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Autore: ChristineJ    21/04/2011    0 recensioni
« Io invece ce l'ho un motivo. Io ti amo perché... Perché sei tu. Perché tu sei l'unica che vorrei accanto a me. Perché…Perché» disse lui cercando le parole giuste.
«Perché?» chiesi io curiosa.
«Perché morirei se tu mi daresti un bacio»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Non sono bella come dici.» disse lei.
«Non ti do uno schiaffo perché rovinerei il trucco» le risposi. Sara era seduta sulla sedia, di fronte lo specchio, mentre io la stavo truccando. Era bellissima. Avevo creato un capolavoro. I suoi capelli marroni e lisci le cadevano sulle spalle, lucidi.  Le avevo consigliato, anche se costretto è più appropriato, ad indossare una minigonna ed un top, che esaltavano le sue bellissime linee. Le scarpette con il tacco a spillo nere, che mi aveva regalato lei, stavano meglio a lei che a me. Era nervosa, quella sera doveva uscire con Walter, che era tornato da un viaggio a Milano per trovare un suo parente. Credeva l’avesse tradita e quella sera volesse lasciarla. La solita cretina.
«Ora vai, che sei in ritardo.» le dissi. Lei mi guardò, mi abbracciò, e andò via. Bello, rimanevo da sola. Presi la scatola dei CDs. ‘Mi chiamo Sam’? No, mi ha sempre fatto piangere, quel film. ‘Panic Room’? L’avevo visto il giorno prima. ‘Due settimane per innamorarsi’? Sì, era questo quello giusto. Presi la vaschetta di gelato dal frigo, misi il dischetto nel lettore, cliccai play e vidi il film. Dopo nemmeno 5 minuti, ecco bussare alla porta. Ti pareva. Sara aveva le chiavi, quindi non era lei. Mi alzai, e aprii. Era Raffaele. Mi diede un bacio, e mi salutò, sorridente. Che bello che era.
«Ciao Raff. Come va, tutto bene?» gli chiesi io. Sembrava così… strano. Era tutto sorridente.
«Ma come, non ricordi?» mi disse quasi offeso. Lo guardai. Cosa non ricordavo? Il suo compleanno era a novembre, e noi eravamo in pieno marzo. Oh, giusto, dovevamo uscire!
«Scusami, me ne sono dimenticata, Sara doveva uscire con Walter e ho... » cominciai a dire. Mi guardò, alzò gli occhi al cielo e sorrise.
«Non preoccuparti tesoro. Non è nulla. Possiamo stare qui a vedere il film che hai messo.» disse ridendo e squadrandomi dalla testa ai piedi. Oh, merda! Ero in pigiama, quello che mi sta larghissimo, ed ero a dir poco ridicola! Mi coprii gli occhi con le mani, rossa dalla vergogna. Raffaele chiuse la porta. Poi lo sentii ridere. Prese le mie mani, e le usò per cingere la sua vita. Mi sorrise, un sorriso così caldo non lo aveva mai fatto.
«Sei bellissima.» mi disse. Mi prese in braccio, mi portò sul divano e guardammo il film. Fu una serata fantastica, perché anche Raffaele è diverso dagli altri. Lo baciavo di tanto in tanto, e avevo la testa sulla sua spalla.
Mi svegliai la mattina dopo sul letto. Mi stiracchiai ,Sara era accanto a me. Era sveglia. Ricordavo solo di aver visto il film, non di quello che era successo dopo. Dovevo avere un’espressione curiosa, perché Sara rise.
«Raffaele è stato molto carino. Tu stavi dormendo su di lui, praticamente, io sono entrata e volevo svegliarti. Ma lui ha detto di no, di non svegliarti, ti ha preso in braccio e ti ha portato sul letto. Ti ha rimboccato le coperte, e ti ha scoccato un bacio sulla guancia, poi è andato via. Salutandomi gentilmente. È stato molto carino.» disse lei.
«Quindi hai cambiato idea?» le chiesi. Lei ci pensò, poi scosse la testa. Sorrisi, era buffa.
«No, affatto. Quello che ha fatto non basta.» disse severa. Risi ancora, non potevo farne a meno. Poi la guardai, quasi supplicandola.
«Ma è stato carino!» le dissi, cercando di convincerla. Lei mi guardò. Sapevo cosa stava per dire.
«C’è qualcuno che…» iniziò. Ovviamente. Era il suo ‘asso nella manica’.
«Non dirlo.» la interruppi con un tono severo, come fosse un ordine.
«Guglielmo.» disse, ovviamente. Sara era molto ‘di parte’. Nonostante Raffaele non le aveva fatto nulla, lei continuava a odiarlo. «Lui è molto più carino.» disse.
«Il fatto che lui sia entrato in modo carino nella mia vita e che si comporti in modo carino con me non implica che io lo ami. » risposi pronta.
«Vedi? Persino tu dici che è nella tua vita! E, sì, lo ami. Più di quanto tu ami Raffaele, sempre ammesso che tu lo ami.» disse lei con un tono che non ammetteva obiezioni.
«Non ho per niente voglia di parlare di questo adesso!» dissi urlando, arrabbiata. Mi calmai.
«Scusami. Com’è andata con Walter ieri sera?» le dissi. Qualche minuto prima l’avevo vista sorridente, doveva essere andata bene. Poi mi girai. Sul comodino c’era la vaschetta di gelato al cioccolato, vuota. Mi avvicinai e la abbracciai.
«Ma no, è andata bene! Quello che vedi sul comodino è opera di Raffaele.» disse lei ridendo. Menomale.
«Forza, andiamo a fare shopping! È da tantissimo che non lo facciamo!» disse. Annuii, avevo voglia di shopping. Mi truccai, mi vestii, e uscimmo. Per un paio d’ore girammo per i negozi, fino a quando Sara insistette ad entrare in un bar. E, chissà come mai, in quel bar incontrammo Guglielmo. Risi.
«Altro che di parte, Sara. Tu lo ami.» le sussurrai all’orecchio. Sorrise.
«Ma no! Ho visto il suo numero sul tuo cellulare e ho pensato:» cominciò a dire.
«Ah, tu pensi, anche?» la interruppi. Scosse la testa, mi lasciò lì e se ne andò. Mi sedetti su un tavolino da sola, e senza ordinare mi arrivarono una caramella al cioccolato e un caffè zuccherato. Vicino, c’era un biglietto con su scritto: ‘Addolcisciti prima di passare al mio tavolo’. Risi, nonostante non volessi. Bevvi il caffè e mangiai il cioccolatino, poi passai al suo tavolo. Lo salutai con un cenno del capo.
«Ti sembravo amara, prima?» gli chiesi. Perché, perche non potevo fare a meno di ridere? Forse perché era buffo.
«Non devi prendertela con Sara.» disse ridendo. «Lei mi aiuta.» continuò.
«A fare cosa? A conquistarmi?» dissi io sorridendo. Avvicinai la mia testa alla sua, erano a un centimetro di distanza. Il suo battito accellerò.  Era nelle mie mani. Mi piaceva. Mi faceva sentire… Potente.  «Non ci stai, anzi state, riuscendo troppo bene, sai?» dissi sorridente. Lui mi guardava negli occhi. Dopo un paio di minuti di silenzio, decise di dire qualcosa.
«Sei molto bella, stamattina. Ma in fondo, tu sei sempre bella.» disse. Scossi la testa e guardai l’orario.
«No, sono le due. Dovrei pranzare, sai.» dissi allarmata. Non avevo fame, volevo solo liberarmi da quella situazione. Non stava bene che io uscissi con Guglielmo, se stavo con Raffaele. Mi guardò e rise.
«Va bene. Ma ricordati che mi hai promesso un bacio.» disse. Abbassai gli occhi, ricordando la cosiddetta ‘promessa’ che gli avevo fatto. Sorrisi, sempre che non lo stessi già facendo.
«Ma questa non è stata una sorpresa. E non sei stato tu ad organizzarla. Mi spiace, questo non era nelle nostre condizioni.» dissi fiera di aver tenuto in discorso come quello.
«Ma tu hai detto soltanto…» disse lui. Io mi avvicinai di più. Probabilmente crebbe che io lo avrei baciato. Il che era impossibile, non l’avrei mai fatto. Il segreto per non baciarlo era pensare a Raffaele.
«Sorprendimi ancora» dissi io, poi mi allontanai e scappai via, a casa. Pensai quasi tutta la giornata alle cazzate che facevo quando ero con lui. Avrei dovuto fare a meno di vederlo, era quello che avevo deciso. Sara mi fissava e scuoteva la testa. Io, di tanto in tanto, alzavo gli occhi e ridevo. Bello ridere senza motivo. Poi, così, tanto per, pensai che magari fosse anche ora di fare i compiti. Stetti il resto della giornata sui libri, anticipando anche qualche cosa per i giorni seguenti. Poi mi sdraiai sul letto, misi un film e mi addormentai. 
«Chris, sveglia, c’è scuola!» urlò Sara la mattina dopo. Mi alzai, bevvi una tazza di latte e andai a scuola insieme alla mia amica, che forse era anche un po’ più stupida di me. Entrammo in classe, fortuna che la professoressa non era ancora arrivata. Mi sedetti sul banco, e iniziai a parlare con Sara delle solite cazzate di cui si parla quando non si ha voglia di affrontare argomenti seri. Poi Adrienne, che ovviamente non aveva nulla da fare, passò vicino a me e mi fece una tirata di capelli, per iniziare la giornata. Scossi la testa.
«Ma non ha nulla da fare, quella ragazza?» dissi io, con la voglia di imprecare.
«Sai com’è, sei bella quanto lei, è ovvio che se la prenda con te. » disse una voce dietro di me. Mi voltai.
«Francesca!Sei tu?» quasi urlai abbracciandola. La mia Francesca! Una ragazza alta, con i capelli lunghi e un volto già da donna. Ero davvero felicissima di vederla. Era stata via almeno un mese da scuola.
«No, quello che vedi davanti a te è solo un ologramma.» rispose ridendo. Scossi la testa, e alzai gli occhi al cielo.
«Com’è andato il viaggio con Gabriele?» gli chiesi. Francesca era fidanzata con Gabriele da 5 anni, e si amano sempre di più. Gabriele ha 20 anni, Francesca 18. Lui lavora come medico, è intelligente e anche molto carino. Un ragazzo moro, che fa sport e quindi parecchio muscoloso.
«Ehm… Mi ha chiesto di sposarlo ed io gli ho accettato.» disse eccitata. Wow. Francesca, la diciottenne con il volto da donna, sposata. L’avrei immaginata, con il suo comportamento altezzoso, con il suo orgoglio e la sua  fierezza, sull’altare, a pronunciare un ‘Sì’. Le facemmo festa per tutta la giornata e lei ci raccontò i dettagli del momento.
«Siamo andati a Miami, eravamo sulla spiaggia. Io stavo prendendo il sole, quando lui si inginocchia e mi fa ‘Francesca, siamo insieme da tanto tempo, vorrei sposarti. Mi concederesti questo grande onore?» tutte noi restammo con il fiato sospeso. Adrienne ascoltava la nostra conversazione. Poi io mi alzai per buttare la carta, e passai accanto al loro banco. Senza volere, ascoltai quello che Adrienne diceva a Chiara.
«A quanto ho capito, lei sta con Raffaele, ma da come guarda Guglielmo,  si vede che è innamorata di lui.» disse.
«Bene. Quindi tu cerchi di conquistare Guglielmo, così ci rimane di merda.» rispose l’oca affianco a lei.
«Sì, ma tu devi conquistare Raffaele. Perché non dobbiamo avere dubbi, capito?» disse Adrienne. Oh cavolo, ma avevano proprio voglia di rovinarmi la vita. Le guardai. Erano le solite fighe della scuola: capelli biondi, occhi azzurri… Anch’io avevo gli occhi verdi, e non ero nemmeno grassa, ma loro mi facevano quasi paura. Ritornai al mio banco. La professoressa mancava, la prima ora niente lezione. Francesca era curiosa di sapere tutto quello che era successo durante la sua assenza. Io alzai le spalle.
«Un certo tizio, Guglielmo, si è innamorato di Chris. Anche lei è innamorata di lui, o quantomeno gli piace, ma lei continua a negarlo. E, intanto, si è fidanzata con Raffaele. Quell’antipatico.» subito disse Sara. Alzai gli occhi al cielo.
«Sara è di parte. Sta dalla parte di Guglielmo, è evidente. Anche quando Raffaele fa qualcosa di carino… Lei è sempre lì a porre l’accento a Guglielmo. » dissi io scuotendo la testa. Era davvero ingiusto. Sara ce l’aveva con Raffaele senza motivo. Ma non c’era bisogno di litigare per questo. Francesca mi abbracciò, eccitata.
«Ho sempre adorato Raffaele, e sono dalla sua parte. » disse. Sara la guardò.
«Quando conoscerai Guglielmo, Raffaele sarà un ricordo sbiadito nella tua mente…» le disse sicura di sé.
«Che cosa vorrebbe dire esattamente ‘quando conoscerai Guglielmo’ ?Non hai creato nessun casino, vero?» chiesi io, sicura che Sara avesse messo in moto il suo cervellino malefico. Mi guardò con aria innocente, pareva avesse un’aureola in testa.  Le lanciai uno sguardo che avrebbe dovuto essere cattivo, ma lei rise come una scema. Risi anche io. La mia vita senza quelle ragazze sarebbe stata una pace, ma che ha detto di volere la pace?
«Anche Sara ha dei…» iniziai a dire a Francesca, ma lei mi interruppe. Sapeva già tutto. Non era affatto giusto. Per Sara e Francesca, che spettegolavano su chi fosse più figo tra Raffaele e Guglielmo,  la giornata passò in fretta. Per me, invece, che pensavo ad Adrienne e Chiara… Fu altra storia. Ma, per fortuna, la giornata passò comunque.
Uscii fuori, andando verso casa. Fuori il portone di casa mia, c’era Raffaele che aspettava.
«Credi che io debba sapere perché sei qui?» chiesi. Era su una moto bellissima. Non m’intendo di moto, ma scommetto che l’ha pagata un sacco di soldi.
«Semplice. Dobbiamo andare.» disse come se io dovessi saperlo. Lo guardai. Ci fissammo per almeno 2 minuti, poi risi. Scese dalla moto e mi baciò forte. Gli sorrisi.
«Dai, sali, andiamo a fare un picnik.» disse sorridente. E poi Sara dice che è poco dolce. Gli sorrisi, e salii sulla moto.
 
«Guarda quella nuvola.» mi disse sorridente. Eravamo su un prato, i bimbi ci giocavano attorno. Eravamo sdraiati su un grande telo, io ero accovacciata sotto il suo braccio. Alzai gli occhi al cielo azzurro, con poche nuvole.
«Sembrano due ragazzi che si baciano.» dissi dopo un minuto di silenzio per osservare la luna. Mi guardò.
«Vedi la ragazza? I suoi capelli sono uguali ai tuoi. E il ragazzo, lo hai notato? È goffo, impacciato, uguale a me. Non credi che sulla terra dovremmo fare quello che si fa nel cielo? » mi disse. Avrebbe potuto baciarmi così, senza pensarci. Invece era stato dolce come la nutella. Mi avvicinai, sorrisi e lo baciai.
 
«Beh, sì. Lo ammetto, è stato carino. Ma… » cominciò a dire Sara. Scossi la testa.
«La prossima volta non te lo racconto. Così impari» le risposi. Francesca ci guardò entrambe, consapevole che questa non fosse la prima volta che litigassimo come due bambine di 5 anni.
«Io invece la prossima volta non vengo qui ad ascoltarvi, e non invito nemmeno Gabriele» disse Francesca. Lei sì che era carina. Il suo tono scocciato dalla conversazione si addolcì pronunciando ‘Gabriele’. La guardammo sorpresa. Non avemmo neanche il tempo di fargli qualche domanda, che il moro muscoloso bussò alla porta. Lo aprì Francesca, che lo baciò al volo credendo forse di non essere vista. Gabriele, dopo aver baciato la sua Francesca, ci salutò tutte.
«Mi dispiace di aver interrotto i vostri discorsi da ragazze. Immagino che avete molte cose da raccontare a Francesca, nonostante era sempre al telefono con Sara.» disse sorridendo.
«Questo me l’hai tenuto nascosto» dissi a Sara. Lei, per tutta risposta, rise. Scossi la testa.
«Non ci disturbi, Gabriele. E qui non devi parlare da medico. » disse Francesca prendendolo un po’ in giro per i suoi discorsi da professore. Ridemmo tutti, compreso lui stesso.
«D’accordo. Beh, anche io ho degli amici. Mi aspettano giù, io vado. Ciao tesoro. Ciao anche a voi!» disse Gabriele sorridendo e salutandoci. Aprì la porta, scese giù e raggiunse i suoi amici.
Mentre parlavamo di come ci saremmo vestite per il giorno dopo a scuola, squillò il mio cellulare.
-Pronto?-
-Ciao Chris, sono Guglielmo. Sorpresa!- disse vivacemente.
-Chi ti ha dato il mio numero?- dissi io, per nulla sorpresa. Sicuramente era stata…
-Sara- disse lui consapevole che lo sapessi bene.
-Te lo avrei dato comunque, quindi. Perché mi hai chiamato?- chiesi.
-Ecco… Sei libera domani sera? È sabato, e non ho nessuno con cui uscire, così…-
-Così hai pensato a me- dissi quasi sorridendo. Quasi.
-Esatto. Alle otto e mezza sotto casa tua, allora- disse lui.
-Dove andiamo?- gli chiesi seriamente curiosa.
-In un ristorante cinese.- mi rispose. Mi aspettavo qualcosa del tipo: ‘È una sorpresa, non posso dirtelo’.
-Ok, ciao-
-Ti amo- disse, e staccò. Certo che era proprio fissato con questa frase.
 
«Raccontami ancora cosa ti ha detto» disse Sara emozionata dal fatto che quella sera sarei uscita con Guglielmo invece che con Raffaele.
«Basta, te l’ho detto così tante volte che me lo sono dimenticata» le disse alzando gli occhi al cielo. Eravamo appena uscite da scuola, le ore erano passate velocemente tra latino, greco, chimica e scienze.
«Vieni a mangiare a casa mia, così dopo ti preparo per stasera» mi pregò Sara. Annuii, adoravo sua madre Lucia. Mi trattava come se fossi sua figlia.
«Ciao Chris!» disse Lucia abbracciandomi, quando mi vide entrare. Ricambiai l’abbraccio, e la salutai calorosamente.  
  
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