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Autore: essie    20/04/2011    25 recensioni
Edward e Bella sono colleghi di lavoro, ma rivali. Durante il viaggio di ritorno da un convegno in Scozia, l'aereo su cui viaggiano entrambi entra in una zona di turbolenza e Bella, nel panico più totale, crede che il mezzo stia precipitando. E se involontariamente rivelasse alcuni dei suoi segreti più intimi proprio a Edward?
-Edward?- lo chiamo a bassa voce.
-Dimmi-
-Sai tenere un segreto, vero?-
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ahah, mi sono divertita un sacco a scrivere questa OS. Non so se avrà seguito.

Non ho niente da dire, se non che l'idea l'ho presa - come potete intuire dal titolo - da un libro di Sophie Kinsella, Sai tenere un segreto?

Conterrà anche citazioni da quel libro, e le scene sono molto simili. Mi piaceva l'idea di una Bella così... e di un Edward così... xD

Beh, buona lettura. No, niente di tragico, se no non sarebbe una commedia ;) Prendete tutto sul ridere, non voglio offendere nessuno. Se così non farete, non leggete. Naturalmente consigli per migliorare sono bene accetti =) Non ho riletto, quindi perdonate gli errori.

 

Sai tenere un segreto?

 

-Sicura di non avere paura di volare?- mi stuzzica Edward con un sorrisetto.

-Certo che sono sicura- borbotto. Sto leggendo un articolo molto interessante su Cosmopolitan: Dieci cose da fare prima di arrivare ai trenta.

-A me non sembra- insiste.

Edward Cullen ed io siamo colleghi-rivali. Devo sempre cercare di fare meglio di lui, ma… accidenti se è bravo! Battutine e scherzi idioti sono all’ordine del giorno.

Lo ignoro e volto pagina.

La verità è che volare non mi piace per niente. Sono seduta in prima classe con Edward e ho lo stomaco annodato dalla paura. Ogni minimo rumore mi fa trasalire, anche se sono comoda e immersa nel lusso. Al decollo ho fatto dei respiri profondi e ho contato fino a duecentocinquanta fissando il sedile davanti a me.

-E’ stata una mostra piuttosto interessante- dico la prima cosa che mi passa per la testa.

Ostentando tranquillità prendo il cartoncino con le istruzioni in caso di incendi e lo scorro.

Oh Dio…

Perché lo sto guardando? Come posso calmarmi se osservo le figure stilizzate di uomini che si gettano in mare mentre l’aereo esplode dietro di loro?

Allontano quel cartoncino di scatto e respiro profondamente.

-… la? Bella? Tutto bene?-

Torno al presente. –Come? Cosa?-

I suoi grandi occhi verdi mi fissano con preoccupazione. –Stai bene, Bella?- ripete.

Annuisco incerta. –Sto bene-

-Sicura?-

-Sì! Scusi?- richiamo l’attenzione di una hostess.

-Dica, signorina-

-Questo rumore è normale?- domando, tentando di mascherare l’ansia.

-Quale rumore?- fa lei, accigliata.

-Questo… questo fischio proveniente dall’ala- Deglutisco, nervosa.

Lei mi sorride. –Io non sento niente. È nervosa?-

-No, no- La mia risatina ha un che di isterico. –Ero solo curiosa-

-Si rilassi- mi consiglia mentre si allontana.

L’aereo ha un sussulto, ed io devo tapparmi la bocca per non urlare. Che cosa sta succedendo?

-Bella- Edward posa una mano sulla mia gamba. –Stai tranquilla. Andrà tutto bene-

-E tu… e tu come fai a saperlo?-

Oddio. Cos’era quello scossone?

Respira, Bella.

Duecentocinquantuno, duecentocinquantadue, duecentocinquantatrè…

Oh mio Dio!

Sento le urla spaventate dei passeggeri un attimo prima di rendermi conto di ciò che sta accadendo.

Oh, mio Dio. Oh Dio, Dio, Dio… stiamo cadendo.

Stiamo precipitando.

Alcuni passeggeri sono stati sbalzati verso l’alto, hanno battuto la testa e sanguinano… altri sono a terra, le hostess si tengono ai sedili per non cadere.

La mia mente non riesce a pensare. Borse, bicchieri e sacche volano per l’aereo, rovesciandosi.

Io sono immobilizzata, le mani ancorate al sedile davanti a me. Edward mi imita e inizia a respirare profondamente, ma sembra decisamente più calmo di me. Sono nel panico.

-Signore e signori, è il vostro comandante che vi parla- dice una voce all’altoparlante di bordo. È come essere in un film. –Stiamo attraversando una zona di turbolenza. Vi chiedo di rimanere seduti ai vostri posti e di allacciare le cinture, l’aereo potrebbe risultare instabile per un certo periodo…-

Un altro forte sobbalzo, e il resto del messaggio viene coperto dalle nostre urla.

Stiamo per morire.

Stiamo per morire.

Qualcuno dietro di me sta recitando l’Ave Maria. Alcune hostess, che prima servivano tranquille champagne e noccioline, si stanno tamponando il sangue dal viso.

Non riesco a respirare.

Stiamo per morire.

-Bella- mi chiama la voce di Edward.

Volto il capo e incontro i suoi occhi. È pallido come un fantasma.

-Non stiamo per morire. Stai calma, respira profondamente…-

-Stiamo per morire- Lo interrompo. Mi si spezza la voce quando lo dico.

Edward potrebbe essere l’ultima persona che vedrò. Osservo il suo viso, i suoi capelli color del bronzo, la mascella squadrata, le labbra piene, il naso dritto… Sento gli occhi riempirsi di lacrime mentre fisso i suoi, verde smeraldo. Sono così profondi che potrei caderci dentro.

Non lo da a vedere, ma anche lui è spaventato a morte.

L’aereo ha un altro sobbalzo, ed io afferro la sua mano stringendola forte.

-E’ finita- riprendo a parlare. –Stiamo per morire. Ho solo ventiquattro anni! Non ho mai avuto figli, non ho mai salvato qualcuno in pericolo, non ho mai trovato l’amore della mia vita…-

-Bella?- fa Edward, apparentemente sconcertato.

-Il lavoro fa schifo. La mia vita fa schifo. Devo sempre competere con qualcuno, sempre essere confrontata con altre persone- proseguo imperterrita. –I miei genitori non sono mai stati orgogliosi di me. Mai, in ventiquattro anni-

-Sono certo che ti sbagli, Bella- La voce di Edward mi arriva lontana.

-Sì, invece! Da quando è arrivata mia cugina Rosalie sono diventata invisibile per loro. Ha perso i genitori a quattordici anni, e per i miei esisteva solo lei…-

Non riesco a smettere di parlare, e forse non voglio farlo.

O parlo o urlo.

-… Rosalie era una campionessa di nuoto, di equitazione, di pallavolo… io ero nulla in confronto…-

-… era la più popolare, al liceo, mentre io ero conosciuta come “la cugina della sfavillante Rose!”…-

-… ogni anno mi fanno regali orrendi ed io devo fingere che mi piacciano…-

-... New York, è il mio sogno, ma non lascerei Londra per nulla al mondo…-

-… il caffè dell’ufficio è disgustoso…-

-… messo “esame di matematica con il massimo dei voti” sul curriculum, quando invece avevo preso appena la sufficienza…-

-… mi sono iscritta al Club del Libro, ma non sono riuscita a finire “Guerra e Pace”, così sono andata a leggere direttamente la fine…-

 

È assurdo che io stia raccontando tutte queste cose a Edward, mio rivale, ma non riesco a fermarmi.

 

-… porto il perizoma perché sotto gli abiti non si vede, ma è così scomodo!...-

-… un tatuaggio, ma mi prende il terrore ogni volta che entro nel negozio…-

-… vorrei avere le tette più grosse. Cioè, non enormi e prive di personalità, ma più grosse sì. Solo per sapere com’è…-

-… il mio primo vero ragazzo si chiamava Mike Newton. I miei erano di sotto a guardare Ben Hur, e io e lui l’abbiamo fatto per la prima volta. È stato uno schifo!...-

-… odio l’uncinetto…-

-… la biancheria sexy mi piace, adoro comprarla…-

-… tutte le mattine leggo dieci oroscopi e poi scelgo il migliore…-

-… programmi di ginnastica, ma ho così poca voglia!...-

-… io voglio la passione, voglio sentirmi spazzata via da terra. Desidero qualcosa di straordinario, qualcosa di travolgente, qualcosa di…-

-Scusi, signorina?-

Mi blocco di scatto e alzo lo sguardo. –Sì?- chiedo confusa alla hostess.

-Siamo atterrati- sorride gentile.

La fisso. –Siamo atterrati?-

Mi guardo intorno.

L’aereo è fermo. Gli altri passeggeri stanno raccogliendo le loro cose, apparentemente tranquilli.

Siamo salvi!

-Non… non balliamo più. Non ci sono più scossoni- esulto scioccamente.

-Già da un bel po’- commenta Edward.

Lo osservo, notando il suo sorriso.

Oh, cazzo. Ho blaterato per un’ora con Edward Cullen di chi sa cosa. Che cosa gli avrò raccontato?

Non riesco a parlare: sono troppo imbarazzata.

Lentamente raccolgo le mie cose e scendo dall’aereo, Edward subito dietro di me.

È così bello avere la terraferma sotto i piedi!

In aeroporto faccio dei respiri profondi ed esco dagli Arrivi, cercando i miei genitori con lo sguardo. Mi hanno promesso che sarebbero venuti.

-Edward!-

Mi volto giusto in tempo per vedere una brunetta molto graziosa gettarsi tra le braccia di Edward e stringerlo forte. Non sapevo fosse fidanzato.

I nostri occhi si incrociano per mezzo secondo e lui mi sorride.

Prendo il cellulare e digito il numero di mia madre. Come mai non è qui?

-Bella!- risponde mia madre al primo squillo, inspiegabilmente allegra.

-Ciao, mamma- La mia voce è un sussurro. –Dove siete?-

-Come dove siamo?- In sottofondo qualcuno ridacchia. Impossibile non distinguere Rosalie.

-Sì, sono appena…-

-Rosalie ha avuto una promozione! Siamo a casa sua e di Emmett a festeggiare!-

Emmett è il marito di Rosalie. Mi prende sempre in giro. Non in senso buono: spesso le sue sono vere e proprie offese.

-Io…-

-Perché non ci raggiungi? Potresti farti dare qualche dritta da Rose, ne avresti bisogno!-

-Mamma…-

Non riesco più a controllarmi, e la prima lacrima scivola sulla mia guancia.

-Sono così felice! Tuo padre è così orgoglioso della nostra Rose!-

-Ci vediamo, mamma- dico atona, e chiudo la chiamata.

Quando spengo il cellulare e lo infilo in tasca, mi accorgo di star tremando.

-Bella?-

Rimango lì, immobile, lo sguardo fisso nel vuoto. Ci sono un sacco di “Bella” in giro.

Qualcuno mi sfiora la spalla, sollevo gli occhi e incontro quelli verdi di Edward.

-Cosa c’è?- mormoro.

Accanto a lui la brunetta mi fissa con attenzione, come per valutarmi, ma viene bellamente ignorata.

-Stai bene?- mi domanda Edward.

Al mio cervello occorre qualche secondo per elaborare la risposta. Mi sento strana, come se non fossi più dentro il mio corpo.  –Sì, sto bene- annuisco.

-Edward- bisbiglia la ragazza al suo fianco –non possiamo lasciarla qui. Guardala, sembra sotto shock-

Io non sono sotto shock. Sono solo un po’ scossa e mi sento calpestata come un vecchio straccio, ma non sono sotto shock. No. Non lo sono.

-Bella, ce la fai a tornare a casa?-

Scuoto la testa.

Magari domani mi sveglierò ancora in Scozia, in hotel, e scoprirò che io ed Edward dobbiamo ancora affrontare il viaggio di ritorno a Londra.

-Se mi dici dove abiti ti accompagniamo noi- propone lui con gentilezza. Non è mai stato così gentile con me, di solito è uno stronzo di prima categoria. Probabilmente il suo comportamento è dovuto al fatto che siamo in competizione e che quindi non vuole avere legami con la sua rivale e non per propria antipatia.

-Non ce n’è bisogno, posso prendere un taxi- dico.

-Assolutamente no- E’ categorico.

-Io sono Alice- si intromette la ragazza. –Sono la sorella di Edward-

Le stringo la mano. Dentro me provo una curiosa sensazione… sollievo? Bah!

-Andiamo- Edward mi prende la mano, forse è convinto che io non sia in grado di camminare.

Cavolo, sono solo un po’ scossa! Chi non lo sarebbe?

All’improvviso mi viene in mente una cosa. Una cosa di vitale importanza.

-Edward?- lo chiamo a bassa voce.

-Dimmi-

-Sai tenere un segreto?-

Non dice niente, sorride, e insieme ci avviamo sotto il cielo azzurro di Londra.

 

Ditemi cosa ne pensate, ovviamente. Sono molto curiosa di leggere i vostri commenti ;)

:**
S.

   
 
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