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Autore: lunatica91    19/04/2011    3 recensioni
John ha un' idea bizzarra su come placare la noia di Sherlock...
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Punta e Clicca”





«Sherlock! Alzati dal divano e vieni qua.»

Sherlock aprì pigramente gli occhi e lanciò un'occhiata curiosa a John, appena rientrato dalla spesa.
Era una tiepida giornata di Maggio, quindi mortalmente noiosa per il giovane investigatore, che già da più di due settimane non aveva più avuto casi tra le mani. All'inizio John ne era stato anche contento, dato che la loro ultima avventura aveva strapazzato non poco Sherlock e un po' di riposo non gli avrebbe fatto che bene. Ora però John era preoccupato del contrario: da qualche giorno il coinquilino aveva smesso di fare i suoi soliti esperimenti e continuava a rimanere sul quel divano immerso tra i propri pensieri, a fissare il vuoto; una volta poté persino giurare di aver visto in quello sguardo, solitamente di ghiaccio, un'assenza preoccupante. No no, così non si poteva continuare; in fondo essendo dottore si sentiva responsabile per la salute degli altri, soprattutto di quella di Sherlock. Era venuta così, all'improvviso, un'idea assurda e bizzarra, ma magari proprio per questi motivi avrebbe potuto funzionare, o per lo meno aiutare a diminuire la noia del suo amico.

«Mi hai sentito Sherlock?» chiese nuovamente John vedendo che l'altro non si era mosso di un millimetro, seguitando semplicemente a fissarlo.

«Sei un amante dei videogiochi, John? Non me lo sarei mai aspettato.»

John strabuzzò gli occhi.

«Ma come hai... No, va bè, non voglio sapere. Ti decidi a venire o no?»

Finalmente Sherlock, con un profondo sospiro, si alzò lentamente dal divano avviandosi con calma in cucina.

«Bene,» cominciò John «immagino che anche oggi tu ti sia annoiato a morte.»

Sherlock alzò le spalle disinteressato.

«Ci ho pensato e dato che non ho voglia che tu spari nuovamente a qualche muro o nasconda chissà quali sostanze schifose per casa, soprattutto perché metà dell'affitto lo pago io...»

«Vieni al punto, John.»

Il dottore sbuffò, seccato di essere stato così malamente interrotto.

«Il punto è che penso di aver trovato un soluzione.»

Detto questo John tirò fuori da un sacchetto alcuni videogiochi per pc.

«Credo che ti potrebbero interessare. Sono tutti giochi per il computer, compatibili con il tuo, ovvio, e...»

«So cosa sono.» lo interruppe nuovamente Sherlock, scrutando scettico le varie scatole «E sinceramente non mi interessano affatto. Trovo che sia inutile sprecare il proprio tempo ad ammazzare mostri inesistenti per guadagnare altrettante vite o punti inesistenti.»

«Ah, ma è qui che ti sbagli!» lo interruppe John con foga «Questi non sono quei tipi di giochi, ma dei punti e clicca. Per andare avanti nelle varie avventure devi trovare indizi e interagire con i personaggi. Non sarà esattamente come dare la caccia ai criminali veri, ma ci va abbastanza vicino.»

Sherlock, per nulla convinto, continuò a soppesare critico i vari giochi, rigirandoseli tra le mani.

«Fai un tentativo, almeno.» fece John persuasivo, ammorbidendo il tono di voce «Cosa ti costa?»

«Tempo prezioso.»

«Per cosa? Per provare su te stesso qualche nuovo “esperimento”?»

Con l'ultima frase aveva fatto centro: le guance dell'amico si imporporarono appena, mentre i suoi occhi grigi lo fulminarono. John, intuendo che piega stava per prendere la faccenda, si affrettò a salire in camera sua, prima che l'altro cominciasse una discussione.

«Provali e poi fammi sapere!»

~ ~ ~ ~ ~ ~



«Sherlock! Che stai facendo col mio computer?!»

John era appena rientrato in casa dopo una stancante giornata di lavoro e, soprattutto, dopo aver dovuto fare la spesa per l'ennesima volta, e la prima cosa che trovò fu il coinquilino che usava il suo portatile come se niente fosse. E pensare che questa volta aveva scelto una password, a suo dire, decisamente complicata...
Si avvicinò a grandi falcate a Sherlock, accoccolato sulla poltrona, e gli strappò dalle mani il computer, valutandone i danni: sulla schermata principale spiccavano i colori sgargianti di un vecchio gioco punta e clicca, mentre una flebile musichetta accompagnava le immagini.

«Sherlock, cos'è questo?»

«Un gioco.» rispose quello calmo, avvicinando le punta delle dita tra di loro «Sai, dopotutto avevi ragione. Alcuni di questi enigmi, anche se non esaltanti come nella realtà, hanno dei particolari molto interessanti.»

«Bé, mi fa piacere che la mia idea ti sia piaciuta.» fece John sorpreso, sedendosi sulla poltrona vicina. Non credeva che avrebbe funzionato davvero.

«Ma come mai stai giocando col mio computer? I giochi li avevi presi compatibili col tuo.»

Sherlock agitò con noncuranza la mano.

«Quelli li ho finiti e, sinceramente, non erano tutta questa bellezza che hai decantato: erano lenti e spesso poco invoglianti.»

«E quindi? Questi che giochi sarebbero? Sicuramente non sei uscito a comprarli.»

«Infatti. Li ho scaricati.»

«Che cosa?!» urlò John incredulo «Li hai caricati dal mio? Accidenti, Sherlock, me lo avrai riempito di virus!»

«Per questo ho usato il tuo.»

«Che discorso è? Guarda che per me il computer è importante.»

«Non quanto per me.»

Oh, questo era troppo!
John, dopo aver lanciato uno sguardo arrabbiato all'amico, sbuffò seccato troncando di netto la conversazione e controllò il portatile. Sentiva gli occhi di Sherlock fissarlo, ma fece finta di niente, aspettando che l'altro , privato del suo passatempo, non si decidesse a cercarne un altro.
John lo sentì alzarsi e stiracchiarsi con calma, senza però dar segno di volersene andare, continuando a guardarlo: si aspettava davvero che dicesse qualcosa? Era già tanto se gli permetteva di rimanere nella stanza stanza dopo quello che aveva fatto. Come minimo esigeva le sue scuse, ma sapevo fin troppo bene che quella parola non faceva parte del vocabolario di Sherlock.

«Hai fame, John? Hanno aperto una nuovo ristorante qui all'angolo che sembra promettere bene.»

Il dottore non rimase più di tanto sorpreso dalla domanda: era quasi ora di cena e sicuramente Sherlock non aveva toccato cibo dalla sera prima, troppo preso dai giochi.

«Non ho abbastanza soldi per uscire.» rispose atono John al computer, pensando che fosse ovvio il perché non si potesse nemmeno permettere di cenare fuori, dato che la spesa si ritrovava a farla sempre lui, e che ancora dovevano finire di pagare le riparazioni al muro!

«Offro io.»

Questo riuscì a smuovere John dall'intenzione di ignorare Sherlock per almeno tutta la sera.

«Come mai tanta generosità?» fece il dottore, fissando il coinquilino tra lo scioccato e lo scettico.

«Ho voglia di mangiare fuori, ma se tu non ne hai posso invitare il teschio.»

«Non sia mai! Per una volta che mi hai messo al di sopra di lui.» ridacchiò John, accettando infine l'invito.

Non sapeva se si sarebbe mai abituato ai modi di chiedere scusa di Sherlock, ma almeno gli ricordavano che anche lui ogni tanto era umano.







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Sì, lo so, è un'idea davvero assurda, ma è stato più forte di me^^ L'idea è venuta mentre stavo giocando col professor Layton: sul serio, ce lo vedo Sherlock col nintendo ds sulla poltrona a giocare XD Però John è troppo squattrinato per comprarglielo, e quindi ho optato per degli economici giochi per il computer^^
Spero che questa storia sia stata di vostro gradimento! Un grazie a chiunque la leggerà e commenterà!
   
 
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