Quella situazione era assurda. Semplicemente, assurda.
Che cosa gli era saltato in mente? Che aveva voluto dimostrare con quel gesto? Non che quando aveva sferrato quel pugno ci avesse pensato molto alle conseguenze, ma analizzando la situazione ora, non poteva fare a meno di darsi dello stupido.
Sephiroth sbuffò piano, lanciando un’occhiata alla sua mano, racchiusa tra quelle più piccole e delicate di Kuja, mentre veniva curata- si era pure fatto male, poteva andare peggio di così?
E dire che era stato pure contento che Genesis ed Angeal fossero stati convocati in quella guerra: vedere, finalmente, delle facce amiche lo aveva in qualche modo rincuorato, nonostante la presenza degli altri guerrieri della fazione di Cosmos fosse sempre costante, vicini a lui in ogni momento.
Era andato tutto bene, almeno fino a quando, un sera, non aveva visto Genesis e Kuja parlare, leggermente isolati dagli altri. Normalmente la cosa non gli avrebbe dato fastidio, se non fosse stato per quella mano poggiata sulla coscia del jenoma, per i sorrisi maliziosi e per quei visi troppo vicini. Il resto sembrava la trama di una soap opera di quinta categoria: lui che si alzava, gli chiedeva malamente di smetterla di civettare, Genesis che lo provocava, e lui che partiva con un destro degno del migliore dei pugili dei pesi massimi- salvo che poi si era ritrovato con tre micro-fratture sulla mano.
Il solo pensare a quella scenata, e alla conseguente quasi - rissa che aveva scatenato, lo facevano vergognare come poche volte lo era stato nella sua vita, e solo il suo autocontrollo gli impediva di arrossire come un pomodoro ogni volta che osservava la luce smeraldina che avvolgeva la sua mano- autocontrollo che negli ultimi tempi sembrava assentarsi nei momenti meno opportuni.
“Facciamo così” Kuja interruppe il silenzio imbarazzante che era calato da quando erano entrati nella tenda dello spadaccino “io non ti chiederò perché hai dato un pugno a Genesis senza apparente ragione.”
Sephiroth emise un lieve grugnito, anche se dentro si sentì sollevato: non gli andava proprio di dare spiegazione- che doveva dire? Che si era ingelosito nel vederli flirtare?
“In cambio” il jenoma rise malizioso “dovrai fare tutto quello che ti chiedo per almeno due settimane.” Il senso di sollievo andò via.
“Cosa?” chiese, la voce uscì volutamente minacciosa, ma l’altro non perse il sorriso nemmeno di un millimetro.
“Hai sentito bene. A partire da domani farai delle commissioni per me” disse il più giovane, per poi guardare la mano che stava curando “Ecco fatto, ora è guarita.”
Sephiroth rimase per qualche secondo a guardare il suo compagno. Ripensandoci, era solo colpa sua se tutto questo era accaduto: se avesse respinto le avance di Genesis, non avrebbe avuto motivo di dare un pugno al suo amico e avergli fatto saltare qualche molare; non si sarebbe nemmeno fratturato la mano. E adesso pretendeva che gli facesse da schiavetto per due settimane?
Poi ripensò che avrebbe dovuto rispondere a quella imbarazzante domanda, e decise che era meglio accettare quelle ingiuste condizioni, piuttosto che rinunciare al quel poco di onore che gli era rimasto.
Annuì lievemente, notando poi che Kuja non aveva ancora lasciato la sua mano.
-Be’, una piccola rivincita me la merito- pensò, prima di afferrare il polso del jenoma e baciarlo a tradimento.