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Autore: Helheim    21/04/2011    1 recensioni
Avete presente i Cioccocalderoni di Romilda che erano indirizzati a Harry, ma che ha mangiato Ron?
E se invece li avesse mangiati qualcun altro?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Lavanda Brown, Un po' tutti
Note: AUOOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Sono arcisicura che lui abbia buttato i miei Cioccocalderoni. Non c'è altra spiegazione, sarebbe già dovuto essere pazzo di me.
Dovrei chiedere a qualche Elfo domestico di investigare per me.
 
«Romilda, che cosa ti succede? Sei pallida.»
«Tranquilla, Demelza, è tutto okay. Tu piuttosto, vai a scaldarti che sei fradicia.»
«Eh sì. Gli allenamenti sotto la pioggia sono stati abbastanza… bagnati.» rispose la ragazza, strizzandosi i capelli sul tappeto davanti al caminetto. «Sono stanchissima. Penso che non scenderò a cena. 'Notte, Romilda.»
«Buonanotte.» rispose gentilmente l'altra.
 
Che cosa vuol dire "è tutto okay?"? Niente! Non vuol dire un bel niente! Okay è una parola troppo generica. Non indica una situazione precisa. Okay può voler dire "potrebbe andare molto peggio", come può voler dire "alla grande!".
Io in realtà sto malissimo.
Harry, l'unico, inimitabile, perfetto Prescelto… lui non mi calcola minimamente!
Se potessi lo strozzerei. Ma solo per potergli fare la respirazione bocca-bocca e prendergli una ciocca di capelli! Chissà quando pagherebbe la Lowell per avere anche solo un capello…
Eccolo che arriva!
 
«Ciao, Harry!» esclamò Romilda appena varcò il buco del ritratto.
Harry si guardò intorno spaesato. «Ehm… Ciao…» rispose titubante.
Romilda si alzò dalla sua poltrona calda e gli si avvicinò. «Come sono andati gli allenamenti, Harry?»
Il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto deglutì. «Bene, grazie. Ora dovrei… ecco…»
«Farti la doccia?» chiese speranzosa Romilda.
«Appunto.» disse Harry, scappando verso i dormitori maschili. Nonostante sapesse che lei poteva seguirlo senza rischi, si sentì più al sicuro quando ebbe chiuso a chiave la porta del bagno.
Si appoggiò di spalle alla porta e cercò di rallentare il respiro.
«Harry, per le mutande di Merlino, cosa stai facendo?» chiese Ron, uscendo dalla doccia senza preoccuparsi di coprirsi i gioiellini.
«Ron, per la miseria! Un asciugamano!»
Il rosso si coprì con il primo telo di spugna che trovò e le sue orecchie diventarono della stessa tonalità dei suoi capelli. «Scusa, Harry.»
«Mi servirà uno psicologo…» mormorò il Prescelto, ancora con gli occhi coperti da una mano.
«Dicevi?»
«Niente, Ron. C'è solo una pazza di cui neanche so il nome che mi assilla.»
Il rosso fissò un punto indefinito al di là della sua spalla. «Anche Lavanda è assillante.»
«Mi spieghi cosa c'entra?»
«Niente. So che non c'entra niente.» mugugnò Ron, ritornando sotto la doccia. Harry si guardò allo specchio e si tolse le doppie punte nell'attesa che Ron avesse finito di lavarsi.
 
Eccoli qui i miei Cioccocalderoni! Nasconderli nel baule non servirà a niente, Harry. Adesso te li metto in bella vista sul letto e, siccome sarai sicuramente affamato, non potrai fare a meno di mangiarli! Cielo, sono un genio!
Dei passi! Devo nascondermi. Sì, ma dove? Sotto un letto! No, troppo banale. Magari riesco a sgattaiolare fuori mentre sta entrando…
 
Romilda era appostata appena dietro la porta e sgusciò fuori dal dormitorio maschile non appena la ragazza di cui aveva sentito i passi era entrata. Si trattava di Lavanda, che si sedette sul letto di Ron ad aspettare il suo ragazzo per scendere insieme a cena. Sbuffò un paio di volte, canticchiò una canzoncina, si sistemò i capelli allo specchio di Potter e si rifece il trucco, poi notò una scatola ancora chiusa di Cioccocalderoni.
«Uuuh! Il mio dolce preferito!» esclamò, strappando la carta della confezione. Prese un Cioccocalderone e lo osservò per qualche secondo, poi lo cacciò tutto in bocca e lo fece sciogliere.
«Ono uoniccimi!» {"Sono buonissimi" in boccapienese}. Ne prese immediatamente un altro e un terzo, che ingoiò in pochissimi secondi.
Rimanevano solo tre Cioccocalderoni nella scatola e Lavanda giaceva sdraiata sul pavimento, assalita da un mal di pancia fortissimo. Le girava anche la testa e provava un'insana voglia di vedere il sorriso di Romilda Vane… Chissà perché poi…
Ron uscì dal bagno con indosso solo un asciugamano e quando vide la sua ragazza nel dormitorio si chiese perché non gli fosse già saltata addosso.
«Lavanda, ehm… Tutto bene?» chiese avvicinandosi alla sua ragazza.
«Sì, Weasley. Sto benone.» rispose sorniona Lavanda.
Ron spalancò gli occhi. «Come mi hai chiamato?»
«Weasley. Come ti dovrei chiamare, scusa?» chiese Lavanda, fissando il ragazzo spaesata. «E perché sei seminudo di fronte a me?»
Le gambe di Ron iniziarono a tremare. «Tu… Tu ed io… Noi stiamo insieme, Lavanda. Io sono il tuo Ronron, ricordi?»
«Ah, davvero?» Lavanda sorrise, ma i suoi occhi fissavano un punto lontano. «E perché sto con te se non mi piaci?»
Ron deglutì rumorosamente. «Non… Non ti piaccio?»
Lavanda rise con un tono acuto, molto più acuto del solito. «Ma no, sciocchino! A me piace un'altra!»
«Altra?» Se era uno scherzo, Ron doveva ammettere che era ben riuscito. Non solo Lavanda riusciva a non stargli attaccata come una cozza allo scoglio, ma fingeva addirittura di essere innamorata di una ragazza.
«Ma sì, ovvio!» Il tono incantato di Lavanda era insolito. Forse era stata affatturata.
Ron l'afferrò per le spalle, lasciando cadere l'asciugamano. Sfortuna volle che Harry uscisse dal bagno in quel momento e si ritrovò davanti alla stessa visione di prima.
«Porco Voldemort, Ron!» gridò, prima di tornare in bagno. No, non per nascondere la già nota visione. Tornò in bagno per vomitare, il nostro caro Harry.
«Lavanda, ti senti bene?» chiese Ron, scuotendo la sua fidanzata.
«Non esattamente. Potresti, se non ti dispiace, coprire le tue parti private? Mi danno fastidio.» precisò la ragazza, alzando la testa per fissare il soffitto mentre Ron recuperava l'asciugamano. Quando riabbassò gli occhi, nessun elemento disturbatore era più visibile. «Mi sento… bene, credo. Sì, sto bene. Ma starei meglio se potessi vederla.»
Le orecchie di Ron erano di una sfumatura di rosso molto vicina al fucsia acceso delle peggiori mollette di Calì. «Chi?» chiese in un fil di voce. Non era sicuro di voler conoscere la risposta, ma la domanda gli salì spontanea alle labbra.
Lavanda fece un sorriso a trentadue denti. «Romilda Vane, ovvio!»
L'asciugamano di Ron finì nuovamente sul pavimento. Lavanda uscì dal dormitorio saltellando e canticchiando "Lavanda and Romilda, sitting near a tree K-I-S-S-I-N-G" {Lavanda e Romilda sedute vicino a un albero si baciano (cantato come uno spelling)}
Quello non doveva essere un giorno fortunato per Harry. Per la terza volta maledisse i suoi occhiali.
«Se non li avessi avuti, Hermione, sarebbe stato meglio.» confidò quella sera alla sua migliore amica. «Tu non ti immagini che…»
«Shock?» tentò la ragazza.0
«Schifo.» la corresse Harry. «Io senza occhiali non vedo un fico secco, ma quando li porto vedo tutto benissimo. Ogni minimo dettaglio. Hermione, è una visione che non raccomanderei neanche alla sua futura moglie.»
 
Sì! Sì, sì, sì! Ha mangiato i miei Cioccocalderoni al filtro d'amore! Ora è solo questione di minuti prima che venga a dichiararsi con un mazzo di rose rosse. Uh, ne ha lasciati un paio. Chissà se ne mangio uno… No! Mica che poi ti innamori di te stessa, Romilda! E dopo come fai a ricambiare l'amore di Harry?
 
Harry vide i Cioccocalderoni aperti sul suo letto e si chiese chi potesse averli mangiati. Il suo sospetto era rivolto a Ron, che non sempre sapeva controllare i suoi peccati di gola. Ma ora che ci rifletteva, Lavanda era strana prima, mentre era con Ron. Era assente e non gli era appiccicata. Era distaccata.
«Ginny, scusa, ma cosa è successo qualcosa a Ron e Lavanda?»
«E che ne so io, scusa?» rispose la rossa, scuotendo i suoi lunghi capelli; sorrise a un paio di Tassorosso che rimasero imbambolati a fissarla e ammiccò a McLaggen, che però sembrava più interessato a Hermione.
«Sì, Harry.» intervenne quest'ultima. «Sembra che Lavlav non sia più interessata a Ronron.» Il sorriso che le comparve sulle labbra era strano, sadico. Sembrava che traesse godimento dalla fine della relazione di quello che, un tempo, era un suo grande amico.
«E tu come lo sai?» chiese Ginny, voltandosi verso l'amica. Nel girarsi i suoi capelli di fiamma finirono in faccia a Malfoy, che stranamente non aveva ancora insultato né Harry né Hermione, ma il Serpeverde in quel momento si accorse della loro presenza.
«Ehi, ciccina! Fa' attenzione!» gridò in direzione di Ginny.
«Come mi hai chiamata, Malfoy?» chiese la ragazza, avvicinandosi pericolosamente al Serpeverde.
«L'altra sera non mi sembrava che ti desse fastidio quel nomignolo.» le sussurrò Draco all'orecchio. Le guance di Ginny diventarono bordeaux e Harry se ne accorse, ma fischiettò, fingendo di ignorare che il suo peggior nemico e la ragazza dei suoi sogni avessero flirtato giusto qualche sera prima.
«Sfregiato, che c'è? Sei geloso?»
Harry fissò Malfoy negli occhi, ma la vista gli divenne offuscata: lacrime di rabbia stavano montando dentro di lui. Hermione si frappose fra i due. «Malfoy, smettila di stuzzicarlo!»
Malfoy si allontanò da Ginny e prese fra le mani il volto di Hermione. «Mi abbasso a toccarti, sporca Mezzosangue[1], solo per vedere il disgusto nei tuoi occhi.» Fece una pausa per guardare Harry, il quale fissava Ginny sconsolato. «Cosa ci guadagni a difendere San Potter, Granger?»
«Non lo so, Dracuccio.» Hermione sorrise maliziosa. «Però la settimana scorsa non ti facevi problemi a toccare una Mezzosangue…»
Draco lasciò immediatamente la presa e Hermione si allontanò trionfante, seguita da Harry e Ginny, uno sul punto di piangere e l'altra sul punto di dare un appuntamento a Tiger.
Pansy fissò irritata Draco. «Ringrazia il cielo che Astoria è tanto buona, ma non sapevo di avere così tante colleghe.» Il ragazzo scrollò le spalle e si incamminò nella direzione opposta.
 
In bagno gira voce che Lavanda Brown e Ronald Weasley siano in crisi. E io sono seriamente preoccupata. I Cioccocalderoni potrebbe averli mangiati lui anziché Harry. Pensiero orribile! Rimuovilo, Romilda!
No, anche la Robson conferma che la Brown è stata vista vagare nei corridoi da sola con lo sguardo perso nel nulla. Deve essere distrutta: il suo ragazzo viene dietro a me.
Ripensandoci, però… È sempre il migliore amico di Harry. E non è poi così male.
 
Senza Lavanda perennemente incollata a sé, Ron scoprì di avere il tempo per fare un sacco di cose. Andò in biblioteca, dove spiò Harry che studiava insieme a Malfoy, ma non se ne preoccupò: sapeva che era stato Lumacorno ad obbligare Harry ad aiutare il futuro Mangiamorte con i compiti. Anche se il loro atteggiamento piuttosto intimo era sospetto.
«Ginny, scusa, è successo qualcosa a Harry e Malfoy?»
Ginny tirò un ceffone al fratello e dal tavolo dietro di lei partì un «Oooh…» di ammirazione da parte di alcuni Corvonero del terzo anno. La rossa si voltò, sorrise, qualcuno le scattò una foto, e tornò infine ad occuparsi del fratello.
«Artù cornuto, Ron! Perché pensate tutti che io sappia tutto di qualunque persona della scuola?»
Ron si fece piccolo piccolo nelle sue spalle. «Perché tu conosci tanta gente, sorellina.»
Ginny alzò il braccio pronta a colpire, ma fu intenerita dallo sguardo intimorito del fratello. «Sì, lo so.» ammise sorridendo. Un fischio di approvazione partì dallo stesso tavolo di Corvonero, ai quali Ginny mandò un bacio. Poi tornò a fissare Harry, i cui occhiali di trovavano a meno di tre centimetri dagli occhi chiusi di Draco.
«Sai, Ron, penso che Harry abbia trovato qualcuno che gli voglia veramente bene.» disse la ragazza, fissando dolcemente i due piccioncini.
Ron la fissò, spalancando gli occhi. «Basta che non lo faccia soffrire.»
 
Ormai è sicuro: Harry Potter non ha mangiato i miei Cioccocalderoni. E nemmeno Ron Weasley, altrimenti non avrebbe iniziato a flirtare con quella secchiona della Granger.
Ora che ci penso, tra lui e Lavanda sembra essere finita per sempre. Potrei chiedere a lei come sono andate esattamente le cose, così potrei spacciare informazioni utili. Ah, la moneta dei gabinetti di Hogwarts: il pettegolezzo!
 
Lavanda rimase fuori dalla Torre dei Grifondoro fino a notte fonda per aspettare che Romilda rientrasse nella Sala Comune. Aveva visto la ragazza nella Sala Grande a cena, ma all'alba delle tre di notte non era ancora rientrata. Si sedette per terra e iniziò a tirare su col naso.
«Non sa nemmeno chi sono…»
Non fece in tempo a finire la frase che Romilda apparve in fondo al corridoio, ridacchiando insieme a Zabini.
«Non dire nulla in giro, mi raccomando!» disse Blaise con un tono di voce abbastanza alto da far sì che tutti i ritratti del corridoio sapessero della loro storia. Le diede un rapido bacio e si allontanò. Romilda saltellò fino al ritratto della Signora Grassa, dove si accorse di Lavanda, che piangeva come una fontana.
Ringraziando il fato per quel colpo di fortuna, le chiese: «Lavanda, va tutto bene?». Si sedette accanto a lei e l'abbracciò.
Lavanda arrossì e, con gli occhi ancora pieni di lacrime, sorrise a Romilda. «No, non va per niente bene. Ma adesso va decisamente meglio.»
«Perché non va bene? Cosa è successo?» chiese Romilda, fingendosi sinceramente incuriosita. La sua mente era in modalità "Recepisci Ogni Minimo Dettaglio".
«Mi sono accorta di essere innamorata.» sospirò Lavanda.
«Di Ron?». Fingersi ingenua era una tattica vincente.
«No, non di Weasley. Dicono che siamo insieme, ma io non ricordo nulla.»
Un pensiero orribile apparve nella mente di Romilda, ma lo cacciò via con un battito di ciglia.
«E allora di chi?» chiese.
Lavanda non rispose, la fissò dritta negli occhi. I suoi enormi occhioni blu si stavano riempiendo nuovamente di lacrime.
«Chi ti piace, Lavanda?» insistette Romilda.
La ragazza non riusciva a parlare, la sua gola era secca. Fece un respiro profondo e raccolse tutto il suo coraggio per avvicinarsi ulteriormente a Romilda.
Mancavano meno di dieci centimetri. Cinque. Quattro. Tre. Chiuse gli occhi. Il contatto con le labbra dell'altra Grifondoro fu lieve e titubante.
Romilda urlò e si alzò in piedi. «Cosa ti salta in mente, Brown?» gridò, e scappò via, verso le scale che l'avrebbero portata lontana dalla sua molestatrice.
Lavanda iniziò a singhiozzare rumorosamente e a ripetersi che l'amore della sua vita non la voleva e che doveva migliorarsi per essere accettata.
«Lavanda, ce la farai.» sussurrò a se stessa poco prima di addormentarsi.
 
Dei del cielo, che schifo! La Brown mi ha baciata!
Devo disinfettarmi le labbra! E devo Cruciare lei!
Ma come si è permessa? Va bene, hai rotto con Ron e già ti sei dimenticata di lui… Ma non puoi baciare la prima ragazza che cerca di consolarti!
È essenzialmente sbagliato!
A meno che… È STATA LEI A MANGIARE I MIEI CIOCCOCALDERONI!



[1] Volevo scrivere Mudblood, ma mi sono resa conto che non suonava bene. Beh, sappiate cosa intendevo scrivere.
  
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