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Autore: elfin emrys    20/04/2011    7 recensioni
Il povero ragazzo, intanto, stava attaccato al muro con una faccia da ebete, con il volto talmente bianco da sembrare quasi grigio: neanche il migliore smacchiatore che usavano le lavandaie l'avrebbe sbiancato così. Merlin cercò ancora di entrare, ma si bloccò sulla porta, sentendo uno strano rumore provenire da sotto al letto.
[Se ve lo state domandando, NO, non sono idiota... sono solamente arrivata alla demenza "senile" tipica degli adolescenti...]
[ATTENZIONE: ALTO TASSO DI IMBECILLITA'. POTREBBE CAUSARE EFFETTI COLLATERALI]
EDIT: Questa storia parla di un incubo di Merlin e di una coincidenza con uno scherzo creato da Arthur che farà venire il dubbio a Merlin stesso: era un ricordo o solo un sogno?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Doppisensi dalla vita di Arthur e Merlin'
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Merlin si sdraiò sul letto, buttando la testa sul cuscino. Era stanco, stanco, stanco morto. Arthur l'aveva sballottato di qua e di là per Camelot e per il bosco là vicino, alla ricerca prima di qualche cavaliere da portare con sé (ma evidentemente tutti i “coraggiosi” cavalieri si erano tutti misteriosamente dileguati: che uomini!) poi di qualche preda per la cena. Il fatto che nessuna lepre né nessun fagiano si fosse suicidato per costituire il pasto serale del principino, non aveva fatto altro che peggiorare il suo già instabile umore, facendo sì che la rabbia fosse riversata tutta sul povero servo indifeso. Arthur l'aveva preso per un orecchio e trascinato a forza nelle proprie stanze, ingrandendogli i suoi già grandi organi uditivi. Merlin si massaggiò la testa, cercando conforto nelle coperte calde e nel silenzio di Gaius, che non aveva proferito parola, vedendogli i lobi così arrossati. Il moro si mosse nel letto, a disagio. Nell'altra stanza, il medico stava ridacchiando, strizzando gli occhi, soffocandosi con la zuppa di farro. Merlin si mise pancia in giù, in maniera che le orecchie non toccassero niente, per non peggiorare la loro situazione. Il mago chiuse gli occhi: probabilmente avrebbe sognato qualcosa come mostri giganti che lo mangiavano. O forse qualcosa di molto peggio... Di fuori il vento soffiava forte: era inverno. Il freddo penetrò nella stanza, facendo rabbrividire Merlin che, a causa dei suoi ben pochi grassi, soffriva molto il gelo. Il ragazzo strinse ancora di più a sé le povere coperte sgualcite, mentre veniva catturato dalle braccia di un un sogno molto strano...

Merlin rideva, accompagnato da Gaius. Il ragazzo si alzò dalla sedia, poggiando il piatto dove aveva appena mangiato in un angoletto. Aveva finito da poco di lucidare un'armatura di Arthur e se non si fosse sbrigato sarebbe arrivato in ritardo: il sole sembrava già alto. Il mago andò verso la propria camera per prendere una borsa per portare le erbe (quelle stramaledittisime erbe dai nomi impronunciabili) di Gaius che avrebbe preso subito dopo aver portato Arthur all'allenamento con i “temibili” cavalieri di Camelot (sì, gli stessi che urlano per un topo nella stanza). Merlin poggiò la mano sulla maniglia, aprendo la porta, facendo intravedere anche a Gaius una parte della propria stanza, che sembrava più in disordine del solito. Un pantalone sicuramente non del mago cadde sulle scalette che portavano all'alloggio.

-Ma cosa...?

-Merlin!!

Tre uomini uscirono dalla camera. Arthur era completamente nudo con solo un cuscino a coprire le sue parti intime mentre, dietro di lui, Lancelot e Gwaine facevano la loro comparsa mentre cercavano di infilarsi un paio di mutande. I tre sorrisero furbi, mentre uscivano dalla casa del medico.

-Ti paghiamo dopo, Merlin!

Il povero ragazzo, intanto, stava attaccato al muro con una faccia da ebete, con il volto talmente bianco da sembrare quasi grigio: neanche il migliore smacchiatore che usavano le lavandaie l'avrebbe sbiancato così. Merlin cercò ancora di entrare, ma si bloccò sulla porta, sentendo uno strano rumore provenire da sotto al letto. Subito dopo fece capolino la testa di Sir Leon, uomo instancabile, con la fama di essere un mito fra le coperte. Il cavaliere sorrise, mentre, uscendo con solo un paio di pantaloni e infilandosi uno stivale, dava una pacca sulla spalla al mago.

-Sei bravo: ti dovremmo dare una mancia molto maggiore. Ci farò un pensierino.

Anche lui uscì, urlando qualcosa che sembrava un “Attento al quinto!”. Merlin cominciò a contare sulle dita della mano, con gli occhi sbarrati.

-E chi ci può essere là dentro? Manca solo Uther un altro po'.

Un rumore lo fece girare. Davanti alla porta c'era un Re molto contento, che si rimetterva il giacchetto. L'uomo sospirò

-Capisco perchè mio figlio ci tiene tanto a te!

Detto questo, uscì dalla stanza, borbottando un “Dovrei farlo mio servo personale...”. Il mago quasi svenne: era troppo per il suo povero cuore di mago! Solo l'idea di aver fatto quello che sembrava fosse avvenuto in quella stanza la notte prima lo fece rabbrividire di ribrezzo, immagginando un insieme di corpi sudati e affaticati... Merlin scrollò le spalle, entrando: non mancava più nessuno, no? Il ragazzo cominciò a controllare sotto il letto, dietro i mobili... non c'era nessuno. Il mago sospirò, mentre con calma si chinava per prendere la propria borsa che stava accanto all'armadio, ma qualcosa lo colpì in testa: un'anta!

-Co... Cosa??

Un Elyan e un Parsifal soddisfatti uscirono dal mobile, andando vero l'uscita.

-Sai, dovresti chiedere di più per questi servigi, Merlin!

-...Che??!!??

I due alzarono le spalle, infilandosi ognuno la propria maglia. Fatto ciò, si allontanarono. Merlin rimase ancora pochi secondi fermo dov'era. Cosa era successo? In quel momento qualcosa gli venne in mente da dire... Il mago si diresse verso l'uscita: da lontano si potevano vedere i sette camminare contenti.

-Tirchi!! Mi merito di più di pochi soldi per certe cose!!

Merlin si risvegliò. Il sudore gli colava dalla fronte. Il petto si alzava e abbassava velocemente. Era un incubo. Solo un orribile incubo. Il mago si passò una mano fra i capelli neri, sospirando. Si guardò attorno: nessuno. Né sotto il letto, né dietro i mobili o la porta, né dentro l'armadio. Era solo, nella propria stanza, con se stesso. Il ragazzo rise di gusto: era stato un sogno sciocco, certo, ma non poteva farsi delle paranoie solo per quello. Merlin si sdraiò sul letto: accanto a lui sul comodino stavano delle monete con un biglietto.

Per i tuoi servigi assolutamente soddisfacenti e per la tua pazienza nel sopportare i nostri bisogni fisici.

Firmato: Arthur, Gwaine, Lancelot, Leon, Uther, Elyan, Parsifal.

Letto ciò, Merli non fece a meno di svenire.

 

 

 

Note: -.-" Mi scuso terribilmente: questo è il sogno che ho fatto l'altra sera, perchè stavo malissimo -.-" Non ho potuto fare a meno di scriverci una piccola piccola cosuccia assolutamente deficiente e idiota. Scusate, chiedo umilmente scusa...

Kiss

   
 
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