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Vernon Dursley socchiuse la porta di casa con sguardo diffidente, e scrutò la figura ammantata di fronte a lui.  "Chi è?" chiese brusco.
Nell'oscurità si sentì una risatina rauca. "Il lupo mangiafrutta!"
"Se vuole venderci un aspirapolvere, perde il suo tempo," puntualizzò Vernon con fermezza. Era un po' tardi per gli acquisti porta a porta, ma di questi tempi facevano di tutto per coglierti di sorpresa, quei maledetti seccatori.
"Ma no! La risposta giusta era: che frutto vuoi?" continuò la voce, strascicando le vocali sorniona.
Doveva essere uno di quei tossici del parco, o un ubriacone in cerca di guai, decise Vernon. Uno di quegli sporchi vagabondi che appestavano i marciapiedi puliti e ordinati di Privet Drive, un rifiuto della società che non aveva di meglio da fare che molestare famigliole durante la cena. Sentì la rabbia salire.
"Gira a largo, pezzente! Di sicuro non ho frutta per te, ragazz-"
E poi ammutolì, perchè il visitatore davanti a lui aveva estratto una bacchetta magica e gliel'aveva piantata nel petto.
"Io credo di sì," sibilò lo sconosciuto, mentre i suoi occhi color rubino scintillavano maligni alla luce dei lampioni. Con estrema lentezza fece scivolare la bacchetta sempre più in basso, percorrendo con tutta calma il torace e lo stomaco dell'uomo, fino ad appoggiarla sulla massiccia fibbia che chiudeva i pantaloni in fustagno di Vernon. Il quale si lasciò sfuggire un gemito, sudando freddo e non osando muovere un muscolo. La bacchetta scese ulteriormente, tracciando una forma precisa attraverso la stoffa.
"E che cosa abbiamo qui? E' forse una... BANANA??"
Vernon deglutì a fatica, ansimando.

E fu allora che l'aggressore  scoppiò in una risata irrefrenabile, piegandosi addirittura in due mentre tentava disperatamente di riprendere fiato. Vernon si afflosciò con uno sbuffo, irritato e umiliato. "Accidenti, Voldy! Rovini tutto sempre sul più bello!"
Lacrime di frustrazione gli si accumularono ai bordi degli occhi. "Hai voluto provare i pannolini(*)? Li abbiamo provati, anche se mi è venuta un'irritazione terribile all'inguine per quel talco alla violetta che hai insistito per mettermi! E quel fetish per le piume di pavone su tacco 12 rosso fuoco? Nessun problema! Ma la sola volta che ti chiedo qualcosa io - una fantasia semplicissima tra l'altro, una cosina romantica sul nostro primo incontro! - tu.. tu mi rifiuti!"
Fece una pausa, guardando addolorato il suo compagno, ancora scosso da singhiozzi e risatine. "Oggi c'eravamo quasi riusciti, perchè devi fare così?"
"Mi dispiace -hic- Vernon, davvero!" rispose Voldemort, cercando di riguadagnare un minimo di compostezza. "Ce la metto -hic- tutta, ma devo PROPRIO -hic- usare quelle parole?"
Davanti allo sguardo ferito dell'uomo che amava si affrettò a ritrattare.
"Hai -hic- ragione, scusami. Vieni a darm-hic- un bacio, fammi passare questo -hic- singhiozzo, e giuro che -hic- ricomincio da capo finchè -hic- non mi riesce!"

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(*) Infantilismo. No, non volete davvero sapere cosa sia. Tutto vostro, Kikka e Priscy!