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Autore: Gray Winter    18/04/2011    3 recensioni
-Sirius. Questa è casa tua.
Tre parole. Tre parole sussurrate senza alcuna pretesa, senza una blanda traccia di incertezza.
Ti tende una mano, ti offre un’ancora di salvezza.
Lui sa perché sei qui. Ancora prima di te.
\\\\\\\
Sirius è appena scappato di casa. E da chi altri potrebbe andare, se non dal suo migliore amico?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Dedicata ad AlexBlack.
 Sperando che Arnolda gradisca

Quell'infinito pezzo di cielo.
 
Insulsi sputi di luce ti trafiggono il viso, sullo sfondo un oblio senza confini.
 Ti giudicano. Ti accusano.
 Nonostante il tonfo sordo del portone sia scemato nel vento, fra soffi estivi e turbinii di foglie secche; nonostante le urla furiose di Walburga si siano perse nelle pieghe nere della notte.
 Nonostante di te, là dentro, ora aleggi soltanto un anonimo mucchietto di cenere.
 E corri. Corri lontano.
 L’aria ti schiaffeggia. Ti risucchia indietro, strattona gli abiti con violenza.
 L’ossigeno graffia i polmoni, picchia sulle pareti della gola e ci rimane impigliato. Mentre l’immensità abbacinante di quel vuoto stellato ti opprime, ti bracca.
 Anche lui vorrebbe annientarti, il bastardo. 
Perché nei suoi barlumi lontani, regna ancora il riflesso dei loro occhi taglienti.
 Occhi rabbiosi, indignati. Accusatori.
 Vorresti buttare fuoco contro il buio, vorresti bruciarne tutti i fottuti puntini iridescenti.
 Ed è straziante scoprirti nuovamente dietro le sbarre. Ma la tua gabbia, adesso, è un pezzo di cielo troppo immenso.
 Devi andartene da lì. Andare, sì… ma dove? 
E’ un attimo, un fremito di ciglia indefinito: un’immagine vivida irrompe con prepotenza nei tuoi pensieri, annullando tutto il resto.
 Occhiali tondi, leggermente storti. 
Devi andartene da lì.

 Crack.

 Uno strappo mescola le tue fibre, le ricompone sull’erba bagnata dalla falce di luna.
 Percepisci il prato fresco sfiorarti la pelle, un odore dolce stuzzicarti i sensi. Sa di buono. Sa di casa.
 Sai dove ti trovi, Sirius.
 Lanci uno sguardo distratto alla tua destra: dall’uscio spalancato, trapela una lama di luce accecante.
 E una sagoma, una sagoma che si fa più chiara e distinta ad ogni passo, ti riempie gli occhi.
 -Sirius. Questa è casa tua.
Tre parole. Tre parole sussurrate senza alcuna pretesa, senza una blanda traccia di incertezza.
 Ti tende una mano, ti offre un’ancora di salvezza. 
Lui sa perché sei qui. Ancora prima di te. 
Lo capisci dal lampo che si dibatte fra le sue iridi nocciola, lo senti dal sorriso fraterno che gli rischiara il volto.
 Sul naso, le lenti luccicano, in bilico sul setto a punta.
 Tonde, dalla montatura leggermente storta.
 Scivola un secondo. Un altro. Un altro ancora. E poi ti aggrappi al braccio di James, guardando quell'infinito pezzo di cielo che si specchia nei suoi occhiali.
 E sorridi.
 Perché con tuo fratello accanto, ora, le stelle non ti ingabbiano più.

 


Norberto’s space.
 Mbè. Ho fame XD 
Spero davvero che sia piaciuta, perché tengo molto a questa storia :)
 Un grazie a chi commenterà o leggerà. 
Ma, soprattutto, un grazie-di-esistere a mia moglie: Arnolda. E anche a sua madre.
 Mia madre ti manda i suoi più sinceri Dementabbracci virtuali *_____*

 Cate
   
 
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