Ei è.
Sta lì, immobile, sembra morto.
Il suo petto si solleva lentamente nella placida respirazione di chi è mollemente assopito.
Assopito al tiepido sole di quell’isoletta solitaria.
Splendida e selvaggia. Tranquilla, isolata, esiliante.
Ei, di solito così attivo, dinamico, devastante, unico nella sua capacità di smuovere gli altri, capace di creare un polverone, di sentirsi un re, di suscitare i più veementi insulti, come la più fervida ammirazione, fino a lasciarti senza parole.
E d’altronde, il suo fare luminoso lo ha portato in giro per il mondo, Italia, Egitto, Spagna, Germania.
Nemmeno da bambino aveva sperato di viaggiare tanto, e provare tante emozioni, di essere coinvolto in così tante avventure.
A cavallo fra due millenni, re della festa per il giubileo del 2000.
E ora è sparito dalla società e dagli amici, e se ne sta lì, in quella solitaria isoletta, su quella candida spiaggia.
Mentre c’è chi ne sente la mancanza, e chi si gode la sua assenza.
Ora che è là, ha tempo per pensare a tutta la sua vita, non ha altro da fare, oltre che osservare le onde infrangersi contro gli scogli.
L’iniziale relax si è fatto noia, il rimembrare, sonnolenza.
E ora dorme, distrutto da tanto strazio.
Ma ha uno scopo il suo stare là, e lui deve resistere.
Ci sarà un premio a tutto ciò. “…e poi per non fare niente. Deve solo resistere sull’isola da solo!”
Questo pensò Carlo, spegnendo la TV, e aggiunse: “…questo nuovo reality-show storico non è granché ! ”