendosi morire dentro.
Era pronto al rifiuto, ma non avrebbe fatto meno male per questo.
«Fallo allora» arrivò l’inaspettato comando.
Il mago strabuzzò gli occhi e fissò il re come se fosse impazzito.
«Non posso certo lasciarti da solo Merlin. Idiota come sei, chissà cosa potresti fare» brontolò l’altro distogliendo lo sguardo. Le guance lievemente arrossate.
«Sei sicuro, Arthur? Voglio dire… questo è… per l’eternità» balbettò il mago, sentendosi stupido nel dirlo a voce alta e ancora più stupido perchè dirlo, gli provocava una strana sensazione di farfalle nello stomaco del tutto inappropriata e infantile.
«Certo che lo so, non sono mica stupido» brontolò l’altro chiaramente seccato.
Merlin esitò, incapace di accettare che stesse accadendo davvero.
Incapace di crederci.
«Qualsiasi cosa tu stia pensando, smettila. Inizio ad averne la nausea dei tuoi pensieri contorti» sbuffò Arthur.
E Merlin voleva accontentarsi ed esserne felice, ma era così incredibile e improbabile e...
«Sei certo?» non poté trattenersi dal chiedere.
«Santo cielo Merlin! Quante volte devo ripetertelo?» sbottò il re fissandolo storto.
Il mago si sentì punto nel vivo. Non era colpa sua se solo poco prima, aveva dato di testa «Sembravi sconvolto quando te l’ho detto.»
«Mi hai detto di essere immortale! Perdonami per non averla presa meglio, la prossima volta in cui mi rivelerai qualcosa di assurdo e umanamente impossibile, provvederò a comportarmi meglio. Magari ti chiederò di versarmi del vino» sibilò il re tornando finalmente a sedersi al suo fianco.
Il solo averlo di nuovo vicino, lo fece sentire di nuovo più sereno.
Il re gli prese la mano, stringendola e portandosela sul ginocchio.
«Lo sai? Ho sempre saputo che prima o poi te ne saresti uscito con una cosa simile» sorrise sornione poco dopo «Certo, pensavo ad una proposta di matrimonio o qualcosa di altrettanto stupido… direi che ti sei addirittura superato Merlin. Complimenti, ora sei davvero una ragazzina» scoppiò a ridere e Merlin arricciò le labbra contrariato.
«In realtà è l’uomo che fa la proposta. Questo fa di te la donna» replicò ridendo a sua volta.
Il re gli pizzicò l’orecchio per punizione «Non è questo che scriveranno nei libri, ci puoi scommettere» brontolò prima di scendere a baciargli una guancia.
E il mago sorrise, perdendosi nella sensazione delle sue labbra, nel calore delle sue braccia.
Imprimendoli nella propria mente, insieme alla sua immagine, insieme al suo ricordo, così che lo confortassero nei lunghi anni di solitudine che avrebbero seguito quella notte.
Che avrebbero seguito l’odore del sangue e la straziante realtà della morte e della perdita.


La battaglia di Camlann vide molte vittime, tra di esse, il più grande re che Camelot avesse mai avuto.
E tuttavia, nonostante il dolore che la perdita del suo sovrano le provocò, Camelot non cadde.
Albion non venne distrutta.
La profezia della grotta di cristalli si avverò, così come era scritto.
In mezzo al fiume di urla e sangue che erano divenuti i cavalieri dei due eserciti, gli occhi di Mordred e Arthur in qualche modo si incrociarono e dalle retrovie, col cuore in gola, Merlin li vide fronteggiarsi.
A conoscenza dell'esito che lo scontro avrebbe avuto, incapace di muoversi, incapace di fare qualsiasi cosa se non guardarli.
Avrebbe voluto fermarli, avrebbe voluto intromettersi, ma Morgana lo fermò.
E non c'era incantesimo o parola che potesse liberarlo.
Che potesse convincerla dell'errore che commetteva.
Il destino in fondo è anche questo.
E come un urlo silenzioso capace di scuotere la terra stessa, la morte di Arthur lo colpì al cuore.
Non doveva voltarsi per sapere cosa avrebbe visto.
Non doveva controllare, per sapere che la vita aveva già lasciato il suo re.
Quando si chinò su di lui, col volto rigato da lacrime implacabili e il petto stretto in una morsa orribile, Merlin sapeva.
Non c’era più vita nei suoi occhi.
Non ci sarebbe stato nessun ultimo respiro, nessun ultimo messaggio.
Il re se ne era andato mentre il sole raggiungeva il punto più alto del cielo, lasciandolo solo a combattere il dolore.
A Merlin non restò che piangere chiudendo per sempre i suoi meravigliosi occhi azzurri ormai privi di luce.
Continuò a piangere in silenzio quando Morgana gli si avvicinò.
Continuò a stringere il corpo del suo re, quando la strega pianse e gridò per Mordred.
«Non era questo che volevo… non era questo» sussurrò la donna voltandosi implorante verso di lui.
E per un attimo fu di nuovo Morgana.
In preda ad una sofferenza così simile alla sua.
In cerca di una risposta, di un perdono, che lui non era in grado di darle.
La lasciò da sola quel giorno, senza una parola.
Sparendo col corpo del suo re, col suo dolore da curare.
Non la rivide più dopo quella battaglia. Almeno non in quella vita.
Era troppo tardi per perdonarla. Era troppo presto per provarci.
Ci sarebbero voluti quasi cento anni perché riuscisse a guardarla negli occhi senza provare il bisogno di ucciderla, di vendicarsi.
Quasi trecento, per amarla di nuovo come una sorella.
Ma il resto di quella vita, Merlin lo passò accanto al suo lago.
Il lago dove aveva salutato Freya.
Dove aveva seppellito Excalibur.
Dove aveva detto arrivederci al suo re e al suo amore.
Col cuore gonfio di dolore e speranza, il mago più grande che Camelot avesse mai conosciuto, si perse nel tempo e nei ricordi.
In attesa che il suo re tornasse da lui.
Stavolta senza un destino da compiere, ma con una promessa da mantenere.
La promessa di un amore eterno da condividere.

End.

Ricordo ancora una volta(e stavolta è l'ultima lo prometto) che questa storia è parallela/successiva a Regrets e prequel di Ripetizioni d’amore!xD

Bene,anche questa è finita!! Mi è piaciuto molto scrivere la parte finale con Morgana, anche se non so dire il perchè!xD
Così ecco spiegata l'immortalità di Merlin, la storia dei ricordi di Arthur e del ciclio di reincarnazioni e vite che condivideranno in futuro!
Che tristezza!!ç__ç
A parte due oneshot un po' tristi, la prossima long dovrebbe essere molto più allegra di questa!!!
Almeno spero!!xD
Grazie mille a chi ha letto/commentato!!! Come sempre, vi adoro!!

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: emychan