Dear Jamie, I've got a letter I would like to send
It's lacking strings of words with punctuation at the end.
Should I trust this dial act?
To convey the right effect?
Si deve aver
paura dei fantasmi?
Ronnie
ricordava che una volta, quando era ancora bambina, aveva fatto questa
domanda
a suo nonno, l'unico della famiglia con cui era riuscita ad avere un
qualche
tipo di rapporto, il quale l'aveva guardata con quel suo tipico sorriso
dolce
ed accondiscendente.
Non poteva
certo dirle di cosa aver paura o meno; la paura non si controlla, non
è
volontaria, o si ha o non si ha.
E Ronnie, in
quel momento, ne aveva parecchia.
Seduta al
tavolino di quel bar continuava a sorseggiare il suo the alla pesca
fissando la
ragazza di fronte a lei che, appunto, le sembrava un fantasma uscito
dal suo
passato.
Jamie, a sua
volta, la fissava con gli occhi quasi sbarrati e l'aria circospetta,
come se si
aspettasse che Ronnie potesse scomparire da un momento all'altro in una
manciata di coriandoli, proprio come facevano quegli abili illusionisti
che lei
tanto amava da bambina.
Riusciva appena
a trattenersi dall'allungare il braccio per pizzicarla, per confermare
la sua
esistenza.
- quando sei
tornata?-
Quando Jamie le
aveva chiesto di andare a prendere qualcosa ad un bar lì
vicino, Ronnie non
aveva opposto affatto resistenza, anzi, era stata entusiasta di poter
parlare
con lei, anche se appena l'aveva vista aveva rischiato l'infarto.
-solo ieri-
rispose a monosillabi un po’ a disagio
La ragazza
annuì prendendo a sua volta un sorso di the.
Era uno di quei
momenti di silenzio imbarazzante, quelli in cui vorresti che
intervenisse
qualcuno a ballare la lambada per distrarti ed alleggerire la
situazione.
Non c'erano mai
stati silenzi imbarazzanti tra di loro, mai, e questo la fece sentire
male.
-Jamie
io...vorrei spiegare- cominciò mentre la ragazza si sporgeva
verso di lei
unendo le mani
-so che mi sono
comportata malissimo con voi, proprio con voi che eravate la mia
famiglia-
abbassò lo sguardo incapace di sostenere lo sguardo
dell'altra
-ma ero così
confusa in quel momento...-
-momento?- la
interruppe l'altra che fino ad allora era rimasta in silenzio -il tuo momento
è durato tre anni-
Ronnie si
sorprese di sentire quel tono brusco e cattivo che non faceva parte di
Jamie.
La dolce e
timida Jamie, ma erano passati tre anni e Ronnie non conosceva
più niente di
lei.
- ho pensato
tanto a voi in questo tempo, a come contattarvi, come cercare di
sistemare le
cose, ma non ho mai avuto il coraggio di farmi viva-
Jamie annuì
meccanicamente.
-ti avremmo
lasciato il tuo spazio- cominciò mentre vedeva i suoi occhi
inumidirsi -avremmo
capito, o almeno ci avremmo provato, se solo tu ce ne avessi dato
l'opportunità-
Ronnie si morse
un labbro, incapace di rispondere.
-sei andata via
senza dire niente, senza una parola, hai idea di come siano stati
orribili
questi anni senza di te?- la voce le tremava ormai, e dovette stringere
forte i
pugni fino a farsi male le mani per non piangere
- neanche io mi
sono divertita lì, te lo posso assicurare-
-allora perchè
te ne sei andata?!-
Ronnie sospirò,
come spiegarle?
-Jamie, se lì
era orribile...qui lo sarebbe stato ancora di più- Jamie la
guardò scettica
-non capisci?
Ogni singolo centimetro di questa città mi ricorda lui- si
passò stancamente
una mano sugli occhi -dopo tre anni riesco a sopportare il ricordo, ma
se fossi
rimasta qui allora, probabilmente ora sarei ancora chiusa nella mia
stanza a
piangere-
-ma qui avevi
noi...-
Così non
andava.
- Jamie in quel
momento nemmeno voi sareste state in grado di farmi stare meglio. Non
fraintendermi, sai il bene che vi voglio- parlò al presente
-ma sai anche come
sono fatta. Non riesco ad avere accanto qualcuno quando sto male e col
mio atteggiamento
non facevo che farvi del male, non potevo sopportarlo -
Jamie la guardò
in silenzio per quello che a Ronnie sembrò
un'eternità.
Cosa stava
pensando?
-beh- sospirò
in fine -ognuno affronta il dolore a proprio modo...ma sono cambiate
così tante
cose dall'ultima volta che ci siamo viste...-
Ronnie le
sorrise, Jamie aveva capito, come sempre.
- Jam non
pretendo che il nostro rapporto diventi lo stesso di tre anni fa,
sarebbe
assurdo aspettarsi una cosa del genere, ma se voi mi deste un'altra
opportunità
io vorrei...provarci-
Jamie la studiò
ancora, non che avesse dubbi sulla risposta che dovesse darle.
- mi sei
mancata - disse infine aprendosi in un sorriso ed a Ronnie
venne del tutto
spontaneo alzarsi di scatto ed abbracciarla.
La sua piccola
e fragile Jamie.
-Ron, mi
strozzi così- riuscì a dire lei mentre l'amica la
soffocava nel suo abbraccio
-oh Jamie! mi
siete mancate così tanto!-
Jamie ridacchiò
sciogliendo l'abbraccio e sedendosi al suo posto
- non pensare
che con Lex e Kate ti andrà così bene! Sai che io
sono una frignona e sono così
felice di vederti che non riesco a tenerti il muso, ma credo che Lex e
Kate
sapranno come farlo!- Jamie alzò gli occhi al cielo
-sopratutto Kate- aggiunse
Ronnie sorrise
malinconica.
- devo
vederle-
- beh- cominciò
l'altra girando la cannuccia nel suo bicchiere -credo che per il tuo
bene sia
meglio evitare l'effetto sorpresa con loro- scosse la testa fingendosi
inorridita -se al mio posto avresti incontrato Kate, molto
probabilmente ti
avrebbe presa a calci-
Sicuramente,
pensò Ronnie.
Conosceva bene
Kate, e conosceva ancora meglio le sue reazioni, se l'amica era stata
benevola
e l'aveva perdonata su due piedi, sapeva che con Kate la cosa sarebbe
andata
per le lunghe, per non parlare di Lexus!
Ma ora che era
a Los Angeles ed aveva incontrato Jamie, non vedeva l'ora di incontrare
le
altre due!
- dovrei
chiamare Kate?- chiese cauta
Jamie scosse la
testa -non servirebbe, le parlerò io stasera-
-questo
aiuterà?- chiese scettica
-no, ma devo
prepararla psicologicamente in modo che i suoi istinti omicidi si
affievoliscano-
Ridacchiò
divertita prendendo l'ultimo sorso del suo the.
-penseremo dopo
a questo, ora dimmi - cominciò Jamie sporgendosi verso di
lei cos’hai fatto in
tutto questo tempo?-
Ronnie sorrise
e le raccontò tutto, dell'università, della
bellissima città che era Madrid, e
del suo improvviso trasferimento a Los Angeles che l'aveva del tutto
spiazzata.
-quindi
lavorerai qui?- chiese Jamie contenta
-si, in una
casa editrice poco fuori Los Angeles, dovrò partire dal
principio,
probabilmente all'inizio non faranno altro che farmi fare fotocopie e
rispondere al telefono- sbuffò, aveva già
sopportato quello per un anno a
Madrid, ed ora doveva fare tutto da capo.
-tu invece?
cos'hai fatto in questi tre anni?-
Jamie sorrise
prima di rispondere -poco dopo la tua partenza anche io sono partita,
per
l'Australia, ho studiato lì veterinaria mentre lavoravo al
fianco di uno dei
più grandi veterinari del paese, è stata
un'occasione unica. Mi sono laureata
solo un mese fa, ma ho già trovato un buonissimo posto in
uno studio qui a Los
Angeles-
Ronnie sorrise
con un po’ di rammarico, si era persa tante cose.
-oh e con
Tyler? state ancora assieme?- chiese illuminandosi
-oh, direi di
si- Jamie non aveva intenzione di parlare a Ronnie del suo matrimonio
imminente, almeno non subito, c'erano così tante cose da
dire sulla sua vita
passata, che voleva mettere per un attimo da parte il futuro, ma ora
che
l'amica glielo aveva esplicitamente chiesto di certo non poteva non
dirglielo.
La ragazza
allungò la mano sinistra, dove un enorme solitario faceva
bella mostra di se,
verso Ronnie che la guardò confusa, poi spalancò
occhi e bocca.
-NO!- sbottò
quando il suo cervello recepì la notizia - vi sposate! oh
mio Dio, è bellissimo
Jamie!-
Jamie ridacchiò
della reazione dell'amica e sospirò.
-Era un pò che
ci stavamo pensando, ma volevamo prima realizzarci in campo economico
ovviamente- sorrise tra se e se ripensando a quante cose erano cambiate
da
quando erano solo due ragazzini che si erano scambiati la promessa di
stare insieme
per sempre -ora che ho un lavoro stabile e Tyler lavora con...- si
bloccò
all'improvviso fissando gli occhi in quelli dell'amica.
Ronnie la
guardò accigliata, perchè si era fermata di colpo?
-lavora
con...?- la invogliò a continuare
Jamie prese un
respiro profondo prima di parlare -lavora con...Nick- scandì
parola per parola
non distogliendo nemmeno per un attimo lo sguardo dall'amica, per
valutare ogni
situazione e fermarsi in tempo se fosse stato il caso, ma Ronnie a
quella
notizia aveva solo strizzato un pò gli occhi, rimanendo in
mobile.
-oh, così ora
lavora con i Jonas- disse cercando di sembrare il più
indifferente possibile
-veramente i
Jonas si sono sciolti- ed addio indifferenza
-cosa?!- sbottò
battendo un pugno sul tavolo, facendo sobbalzare Jamie
-si, poco dopo
il matrimonio di Kevin, lui voleva dedicarsi alla famiglia
così Joe ne ha
approfittato per cimentarsi nella recitazione-
Ronnie spalancò
la bocca -Kevin e Danielle si sono sposati? Joe recita?-
Jamie sorrise
lanciando uno sguardo all'orologio, era terribilmente in ritardo -mi sa
che
devi metterti a passo con le novità- sorrise -ma ora devo
andare, ho tante cose
da fare- si alzò fissando l'amica poi sospirò
Si sarebbe
pentita di quello che stava per fare.
-Giovedì ci
sarà una festa di "fidanzamento", tu sei invitata ovviamente-
Ronnie si alzò
e sorrise felice all'amica -grazie-
Jamie si sporse
per abbracciarla forte, ancora non poteva credere che fosse davvero
lì.
-non sparire
più- sussurrò e Ronnie si sentì
tremendamente in colpa
Ronnie la
strinse più forte per un attimo per poi sciogliere
l'abbraccio.
-Jamie...parlerai
con Kate e Lexus vero?- chiese speranzosa
-lo farò, ma
non posso prometterti niente-
Ronnie sorrise
e mentre vedeva Jamie allontanarsi un solo pensiero le affollava la
mente.
Se l'amicizia è
autentica, anche se non vedi quella persona da tanto tempo, hai la
sensazione
di non averla mai lasciata.
Can
a song
replace a broken heart?
Can a song replace a broken love?
Nick era chiuso
in quella stanza da tempo indeterminato ormai.
Seduto alla
scrivania, tra uno sbuffo e l'altro, tentava di scrivere qualcosa su
quel
foglio bianco, ma ovviamente l'ispirazione era pari a zero.
Non che non
avesse cose da scrivere, ma quello che aveva in testa era troppo
malinconico e
frustrante per una sua canzone.
Un sorriso
amaro si formò sulle sue labbra.
E pensare che
una volta pensava che la musica fosse la cura a tutte le sue ferite,
quanto era
stato ingenuo.
Ci sono ferite
che ne il tempo, ne la musica riuscirà mai ad arginare.
Stava per
mettere la penna sul foglio quando due mani fredde si posarono sui suoi
occhi,
era così concentrato che non aveva nemmeno sentito il rumore
della porta che si
apriva.
Respirò forte
sentendo quel profumo che avrebbe riconosciuto ovunque ormai, si
voltò trovando
il sorriso di Allie a pochi centimetri dal suo viso.
-ciao- sorrise
la ragazza
-hei- salutò
lui facendole una carezza sui capelli
La ragazza
chiuse gli occhi per un istante prima di prendere posto sulle gambe del
ragazzo
e studiare attentamente il suo viso stanco.
-credo che tu
abbia bisogno di una pausa- decretò in fine allacciandogli
le braccia dietro al
collo
-lo credo anche
io- allungò un braccio per circondargli i fianchi
-bene, ti va di
fare qualcosa in particolare?- sussurrò strofinando il suo
naso con quello di
Nick
-non lo so-
sospirò l'altro sfiorandole le labbra con le sue
Allie colse al
volo l'invito del ragazzo cimentandosi con lui in un bacio che non
aveva niente
di casto e delicato.
Nick era strano
quel giorno, Allie l'aveva notato già quella mattina quando
era rientrato nel
negozio dove lei stava provando vari vestiti. La ragazza
pensava che
forse la chiamata ricevuta l'avesse turbato in qualche modo, ma quando
l'aveva
chiesto a Nick lui le aveva risposto che andava tutto bene, era solo
stanco. Quando
poi erano tornati a casa, dopo pranzo, lui si era fiondato nella sua
stanza
dicendo che aveva bisogno di scrivere, ma, a giudicare dal foglio in
bianco che
giaceva sulla scrivania, il ragazzo non doveva essere poi
così ispirato.
Nick, d'altro
canto, era completamente in un altro mondo.
Per quanto si
sforzasse, non riusciva a non pensare a quella ragazza che aveva visto
quella
mattina, quella che somigliava terribilmente a lei.
Sapeva che non era
possibile, e che forse stava diventando matto, ma la vista di quella
ragazza
l'aveva scombussolato. Per questo si era avventato sulle labbra di
Allie con
tanta foga, per non pensare.
Ma ancora una
volta si sentì inevitabilmente un verme per quello che stava
facendo. Ormai era
quasi un anno che stavano insieme, la loro era una storia seria, non
poteva
pensare a qualcun altro quando stava con lei!
Doveva
smetterla.
-Nick...-
sospirò la ragazza allontanandosi da lui -io...credo di
essermi innamorata di
te-
Perfetto.
-tu...credi?-
ansimò lui incapace di formare una frase di senso compiuto
Allie si morse
il labbro inferiore, aveva forse sbagliato? Beh, ormai era tardi per
tornare
indietro.
-no, ne sono
certa, io ti amo-
La testa
di Nick prese a girare vorticosamente, mentre sperava con tutto il suo
cuore
che quello che aveva appena sentito fosse solo frutto della sua mente
malata e
non la realtà. Anche se in effetti dopo quello che aveva
visto quella mattina
non si sarebbe stupito più di tanto se avesse scoperto di
sentire "le
voci".
Sentiva lo
sguardo pesante di Allie addosso, la ragazza si aspettava chiaramente
una
reazione da parte sua, ma in quel momento non sapeva cosa fare.
Avrebbe dovuto
dire qualcosa?
-Allie...io...non
so che dire- confessò
La ragazza
inarcò un sopracciglio e si alzò lentamente dalle
sue gambe.
-tu, non sai
cosa dire- ripeté guardandolo con aria truce
Nick non provò
nemmeno a parlare, conosceva quello sguardo e sapeva che la bomba stava
per
scoppiare.
-tu non sai
cosa dire!- ripeté la ragazza urlando -è quasi un
anno che stiamo insieme ed io
non ho preteso mai niente da te, non me la sono mai presa quando
annullavi i
nostri appuntamenti perchè dovevi scrivere,
perchè avevi questa o quell'altra
cosa da fare, sono stata qui, ad aspettarti pazientemente- ormai era
esplosa
-io ti dico di
essermi innamorata di te, che ti amo, e dopo un anno la tua reazione
è
"non so che dire"-
Nick rimase a
guardare la ragazza con sguardo colpevole. Aveva visto Allie
arrabbiarsi altre
volte, ma ora non era solo arrabbiata, ora era ferita e, si sa,
è meglio evitare
una donna arrabbiata e ferita.
-e non
guardarmi così!- sbottò ancora lei pestando un
piede per terra
Nick si alzò a
sua volta andando vicino alla ragazza, cercò di moderare la
voce prima di
parlare -cosa vuoi che faccia? vuoi che di dica che ti amo anche se non
è
quello che provo?- forse stava peggiorando la situazione
Allie strinse
gli occhi facendo un passo verso di lui -però di lei eri
innamorato, vero?-
sibilò
Colpo basso,
decisamente.
-cosa centra
questo con noi?- cercò di restare calmo
Allie sorrise
sarcastica -e da quando esiste un noi?- sussurrò ferita
Nick sospirò
posando le mani sulle braccia della ragazza che però se le
scrollò di dosso con
un gesto di stizza.
-Allie,
ascoltami, io ci tengo davvero a te...-
-ma non
abbastanza da amarmi- lo interruppe lei
-fammi finire,
ti prego. Io sto davvero bene con te, e tu sai come sono stati gli
ultimi anni
per me. Non riesco ad innamorami Allie, lo sai, ma prima di te non
riuscivo
nemmeno a guardare una ragazza, deve esserci un motivo per cui riesco a
stare
solo con te- Nick fece un passo verso di lei, titubante, e
poggiò di nuovo le
mani sulle sue braccia, che questa volta non vennero
scacciate.
Nonostante era
consapevole di non amare Allie, sapeva che senza di lei non ce
l'avrebbe fatta,
se ora aveva le allucinazioni non osava pensare cosa sarebbe accaduto
senza di
lei. Come minimo si sarebbe ritrovato a dondolarsi avanti e dietro con
le mani
nei capelli, in uno stanzino buio.
-ho bisogno
solo di tempo- soffiò avvicinando il viso a quello della
ragazza -so che un
anno è già tanto per le persone normali, ma tu
sai che io non lo sono- sorrise
riuscendo a strappare un piccolo sorriso anche alla ragazza
-cosa una
persona o normale?- sorrise lei
Nick poggiò la
fronte alla sua sorridendo -se sono una persona è solo
grazie a te, ora
dobbiamo lavorare un pò sul normale-
Il ragazzo le
prese il viso tra le mani puntando i suoi occhi in quelli di lei, che
ormai
erano un pò lucidi -se tu vuoi continuare a lavorare con me-
sussurrò
Allie sospirò
pesantemente allacciando le braccia dietro al suo collo -non farmi
soffrire-
sussurrò prima di posare le sue labbra su quelle del ragazzo.
Nick sospirò
pensando che ormai era troppo tardi, l'avrebbe fatta soffrire, e
sarebbe stata
tutta colpa sua e del suo egoismo.
I'm feeling your frustration,
Then maybe all the pain will stop,
Just don't be close inside your arms tonight,
dont be to hard on my emotions
( Patience - Take That)
Joe diede una
rapida occhiata al suo orologio, accigliandosi. Era quasi mezz'ora che
l'aspettava.
La cameriera si
avvicinò per l'ennesima volta al suo tavolo, con l'ennesimo
sorriso -è sicuro
che non vuole prendere niente?-
-no, sto
aspettando una persona. Quando vedrà quella sedia occupata-
accompagno la frase
con un gesto che indicava la sedia di fronte a lui -sarò
pronto per prendere
qualcosa-
La ragazza dai
lunghi capelli biondi, che aveva sciolto non appena l'aveva visto
entrare, bofonchiò
qualcosa girando i tacchi e tornando da dov'era venuta.
Joe non voleva
essere scortese, affatto, ma era abbastanza teso di suo senza che la
ragazza
gli andasse vicino ogni tre secondi ricordandogli che la persona che
stava
aspettando era ormai in ritardo da quasi mezz'ora.
Era passata
solo una settimana da quando aveva visto Kate, ma gli mancava
già
terribilmente.
Tra flash,
riprese ed interviste lei era l'unica persona al di fuori della sua
famiglia
capace di farlo sorridere e sentire come una persona normale. Per
questo quando
non c'era si sentiva quasi soffocare, ne aveva bisogno, troppo.
Quando il
campanello appeso alla porta trillò, la testa di Joe
saltò come una molla in
direzione dell'entrata.
Vide Kate
entrare dalla porta con difficoltà, mentre tra le mani
portava quelle che
dovevano essere un milione di buste, e gli venne spontaneo sorridere
mentre i
suoi polmoni si riempivano finalmente di ossigeno.
Quando la
ragazza riuscì ad entrare nel locale strattonando l'ultima
borsa che era
rimasta incastrata tra le porte di vetro, dovette abbassare la testa
per non
scoppiare a ridere.
Rialzò la testa
in tempo per incrociare lo sguardo di Kate, che un attimo dopo sorrise
raggiante avviandosi verso di lui.
Quando Kate
raggiunse il suo tavolo posizionandosi di fronte a lui, Joe era
consapevole di
dover dire qualcosa di intelligente e profondo, era una settimana che
non si
vedevano ed il loro incontro doveva essere come si vedeva spesso in
quei
telefilm da adolescenti, qualcosa del tipo "hei piccola, mi sei
mancata",
ma Joe era altrettanto consapevole del fatto che era nella sua indole
dire cose
stupide dei momenti meno appropriati.
-i
tuoi capelli sono arancioni- constatò piegando la
testa di lato
Kate si lasciò
scivolare sulla sedia lasciando cadere le buste sul pavimento.
-oh grazie a
Dio non sei diventato ceco- sorrise sbottonandosi il giubbino di pelle
nero
Joe rimase
incantato a guardare i capelli lunghi dell'amica una volta biondi, ma
ora
risplendevano di un rosso acceso.
- tanto per
precisare- cominciò lei levandosi del tutto il giubbino
-sono rossi-
Joe avrebbe
replicato volentieri che rossi o arancioni erano lo stesso per lui, se
solo non
fosse rimasto incantato a fissare la pelle della ragazza che si
intravedeva
dallo scollo a V della camicetta nera aderente.
- e comunque
anche io sono felice di rivederti- concluse sarcastica cogliendo lo
sguardo
imbambolato dell'amico
Joe fu salvato
al volo dalla cameriera di poco prima che, stavolta, era tutt'altro che
fuori
luogo.
-posso portarvi
qualcosa, ora?- lo sguardo di Joe volò a
Kate che però parve non
cogliere la flessione della voce della ragazza sulla parola "ora"
- per me una
cioccolata calda-
La ragazza
segno veloce sul suo taccuino quello che Kate aveva scelto per poi
posare il
suo sguardo su Joe che annuì -due-
La ragazza si
allontanò con le loro ordinazioni e Joe si sporse
leggermente sul tavolo, per
vedere la miriade di buste che giacevano a terra.
-hai
saccheggiato tutti i negozi della città?-
Kate alzò gli
occhi al cielo sbuffando -sono stata tutto il pomeriggio con Jamie e
Lex, non
sai quant'è stressante organizzare un matrimonio-
poggiò la schiena alla sedia
rilassandosi -sopratutto se sei la damigella d'onore e la stilista
degli sposi
contemporaneamente- concluse indicandosi
-povera piccola
Kate- sorrise sarcastico, mentre Kate gli rispondeva con una linguaccia
- e a te come
sono andate le riprese questa settimana?-
-bene- sbuffò
il ragazzo -anche se è stancante -
- bhe,
altrimenti non si chiamerebbe lavoro, no?- chiese retorica strizzando
l'occhio
-Joe, devo
dirti una cosa- cominciò poi diventando seria e facendo
spaventare a morte il
ragazzo
Era successo
qualcosa a lei? alla sua famiglia? E poi inevitabilmente il suo
pensiero andò a
finire lì, dove finiva sempre. Che avesse trovato un ragazzo
che aveva avuto il
coraggio di dirle quello che provava per lei?
Proprio in
quell'istante fece la sua comparsa la cameriera, facendo ricredere Joe
sul suo
tempismo perfetto, portando la loro cioccolata.
Dopo averla
ringraziata, Joe rimase a guardare Kate attentamente mentre la ragazza
prendeva
un sorso della sua cioccolata. Joe la imitò e prese il primo
sorso proprio
mentre la ragazza apriva la bocca per parlare.
-Ronnie è
tornata-
Per fortuna Joe
riuscì a sputacchiare gran parte della cioccolata nel
bicchiere, ma un'altra
piccola parte sembrava essersi affezionata parecchio alla sua faringe,
facendolo tossire come un gatto malaticcio.
-come...scusa?-
chiese una volta ripresosi, forse non aveva sentito bene
Kate chiuse gli
occhi prendendo un respiro profondo -non fare l'idiota- cosa difficile
-Ronnie
è tornata-
Joe continuò a
fissare immobile la ragazza fino a quando questa non si
spazientì
-Ronnie,
ricordi?! Alta più o meno come me, capelli lunghi neri,
occhi verdi...-
cominciò sarcastica
Joe la fermò
con un gesto della mano -ho capito-
Il ragazzo fece
un cenno alla cameriera indicandogli di portare un'altra cioccolata,
poi tornò
a guardare Kate –quando è tornata?-
-ieri, ma l'ho
saputo poco fa- sospirò lei abbassando lo sguardo
Joe piegò la
testa da un lato studiando bene l'espressione della ragazza, che non
sembrava
agitata come si era aspettato, ma continuava a tenere gli occhi bassi
giocando
con un tovagliolino di carta, cosa che non era assolutamente da lei.
-e come mai non
stai dando ancora di matto?-
Kate alzò lo
sguardo prendendo un altro sorso di cioccolata, mentre la cameriera ne
portava
un'altra a Joe.
-nonostante il
mio istinto mi abbia suggerito di andare da lei e prenderla a calci-
sospirò
-devo organizzare un matrimonio, non è il momento di farsi
prendere dal panico-
Joe annuì ed il
suo pensiero andò automaticamente a Nick -pensi che dovrei
dirlo a lui-
Kate alzò le
spalle in modo eloquente -credo che prima o poi si incontreranno, visto
che
Jamie l'ha invitata al matrimonio-
Joe non si stupì
più di tanto, era da Jamie perdonare tutto a tutti e poi
Ronnie non era
"tutti", ma era la persona coi cui avevano condiviso tutto per anni.
-e tu cosa
pensi di fare?- chiese Joe
-cosa vuoi che
faccia? Niente, quello che ha fatto lei in tutti questi anni-
affermò acida
mentre Joe alzava gli occhi al cielo
- e cosa
intendi fare? Non le parlerai quando te la troverai faccia a faccia?-
-No- rispose
semplicemente lei prendendo un altro sorso della sua cioccolata
- ma Kate...-
Stavolta toccò
alla ragazza interromperlo con un gesto della mano mentre posava la
tazza -non
ho intensione di comportarmi come se non fosse successo niente...e - si
affrettò ad aggiungere -non ne voglio parlare ora, grazie-
Joe scosse la
testa sospirando. Quando Kate si metteva in testa una cosa, era meglio
lasciarla fare, per il bene dell'umanità.
Joe evitò di
pensare, almeno per il momento, a come avrebbe detto la notizia al
fratello e
si fissò sul viso di Kate, che in quel momento era
voltò verso il basso con un
espressione molto concentrata sulla tazza che aveva avanti, quello era
un
ottimo modo per distrarsi.
Si concentrò
sulle labbra della ragazza dove, proprio in un angolo del labbro
superiore, era
rimasta un pò di cioccolata. Sorrise, era da Kate non
riuscire a mangiare senza
sporcarsi.
Allungò un
braccio verso il viso della ragazza alzandole il mento con un dito -sei
sporca
di cioccolato- sorrise
Kate inarcò un
sopracciglio sorridendo a sua volta, furba.
-oh, questa è
la parte del film in cui tu mi pulisci il labbro e poi mi guardi
imbambolato?-
scherzò lei
L'espressione
di Joe però si fece seria. Magari fossero stato in uno di
quei stupidi film
d'amore, sarebbe stato tutto più semplice, e lui magari
sarebbe stato l'uomo
forte e coraggioso che urla l'amore per la sua donna al mondo intero, e
non lo
sfigato che si nasconde dietro qualsiasi cosa, che non dispone di
alcuna forma
di dignità.
Dignità che
ormai era andata a farsi benedire, dato che stava fissando le labbra
della
ragazza da più di dieci minuti, senza alcun ritegno.
Quando Joe
sfiorò le labbra della ragazza queste tremarono leggermente,
facendo spostare
il suo sguardo dalla sua bocca ai suoi occhi.
Kate era in
totale viaggio spirituale, con tanto di accappatoio bianco e cartellino
"do
not disturb".
Quel
dannatissimo ragazzo aveva la capacità di fargli perdere
ogni contatto tra lei
ed i suoi neuroni che ora volteggiavano tranquilli sulle note di "all you
need is love", non era possibile, doveva riprendersi!
Era appena
riuscita a richiamare all'ordine metà dei suoi neuroni
danzanti quando Joe
fissò i suoi occhi in quelli della ragazza. Addio neuroni.
Kate non sapeva
spiegare cos'avevano quegli occhi, ma ogni volta che incrociavano i
suoi
sentiva così caldo da sembrare che stesse prendendo fuoco,
era sciocco ed
infantile, e doveva fermare lei ed i suoi stupidi istinti selvaggi nei
confronti di quel povero ragazzo.
-sei
un...bravo...attore- riuscì a dire per miracolo
Joe sorrise
malinconico allontanando la mano dal viso della ragazza -
già -
Se solo stesse
recitando.
( you are my sunshine )