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Autore: marghe25    20/04/2011    1 recensioni
Tyler è un ragazzo che ha perso la passione e l'amore per le persone e per la vita.Qundo ormai si sente imprigionato in un'esistenza apatica,un incontro spezzerà la monotonia dei suoi giorni costringendo ad affrontare il suo passato.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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crepe
Quattro..anzi no..sono cinque le crepe che come cicatrici minano il soffitto della mia stanza,il loro intreccio è accompaganto da una macchia gialla..probabilmente è una perdita di un tubo e per un attimo sento l'impulso di chiamare il proprietario di casa lamentandomi delle cattive condizioni dell'appartamento ma alla fine so che il signor Leonard non riceverà mai una mia telefonata,perché in fondo poco mi interessa del soffitto,potrebbe cadermi addosso e neanche me ne accorgerei.                           
Mi infilo una mano in tasca alla ricerca delle sigarette e l'accendino e il fumo si fa denso alla prima boccata che do.                                                                            
La porta si spalanca sbattendo al muro e Evan entra rumoroso come ogni giorno.

"Stai attento perché se chiudi gli occhi inizierai a puzzare."

Ci siamo conosciuti al college,studiava matematica e dormiva sul divano di un amico dopo esser stato buttato fuori dai dormitori..                                                            
 Lui si è laureato..Io no.

"Porca miseria ma da quanto tempo è che non esci da questa stanza?"

La prima volta che parlammo mi chiese di che tipo di malessere soffrissi ma io,ai tempi,ero troppo preso da me stesso per avere una risposta..

"Da oggi."

"Sai Tyler,andare in bagno non vale come uscita!"

Sorridiamo entrambi perché avvolte più che amici sembriamo una coppia.             
Lo sento armeggiare alla finestra nel vano tentativo di riuscire ad aprirla..

"Cazzo..questa casa è uno schifo!"

Cinque anni fa vivevo in un loft che aveva ben poco a che fare con questo appartamento,guidavo una bella macchina e credevo di aver trovato ciò che volevo..   
Cinque anni fa non avevo ancora capito di che malessere soffrissi..                  
Adesso giro in bicicletta,nelle rare volte che sento il bisogno di uscire..             
Adesso le crepe del mio soffitto sono le cose più reali che abbia nella mia vita.

"Sai Tyler,potresti andare a fare colazione fuori.. potresti essere piacevolmente sorpreso nel scoprire che esistono altri esseri umani oltre a me e te!"

Rimango sdraiato supino sul letto mentre la sigaretta si consuma in cenere,Evan è seduto sulla scrivania di fronte a me e solo adesso lo osservo con attenzione.

"Hai un occhio nero!"

"Wow..oltre ad essere un morto vivente sei anche un fottutissimo genio!"

Un livido violaceo spicca pretenzioso sulla sua pelle chiara..                                     
E' sempre stato più bravo con le parole che non le mani..

"Che diavolo hai fatto?"

"Un duello..per la mano di una dama"

Accompagna le sue parole con un sorriso e una strizzata d'occhio..quello sano.     

Le donne sono sicuramente il suo tallone d'Achille..mi ricordo quando rischiò di esere cacciato dai corsi del primo anno perché si era convinto che la professoressa Lewis si fosse innamorata di lui..                              
Le donne..è sempre riuscito a farle ridere,a farle sentire a loro agio..                     
Un tempo anch'io avrei avuto una rissa in un pub per una donna..mi trovavano affascinante e io forse non ero poi un gran gentiluomo.

"Vedo che ne sei uscito perdente!"

"E te che ne sai!Dovresti vedere l'altro in che condizioni è ridotto- mima una faccia di terrore- e poi la dama è venuta via con me!"

L'ultimo anno di college si fidanzò con una studentessa di filosofia..stavano bene insieme e Evan era felice..straordinariamente felice..
Dopo un anno si divisero,lui per trasferirsi a Chicago per un master e lei per insegnare.. Non l'ho più visto così felice..                                                                   
Chissà se ci pensa qualche volta,chissà se si pente di averla lasciata andare..

"Come tuo devoto e unico amico ti propongo uno scambio..se ti alzi e ti vai a fare una doccia io preparo la colazione.. so che non puoi resistere alle famosissime uova alla Evan!"

Vorrei dirgli che le sue uova sono delle normalissime uova strapazzate e vorrei dirgli che non ho fame e che ultimamente sono un'pò refrattario all'acqua ma la parte del depresso avvolte viene a noia anche a me..                                                              
Mi alzo controvoglia e mi avvio verso quello che dovrebbe essere il nostro bagno..mi sfilo la maglia e il resto dei vestiti domandandomi da quanto non gli cambiassi..entro nella doccia spingendomi sotto il getto dell'acqua bollente frizionando i capelli ammorbiditi dallo shampoo alla vaniglia.                                                                       
Deve averlo comprato Evan,è convinto che le donne siano attratte da certi tipi di profumi.. sorrido domandandomi come creda possibile che certi trucchetti bastino a rimorchiare..                                                                 
Quando mi ritrovo davanti allo specchio mi osservo..di solito non mi soffermo mai a guardarmi mi importa poco del mio aspetto ma oggi ne sono stranamente colpito..    
La pelle è bianca,i capelli castani sono arruffati come sempre,la bocca è rossa e sottile e il naso è dritto proprio come quello di mia madre..                                    
Oggi le somiglio in maniera particolare e sorrido come se sorridessi a lei..come mi piacerebbe fare se lei fosse qui..                                                                              
Gli occhi verdi invece gli devo a mio padre..vorrei poter essere capace di sorridere anche con essi ma è come se si rifiutassero di farlo..                                               
In un giorno di autunno di qualche anno fa,qualcuno mi chiese qual'era il segreto della mia bellezza..quel giorno risposi con un mucchio di sciocchezze ma se quel qualcuno me lo chiedesse adesso saprei senza ombra di dubbio che devo il mio aspetto all'unione dei miei genitori..al loro amore..                                              
Vorrei poter ricordare il nome o il volto di chi mi fece questa domanda per poterlo cercare e cambiare le mie parole...                                                                          
Chissà poi se lo farei veramente..                                                                                 
Evan mi aspetta in cucina davanti a due piatti stracolmi di cibo

"Non pensavo che avessimo così tante cose commestibili nel frigo."

Sorride mentre ingurgita una toast alla marmellata

"Infatti non è roba nostra..ho chiesto un paio di cose alla vicina mentre eri sotto la doccia.."

"Dovremmo iniziare a restituirle qualcosa di quello che le prendiamo.."

"Accomodati pure..Io non ci penso neanche!"

Evan lavora per l'università..è un ricercatore brillante,ama il suo lavoro quasi al punto di crederlo una vocazione..purtroppo la paga non è delle migliori e Londra rimane una città costosa.                                        Mangiamo mentre mi racconta delle varie vicissitudini avute la sera prima e io sorrido scoprendo che tutti questi anni non lo hanno cambiato.                                          
Durante le vacanze di Natale del secondo anno di college decidemmo di fare una vacanza insieme..andammo in montagna anche se Evan non sapeva neanche agganciarsi gli scarponi da sci..sosteneva che le ragazze sulla neve sono bisognose di calore e lui era lì per quello..non per sciare..                                                              
Una sera ci ubriacammo..io mi svegliai nel mio letto tra due ragazze russe,lui in commissariato..                           
Lo denunciarono per disturbo della quiete pubblica e resistenza a pubblico ufficiale..lui invece continua a raccontare che la figlia di un poliziotto si era presa una sbandata per lui e quindi il padre,geloso,si era vendicato.

"Stasera sei ufficialmente invitato a casa di Kate..non voglio sentire scuse Tyler..ti farebbe bene sorridere sai?"

Rispondo con un mugolio scocciato..Entrambi sappiamo che non ho nessuna intenzione di andarci..                      
Evan è convinto che il mio problema sia l'insofferenza verso le persone..ma non è così... ho semplicemente perso l'interesse e il bisogno di essere circondato da uomini e donne..                                                                      
Ho semplicemente perso me stesso.

"Promettimi che almeno ci penserai..Ok?"

L'ultima festa a cui ho partecipato era a New York,nella sala da ballo di un famoso albergo..indossavo uno smoking che valeva il doppio del mio attuale conto in banca ed ero accompaganto da una modella brasiliana dal nome ormai perso nei meandri della mia memoria..                                                                                                         
Mi ricordo poco di quella sera..ricordo di essere arrivato già ubriaco e di non aver avuto limiti con l'alchool neanche durante la festa e poi ricordo le grida e la scenata teatrale che feci al mio editore..                                              
Già quel giorno ero caduto nel baratro ma non ne ero ancora consapevole..

"Ci penserò Evan"

Mi alzo con l'unico desiderio di tornare nella mia stanza e dopo poco mi ritrovo di nuovo supino sul mio letto rendendomi conto di essere capace di vedere le crepe del mio soffitto anche ad occhi chiusi.


  
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