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Autore: RosenQuartz    20/04/2011    9 recensioni
Concepita come epilogo di "Somebody to love", è poi divenuta una shot a sé.
"un improvviso rumore di vetri infranti seguito da un forte tonfo la fece voltare.
In quell’istante, Teddy spalancò gli occhi ed eruppe in un pianto anche peggiore del precedente."
Questa storia ha partecipato da edita all'"Oscar delle fanfiction Contest" indetto da Medusanoir sul forum di EFP vincendo il premio "Miglior Film Drammatico".
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Tonks, Teddy Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La fine dei giochi

 






Andromeda aprì gli occhi e si liberò delle coperte con uno scatto nervoso. Nel buio cercò a tentoni la bacchetta, posata come ogni sera sul comodino; la trovò dopo qualche secondo e la impugnò.
Posò i piedi per terra e, facendo leva con il braccio sinistro sul materasso, si alzò. Si trascinò fino alla culla del bambino con gli occhi ancora impastati dal sonno.
Lo prese in braccio per tentare di calmare il suo pianto incessante.
Mentre gli accarezzava lentamente la schiena e lo stringeva al petto, si soffermò a riflettere su quale potesse essere stato il motivo per cui si fosse destato così all’improvviso.
Prese a camminare avanti e indietro per la stanza, cullando l’esserino tra le proprie braccia.
Raggiunse la finestra e rivolse un lungo sguardo allo spicchio di luna che si stagliava nettamente nel cielo: doveva essere già passata la mezzanotte.
Cercò di ipotizzare cosa stessero facendo Dora e Remus; li avrebbe strigliati per bene una volta tornati a casa.
Non è in battaglia che dovrebbero andare i genitori di un bambino così piccolo.
L’improvviso moto di stizza che l’aveva assalita svaporò in un istante. Sapeva che, per quanto ci provasse, non sarebbe mai riuscita a prendersela davvero con nessuno dei due. Benché a volte potesse mostrarsi acida o poco comprensiva, amava entrambi dal profondo del cuore; non osava neanche immaginare come sarebbe stata la propria vita senza di loro.
Sorrise e abbassò la testa, distogliendo lo sguardo dalla volta celeste e riprendendo a misurare la stanza a brevi passi.
Si volse a osservare il piccolo e lo scoprì assopito. Fece per porlo nuovamente nella culla, ma un improvviso rumore di vetri infranti seguito da un forte tonfo la fece voltare.
In quell’istante, Teddy spalancò gli occhi ed eruppe in un pianto anche peggiore del precedente.
Con una smorfia di disappunto, Andromeda si affrettò a dirigersi verso l’origine del rumore, tentando al tempo stesso di acquietare il nipotino.
Varcata la soglia della camera da letto, vide un quadro sul pavimento, la lastra di vetro che una volta lo ricopriva sporgeva in frantumi sotto di esso.
Vi si avvicinò puntando contro la propria bacchetta illuminata per un Lumos borbottato poco prima.
Con stupore si accorse che non vi fosse alcun chiodo per terra, né nella parte di intonaco in cui avrebbe dovuto essere infisso.
L’immagine di suo genero che faceva aderire il quadro al muro con la magia, il volto di sua figlia concentrato nello sforzo di applicare un accettabile Incanto Infragilis al vetro di copertura, le si presentò con prepotenza alla mente.
Il cuore accelerò i battiti.
Avvertì lo stomaco contrarsi mentre una profonda consapevolezza di ciò che fosse appena accaduto le si faceva strada nel cervello.
Prese a tremare mentre l’orrore le impediva di compiere qualsiasi gesto.
Il pianto di Teddy le giungeva ovattato alle orecchie, ma non fece niente per placarlo.
Rimase immobile, sola in una casa vuota, mentre l’oscurità la avvolgeva.
Dopo un tempo incalcolabile si diresse come un automa verso il proprio letto, vi pose Teddy e si stese accanto a lui, le mani strette sul ventre.
Il pianto del bambino gradualmente si estinse permettendo alla quiete della notte di ricomporsi.
Allora, un grido ben peggiore squarciò il silenzio. Un urlo prolungato, doloroso, che portava impressa in ogni sua fase una sola parola: morte.






Angolo Autrice



Sono particolarmente fiera di questa shot. E’ l’unica che ho scritto sul mio fedele quadernetto invece che su Word ed è frutto di un’idea che ho avuto circa un mese e mezzo fa, all’epoca della mia scomparsa sul fandom.
Lo so. Avevo detto che l’avrei pubblicata come ultimo capitolo di Somebody to love, ma mi è piaciuta troppo mentre la scrivevo per non darle uno spazietto tutto suo.
E so anche che avevo promesso di pubblicarlo insieme alla shot sulle paperelle, ma visto che mi sono accorta di aver scritto una bella porcheria (anche piuttosto lunga, a dir la verità) penso che non la pubblicherò prima di un po’ di tempo. Dipenderà dal tempo che ci metterà la mia ispirazione a fare di nuovo capolino dal cantuccio in cui si è andata a rintanare.
Ah! Dimenticavo! Un GGG (Grande Gigante Gentile) GRAZIE va a tutti coloro che mi seguono e continuano a seguire le mie storie, anche quelle che ormai sembrano finite nel dimenticatoio.
A presto!

Fata Blu


P.S. Sotto trovate il giudizio del contest cui ho partecipato con questa storia quando già era edita.








Miglior Film Drammatico 
Fata Blu94 - La fine dei giochi
 
Ho anche paura a commentare questa storia, perché le parole che userei evocherebbero immagini troppo dolorose.
Ecco, “dolorosa” è la parola giusta per descrivere questa storia. E’ un dolore che si sparge nell’aria, che arriva al petto e lo fa scoppiare; e sai perché è così tremendo? Perché non c’è un’Andromeda che trema per ciò che potrebbe accadere a sua figlia, ma che pensa che lei e Remus sono stati irresponsabili ad andare in guerra, avendo un bambino così piccolo. Sorride. Sorride, già, e sapendo la fine che stanno facendo loro due in quel momento fa ancora più male leggere di questo sorriso. Andromeda qui sembra quasi convinta che loro torneranno sicuramente.




   
 
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