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Autore: Lifelossleaving    21/04/2011    1 recensioni
Quando Justin torna a casa dopo più di un anno in occasione del matrimonio della sorella, alcune cose sono cambiate, altre appaiono immutate. Come reagirà nel rivedere Brian? E' davvero solo tempo o c'è molto di più a separare i due amanti?
(mai stata brava con i riassunti..xD) Fatemi sapere che ne pensate =)
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Brian’s pov.
 
Oggi. Stasera. Oggi.
Prima ancora di realizzare che fosse mattina, lunedì mattina, Brian realizzò che quella maledetta festa stava per arrivare. Poche ore e lo avrebbe rivisto.
Che poi, non era mica costretto ad andare, al contrario! Poteva benissimo comportarsi come al solito, fare lo stronzo ed evitare quella rogna. “rogna”. Se solo fosse stata una rogna per lui rivedere Justin. Il problema era proprio quello: lui voleva rivederlo. Ormai non riusciva a pensare ad altro da giorni.
No, non poteva andare. Non poteva rivivere il passato.
 Io a quella dannata festa non ci vado, cazzo!
 
Si alzò dal letto e si buttò sotto la doccia. L’acqua calda iniziò a scorrere, bagnandogli capelli, spalle, schiena..fino alla punta dei piedi. Era una sensazione piacevole, anche se anche lì i ricordi erano parecchi. Certo, non era nel loft, le occasioni erano state di meno, considerevolmente, ma anche una sola volta ( e non era stata solo una) sarebbe bastata a fargliela ricordare per sempre.
 
Si preparò velocemente e andò al lavoro.
 Lì Ted lo aspettava pronto per interrogarlo.
<< si può sapere perché non mi hai detto niente? >>
Ci manchi solo tu, Teodor!   << Non so di cosa tu stia parlando, Ted. >>
<< Come di .. >> Ted scoppiò a ridere << Di Justin, forse? Sapevi che era in città, no? A me lo ha detto Emmet qualche minuto fa. >>
<< Ah si? >>
<< Già. E mi ha anche detto della festa di stasera. Meno male che non avevo fatto programmi, altrimenti.. >>
 
<< tu programmi? E con chi? >> Brian scoppiò a ridere, sperando di poter cambiare argomento.  Fece per allontanarsi << E comunque >> si fermò un secondo <<  io non vengo. >>
 
<< Tu cosa? >> Ted quasi si affogò con il cornetto. << Ma, dico, sei impazzito? Come sarebbe che non vieni? E’ Justin, Brian ! >>
 
<< Uh uh. >> fingi indifferenza, dai che è facile. << Beh, salutamelo. >>
<< Brian non puoi essere serio, andiamo ! >>
<< lo sono, invece. Non vedo perché dovrei andare ad una stupida festa del cazzo! E per cosa poi? Per chi? >>
 
Ted non riusciva a crederci.  << per lui. >>
 
<< e allora? Sai quanto me ne frega! >> Vai così!  << E ora sarà meglio che torni a lavorare, non mi va di continuare a perdere tempo. >> . senza aggiungere altro, lasciò l’amico nella stanza e se andò nel suo ufficio, sbattendo leggermente la porta.
 
 
Il lavoro era sempre una  bella distrazione, anche se non sufficiente.
Ancora non riusciva a credere di aver preso quella decisione, di esserci riuscito.
Non cantare vittoria! Finchè non sarà passata la serata e non sarai rimasto a casa tua, in silenzio, non potrai dire di aver vinto…
 In effetti no. Era ancora presto.
Brian appoggiò la testa contro lo schienale della sua comodissima poltrona e chiuse gli occhi, sperando solo che quella maledetta giornata passasse il più in fretta possibile.
 
<< Non riesco a crederci, che ci fai qui??? >>
 
Brian non poté non sentire il fracasso che veniva dall’ingresso della sua azienda.
Ma che diavolo…
Prima che potesse alzarsi per andare a canzonare quell’incapace di Ted, la porta si spalancò.
 
<< O mio dio. Sei sempre bellissimo, Kinney !  >>
 
Lindsay era in piedi, sulla soglia del suo ufficio, bella e splendente come sempre.
 
<< E tu che cazzo ci fai qua? >> Brian non riusciva a crederci.
<< Anche io sono contenta di vederti, tesoro! >>
Lindsay si avvicinò e, sorridendo, l’abbracciò forte. << Dio, quanto mi sei mancato.. >>
<< Anche tu. >> poco più di un sussurro.
<< Lo so, lo so.. >>
 
Lindsay continuava ad abbracciarlo, con le lacrime agli occhi. << Ehh ..vabbè! stasera ci divertiremo eh? >>
<< Stasera non vengo. >>
Lei si staccò di colpo, come se avesse ricevuto una specie di scossa elettrica.
<< Tu..tu cosa? >> Era davvero arrabbiata.
<< Non cominciare, già Ted ha rotto abbastanza.. >>
<< Io comincio eccome ! >> il broncio era evidentissimo. << Non puoi non venire! >> Lindsay lo guardò negli occhi e capì. << Scusami, sono un’insensibile. So che deve essere davvero difficile per te… >>
<< Non dire cazzate, Linds. Non è difficile proprio per niente. Semplicemente non mi va di farmi ammosciare il cazzo da quattro idioti e la tua mogliettina ! >>
Lindsay si sedette sulla scrivania e lo fissò << sei davvero convinto che non te ne freghi niente? Sei davvero convinto che vederlo non possa farti nessun effetto… che ne sai, magari vederlo ti farà stare meglio, dopo tutto questo tempo… >>
<< Già fatto e NO, non sono stato meglio, col cazzo! >>
Brian desiderò tagliarsi la lingua in quell’esatto momento.  Non posso imparare a stare zitto?
<< Lo hai già visto? >>
<< Sì. >>
Lindsay lo fissò con il solito sguardo eloquente, il tipico sguardo “ E…?”
<< Non mi va di parlarne e adesso se non ti dispiace avrei da lavorare, quindi.. >> si alzò dalla poltrona e fece per accompagnarla alla porta.
<< mi stai forse cacciando? >> mise il broncio. << sai cosa? Me ne vado io! Ma sappi una cosa mio caro signorino.. >> e gli puntò il dito contro << Tu stasera verrai, oh sì che verrai. >> fece per uscire, poi si girò verso di lui << Non vorrai deludere tuo figlio, spero! Sono giorni che non parla d’altro.. a stasera! >>
 
Fregato. Adesso sono davvero fregato.
 
Ore 20:00
 
Justin’s pov.
Ci siamo. Ancora poco e ci siamo.
Justin aveva cambiato vestiti almeno una decina di volte ormai, poi si era arreso al solito paio di jeans chiari e una camicia scura. Non faceva molto “artista di successo in visita da NY”, ma poteva andare. Si sedette sul divano in salotto, a casa di sua madre. Cercò di pensare a cosa avrebbe fatto o detto quando se lo fosse trovato davanti ancora una volta. L’ultima volta non era andata poi male, aveva avuto il coraggio di baciarlo dopo tanto tempo, proprio come era successo quella volta all’azienda pubblicitaria, dopo aver lasciato Ethan. La seconda mossa però spettava a Brian, non poteva baciarlo di nuovo. In quella situazione, era stato preso di sorpresa e magari aveva risposto al bacio in automatico, senza pensarci tanto.
Devo smetterla di pensarci, dannazione!
Doveva davvero smetterla.
 
<< tesoro, sei pronto? Non dovevi scendere stasera? >>
Sua madre sulla soglia della sua vecchia stanza, sempre premurosa e dolce come al solito.
<< sì, mamma. Alle 9 a casa di Emmett. È una specie di festa di bentornato.. >>
<< ci sarà anche Brian? >>
Ecco. Esattamente.
<< Non so.. forse. >> voleva fingere disinteresse con sua madre? E perché poi? << Spero che ci sia. >>
<< Lo so, tesoro. Sei ancora innamorato di lui, non è vero? >>
<< Lo sono. >>
Justin diede un’occhiata all’orologio sulla parete: 20:30, ora di andare. Sorrise alla mamma e fece per uscire. << Grazie, mamma. Ci vediamo dopo. >> la baciò dolcemente sulla guancia e uscì di casa.
 
 
Ore 21:00, casa di Emmet.
 
Lindsay e Melanie con i figli, Ted, Blake,  Michael, Ben e Hunter. C’era anche Deb che stava ancora insieme a Carl. Mancavano solo l’ospite d’onore e Brian.
 
Drinnn.
 
<< questo deve essere Brian ! >> disse Linsday avviandosi alla porta.
Non era Brian.
 
Justin’s pov.
 
<< Justin tesoro sei tu! >>
<< Ciao Linds! Dio, che bello vederti! >> i due si abbracciarono forte e poi Justin andò a salutare tutti, bimbi compresi.
<< Sei in gran forma raggio di sole! >> Le solite Deb e Mel, sempre materne e gentili.
<< Mi siete mancati tutti così tanto! >> .
Andò a salutare anche Michael, nonostante si sentisse un po’ in imbarazzo dopo la loro ultima conversazione.
Justin non poté evitare, guardandosi intorno, di notare che Brian non c’era. Vuole lasciar perdere e questo è il suo modo di dirmelo.
Chiarissimo come sempre. Kinney.
 
<< Mi dispiace, Justin. Speravo davvero venisse. Ne ero sicura.. >>
<< Non preoccuparti, Linds. Me lo aspettavo. >> ma ci speravo, dannazione!
Lindsay cercò di sorridere per risollevargli il morale, ma non ci riuscì per tutta la serata.
 
Brian’s pov.
 
Ore 23:00
 
Nel frattempo Brian era in un bar, poco lontano dalla festa, ad ubriacarsi. Non voleva pensare. Era stato un vigliacco. Non aveva avuto il coraggio di presentarsi nemmeno a quella stupida festa.
Sono proprio un cazzone, è questa la verità! Non valgo niente!
Non riusciva nemmeno a “consolarsi” con qualcun altro, non ne aveva voglia. Ogni ragazzino aveva quei maledetti occhi chiari e quei maledetti capelli biondi.
L’alcool iniziava a farsi sentire con forza, la testa gli girava parecchio e sapeva che alzarsi non sarebbe stato facile, stavolta.
Io non lo amo. Non lo voglio! Non lo voglio, non lo voglio!
Se lo ripeteva come un bambino che vuole convincere i genitori per un giocattolo nuovo. E non funzionava, come per i bambini.
Lo voleva, eccome se lo voleva.
 
Ore 24:00
 
Si alzò. Voleva e doveva tornarsene a casa, anche se guidare non sembrava una grande idea.
 
Justin’s pov.
 
<< Allora grazie a tutti! E’ stata una splendida serata! >>
Dopo aver salutato tutti, Justin prese il cappotto e si incamminò per le strade di Pittsburgh, verso casa. Aveva voglia di camminare un po’, di prendere un poco d’aria e di pensare a cosa avrebbe fatto.
 
<< guarda dove vai razza di idiota! >>
<< emm..eh.. sta’ sta’ zitto.. tu.. >>
<< te lo faccio vedere io.. >>

In lontananza Justin notò una lite. E una voce familiare. Si avvicinò di più e lo vide.
Brian era disteso a terra con un energumeno che lo prendeva a calci. Doveva essere ubriaco perso, non reagiva nemmeno.
Justin si avvicinò di corsa e iniziò a chiamare aiuto sventolando il cellulare.
Fortunatamente quando il tipo lo vide preferì andarsene. << Sappi che non me la scordo la tua faccia, brutto frocio! >>
Justin non gli prestò nemmeno attenzione e si accovacciò accanto a Brian, era ancora lì disteso, uno straccio.
 
<< Dio, Brian.. come stai? Ti senti bene? >> nessuna risposta. << cazzo, Brian! Mi senti? Per favore rispondi, ti prego! >>
Ancora niente. Justin era nel panico, non sapeva esattamente cosa fare. Poi vide il cellulare e pensò di chiamare un’ambulanza.
<< stai tranquillo eh! Tranquillo.. >> gli accarezzò la fronte << chiamo un’ambulanz- anzi no, hai la macchina.. ti porto in ospedale..dannazione Brian! >>
 
<< calmati.. sto bene. >>
Aveva lentamente ripreso conoscenza e aprì gli occhi << chi.. chi sei? Grazie comunque, amico.. >>
Justin rimase a fissarlo. In silenzio. Non lo aveva riconosciuto.
<< Brian.. sono io, sono Justin. Alzati, andiamo. Ti porto all’ospedale.. >>
<< Justin chi? >>
È ubriaco. È normale. È ubriaco.
Justin non riusciva a credere di doverlo davvero dire << Taylor, Brian. Justin Taylor. >>
 
<< Ohhhh. Il mio raggio di sole.. e che ci fai qui? Perché non sei alla festa? Perché non sei a New York, eh? Perché? Perché mi fai questo? >> Brian sorrideva e vaneggiava. O almeno sembrava.
Justin rimase ancora una volta in silenzio. Non sapeva cosa fare.
 
Brian’s pov.
 
<< Taylor, Brian. Justin Taylor. >>
Justin, Justin, Justin.. è un sogno?
<< Brian, andiamo.. sei ubriaco. Ti porto a casa, va bene? niente ospedale. però per favore, alzati. >>
 Le parole risuonavano con tanto di eco nella sua testa, Brian non ci capiva molto. Sapeva solo che Justin era lì con lui e che forse, forse, non era un sogno.
<< Ok.. >>
 
Justin lo fece alzare e lo fece appoggiare a sé, in modo che non cadesse. Salirono in macchina, anche se prima Justin dovette faticare un po’ per trovare le chiavi.
 
Justin’s pov.
 
<< Sai… >> disse Justin mentre erano in viaggio << è un bene che sia passato quel pomeriggio, dopo tutto. Se non altro so dove portarti adesso, no? >> nessuna risposta. << No? Brian? >>
 
Niente. Brian era partito. Sembrava dormire come un sasso..
 
<< Perfetto! Adesso sono qui, in macchina con lui che dorme, devo riaccompagnarlo a casa, dopo che non si è neanche degnato di venirmi a salutare! Bravo Justin! Bravo sul serio! >>
Parlava ad alta voce, lui di certo non avrebbe sentito.
<< … E non ti sei chiesto perché? >>
Oh cazzo, è sveglio.
<< perché sei un fottuto egoista, ecco perché! >>
Al diavolo, non se lo ricorderà comunque, tanto vale..
<< e tu no? Andartene in quel modo e tornare senza preavviso? Ti senti tanto generoso tu? >>
Per essere un ubriaco in dormiveglia, Brian sembrava fin troppo lucido.
 
Quando arrivarono, Justin si ritrovò nuovamente a non sapere bene cosa fare, se restare o lasciarlo solo in casa.
Aprì la portiera e lo aiutò a scendere. Brian gli si appoggiò completamente addosso e quando riuscirono ad entrare in casa, non dava segni di volerlo lasciar andare.
<< Brian.. >> niente. << Brian! Andiamo, Brian, devo andare a casa! Ti lascio in camera tua ok? >>
- Ma che lasciarlo in camera sua e andartene, idiota! Resta, no?
- Non posso restare, non avrebbe senso.
- qualcosa ha forse senso stasera?
 Mentre litigava con la sua testa, erano arrivati in camera da letto e a Justin venne un colpo vedendo la stanza. Era completamente, in ogni centimetro, tappezzata dei suoi lavori. Ogni parete ne aveva almeno 4. E non erano tutti dello stesso periodo: Brian aveva dovuto seguire, seppure da lontano, tutte le sue esposizioni per avere quella collezione. E poi c’erano le foto.
<< O mio dio.. No- non è possibile.. >>
Brian sembrò svegliarsi. << Sei ancora qui Sunshine? >>
Justin si voltò a guardarlo. << Sì. Vuoi che vada via? >>
<< No. Non andare via. Io.. >> non sembrava saper continuare << ho bisogno di te. >>
Una fitta lo colpì dritto al cuore. Non lo vedeva così indifeso dai tempi del cancro e comunque lui non aveva voluto darlo a vedere troppo. Sembrava così piccolo e solo. Voleva abbracciarlo. Voleva stringerlo forte, sperare stesse meglio.
 
Dopo qualche ora iniziarono i postumi della sbornia e Justin fece di tutto per aiutarlo a smaltirla il prima possibile.
 
<< Voglio fare una doccia.. >> Brian si alzò dal letto ma vi ricadde sopra, perdendo l’equilibrio.
 
<< Non riesci nemmeno a stare in piedi! >>
<< Voglio fare una maledetta doccia! >>
Justin non voleva contraddirlo, non voleva rischiare che lo cacciasse.
<< Ok, ma ti aiuto. >>
 
B/J pov.
 
Quando si ritrovano nel bagno, Brian iniziò a spogliarsi lentamente. Aveva un forte mal di testa e non riusciva a vedere chiaro.
Justin si avvicinò e fece per aiutarlo ma lui lo cacciò via.
 
<< ce la faccio, ok? >>
Non voglio che tu mi veda così.
Dopo vari tentativi però, Brian ancora non riusciva a sfilarsi la camicia.
 
<< ti lasci aiutare per favore? >>
Brian non rispose, abbassò lo sguardo e allargò le braccia. Justin lo prese per un sì.
Iniziò a sbottonargli la camicia e ad ogni contatto con la sua pelle tremava. Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, a tutte le volte che lo avevano fatto, a tutte le volte che lo aveva spogliato.
<< Sei sicuro di farcela, Sunshine? Ci stai mettendo più tempo di me.. >>
Justin tornò al presente e sorrise, parecchio imbarazzato. Quando, finalmente, la camicia cedette e si aprì, a Justin venne un colpo, l’ennesimo.
Il petto nudo di Brian era lì davanti a lui, come lo era stato tante volte prima. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso e il moro non accennava a scostarsi.
 
Brian lo osservava e non sapeva esattamente cosa fare. Era sempre bellissimo, avrebbe potuto annegare in quegli occhi che tradivano un desiderio innegabile. Justin lo voleva ancora, era evidente. Lo era più adesso di quanto non lo fosse stato durante quel bacio, qualche giorno prima. La lucidità tornava piano piano e così cresceva la voglia di averlo di nuovo.
 
Improvvisamente però Justin si scostò, sembrando recuperare un minimo di buon senso e si voltò verso la doccia per aprire l’acqua calda.
Brian iniziò a sfilarsi i pantaloni, i calzini e rimase in boxer davanti a Justin che, ancora intento a far funzionare la doccia, non si rese conto che il microfono era girato verso l’esterno e un mare d’acqua gli finì addosso e sul pavimento.
<< Dannazione! >> Non riusciva a chiudere l’acqua. << Come diavolo si chiude questa maledetta.. >>
Brian fece per avvicinarsi per aiutarlo ma scivolò sull’acqua e cadde su Justin, schiantandolo contro la parete. Almeno erano ancora in piedi.
<< Ahia! >> Justin si massaggiava la nuca ad occhi chiusi per la botta, spalle al muro. << Brian che diav- >> Quando li aprì si ritrovò Brian a pochi centimetri dal suo viso.
 
I due rimasero a fissarsi per istanti che sembrarono un’eternità.
Nessuno accennava a muoversi, né verso l’altro, né per allontanarsi. Erano come bloccati, immobili l’uno nello sguardo dell’altro.
Poi dagli occhi scesero alle labbra, ma ancora nessuno voleva muoversi.
Era una specie di tortura per entrambi, eppure, nessuno aveva il coraggio di spingersi oltre.
Justin aveva paura di fare di nuovo la prima mossa e Brian aveva paura e basta, come al solito.
Poi Brian fece un piccolissimo passo avanti, sporgendosi di qualche millimetro, ma solo perché non poté evitarlo. Fu come se fosse il suo corpo a muoversi, senza nemmeno avvertirlo.
In risposta Justin fece lo stesso. Erano vicinissimi l’uno all’altro, ma ancora non era abbastanza.
 
Brian finalmente prese coraggio e annullò la distanza tra le loro bocche, posando sulle labbra di Justin un leggerissimo bacio, le braccia ancora sulla parete.
Il cuore del biondo batteva all’impazzata proprio come quello di Brian, che si staccò quasi subito.
Abbassò lo sguardo, incapace di sostenere quello di Justin. Era un momento imbarazzante, per entrambi.
Justin però imitò il movimento del moro e lo baciò a sua volta, carezzandogli il viso con la mano destra.
Brian allontanò una mano dalla parete e la portò sopra quella di Justin, fino a stringerla tra la sua.
Nessuno dei due poteva ricordare un momento così intimo eppure innocente tra di loro, non c’era tensione, non c’era ansia.
C’era solo il guardarsi, studiarsi a fondo, occhi negli occhi.
 
 
Gli occhi di Justin caddero dal viso, al perfetto corpo del moro. Era sempre bellissimo come prima, se non di più. Non avrebbe desiderato mai nessun altro come desiderava lui, ne era certo.
Senza preavviso, Brian iniziò a sbottonargli la camicia lentamente e Justin rialzò lo sguardo verso di lui e lo baciò di nuovo, stavolta con passione, ma sempre lentamente.
 
Brian rispose al bacio, le bocche si aprirono e le lingue si scontrarono prima dolcemente poi più freneticamente. Continuava a sbottonargli la camicia che cedette, anch’essa, e mostrò il petto del biondo, sempre perfetto, sempre bellissimo.
Quando entrambi senza fiato si staccarono l’uno dall’altro, Brian vide Justin sorridere, ancora con gli occhi chiusi.
Si sentiva imbarazzato, voleva Justin, l’aveva sempre voluto.
 
<< E’ la sbronza questa? >> Justin aveva il fiatone. << Voglio dire.. Sai quello che stai facendo, vero? >>
Brian non rispose nemmeno, lo baciò e sentì il biondo ridere nel bacio, mentre gli allacciava le braccia al collo e si alzava sulle punte per baciarlo più a fondo.
Senza pensarci, Brian lo sollevò per le cosce e lo prese in braccio, in modo che Justin gli allacciasse intorno anche le gambe.
Rimasero a baciarsi in quella posizione per un po’, fin quando l’eccitazione non fu troppa e Brian lo portò sul letto, tenendolo ancora tra le braccia.
 
Caddero sul letto con un tonfo e subito Brian iniziò a sfilargli i jeans, ormai stretti per l’eccitazione crescente.
Prese a baciarlo dappertutto.
Partì dalle cosce, salì fino al centro della virilità, strusciandovi il naso e le labbra, arrivò alla pancia, al petto, alla gola, dove affondò un leggero morso e poi la mandibola, il mento..e le labbra.
Lo baciò ancora e ancora, sempre più audacemente.
Non era solo passione, non era solo un folle desiderio: era necessità.
<< Dio, Brian. >> Justin sentiva di stare perdendo il controllo.
 
 
Vedere Justin in quello stato, la testa all’indietro, le braccia spalancate, lo fece eccitare ancora di più.
Il biondo però lo sorprese, con uno scatto fulmineo, rivoltò la situazione e si mese sopra, un ghigno sul volto.
Senza staccare gli occhi dai suoi, Justin iniziò a baciarlo, prima le labbra, mordicchiandole, succhiandole lentamente. Poi lasciò una scia di baci lungo tutto il corpo. Giunto all’altezza dell’inguine, ancora guardandolo dritto in volto, iniziò a sfilare gli slip, lentamente.
Strano, sentiva come di dover chiedere conferma e si bloccò per un istante. Brian, in risposta, sollevò leggermente il bacino e lo lasciò fare, chiudendo gli occhi.
Sentiva l’eccitazione crescere sempre di più, fino al punto di massima sopportazione, sentiva il contatto delle labbra e della lingua del ragazzo che con estrema delicatezza, accolse la sua erezione tra le labbra.
Brian aveva quasi dimenticato come fosse fare l’amore con Justin. Niente era equiparabile.
Lui però non voleva fosse così.
 
Mentre gli dava e si dava piacere, sentì Brian sospirare qualcosa.
<< Fer- fermati. >> Brian aprì gli occhi << Aspetta. >>
<< Va tutto bene? >> era confuso, non capiva quale fosse il problema.
<< Non voglio che sia così. >>
Non mi vuoi, è questo?
Justin si allontanò ancora di più e si mise a sedere sul letto.
Brian continuava a guardarlo senza dire niente, così prese il suo dubbio per verità: si alzò e raccolse i pantaloni dal pavimento.
<< Che fai? >> Brian lo guardava confuso.
<< Me ne vado. >>
<< E perché? >> Anche lui si mise a sedere.
<< Ho capito cosa è appena successo, sai? >> Justin si fermò con i jeans ancora in mano.
<< E cosa sarebbe successo, sentiamo.. >>
<< Senti. >> Gettò i jeans a terra. << Eri ubriaco. Ora  non lo sei più. >>
<< Justin questo non c’en- >>
<< Sì, invece! >> riprese i jeans. << Ma sai cosa? Grazie! >>
<< Come ? >>
<< Sì! Grazie Brian! Se non mi avessi fermato io.. io sarei andato fino in fondo, per poi svegliarmi domani mattina accanto a qualcuno che non avrebbe ricordato il mio nome! >>
Justin prese la camicia e iniziò a vestirsi.
 
Non aveva capito niente, come al solito.
<< Non voglio che tu vada via. >>
<< E cosa vuoi? >>
 
Cosa vuoi, dannazione? Cosa vuoi da me?
 
Te.
Brian si alzò dal letto e lo raggiunse.
<< Brian, davvero, io non- >>
Senza permettergli di finire, Brian gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Prima dolcemente e poi di nuovo sentì la passione riemergere, gettando all’aria ogni proposito.
<< Voglio.. >> disse, staccandosi un momento << Voglio risponderti. >>
<< Rispondere a cosa? >>
<< Non è cambiato niente. >>
 
Non.è.cambiato.niente.
<< cosa vuol dire? >>
<< che per me non sono cambiate le cose. Pensavo questa casa ne fosse la prova. >>
Justin riaccorciò nuovamente la distanza tra di loro e lo baciò.
 
Sei mio di nuovo, raggio di sole.
  
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