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Autore: visbs88    21/04/2011    1 recensioni
Pensieri e perversioni della mente di un incallito serial killer.
Scritta per le iniziative "Un prompt al giorno", per il prompt "Serial Killer", e "Pesca la tua carta".
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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SERIAL KILLER

 
Iniziative: Pesca la tua carta e Un prompt al giorno (Fanworld.it).
Carta: Cinque di picche.
Prompts: Scrivi una storia di qualsiasi tipo in cui le lettere iniziali di ogni paragrafo a capo formino la parola picche; Serial Killer.
Titolo: Serial Killer.
Introduzione: Pensieri e perversioni della mente di un incallito serial killer.
Rating: Arancione/16+.
Genere: Angst, Introspettivo, Generale.
Avvertimenti: Contenuti Forti/Non per stomaci delicati, One-shot, Violenza.
Numero parole (Contatore Word): 1.026.
Disclaimer: la seguente introspezione è interamente frutto della mia fantasia, senza riferimenti particolari o quant’altro. Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.
 
Buona lettura!
 
Polizia. FBI, CIA, che mi mettano alle calcagna chiunque. Sfuggirò sempre, nell’ombra, nei sobborghi più malfamati di New York City o di Los Angeles, in California o in Florida, saprò sempre dove scappare, dove ritirarmi. Scomparire per qualche mese, rifugiatomi in un condominio modesto affittato in nero. Scappando senza vigliaccheria. Mi tingo i capelli, oppure indosso costantemente lenti a contatto coloranti. Mi faccio crescere la barba, mi metto una maschera, in qualche modo mi trucco, non ho un’identità. E difatti non l’hanno ancora trovata, un’identità da affibbiare a quel serial killer che sembra essere in tutta l’America, prima in una città e poi in un’altra, dappertutto, ogni volta in un luogo diverso. Non ha ancora un volto, un identikit, ha soltanto un firma: una stella incisa sul petto delle sue vittime, donne che trovo per caso. Non mi va di far credere che siano persone diverse ad ucciderle, voglio tenermi ogni merito, per questo lascio il mio segno, per far sapere che sono dovunque e da nessuna parte. D’altronde, dopo aver stuprato e ucciso una ragazza la sera stessa sono già in aeroporto, pronto per imbarcarmi verso la città più lontana. E sto quasi pensando di spostarmi in Europa, oppure in America latina.
Io sono un serial killer serio. Innanzitutto rubo, racimolo soldi di qua e di là, fregandoli alle prostitute, con piccoli furti in farmacia o in tabaccheria che mai sfociano in un omicidio, non è che così che io mi diverto ad ammazzare. Perché spostarmi costa soldi, purtroppo. Magari fosse tutto gratis, anche uccidere ha un prezzo. Non sono l’uomo che va a genio alle ragazze. La mia faccia, la mia vera faccia non è bella. Sono sempre stato il più sfigato della classe. Ma qualsiasi uomo ha bisogno di sesso, e non me l’hanno mai concesso. Così ho iniziato a prendermelo con la forza. Ha cominciato a venirmi il dubbio che però prima o poi qualche ragazza avrebbe avuto il coraggio di condannare ciò che aveva subito, e sarei stato nei guai. Per questo tappo loro la bocca nel modo più efficace. I morti non parlano, per fortuna. A volte penso alla pena di morte che forse mi attenderebbe nel caso mi catturassero. Beh, mi fa poca paura.  Ho vissuto la mia vita divertendomi, sono pronto a darla via per questo. In fondo, cos’è vivere se non c’è il rischio? E cos’è vivere senza piacere? La morte arriva all’improvviso. Se solo penso a tutte quelle ragazze che avevano probabilmente in programma qualche serata, qualche concerto, un incontro con il futuro fidanzatino, a tutti i sogni infranti, mi viene da ridere. Non c’è rimorso. Solo divertimento al pensiero che quelle stolte non hanno forse mai colto le opportunità della vita. Chissà com’è, morire con tutti quei rimpianti. Ormai ho quarant’anni, non sono più un giovane ragazzino, ho vissuto, loro spesso sono giovani.
Certe volte nemmeno capiscono come le voglio uccidere. Le trascino in un vicolo buio con la stessa facilità con cui strattonerei una delicata e leggera bambola di pezza. Di solito scelgo quelle con la gonna, è più facile spogliarle. E non mi interessa quanto urlino, preghino, strillino, mi irritano soltanto di più. Per questo mi affretto a tappare loro la bocca, anche se arrivasse qualcuno in loro soccorso lo farei comunque fuori. Non ho paura di affrontare uno sbirro, ho un paio di buone pistole sempre infilate nella cintura, oltre che al mio coltello e una corda. Tutto quello che mi occorre per divertirmi, oltre ogni tanto a una pasticca. Ma preferisco il sesso alla droga o all’alcool. Fumo, ma piuttosto di rado, non mi soddisfa più di tanto, è piuttosto inutile come cosa. Senza contare che droga, alcool e fumo sono dannosi alla salute, il sesso no. Come ho già detto, io vivo e basta e non mi angoscio, certo però che finché posso rimandare il definitivo addio lo faccio. Mi immagino vecchio in un accogliente appartamentino, abbandonata la mia carriera di assassino, e l’idea mi fa sogghignare. Chissà se mi stancherò mai, forse no, forse sì.
Che noiosa sarebbe la vita senza uccidere. Odiavo studiare, ero troppo distratto dalle prese in giro dei compagni per concentrarmi su uno stupidissimo libro che mi insegnava tante cose inutili e futili, che mai mi sarebbero servite nella mia vita. Lavorare, sgobbare per qualcuno di superiore, sentirmi sottoposto, nemmeno parlarne. Forse fare il killer privato non sarebbe stato male, ma preferisco scegliermi da solo le prede, uccidere chi mi pare, come mi pare, quando mi pare, dove mi pare. Amo la libertà di scelta e di movimento. Penso che in carcere mi sentirei tanto soffocare, ma non ci bado molto. Quando ci finirò, se ci finirò, vorrà dire che inizierò a soffrire, solo in quel momento. Intanto vivo e mi diverto.
Ho ucciso l’ultima donna la settimana scorsa, a San Francisco. Era bella, avrà avuto sì e no venticinque anni, neanche da considerare donna. Pareva quasi una bambina, era gracile, con un visino davvero grazioso. Non abbastanza per intenerirmi, casomai mi ha eccitato di più. Non sono un pedofilo, preferisco donne mature alle poppanti, ma la gioventù che non è più un fiore vivo ed intatto dentro di me mi piace. Mi sento quasi un salvatore, forse quella ragazzina sarebbe diventata una prostituta, avrebbe avuto una vita da schifo. Già, forse salvo molte ragazze dallo squallore di questo mondo. Non che questo sia un modo per consolarmi, non ho niente di cui pentirmi o dispiacermi. Tranne forse il fatto che quella donnina si dimenava troppo e l’ho dovuta eliminare in fretta, avrei voluto godermela di più.
E ora sono qui, in questo paesino sperduto nel Minnesota, seduto sulla poltrona di questi squallido attico. Non so quanto mi fermerò, è tranquillo qui. Lascerò che il clamore per l’ultima vittima si acquieti almeno un po’, prima di decidere cosa fare. L’idea di ammazzare una ragazza e poi andarmene da qui non mi alletta, ci sono pochi abitanti e un uomo di passaggio che parte dopo la notte dell’omicidio sarebbe troppo sospetto. Mi sposterò da qualche altra parte, credo, prima di uccidere ancora. Continuerò a farlo finché avrò vita e fuoco in corpo. Cioè per sempre, credo.

 
Ehm, tranquilli, che si capisca subito che io non sono un serial killer ^^’’, sono una normalissima fanwriter fra l’altro femmina ^^ non ho molto altro da dire, se non che non ho in mente nulla di particolare, avevo solo intenzione di provare ad infilarmi nella testa di un assassino. Ho scoperto che le menti contorte mi piacciono xD e dato che adoro l’introspezione…
Beh, spero vi sia piaciuta!
Visbs88
   
 
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