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Autore: Molly182    20/04/2011    1 recensioni
La canzone degli Angels & Airwaves raccontata da Tom DeLonge
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rite Of Spring

“Buongiorno signor Delonge” un ragazzo giovane mi accolse con una stretta di mano. Avrà sì o no intorno ai venticinque anni, ma la camicia e il paio di jeans strappati sulle ginocchia li danno qualche anno di meno.
“Ti prego, dammi del tu! Mi fa sentire troppo serio” abbozzai un sorriso. Non so perché mi sentivo nervoso, di solito nelle altre interviste non succedeva mai. Sarà che questa è davvero importante, mi hanno detto che sarò sottoposto a domande sulla mia vita prima di diventare famoso. Non mi piace parlare molto del mio passato, è un po’ doloroso, ma come si dice? Bisogna affrontare il dolore col coraggio.
“Va bene Thomas” lo fulminai con gli occhi “mi correggo, Tom”.
“Grazie”
“Come trascorrevi le tue giornate?”
“Diciamo che stavo chiuso nella mia camera nel calore dell’estate! La mia era una piccola casa marrone nella strada di periferia, quindi non facevo un granché. Passavo le giornate sullo skateboard e suonavo la mia chitarra di merda. Poi, beh, come ogni ragazzino, sognavo. Sognavo tutto il giorno che qualcuno mi avrebbe portato lontano, magari sulla Luna” mi venne da ridere al pensiero della mia immaginazione.
“E i tuoi genitori cosa dicevano al riguardo?”
“Non c’era molto dialogo tra noi, sai com’è quando sei un adolescente arriva la fase della tua vita che inizi a distaccarti dai tuoi genitori, loro ci rimangono male e ti fanno ancora più domande e poi tu arrivi al punto di mandarli a quel paese. Ma non ho mai avuto problemi del genere.” Il ragazzo annuiva e continuava a scrivere le parole che dicevo.
“E quali erano i rapporti con loro?”
“A volte mio padre mi chiedeva dei miei voti a scuola, che diciamo, non erano proprio il massimo, mi chiedeva degli sport del cazzo che non ho mai praticato, poi io gli chiedevo delle ragazze che frequentava e con le quali era uscito quando aveva la mia età. Intanto, dietro di noi, c’era mia madre che stava alzata fino a tardi a fare chissà cosa”.
“Quindi si può dire, che pur non essendoci molto dialogo è sempre stato tutto «rose e fiori»?”
“Non esattamente! Quando raggiunsi i sedici anni, iniziarono i problemi”.
“Ovvero?”
“fui espulso da scuola perché mi ero presentato ubriaco a una partita di basket. Le cose iniziarono a peggiorare. Quell’anno, infatti, mio padre se ne andò di casa, credo. L’unica cosa che potevo fare era quella di abbracciare mia madre che aveva iniziato a piangere. Non sapevo che cosa fare o che cosa dire oltre che li giurai che avremmo avuto una vita migliore.”.
“E, infatti, con i Blink sono arrivati i primi risultati”.
“Già, non ci volle parecchio tempo, neanche un’ora, per creare un gruppo punk rock. Intanto l’estate era trascorsa e gli anni passavano. I miei amici cambiavano e pochi erano rimasti vicino a me” non ero più teso, ora riuscivo a sciogliere la tensione e diventare più fluido con le parole “Avevo iniziato a vedere la vita con una certa prospettiva, avrei messo da parte il sogno più piccolo e mi sarei dedicato a quello più grande, quello che mi ha cambiato la vita. E tutto quello che avevo sperato, è accaduto: il rock’n’roll, l’amore e fare soldi. Alla fine tutto accade se davvero lo vuoi, devi dare ciò che ti piace ma farlo con lealtà”.

“Se avessi l’opportunità di tornare indietro, cambieresti il tuo futuro?”
“Se avessi l’opportunità di riprovare? No, non cambierei nulla. Tutto ciò mi ha fatto diventare ciò che sono dentro. Se potessi, ringrazierei Dio perché sono qui e sono ancora vivo. Ogni giorno che mi sveglio, mi racconto una piccola bugia innocente: «Tutto il mondo è mio!» e questo basta!”.
“Bene, l’intervista è finita. Grazie per la tua disponibilità Tom” sorrise “So che era un argomento un po’ pesante, per te, ma vedo che sei riuscito a parlarne con facilità. Grazie ancora”
“Di nulla!” tiro fuori dalla tasca della mia giacca le chiavi della macchina e mi dirigo fuori dall’edificio. È una bella giornata, c’è il sole in cielo. Chissà perché ma mi sento più libero, come se mi fossi levato un peso dallo stomaco.
 
   
 
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