Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: albalau    19/04/2011    1 recensioni
cosa potrebbe accadere dopo l'assegnazione della dea
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano da un paio di giorni a Nagano. Maya lentamente si stava riprendendo da quell'orribile esperienza. Masumi non la lasciava mai sola, era costantemente al suo fianco. Si preoccupava per ogni sua minima esigenza, cercava di rassicurarla in ogni modo.
Maya era felice di averlo accanto. Ma percepiva che qualcosa ancora non andava. Lui la trattava con tenerezza e dolcezza, ma si limitava a quello. Non l'aveva mai abbracciata, come faceva di solito e i suoi baci si limitavano a leggeri sfioramenti di labbra.
Stava passeggiando sulla spiaggia, riflettendo sul comportamento del suo uomo. Lo capiva, non doveva essere semplice per lui. In realtà non lo era neanche per lei. Temeva che, anche se li legava un sentimento profondo, di essere respinta in qualche modo. Doveva cercare di superare quel momento e solo lui poteva aiutarla.
Con questa nuova decisione, si avviò verso casa, dove lui sicuramente la stava aspettando.
Masumi era seduto in terrazza e guardava il mare. Sapeva che Maya adorava camminare sulla bianca sabbia e l'aveva lasciata andare, da sola. Era certo che in quel luogo non corresse alcun pericolo.
Chiuse gli occhi, stancamente. Non sopportava più quella situazione. Quanto avrebbe desiderato stringerla forte a se, baciarla con passione, fare l'amore con lei. Ma non poteva. Temeva di spaventarla, aveva paura che si sentisse costretta. Ora lei doveva solo essere lasciata tranquilla, non aveva certo bisogno di quel tipo di attenzioni.
Si alzò e posò le mani sul parapetto. La vide mentre si avvicinava a casa. Com'era bella. Strinse le mani a pugno. L'avrebbe aspettata, anche in eterno se serviva.

Finalmente le ricerche di Hijiri avevano dato i suoi frutti. Era riuscito a scoprire dove quel ragazzo si era rintanato, certamente con la paura che quello che aveva fatto giungesse alle orecchie dell'uomo amato da Maya.
Entrò piano nel cascinale fatiscente che gli era stato indicato. Un forte odore di muffa lo investì, facendolo nauseare. Portandosi una mano alla bocca, continuò il suo cammino. Una fioca luce proveniente da sotto una delle porte, attirò la sua attenzione. Si avvicinò e spinse l'uscio.
Il ragazzo se ne stava seduto a terra davanti al fuoco di fortuna. Era irriconoscibile. Forse il peso di quello che aveva fatto, stava ricadendo più violento che mai. Ma non gli fece pena. Quel giorno era cosciente delle sue azioni.
Lentamente si portò alle sue spalle e lo toccò. Il ragazzo sussultò violentemente, scattò in piedi come una molla, volgendo lo sguardo all'uomo che si trovò di fronte.
-Chi è lei? E cosa vuole da me?- gli chiese aggressivo.
-Non fare il duro con me ragazzino, non ti conviene.- gli rispose.
Sakurakoji si allontanò da lui, aveva capito che doveva essere alle dipendenze dell'ammiratore di Maya e sicuramente era a conoscenza dell'accaduto. Meglio mettere un po di distanza.
Hijiri si guardò attorno e sorrise. Quel posto in rovina e pieni di sporcizia era la dimora ideale per lui.
-Non mi ha ancora risposto. Cosa vuole da me?- domandò nuovamente il ragazzo.
-Semplice. Devi venire con me.- disse con calma.
-Io non vengo da nessuna parte. In particolar modo se me lo ordina un'uomo che ha a che fare con un vigliacco.-
Hijiri sentiva prudergli le mani. Che voglia aveva di prenderlo a pugni!
-Ascoltami bene. Con le buone o le cattive tu verrai con me.- la sua voce aveva una nota di collera.
-E perché?- chiese beffardo.- Vuole portarmi dal suo capo? Non ha voluto neanche incontrare Maya. Per quale motivo, invece, vorrebbe vedere me?-
A quel punto, Hijiri perse il controllo. Lo prese per la camicia e lo spinse violentemente contro il muro. I suoi occhi erano pieni di collera.
-Non sai che voglia che ho di torcerti il collo, ma non posso farlo in virtù di una promessa fatta. Sarà qualcun'altro ad avere questo piacere.- avvicinandosi al suo orecchio continuò.- Ma non permetterti più di fare il nome di quell'angelo. Non sei nemmeno degno di respirare la sua stessa aria.-
Lo trascinò con forza nella sua macchina, sbattendolo all'interno. Poi ci ripensò. Poteva essere pericoloso averlo alle spalle. Lo tirò fuori e aprì il bagagliaio. Lo scaraventò dentro. Prima di chiudere gli disse.
-Questo è il tuo degno posto.-
Ora doveva solo avvisare Hayami.

Masumi riattaccò il telefono. Era molto compiaciuto dal lavoro fatto da Hijiri. Sorrise leggermente. Bene, ora poteva agire.
Sentì la porta dell'ingresso aprirsi e poco dopo Maya gli fu di fronte.
-Hai fatto una bella passeggiata?- le chiese dolcemente.
-Si. Ma principalmente mi è servita per pensare.-
Si sedettero sul divano. La ragazza gli prese una mano, strigendogliela. Masumi,a quel tocco, sussultò leggermente. Non sapeva come comportarsi. Se fosse dipeso da lui, avrebbe seguito il suo istinto, ma non poteva. Quindi si limitò a ricambiarla.
Maya sentì la sua tensione, ma non voleva tornare indietro. Voleva proseguire per quelle che erano le sue intenzioni.
-Masumi, c'è qualcosa di cui ti devo parlare.- incominciò.
L'uomo la guardò un po curioso.
-Dimmi, ti ascolto.-
Maya prese un profondo respiro.
-Perché ti sento distante? Lo so che sei sempre vicino a me, mi ricopri di attenzioni, non mi fai mancare nulla. Ma ,in un certo senso, mi sento sola.-
L'uomo sbarrò gli occhi. Non pensava di sbagliare trattenendosi con lei. Invece..............
-Maya, io non volevo darti questa impressione.- mormorò.
-Lo so. Come so che ti dai ancora la colpa. Ma non devi.-
Il silenzio calò tra loro. Un silenzio assordante, pieno di dolore. Potevano avvertirlo. Maya sospirò. Forse per lui non era ancora giunto il momento di andare avanti. Si alzò.
-Vado a farmi una doccia.- gli disse uscendo dalla stanza.
Masumi rimase di nuovo da solo. Non immaginava di trasmettere queste sensazioni alla sua donna. Si prese la testa tra le mani. Aveva ragione lei, il senso di impotenza che aveva provato non lo abbandonava. L'aveva praticamente distrutto. Ma non capiva in cosa il suo atteggiamento la facesse sentire così. Poi l'illuminazione. Possibile che Maya lo desiderasse? Poteva essere che la sua solitudine dipendesse da quello? Di colpo decise di seguire quello che gli diceva il cuore. Andò da lei.
L'acqua stava scivolando sul suo corpo, rilassandolo un poco. Ma la sua mente era in agitazione. Non ci era riuscita, non glielo aveva fatto capire.
-Sei una stupida. Perché non hai parlato chiaramente?- si domandò ad alta voce.
-Ora non dirmi che parli da sola.-
La sua voce calda la fece sussultare. Si voltò verso i vetri appannati della cabina. Vide la sua sagoma. Con una mano cercò di togliere la condensa accumulata. Lo vide, vide i suoi occhi. Senza rendersene conto, aprì l'anta scorrevole. Rimasero li, a fissarsi, per un lungo periodo. Maya allungò una mano, prendendolo per un braccio e attirandolo a se. Masumi la lasciò fare, ma aveva paura. Sentimento che lei gli lesse nello sguardo.
In quel momento capì che era soltanto lei che poteva far sparire quell'ombra, quella paura.
Lentamente gli sbottonò la camicia, sfilandogliela. Poi fu il turno dei pantaloni e in seguito della biancheria. Infine lo fece entrare con lei nella doccia. Per tutto il tempo Masumi non era riuscito a distogliere lo sguardo da lei. I suoi gesti, il suo corpo, la passione che aveva visto accendersi nei suoi occhi.
Maya si avvicinò a lui. Gli toccò il torace con il suo petto. Lo sentì accelerare il respiro. Quello era un'equivocabile segno che il suo desiderio nei suoi confronti non era mutato. Si aggrappò alle sue spalle, alzandosi sulle punte dei piedi e gli sfiorò le labbra con le sue. Masumi la prese per i fianchi con le mani, tenendola ben salda. Maya si staccò leggermente.
-Io ho bisogno di te, dei tuoi baci, delle tue mani su di me. Ho il bisogno di sentirmi parte di te, di sentirti dentro di me, di sapere che nulla è cambiato tra noi. Ho bisogno del tuo amore.-
A quella frase, Masumi sentì le lacrime scendere sul suo viso e mescolarsi con l'acqua. Sembrava che quella doccia stesse lavando via la sofferenza provata. Strinse forte la sua ragazzina, come non aveva mai fatto.
-Anch'io ho bisogno di te, ma avevo paura. Paura di essere rifiutato da te, che quello che ti era successo.......- lo fece tacere posandogli un dito sulle labbra.
-Io ti amo e anche tu mi ami. Solo questo conta.- disse dolcemente.- Da ora in poi non ci saranno più ostacoli tra noi.-
Le accarezzò il viso, posandole la mano dietro la nuca e avvicinando il suo viso.
-No, non più amore mio.- e la baciò appassionatamente.
  
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