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Autore: JJane    20/04/2011    4 recensioni
Ti cedo il mio trono, Mezzosangue.
Ti incorono Regina dei Dannati.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La Regina dei Dannati

Mi sono sempre domandato cosa siano le emozioni.

Voi mortali parlate di sentimenti che vi scuotono, di sensazioni che vi agitano dentro.

Come si può accettare di diventare schiavi di se stessi?

Vittime inconsapevoli della propria anima.

Ho sempre deriso voi altri perché vi lasciavate vincere dalle emozioni, dai sentimenti, dall’ Amore.

E ora, in questo giorno di pioggia, sento l’acqua acida che mi corrode dentro.

Mi apre gli occhi, mostrandomi chi in realtà vivesse schiavo di se stesso.

Non eravate voi.

Ma io.

Io che celavo me stesso dietro un paio di schegge adamantine, pronte a penetrare chiunque osasse sfidare i miei occhi di ghiaccio.

Io che ostentavo l’indifferenza per non prendermi la briga di vivere davvero, mosso da futili emozioni.

Io che mi arrogavo il diritto di sopravvivere sfruttando i servigi altrui e pretendendo che fossero gli altri a farmi da scudo contro il resto del mondo.

Io che mai avrei pensato di aprire gli occhi un giorno e rendermi conto di quanta ipocrisia avvelenasse la mia esistenza insulsa.

E devo dire grazie a te.

Ridicolo.

E’ davvero ridicolo che debba essere riconoscente al sentimento che hai suscitato in me, se ora riesco a sentire qualcosa.

provare qualcosa.

Assurdo.

E ancora più assurdo è il fatto che tu non lo sappia neppure.

D’altronde, come potresti?

Stai li, circondata dai tuoi amici, credendo davvero che siano gli unici esemplari maschili sulla faccia della terra ad essere leali, ma non ti accorgi che il loro volerti bene è un modo squallido per nascondere il desiderio che hanno di te.

Passi ore a lenire il dolore sordo che ti provoca il tuo sangue sporco, cercando l’onniscenza per eccellere tra i maghi di stirpe: Granger tu sarai sempre migliore di qualsiasi purosangue.

Ma ancora non lo hai capito.

E piena di orgoglio sfidi il mondo, a testa alta, con un bagliore deciso in quei tuoi dannati occhi d’oro.

Cammini per i corridoi con il tuo passo aggraziato.

La tua figura snella sembra risplendere di una bellezza eterea.

Sei una Regina, Mezzosangue.

La Regina di questo regno fasullo che non ti merita.

Non merita di posare gli occhi sul tuo viso sereno, incurante di ciò che ti circonda.

Cammini assorta nel tuo mondo fatto di etica e conoscenza.

Non ti accorgi degli sguardi famelici che ti seguono.

Non senti neppure i sibili invidiosi che le ragazze ti dedicano.

Che tu sia dannata, Mezzosangue.

Per il distacco con cui ci tratti.

Per l’indifferenza che ci riservi con cura.

Per farci sentire indegni anche solo di pensarti.

E tu non sai neppure di farlo.

Mi passo una mano tra i capelli fradici.

La camicia di seta mi si è incollata addosso, piena di acqua corrosiva.

E’ colpa di questa pioggia se sento qualcosa straziarmi l’anima?

No, ora posso ammetterlo.

Con le mani in tasca mi avvio verso il castello.

Ha smesso di piovere: non ho più scuse per giustificare il mio cuore deteriorato.

Corroso a causa tua.

Entro nel Castello e vengo investito da un tiepido calore.

Dalle finestre filtra la luce grigia del cielo in tempesta.

Che amarezza quando anche il tempo si prende gioco di te.

Potrebbe esserci il sole, una brezza leggera che ti infonde serenità.

Invece le nuvole cariche di pioggia e i lampi abbaglianti sembrano indurti a perderti nelle elucubrazioni che affollano la mente e nelle turbe del cuore.

Lascio una scia bagnata alle mie spalle.

Non so nemmeno per quanto tempo sono rimasto a guardare la Foresta, in piedi, sotto la pioggia battente.

Gli studenti intorno a me mi guardano incuriositi.

L’immagine che hanno di Draco Malfoy è lontana anni luce dalla figura trasandata e fradicia che si trascina per i corridoi con aria cupa.

Eppure sono io.

Questo adesso sono io.

E la colpa è solo tua.

Guarda cos’hai fatto, Mezzosangue.

Ne saresti felice, se lo sapessi?

O sarebbe il tuo orgoglio ad essere felice?

Hai svegliato Draco Malfoy dall’oblio che chiamava vita.

Ti ammiro, Granger, per avere tanto potere senza neppure immaginarlo.

Credi di essere in debito con il mondo magico, per occupare un posto che gli altri ritengono troppo per una come te.

Invece te lo meriti a pieno, forse molto più di altri dal sangue puro.

Una Gryffindor grazie al coraggio, alla lealtà e all’astuzia.

Saresti perfetta anche fasciata di verde-argento, sai?

Sei ambiziosa, Granger, non negarlo.

Ma quale disonore sarebbe accogliere una mezzosangue nella casa di Salazar?

Cazzate.

Solo ora posso dire di capire davvero quanto queste idiozie da invasato siano solo cazzate.

Ironia della sorte.

Sento un ticchettio regolare arrivare oltre le mie spalle.

Mi fermo, fingendo di accendermi una sigaretta.

In realtà appoggio le spalle al muro per vederti passare.

Sei bella, Mezzosangue.

Te l’hanno mai detto?

Non importa, io non te lo direi comunque.

Impeccabile come sempre, cammini avvolta nella tua divisa rosso-oro che vesti con orgoglio.

Gli occhi fissi dinanzi a te, senza distrarti nell’osservare il mondo attorno a te.

Chissà cosa o chi ha la fortuna di rapirti tale concentrazione.

Ti osservo con attenzione, quando volti appena il viso.

Sei ad un paio di metri da me e mi guardi.

Vedo i tuoi occhi fissare le mie iridi d’argento con un’insistenza che nessuno aveva mai posseduto.

E’ stato un attimo.

Tre secondi o poco più.

Ci siamo fissati.

Poi tu hai tirato dritto, come se neppure mi avessi visto.

Sarebbe stato meglio se tu non l’avessi fatto.

Odio tutto questo.

Odio che i tuoi dannati occhi d’oro mi guardino così sdegnati, ogni volta.

Odio che ogni tuo sguardo sembra leggermi dentro, nel profondo: non ne hai il diritto!

Come ci si sente ad essere in pace con se stessi, Granger?

Oh, scusa: tu non puoi saperlo, passi la vita a cercare di dimostrare agli altri che sei migliore di loro; se ne fossi davvero certa, non avresti bisogno di dimostrare niente a nessuno.

Cosa si prova a guardare tutti dall’alto in basso?

Questo posso dirtelo io, visto che tu fingi di non farlo per apparire meno snob di noi altezzosi Slytherin.

Ti fa sentire importante, guardarci con quell’aria di superiorità.

Vero, Mezzosangue?

Tu declami tanto il nostro essere arroganti, ma sei consapevole che dispensare giudizi su di noi significa arrogarsi il diritto di criticare in base alle apparenze?

Certo che lo sai, ma la tua determinazione non ti fa desistere dal farlo.

Determinazione.

Secondo me è solo totale menefreghismo, ma non lo ammetterai mai.

Perché a te piace pensare di poterci giudicare perché vali più di noi.

Ti senti davvero diversa solo perché la tua dimora è in alto, lassù ad un passo dalle stelle?

Beh, ti dico una cosa, Mezzosangue: io vivo nella sontuosità delle viscere della terra, ma il lusso che mi circonda non cambierà mai quello che sono.

E lo dimostra il fatto che, fuori da questa scuola, i sotterranei mi seguiranno per l’eternità.

Sei sicura che tu, invece, guarderai per sempre il mondo dall’alto di una Torre?

Io credo che la paura che ti incute la vita sia il motivo che ti spinge a migliorarti: ma non sarà la conoscenza che ti terrà lontana dalla decadenza.

Aspiro avidamente l’ultimo tiro della sigaretta consunta tra le mie dita da musicista.

Forme astratte di opaco fumo bianco si librano attorno al mio viso d’angelo.

L’umidità inizia a trapassarmi le ossa.

Eppure non sento il freddo di questi vestiti fradici.

Ho smesso di perire fisicamente per dover soffrire di un male incurabile.

E la colpa è tua.

Colpa…o merito, Mezzosangue?

Sto maledicendo l’odio che provavo per te, perché è da quel sentimento torbido che è nato altro.

Se avessi mantenuto le distanze da te, come facevo con il resto del mondo, l’odio non mi avrebbe pervaso.

L’indifferenza mi aveva sempre salvato da ciò che consideravo “pericoloso” ed io neppure lo sapevo.

Lo capisco adesso, dopo mesi in cui mi rifiutavo di ammettere quello che mi stava succedendo.

Mi hai cambiato, Granger.

Ed io non so se arrendermi all’evidenza oppure continuare a fingere.

Cosa devo fare, mia Regina?

Un ghigno mi dipinge il viso.

Mi hai rubato l’anima, ma non mi possiedi.

Non smetterò mai di provocarti con la mia ironia o il sarcasmo pungente.

La mia dignità farà sempre parte di me e non rinuncerò al mio orgoglio smisurato.

Ma in fondo a te non importa.

Non ti interessa neppure sapere se sei l’unica, per me.

Io so per certo che il mio abbraccio non è il solo che ti scalda nel sonno.

Vorrei posare la bacchetta sul comodino e uccidere a mani nude il codardo che ti consola quando io sono assente.

Vorrei guardarlo in quegli occhi che osano posarsi su di te, mentre gli strappo il respiro e lascio fluire la vita lontano dal suo corpo indegno.

Ma non posso farlo, perché riesci a nascondermi la sua identità con maestria straordinaria.

Mi fa quasi pena il modo in cui mi ha ridotto la tua vicinanza.

Ora si: adesso posso dire di essere esattamente come tutti gli altri.

Schiavo.

L’unico, indelebile segno di distinzione è che padrona della mia anima non è un’emozione, ma sei tu, Mezzosangue.

I soldi, il potere e il mio nome questa volta non mi salveranno: mi hai condannato alla dannazione nel momento stesso in cui mi hai concesso di toccarti.

Non sapevi cosa mi stavi facendo, eppure ci sei riuscita alla perfezione.

Volevi qualcuno che ti amasse, ma lo cercavi nella persona sbagliata: eri certa che da me non avresti avuto mai amore.

Ma ora che sei riuscita a redimermi non te ne accorgi neppure.

Sono i tuoi occhi ad essere ciechi o il tuo cuore che si è inaridito, Granger?

Entrambe non sono possibili.

Ma una cosa l’ho capita: tu non cercavi l’amore.

tu non sei la reincarnazione della pudicizia, cara Mezzosangue.

Ti sei invaghita della lussuria, dopo che Potty ti ha violata per la prima volta.

Ecco perché da me non ti sei fatta pregare.

Eri impossessata dal desiderio e chi meglio di me avrebbe potuto placare tale bramosia?

Ora capisco il motivo per il quale hai ceduto alle mie effimere lusinghe.

Ed io che ti ritenevo una casta vergine all’eterna ricerca d’amore.

Ti cedo il mio trono, Mezzosangue.

Ti incorono Regina dei Dannati.

Puoi fingere di essere sempre la stessa, ma io e te sappiamo che le tue ali d’oro non splendono più.

Il tuo candore è ormai sbiadito ed ha lasciato spazio ad un’anima nera.

La tua bellezza è una condanna.

E’ la dannazione per colui che incatena gli occhi al tuo corpo e un supplizio per te che devi sopportarla.

Non puoi sottrarti ai piaceri che il tuo corpo ti impone.

Sai da quanto penso che non ti vengano affatto imposti?

Sei tu, Mezzosangue, a volerti straziare di lussuria.

E per questo hai puntato i tuoi dannati occhi d’oro su colui che, unico, avrebbe potuto lacerarti come avresti voluto.

Mi hai scelto, senza il mio consenso.

Ed io, bendato dalla dea arroganza, non ho saputo resistere alla tentazione di appropriarmi di un trofeo tanto ambito.

Hermione Granger, ex ragazza di Potty, che si sarebbe fatta toccare da me solo alle calende greche.

Invece, in meno di una settimana, sei venuta a letto con me ben due volte.

Mi domando spesso il motivo che mi ha spinto a spogliarti per la seconda volta.

Un tocco leggero sulla spalla mi riporta bruscamente alla realtà.

-Entra-.

Non so come accidenti tu sia riuscita ad entrare in quest’aula senza che nessuno, me compreso, ti vedesse, ma guardandomi intorno ti raggiungo nella ex classe di Trasfigurazione e chiudo la porta.

-Ieri sera è stato bellissimo-.

Due braccia sottili mi cingono la vita, mentre il calore della tua guancia arroventa il mio collo gelido.

Un effluvio dolce mi stuzzica l’olfatto, quando i tuoi capelli mi sfiorano la punta del naso.

-Forse per te, Granger-.

Lei non si scompone: è abituata ai miei modi.

Già: perché nonostante l’Amore si sia insinuato in ogni fibra del mio corpo, io non ho mai ceduto alle sue lusinghe e non ho mai smesso di essere me stesso.

-Non mentire: so che sei stato bene, Draco-.

Una mano piccola e delicata striscia tra i miei capelli, accarezzandoli.

Le sue labbra piene cercano le mie, serrate in una lama sottile.

Mi lascio baciare docilmente: voglio scoprire che intenzioni ha.

A dire il vero non mi è difficile capirlo…

Ha imparato l’arte della seduzione in modo divino, ma ormai ho capito chi è.

Non ha pudore, la Regina dei dannati: quante volte l’abbiamo fatto in giardino, in pieno giorno, nascosti solo dall’ombra di un cespuglio; non ricordo l’ultima volta che l’abbiamo fatto in classe, un’ora prima della lezione, tante sono le volte che è successo.

Le piace il rischio.

La eccita.

Chi di noi due è vittima della perversione, Mezzosangue?

Tu dicevi che lo ero io perché desideravo averti, ma ciò non è lontanamente paragonabile alle tue fantasie!

Continuo a baciarti svogliatamente.

Sono stanco della routine che mi propini, anche se non siamo mai caduti nella monotonia.

Sono arrivato a quel punto in cui se non vi è amore, per me non è altro che abitudine.

Ed io non voglio più vivere di abitudini.

Interrompo il contatto bruscamente.

-L’hai detto anche a lui qualche ora fa?-.

I tuoi occhi si contraggono.

Fingi?

No, forse non capisci davvero.

-Parlo di quello che viene a letto con te quando io non sono disponibile-.

Vedo le tue labbra assottigliarsi.

Ti allontani dal mio corpo e incroci le braccia al petto.

Quando ti offendi diventi più bella, maledizione!

-Sono stanca delle tue frecciatine, Draco-.

-Ne sono felice, così non dovrai fingere di dispiacerti per la nostra rottura-.

Appoggio la schiena marmorea alla pietra grezza dietro di me.

Metto le mani in tasca e ti guardo con aria scocciata.

-Cosa hai detto?-.

La tua voce sembra un sussurro.

-Ho detto che io e te abbiamo chiuso-.

Le tue braccia ricadono molli ai tuoi fianchi.

Le labbra si schiudono e gli occhi si allargano.

Un lieve pallore si impadronisce delle gote solitamente purpuree.

-Risparmiati la recita, Mezzosangue: non hai mai provato niente per me, dubito che tu possa sentire il ben che minimo dolore per questo addio-.

Ti riservo uno dei miei più perfidi sorrisi cinici e ti volto le spalle.

Non credevo che mi sarei sentito così male, separandomi da te.

Il tonfo sordo della porta echeggia nella mia mente.

Sento il cuore rallentare il suo battito.

Sembra morire, lontano dal tuo.

Questa volta…

Questa volta sa che è per sempre.

-Tu mi ami, Malfoy: non puoi farlo!-.

La tua voce è ancora sospesa nell’aria alle mie spalle.

Mi volto.

Io ti amo…

La guardo assorto.

Chiudo le palpebre per un istante e le riapro.

Finalmente capisco.

-Forse, ma tu non ami me, Granger, e sinceramente ora non m’importa neppure saperlo-.

Svolto l’angolo cercando invano di limitare i danni, ma milioni di frammenti graffianti si conficcano nell’antro dove prima batteva il mio cuore di ghiaccio.

Nemmeno la pelle lacerata e sanguinante dentro di me, lenisce il dolore che sento nel profondo.

Cammino austero ed elegante tra i corridoi: nessuno può sapere che sono morto.

Draco Malfoy è morto per amore.

Mi fermo davanti alla grande finestra di fianco al Bagno di Mirtilla.

Guardo il cielo e sorrido con amarezza vedendo i raggi di sole che trafiggono le nuvole.

Ha smesso di piovere eppure una goccia mi punge le ciglia.

Scorre con lentezza esasperante lungo la mia guancia diafana arroventandomi la pelle alabastrina.

Con rabbia la cancello con una mano.

L’Amore è Odio.

L’Amore è emozioni forti.

L’Amore è una lunga strada senza sbocchi.

L’Amore è pura sofferenza.

L’Amore rende schiavi.

Davanti a questo timido sole e al mio accecante rancore mi prometto una cosa.

L’indifferenza di Draco Malfoy non verrà cancellata mai più da una donna.

Come un elegante automa torno nella mia stanza.

Verso tre dita di Firewisky in un bicchiere di cristallo e fisso il fuoco scoppiettante del camino.

Mi sono sempre chiesto cosa fossero le emozioni.

Ora, dopo mesi dalla prima volta che ti ho avuta, Regina Mezzosangue, posso dire di saperlo.

Le emozioni sono una lama affilata che ti accarezza il cuore, sempre pronte ad affondare il colpo e annientarti.




  
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