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Autore: shinzui    19/04/2011    4 recensioni
Finalmente erano giunti innanzi alla porta, Shikamaru alzò il braccio, cercando di bussare nel modo più normale possibile, ma i muscoli tremavano e le ferite procuravano delle fitte tremende, quel che ne uscì furono dei colpi pesanti e stanchi.
Dietro di lui sentì un tonfo: Sasuke e Naruto erano crollati a terra, svenuti. Tirò ancora dei colpi, cercando questa volta di tirarli più forti di prima, ma le forze mancavano e il cervello non riusciva a coordinare bene i movimenti.
-Maledizione non ho intenzione di morire sulla soglia di casa- disse il ragazzo digrignando i denti.
Ormai Kiba aveva perso conoscenza da un po' di tempo, il moro non riuscì più a tenerlo in spalla e lo lasciò cadere a terra insieme al cucciolo. Cercò disperatamente di bussare ancora alla porta, facendo appello a tutta la forza che gli era rimasta in corpo, poi cadde in ginocchio, la vista si faceva sempre più debole.
AU. Coppie: Shikatema - Kibaino - Naruhina - Sasusaku
Parto con un rating giallo che successivamente potrebbe sfociare in arancion
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Konoha prototypeErano finalmente giunti a Konoha.
Shikamaru e Sasuke reggevano rispettivamente Kiba e Naruto sulle spalle e Akamaru aggrappato alla schiena del padrone.
Erano ricoperti di terra graffi e sangue, non tutto quel liquido rosso caldo era loro e sulla pelle aveva un effetto gelido.
Quattro anni, da quasi quattro anni Shikamaru era andato via da Konoha; Sasuke e Naruto quasi cinque, mentre Kiba non c'era mai stato, ora ne avevano diciassette e li sembrava di aver sprecato una vita intera.
Avevano sempre pensato che il loro ritorno sarebbe stato diverso, quasi felice e spensierato, o almeno era così per l'Uchiha e l'Uzumaki, invece il ragazzo con il codino sapeva che il suo ritorno non sarebbe mai stato così, non dopo aver insultato nel modo peggiore tutti i suoi amici e Temari.
I passi si facevano sempre più pesanti. Le luci dei lampioni permetteva a loro di poter vedere in quella calda notte d'estate.
Ogni respiro diventava sempre più faticoso e i dolori che procuravano le ferite erano difficili da ignorare.
Finalmente giunsero ad un vialetto, che nonostante gli anni non era cambiato. Ancora pochi metri, la porta della casa di fronte a loro non era distante, ma a loro sembrava tremendamente lontana. La vista diventava sempre più annebbiata.
Finalmente erano giunti innanzi alla porta, Shikamaru alzò il braccio, cercando di bussare nel modo più normale possibile, ma i muscoli tremavano e le ferite procuravano delle fitte tremende, quel che ne uscì furono dei colpi pesanti e stanchi.
Dietro di lui sentì un tonfo: Sasuke e Naruto erano crollati a terra, svenuti. Tirò ancora dei colpi, cercando questa volta di tirarli più forti di prima, ma le forze mancavano e il cervello non riusciva a cordinare bene i movimenti.
-Maledizione non ho intenzione di morire sulla soglia di casa- disse il ragazzo digrignando i denti.
Ormai Kiba aveva perso conoscenza da un po' di tempo, il moro non riuscì più a tenerlo in spalla e lo lasciò cadere a terra insieme al cucciolo. Cercò disperatamente di bussare ancora alla porta, facendo appello a tutta la forza che gli era rimasta in corpo, poi cadde in ginocchio, la vista si faceva sempre più debole.
Una luce della casa si accese e sentì dei passi provenire dall'interno, seguiti da dei lamenti riguardanti l'ora tarda.
Non riuscendo più ad alzare le braccia, usò, come ultima speranza, il suo corpo, cadenso a peso morto a ridosso della porta, questa si aprì, facendolo cadere in avanti, vide una donna e sentì urlare il suo nome, da quanto non udiva la voce di sua madre; la sentiva distante, ma riusciva a capire, anche se a fatica quello che diceva.
La donna chiamò il marito dicendogli di chiamare l'ambulanza, mentre prendeva il figlio tra le braccia.
-Niente ambulanza....o....ci troveranno- disse il giovane Nara con le ultime energie, poi le voci si fecero sempre più distanti e l'oscurità lo prese.

*
La luce del giorno gli aggrediva gli occhi. Della notte precedente si ricordava solo di essere giunto a casa, che sua madre l'ho aveva soccorso e che le aveva cercato di dire di non chiamare l'ambulanza, poi tutto nero.
Non aveva ancora aperto gli occhi perchè la luce gli dava fastidio e aveva male alla testa. Riusciva a capire di trovarsi in un letto, ma non capiva quale né dove; cercò di portarsi una mano agli occhi, per farsi un po' d'ombra e provare ad aprirli, sfiorò con la mano il busto e senti delle medicazione sulle ferite, però questo non lo aiutava a capire se era all'ospedale o meno, dato che suo padre era un medico.
Rinunciò all'idea di portare la mano al viso, dopo che avvertì una fitta al braccio, quindi lo distese di nuovo e cercò di aprire gli occhi affrontando la luce accecante del sole, che filtrava dall finestra.
Ad un certo punto sentì la porta aprirsi e chiudersi, girò istintivamente la testa verso la fonte del suono.
-Ti sei svegliato finalmente- era la voce di sua madre. La donna vide che il ragazzo non riusciva ad aprire gli occhi, così superò il letto del ragazzo e chiuse le tende, creando un effetto di penombra permettendo al figlio di abituarsi all'intensità luminosa.
Mentre cercava di riacquistare la vista, cercò a fatica di tirarsi un po' più su con il busto.
-Quanto ho dormito?- chiese con la voce impastata -Due giorni!-.
Finalmente riusciva a vedere, si accorse di trovarsi in camera sua, quando si girò verso Yoshino si accorse che la donna aveva le lacrime agli occhi: non l'aveva mai vista piangere, avvertì improvvisamente un senso di colpa fortissimo.
-I miei amici dove sono?- -Si sono svegliati poco fa anche loro. Tuo padre li sta visitando. Scendi così mangi qualcosa!- detto questo Yoshino si avviò verso il piano di sotto -Mamma- disse all'improvviso Shikamaru -mi dispiace!- la madre tentennò un attimo di fronte alla porta, rimanendo di spalle al figlio, poi scese raggiungendo il marito e gli altri ragazzi.

Si tirò su piano piano mettendosi seduto sul letto; guardò il calendario che era appeso su una parete della stanza, mancavano pochi giorni all'inzio della scuola: non aveva voglia di tornarci e poi....come avrebbe affrontato i suoi amici, o forse era meglio dire EX-amici.
Rimanendo con il pantalone del pigiama scese lentamente al piano di sotto, faceva ancora fatica a muoversi, il dolore era allucinante. Si accorse solo in quel momento di avere i capelli sciolti che gli ricadevano sulle spalle.
La pigrizia e il dolore gli impedivano di prendere minimamente in considerazione cercare l'elastico e di rilegarsi i capelli.
Arrivato di sotto vide Kiba e Sasuke intenti a mangiare, Akamaru addormentato in un angolo e Naruto seduto sul divano con Shikaku che gli controllava le ferite.
I suoi sapevano benissimo il motivo per cui se n'era andato, glielo aveva detto prima di partire.
Nonostante la malinconia e la tristezza che lui provava, si accorse che in quella casa c'era gioia, dopotutto quello che avevano passato erano finalmente a casa e il figliol prodigo era tornato a casa.

Passarono la giornata a raccontare ai coniugi Nara quello che era accaduto in quell'arco di tempo, li raccontarono e li dimostrarono cosa erano diventati, il DNA di tutti e quattro i ragazzi era stato geneticamente modificato e mischiato con DNA animali, differenti tra di loro, modificato geneticamente a loro volta. Ciò aveva permesso loro di acquisire delle abilità, che differivano tra loro a dipendenza dell'animale e permettendo ai ragazzi di trasformarsi.
Quello di Kiba assieme a quello di Akamaru, creando tra di loro un legame indissolubile, quando si trasformava gli comparivano due zanne rosse sulle guance, i canini si allungavano, diventando simili a quelli di un cane, anche le unghie si allugavano a mo' di artiglio, mentre Akamaru diventava enorme e permetteva al padrone di cavalcarlo; Naruto invece era stato unito ad una volpe, le unghie e i canini compivano la stessa azione di quelli di Kiba, mentre gli occhi da azzurri passavano a rosso vermiglio e la pupilla si allungava; Sasuke era stato unito ad un falco e ad un serpente, ciò gli consentiva di tirare fuori delle ali grnadi e scure che gli permettevano di volare, i canini si allungavano riempendosi di veleno e gli occhi diventavano rossi  e la pupilla era circondata da tre Tomoe per occhio; infine Shikamaru era unito ad un cervo e ad un lupo, la cornea dei sui occhi diventava nera, la pupilla si allungava diventando bianca, i canini si allungavano come quelli di un lupo e anche a lui le unghie si allungavano a mo' di artiglio.

La trasformazione aumentava le prestazioni fisiche dei ragazzi, conferendoli alcuni poteri, come per Sasuke inniettare veleno, come i serpenti, e di vedere più lontano, fino a quasi prevedere le mosse degli avversari, Shikamaru, anche se apparentemente rimaneva uguale, aumentava il proprio peso e diventava parecchio più forte, inoltre era in grado di curare e curarsi, anche se implicava un certo dispendio di energia, ecc...

Decisero che, i ragazzi sarebbero rimasti a casa Nara fino all'inizio della scuola, di modo che Shikaku potesse controllare il loro progresso.

Gli ultimi giorni passarono in fretta, Shikamaru appena ebbe riacquistato sufficienti energie aiutò il padre a curare i ragazzi.
Il fatidico primo giorno di scuola si avvicinava e forse per i ragazzi era finalmente giunto il momento di poter ricominciare la propria vita da dove l'avevano lasciata.



  
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